Creato da pierrde il 17/12/2005

Mondo Jazz

Il Jazz da Armstrong a Zorn. Notizie, recensioni, personaggi, immagini, suoni e video.

IL JAZZ SU RADIOTRE

 

martedì 9 ottobre 2018 alle 20.30

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JAZZ & WINE OF PEACE

Pipe Dream

violoncello, voce, Hank Roberts

pianoforte, Fender Rhodes, Giorgio Pacorig

trombone, Filippo Vignato

vibrafono, Pasquale Mirra

batteria, Zeno De Rossi

Registrato il 26 ottobre 2017 a Villa Attems, Lucinico (GO)



 

 

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JAZZ DAY BY DAY

 

 

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I PODCAST DELLA RAI

Dall'immenso archivio di Radiotre è possibile scaricare i podcast di alcune trasmissioni particolarmente interessanti per gli appassionati di musica nero-americana. On line le puntate del Dottor Djembè di David Riondino e Stefano Bollani. Da poco è possibile anche scaricare le puntate di Battiti, la trasmissione notturna dedicata al jazz , alle musiche nere e a quelle colte. Il tutto cliccando  qui
 

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Messaggi di Agosto 2010

HI-FI FROM BANTE FOR BELLA VISTA

Post n°1593 pubblicato il 31 Agosto 2010 da pierrde
 
Tag: DAL WEB

 


Curiosare per la rete porta spesso a scoperte inusuali o curiose: è il caso di questo breve video, circa tre minuti, ad opera di un regista ed una produzione italiani. Stefano Tinti, in arte Bante, rivisita copertine storiche di album Blue Note che vedono protagonisti sopratutto la penna di Reid Miles e le foto di Francis Wolff. L'idea originale è di "animare" foto e disegni e l'effetto è sorprendente. Rispetto ed amore per la musica ed i musicisti sono evidenti, originalità e buon gusto altrettanto. Una piccola vera chicca che oltretutto è servita per la promozione di un locale di Siena, il Bella Vista Social Pub. Da vedere ed ammirare. 

 
 
 

ZORN E LA PIANISTA NOVANTENNE

Post n°1592 pubblicato il 30 Agosto 2010 da pierrde
 
Tag: NEWS

Articolo interessante quello della scorsa settimana sul Wall Street Journal ad opera di Martin Johnson: la protagonista è una pianista di 89 anni sconosciuta ai più. Si tratta di Stephanie Stone, vedova di Irving Stone, musicista e giovane fotografa alla fine degli anni '40, finchè caso volle che fosse chiamata ad aprire un concerto di Coleman Hawkins in un club newyorkese e decidesse di abbandonare la macchina fotografica per la tastiera. Nel 1957 conobbe Irving al Village Vanguard durante il concerto di Sonny Rollins. I due condivisero una grandissima passione per il jazz, furono tra i finanziatori del concerto di Ornette Coleman alla Town Hall poi documentato su disco, ed hanno continuato a sostenere e partecipare alla scena più radicale e free della grande mela, con un particolare interesse verso John Zorn, Tom Cora e Fred Frith. Zorn ricambia l'amore dell'amico quando questi scompare dedicandogli il doppio album Memorial Concert, non solo, quando è costretto a lasciare il Tonic eccolo aprire un nuovo club all'angolo della seconda strada di New York al quale significativamente da il nome The Stone. Stephanie è assidua frequentatrice non solo come jazz fan ma anche come musicista ospite, come accaduto recentemente in un concerto che l'ha vista affiancata da Greg Cohen al contrabbasso e Joey Baron alla batteria. 


 
 
 

BREVE STORIA DEI JAZZ BLOG: DALL'AMERICA ALL'ITALIA

Post n°1591 pubblicato il 27 Agosto 2010 da pierrde

Interessante post quello di Ethan Iverson, il pianista dei Bad Plus, sul blog Do The Math. Dall'avvento dell'era dei bloggers è ormai trascorso un periodo temporale che consente alcuni bilanci e riflessioni. E' quello che Iverson fa tracciando nel suo lungo post la storia dei blog a tema jazzistico con, ovviamente, i link per poterli leggere. Si tratta di una visione pressochè totalmente americana e che coinvolge nella stragrande maggioranza dei casi i blog di critici, giornalisti e musicisti. Curiosamente Ethan cita lo scomparso Be.Jazz di Mwanji Ezana, in lingua inglese ma belga di provenienza, come uno dei più influenti blog della prima ora, dimenticando poi nel lungo elenco il bellissimo Free Jazz di Stef, belga anch'esso, e di gran lunga nel novero dei migliori jazz blog in inglese. 

A parte questa perplessità, nel lungo post si ritrovano nomi che spesso ho citato o suggerito, e altri invece più di nicchia ma che meritano una visita.

Meno affollato il panorama italico, sopratutto se si prendono in considerazione i blog esclusivamente dedicati al jazz. Naturalmente i link sono piuttosto conosciuti e citati su queste pagine, ma vediamoli insieme: della prima ora sono Gerovi-Jazz sulla piattaforma Splinder, ora migrato in Wordpress nonchè promotore in nuova veste ed in lingua inglese di Blog In Jazz. Analisi di album, notizie, mp3 da scaricare e molti video da gustare sono le caratteristiche del lavoro appassionato di Gianluigi.
Unico nel suo genere è invece l'approccio di Roberto e del suo famoso Jazz from Italy: la musica narrata con un taglio letterario e autobiografico, ma sempre corredata da splendide illustrazioni e accompagnata da una vasta scelta di brani musicali. La lettura è sempre piacevole, spesso emozionante, l'impaginazione e la grafica assolutamente professionali. Un piacere per l'occhio, l'orecchio e la mente.
Anche Jazz from Italy ha una versione Splinder ed una Blogger (in inglese), l'autore inoltre cura un blog dedicato a Nunzio Rotondo ed una alla etichetta discografica Horo Records.
Note Dissonanti , Dark Intervals e A Prima Vista sono anch'essi blog della prima ora e di grande interesse, purtroppo aggiornati raramente. Marco Bertoli (collaboratore di Musica Jazz) è autore oltre che di A Prima Vista anche di Jazz Nel Pomeriggio, blog recentissimo e al quale pare riuscire a dedicare una maggiore costanza vista anche l'impostazione singolare: un brano celebre da ascoltare, commentato e da commentare.
Planet Jazz è un blog al femminile, uno dei pochi, votato prevalentemente alle news e attivo da diversi anni pur con veste grafica rinnovata. Sempre al femminile c'è il più recente Kind of Babs, che come il precedente è però aggiornato saltuariamente. 
Tra i blog non esclusivamente votati al jazz ma con una cospiscua e corroborante presenza musicale non posso non citare Borguez, Ruminazioni, Doctor Bebop e Annotazioni di Pannonica. Molti gli spazi nati e poi scomparsi o non più aggiornati (uno tra tutti l'interessantissimo e a me parecchio mancante Jazz in Rete), pochi e ad uso logicamente auto-referenziale quelli dei musicisti concentrati quasi tutti nell'apposito spazio di Jazzitalia. In compenso ogni tanto qualcuno ritorna, è il caso di Jazzer, blogger della primissima onda . Omnicomprensivo e ricchissimo di informazioni, fotografie e link è, infine, il blog del Padova Jazz Club.



Tutti i link dei blog italiani citati compaiono o sono comparsi su Mondo Jazz. Mi scuso con tutti coloro, probabilmente diversi, che ho dimenticato o non segnalato per gli evidenti limiti di spazio di un post.

 
 
 

IL JAZZ ALLA RADIO: STASERA ARCHIE SHEPP IN DIRETTA SU RADIOTRE

Post n°1590 pubblicato il 26 Agosto 2010 da pierrde


giovedì 26 agosto 2010 ore 22.10 
LocandinaFESTIVAL DEI FESTIVAL
In diretta da S.Anna Arresi AI CONFINI TRA SARDEGNA E JAZZ 2009 

Archie Shepp Quartet voce, sax
Tom McClung pianoforte 
Wayne Dockery contrabbasso
Steve McCraven batteria

 
 
 

ASCOLTARE DANILO PEREZ

Post n°1589 pubblicato il 25 Agosto 2010 da pierrde
 
Tag: DAL WEB

Grazie alla radio americana NPR è possibile ascoltare in anteprima e fino al 31 agosto il nuovo album del pianista Danilo Perez. Il musicista panamense è da un decennio colonna portante del quartetto di Wayne Shorter con il quale si è esibito all'inizio dell'estate anche a Milano. Nell'album sono presenti gli altri due membri del trio che Perez tiene in vita da ormai otto anni, il contrabbassista Ben Street ed il batterista Adam Cruz. Ospiti di riguardo il sassofonista Rudresh Mahanthappa, il percussionista Jamey Haddad e la cantante portoghese Sara Serpa.


Il link per accedere all'album Providencia :

 
http://www.npr.org/templates/story/story.php?storyId=129310107


 
 
 

JAZZ ALBUM COVERS

Post n°1588 pubblicato il 24 Agosto 2010 da pierrde


 


In cinque minuti transitano velocemente 250 copertine di album famosi accompagnate dalla straordinaria musica di Charles Mingus. E' anche un modo di rispondere alle frequenti richieste che ricevo, sopratutto di amici e conoscenti, su quali album ascoltare per avvicinarsi alla musica jazz. Ovviamente il video non è di mia produzione, pertanto non tutti i titoli che scorrono raccolgono il mio pieno consenso; sarebbe inoltre troppo facile fare l'elenco di quelli che mancano, ma il video clip non ha una funzione pedagogica e si presta invece molto bene come base di suggerimenti. Personalmente mi sono avvicinato al jazz ascoltando musicisti che avevano affinità con quello che allora ascoltavo abitualmente: molto tempo è trascorso, ma allora trovare fili di un comun denominatore tra la musica di Jimi Hendrix e quella di Miles Davis non era poi cosi' difficile. In compenso oggi è più facile ascoltare qualsiasi genere e qualsiasi musicista grazie alla rete, e questa è una possibilità enorme per chi è dotato di curiosità intellettuale.

 
 
 

TONONI/PARKER/PARRINI VERTICAL INVADERS (BLACK SAINT) 2010

Post n°1587 pubblicato il 23 Agosto 2010 da pierrde
 

Un nuovo album per la storica etichetta che fu di Giovanni Bonandrini è un avvenimento. Doppio, se poi si tratta di un trio cosi' inusuale e riuscito. A dispetto del percorso dei protagonisti, il contenuto, a firma di tutti e tre i musicisti, sembra avere più influenze post-bop che non apertamente free. Il progetto è un omaggio alla figura del leggendario violinista Leroy Jenkins, rievocato nel primo brano (June 78, cioè la prima volta che Tononi vide dal vivo Jenkins), e celebrato nella lunga e bella dedica (For Leroy Jenkins), ripresa ancora nella parte finale dell'album. Un tema dolente e lirico che trasfigura nella interpretazione del violino di Emanuele Parrini, cosi' lontano e diverso dal suono frastagliato e acido di Jenkins ma ugualmente coinvolgente e trascinante grazie al timbro particolare e all'evidente carico emotivo, in una dimensione trascendente e spirituale. Non mancano momenti di libera improvvisazione (Lulu on the beach), cosi' come pezzi apertamente swinganti (Vertinvasion) e omaggi ispirati (For Alice Coltrane, For Hazrat Inayat Khan). Parker è il solito gigante, sia quando imbraccia il contrabbasso sia quando si esibisce allo shenai o al shakuhachi. Tononi è un batterista formidabile sia sul tempo che sul colore, e forma con il contrabbassista un duo che poco ha da invidiare ad altre collaborazioni del musicista americano. L'album è vario e godibile, fresco ed ispirato.


V A L U T A Z I O N E :  * * * * 

 
 
 

RITROVAMENTI

Post n°1586 pubblicato il 21 Agosto 2010 da pierrde
 
Tag: NEWS

Se ne parla da tempo su magazine e quotidiani americani, ora la notizia è stata ripresa da La Repubblica addiritura in prima pagina, Riporto l'articolo ad opera di Angelo Aquaro, se poi la qualità musicale delle incisioni sarà davvero cosi' buona lo vedremo a breve.  


NEW YORK - La puntina scende piano e il vecchio disco comincia a gracchiare: le voci arrivano da un altro mondo. "Questa dovrebbe andare" dice il deejay Martin Block che ha invitato quei tre mostri sacri a esibirsi al suo show sulla radio WNEW.

È il 1938 e la parola disc jockey l'hanno inventata apposta per lui: prima non esisteva. Solo Martin potrebbe essere capace di mettere davanti allo stesso microfono Louis Armstrong, Fats Waller e Jack Teagarden. I tre giganti non hanno mai suonato insieme - è come se oggi salisssero sullo stesso palco i Rolling Stones e gli U2 - e adesso attaccano quel Blues Jam che resterà nascosto all'universo mondo per 73 lunghissimi anni.
Scratch scratch. Il disco gracchia ma il mago del suono Doug Pomeroy - richiamato per l'impresa dalla pensione - farà miracoli trasferendo su computer quel bendidio. E non solo Louis Armstrong. Da Billie Holiday a Benny Goodman - passando per Cab Calloway e Lester Young - i maestri del jazz riemergono dal passato come non li abbiamo sentiti mai.

E' una scoperta sensazionale. E' l'Arca di Noè del jazz: la musica che per anni un appassionato di nome William Savory ha raccolto per il suo piacere personale. Mille dischi registrati direttamente dalle performance radiofoniche dei campioni dell'epoca. E che solo quattro anni fa, alla morte di Savory, il figlio Eugene ha potuto scovare, nascosti in quelle casse in cui si stavano rovinando per sempre.

E' come entrare nella macchina del tempo: il direttore del museo del jazz di Harlem, Loren Schoenberg, non usa mezzi termini. E non solo per i nomi raccolti nella collezione. Quei dischi all'epoca erano il massimo dello sviluppo tecnologico. Fino agli anni '40 il formato che andava per la maggiore era il famoso 78 giri. E le registrazioni in studio non potevano superare i tre minuti di durata. Ma la creatività dei maestri era incontenibile: e le performance alla radio erano una dimostrazione. Quel matto di Savory era anche uno stregone del suono. E si divertiva a sperimentare con quel nuovo formato che lui stesso, nel dopoguerra, impiegato alla Columbia, avrebbe contribuito a sviluppare: il 33 giri. Così nella sua collezione ha spazio, per esempio, una versione più lunga, ottobre 1939, di quella straordinaria Body and Soul che Coleman Hawkins traformò in una leggenda del jazz. Beh: dice il critico del "New York Times" che le sonorità in cui il sassofonista si spinge - musica più liberata, meno attenta agli schemi - saranno toccate soltanto vent'anni dopo dal grande Miles Davis.

Eccola qui allora l'altra scoperta che ci regala l'Arca di Noè del jazz. Come in tutte le storie del mondo ogni rivoluzione è in realtà un'evoluzione e il jazz certo non ci scappa: i critici da anni raccontano come la rivoluzione be bop (Charlie Parker, Dizzy Gillespie, Miles Davis) sia nata dalle jam sessions che i musicisti delle grandi band dell'età dello swing improvvisavano fuori dagli studi. Ma nella raccolta Savory è la prima volta che possiamo ascoltare questa evoluzione: negli show radiofonici i musicisti suonavano più liberamente e il miracolo, oggi, è sotto le nostre orecchie. Perfino il re di quell'età dello swing che per i giovani ribelli era il simbolo della conservazione, Benny Goodman, si esibisce in una Oh Lady Be Good scatenata accompagnata dal fido pianista Teddy Wilson... al clavicembalo: uno strumento che sarebbe stato recuperato dal progressive rock solo 40 anni dopo. E sempre Benny il reazionario ospita nel suo gruppo la primitiva chitarra elettrica di Charlie Christian: che in "Shivers", 1942, suona preveggentemente rock.

Domanda: perché Savory ha nascosto per tutta la vita il suo tesoro? Qui neppure il figlio riesce a dare una risposta. E rimanda al carattere difficile di quell'appassionato di musica che l'amore per la tecnologia e le tecniche di ascolto portarono, anni dopo, addirittura all'abbraccio con la Cia. Sì, la Cia: la sigla dietro cui, si sa, prima o poi vanno a sbattere tutti i misteri d'America. Magari a ritmo di jazz.


Ed ecco il link per leggere sullo stesso argomento l'articolo del New York Times:

 
 
 

CONSIGLI DISCOGRAFICI PER JAZZOFILI DAI NERVI SALDI

Post n°1585 pubblicato il 20 Agosto 2010 da pierrde


It's a virtuosic field day for free-jazz admirers with strong nerves.
Valutazione : * * * * *

 
 
 

I RICORDI DI ABBEY

Post n°1584 pubblicato il 19 Agosto 2010 da pierrde
 
Tag: DAL WEB

Molti gli articoli ed i commenti su giornali e siti americani per la scomparsa di Abbey Lincoln. Percorso artistico invero singolare quello della cantante e compositrice, nata artisticamente come attrice prima di conoscere Max Roach che poi diverrà suo marito. Erano gli anni della rivolta nera e della musica free, e come tutti gli intellettuali neri Lincoln al pari di Roach subi' il richiamo della lotta e dell'impegno sociale. Memorabile il disco Freedom Now Suite a nome di Roach (assoluto capolavoro del jazz )  ma con la voce tesa e drammatica di Abbey. Dopo la separazione la cantante rimane a lungo assente dalle scene per ricomparire anni dopo in Francia dove ha vissuto per diverso tempo ed ha inciso per la Verve/Gitanes album notevoli e ricercati (nella foto uno dei migliori). Un breve elenco dei siti dove è possibile leggerne ritratti o vedere clips:


 
 
 

SCOMPARE HERMAN LEONARD, IL FOTOGRAFO DEL JAZZ

Post n°1583 pubblicato il 18 Agosto 2010 da pierrde

Herman Leonard, the photographer who captured archetypal images of jazz musicians, has died, his company announced late Saturday. He was 87.


 
 
 

LE NOVITA' IN CASA FRESU

Post n°1582 pubblicato il 17 Agosto 2010 da pierrde
 
Tag: NEWS


Roma, 6 giu. (Adnkronos/Ign) - Non è casuale che sia proprio un ambizioso doppio cd con il Quintet, 'Songlines/Night and Blue', ad inaugurare questa sua nuova avventura artistica, la label Tuk Music. ''Il quintetto è la formazione che da sempre mi ha accompagnato e che ha scandito molti dei momenti importanti della mia vita musicale. Quando nasce un nuovo 'figlio', è giusto e doveroso farlo battezzare da padrini storici, come i musicisti del mio quintetto'', ha spiegato Paolo Fresu all'ADNKRONOS.

''Due anni fa siamo entrati in studio per nostra scelta, senza etichetta, e abbiamo registrato questo progetto per il solo piacere di farlo. Le linee guida - racconta il trombettista sardo - erano, in 'Songlines', il tema del viaggio e, in 'Night and Blue', la voglia di scovare standard inusitati che avessero una di queste due parole nel titolo''.
Ma il sassofonista Tino Tracanna, il pianista Roberto Cipelli, il contrabbassista Attilio Zanchi e il batterista Ettore Fioravanti, saranno solo una lieta eccezione nel catalogo della Tuk Music. ''Questa etichetta - spiega Paolo Fresu - non nasce con l'intento di produrre la mia musica quanto quella degli altri, soprattutto quei dischi o master che molti giovani artisti mi inviano per un parere, un consiglio, una consulenza a livello di produzione o note di copertina. Credo sia importante dar loro una spinta, un'opportunità, una vetrina''. ''La Tuk nasce quindi - continua il trombettista sardo - per promuovere nuovi talenti scovati in tutto il mondo da una rete di musicisti, quelli con cui collaboro, volta a proporre artisti meritevoli di essere prodotti in Italia e poi esportati nel mondo. Conto di realizzare non più di 4 o 5 dischi l'anno così da poterli seguire sotto ogni aspetto''. I prossimi saranno, a luglio, un progetto flamenco-jazz elettroacustico del sassofonista salentino Raffaele Casarano dal titolo 'Argento' e, in ottobre, la riedizione rivista e aggiornata del disco 'Ethos' del quartetto d'archi Alborada, già uscito per l'etichetta leccese Dodicilune, con ospiti importanti come Rita Marcotulli, Maria Pia De Vito, Daniele Di Bonaventura e altri.

Nel frattempo, però, anche Paolo Fresu sta preparando un album. ''Uscirà per la ECM a fine settembre e si chiamerà 'Mistico Mediterraneo'. E' un progetto stranissimo e 'spiazzante' - spiega il trombettista sardo - che comprende originali e brani tradizionali e coinvolge un coro corso di sette uomini, gli A Filetta, e il bandoneon di Daniele Di Bonaventura. Un disco a metà fra jazz, contemporanea e polifonia tradizionale corsa''.


. ''A dicembre poi - rivela - esordirò all'Auditorium Parco della Musica di Roma con un progetto sulla musica barocca della misconosciuta compositrice del 1600 Barbara Strozzi, le cui opere saranno arrangiate da Uri Caine per un'orchestra da camera e vari musicisti jazz e di musica antica''. 

Fonte : Adnkronos

Foto : Federico Pollini   http://gallery.me.com/federico.pollini

 
 
 

ABBEY LINCOLN, JAZZ SINGER AND WRITER, DIES AT 80

Post n°1581 pubblicato il 15 Agosto 2010 da pierrde
 
Tag: NEWS

 


 Abbey Lincoln, a singer whose dramatic vocal command and tersely poetic
 songs made her a singular figure in jazz, died on Saturday in Manhattan.
 She was 80 and lived on the Upper West Side.

 
 
 

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Post n°1580 pubblicato il 14 Agosto 2010 da pierrde


Per questo ferragosto freddo e umido, almeno qui nel nord italiano, ho pensato
che il miglior video che potessi postare è questo struggente e drammatico film sull'umanità, da poco finalmente disponibile anche nella nostra lingua.
Le grandi conquiste dell'uomo, la vittoria sulla fame, il progresso ma anche i
grandi disastri
 che inevitabilmente ci aspettano  se continueremo a perseguire un modello di sviluppo sbagliato come l'attuale. Per non parlare delle ingiustizie sociali ed economiche, del cambiamento del clima da noi provocato e dell'esaurimento
delle riserve. 
Tutto documentato con immagini bellissime, musiche coinvolgenti ed un 
commento equilibrato. Ma impareremo ? Ci sveglieremo dal sonno delle 
coscienze ? Difficile crederlo.... 

 
 
 

ESPERANZA : PRODOTTO DI MARKETING O GRANDE ARTISTA ?

Post n°1579 pubblicato il 13 Agosto 2010 da pierrde

La domanda si pone con rituale puntualità ogni volta che un giovane musicista si impone sulla ribalta. Il tormentone torna di attualità grazie all'uscita del nuovo album della venticinquenne cantante e contrabbassista, ed ad approfondire l'argomento questa volta è Patrick Jarenwattananon su A blog Supreme. L'autore descrive puntigliosamente gli argomenti a favore di entrambe le tesi, propendendo poi apertamente verso un deciso apprezzamento dell'artista. Come sempre quando si entra nel merito dei giudizi giocano molti fattori, rimando dunque gli interessati alla lettura dell'articolo.

Interessante comunque per poter formulare una propria opinione è la doppia possibilità offerta da A Blog Supreme: si può infatti ascoltare per intero il nuovo album, Chamber Music Society, e nell'articolo è inserito il video di Little Fly che anch'io posto. Si tratta del primo brano dell'album che vede all'opera un quartetto d'archi con la bella voce di Esperanza che canta i versi di William Blake. 
Detto questo non mi rimane che esprimere il mio pensiero: ancora non ho "pesato" dal vivo il valore di questa musicista, ma certo essere patner fisso di Joe Lovano o Mc Coy Tyner qualcosa vorrà pur dire. Gli album della Spalding che ho ascoltato, compreso il nuovo, non rientrano nella cerchia dei miei preferiti, ma questo significa poco. Preferibilmente ricerco una musica più vibrante, ricca di fermenti e sperimentazione, ma Esperanza ha solo 25 anni e non può essere un talento che già ha raggiunto la piena maturità: credo sia logico aspettare (e magari vederla dal vivo nell'interessante gruppo di Lovano ) prima di formulare qualsivoglia giudizio. 


 

 Little Fly, Thy summer's play My thoughtless hand Has brushed away.Am not I A fly like thee? Or art not thou A man like me?For I dance And drink, and sing, Till some blind hand Shall brush my wing.If thought is life And strength and breath And the want Of thought is death;Then am I A happy fly, If I live, Or if I die. (William Blake)

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