Creato da pierrde il 17/12/2005

Mondo Jazz

Il Jazz da Armstrong a Zorn. Notizie, recensioni, personaggi, immagini, suoni e video.

IL JAZZ SU RADIOTRE

 

martedì 9 ottobre 2018 alle 20.30

------------------------------------------------------------------

JAZZ & WINE OF PEACE

Pipe Dream

violoncello, voce, Hank Roberts

pianoforte, Fender Rhodes, Giorgio Pacorig

trombone, Filippo Vignato

vibrafono, Pasquale Mirra

batteria, Zeno De Rossi

Registrato il 26 ottobre 2017 a Villa Attems, Lucinico (GO)



 

 

MONDO JAZZ SU FACEBOOK E SU TWITTER

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Dicembre 2010 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
    1 2 3 4 5
6 7 8 9 10 11 12
13 14 15 16 17 18 19
20 21 22 23 24 25 26
27 28 29 30 31    
 
 

JAZZ DAY BY DAY

 

 

L'agenda quotidiana di

concerti rassegne e

festival cliccando qui

 

I PODCAST DELLA RAI

Dall'immenso archivio di Radiotre è possibile scaricare i podcast di alcune trasmissioni particolarmente interessanti per gli appassionati di musica nero-americana. On line le puntate del Dottor Djembè di David Riondino e Stefano Bollani. Da poco è possibile anche scaricare le puntate di Battiti, la trasmissione notturna dedicata al jazz , alle musiche nere e a quelle colte. Il tutto cliccando  qui
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

Messaggi di Dicembre 2010

....AND HAPPY NEW YEAR !

Post n°1720 pubblicato il 31 Dicembre 2010 da pierrde

Luciano Linzi termina oggi l'incarico di direttore artistico della Casa del Jazz di Roma dopo sei anni e otto mesi di lavoro e grandi soddisfazioni che hanno fatto conoscere nel mondo l'istituzione romana fortemente voluta da Walter Veltroni. Un in bocca al lupo a Luciano per il suo prossimo futuro.

Umbria Jazz Winter è in pieno svolgimento ad Orvieto. Piatto forte del festival è sicuramente l'accoppiata Chick Corea e Stefano Bollani che si esibiscono per tre volte, il tutto registrato da Manfred Eicher in vista della pubblicazione di un album live. Il duo è nato in maniera estemporanea ma poi è diventato un progetto stabile e definito.

E' in edicola Musica Jazz di gennaio con i risultati del Top Jazz ed il compact, molto bello, con molti dei protagonisti del referendum.

Per il 2010 è tutto, felice anno nuovo e auguri di tanta buona musica.... 

 
 
 

SI E' SPENTO BILLY TAYLOR, UN AMERICAN HERO

Post n°1719 pubblicato il 30 Dicembre 2010 da pierrde

Si è spento ieri all'età di 87 anni il pianista, compositore ed autore televisivo Billy Taylor. Lo ricordo proponendo l'intero documentario, oltre 32 minuti, a lui dedicato e dal titolo significativo di American Hero.

 Billy Taylor, grande pianista e compositore jazz, è morto all'età di 89 anni lo scorso 28 dicembre a New York. Lo ha reso noto la moglie, Theodora Taylor, che ha anche specificato che la causa del decesso è stato un attacco di cuore. Nonostante sia stato un apprezzato musicista con il suo Billy Taylor Trio e abbia collaborato con artisti del calibro di Charlie Parker, Dizzy Gillespie e Miles Davis, Taylor era famoso soprattutto per le sue trasmissioni radiofoniche e televisive dedicate al jazz. Dr. Taylor, come gli piaceva essere chiamato, fu il primo nero a condurre un'orchestra televisiva negli anni cinquanta. Nei decenni successivi ha curato altre importanti trasmissioni come il "Sunday morning show" della CBS, vincendo anche un Emmy Awards per lo speciale dedicato a Quincy Jones. Nel 1961 ha fondato Jazzmobile, un'importante associazione di New York dedicata allo studio e alla diffusione della musica jazz.

Fonte : www.rockol.it

 
 
 

LE COSE CAMBIANO

Post n°1718 pubblicato il 29 Dicembre 2010 da pierrde

All'inizio di questa mia avventura nella blogosfera c'era un blog di riferimento per gli appassionati di jazz, era Be-Jazz del belga Moandji Ezana. Ancora lo si può trovare in rete, ma i post terminano con la fine di novembre del 2007.

Ezana era veramente intrigante e competente: recensioni di album e concerti, interviste, notizie ed una moltitudine di link, un vera manna per il lettore, finchè il nostro è passato dal ruolo di blogger a quello di giornalista, credo per Citizen Jazz se ricordo bene, e l'avventura di Be-Jazz si è chiusa.

Dopo di lui ha iniziato a brillare la stella di Free Jazz, altro autore belga, Steff, con una impostazione differente ma egualmente rigorosa e avvincente: solo recensioni di album. Dopo quattro anni pare che anche Steff sia intenzionato a ridimensionare l'impegno nel blog. Con un post del 23 dicembre annuncia nuovi progetti di lavoro e chiede collaborazione per tenere in vita la sua creazione. Nella migliore delle ipotesi Free Jazz è destinato a mutare considerevolmente.

Molto tempo fa anch'io avevo preso in considerazione l'ipotesi di un blog a più voci e a più mani, con i primi bloggers italiani che si erano dedicati alla musica jazz i cui link potete ancora trovare nel riquadro a destra . Non siamo riusciti a concretizzare le idee che pure c'erano, o forse ognuno di noi ha preferito conservare il proprio spazio, la propria impronta ed i diversi ritmi.

Rilancio, anche se su basi diverse quella idea: troppo impegnativo e dispersivo elaborare nuove piattaforme, allora metto a disposizione il mio blog. Se ci sono appassionati che mi leggono e che se la sentono di partecipare all'impresa sono disponibile ad aprire Mondo Jazz alla collaborazione di altri. Recensioni di album o di concerti, notizie, approfondimenti, insomma di materiale di cui parlare ce nè in abbondanza. E di collaboratori ?

 
 
 

ITALIAN INSTABILE ORCHESTRA - TOTALLY GONE (RAI TRADE) 2010

Post n°1717 pubblicato il 28 Dicembre 2010 da pierrde
 

L'instabile raggiungevent'anni di vita e, a dispetto del nome, si conferma tra le migliori realtà orchestrali in circolazione. Diversi nomi sono cambiati rispetto alla formazione primogenita, ma lo spirito e la qualità non hanno perso un grammo di consistenza. Il nuovo album, che segue la precedente esperienza con il formidabile sassofonista chicagoano Anthony Braxton, è un ritorno a temi, colori e paesaggi cosi' intrinsecamente italiani che nessuna altra orchestra europea o americana potrà mai possedere nel proprio repertorio. Otto i temi presenti, scritti da altrettanti musicisti dell'orchestra, più una ripresa, all'interno del brano a firma di Sebi Tramontana dello standard It Had To Be You. L'ensemble esprime una pacata e divertita maturità sia compositiva che strumentale, trattando materiali sfaccettati, compositi, ricchi di humor e di soluzioni estroverse e ben organizzate.

Splendidi Giochi ad incastro tra solisti e insieme, temi che delineano perfettamente la personalità degli autori: godibile la rivisitazione della musica popolare antica di Gargantella (Gianluigi Trovesi), cosi' come assolutamente imprevedibili gli sbocchi e gli scarti ironici di No Visa (Carlo Actis Dato). Fluido e vario nella complessità della scrittura è Fanfara Instabile (Eugenio Colombo), lirico e ben strutturato appare Memorie Future (Paolo Damiani), variamente colorato e teso è The Dream That Never Ends (Tiziano Tononi).

Vecchi e nuovi componenti appaiono perfettamente amalgamati, ed è impressionante il livello di piena e assoluta consapevolezza musicale che il gruppo emana: una orchestra in pieno stato di grazia, in assoluto tra le migliori che oggi è possibile ascoltare per un disco da ascoltare e riascoltare fino a conoscere ogni piega e recesso. Acquisto obbligatorio.

V A L U T A Z I O N E :  *  *  *  *  *

Track Listing: Three Dances/ Fanfare Instabile/Memorie Future/No Visa/ The dream that never ends/ Gargantella/Piano di fuga/ Ciao Baby, I', totally gone-It Had to be you

Carlo Actis Dato sax baritono, Daniele Cavallanti sax tenore, Eugenio Colombo, sax soprano, flauto, Gianluigi Trovesi sax alto, clarinetti, Alberto Mandarini, Luca Calabrese, Pino Minafra tromba, Martin Mayes corno francese, Lauro Rossi, Giancarlo Schiaffini, Sebi Tramontana, trombone, Emanuele Parrini, violino, Paolo Damiani violoncello, Giovanni Maier, contrabbasso, Fabrizio Puglisi piano, Tiziano Tononi, Vincenzo Mazzone batteria, percussioni.

 
 
 

QUANTO COSTA UN FESTIVAL ?

Post n°1716 pubblicato il 27 Dicembre 2010 da pierrde

Spesso ho provato a chiedermi quanto muove economicamente e quali sono i costi complessivi di un importante festival.

La risposta alle mie domande viene da Marciac e da Jean Louis Guilhaumon, presidente dell'associazione Jazz in Marciac, cittadina dei Pirenei francesi. In una conferenza stampa illustrata sul quotidiano locale La Depeche, Guilhaumon snocciola una quantità di dati impressionante.

L'indotto ed il ritorno sulle attività economiche della città è stimato in circa 7 milioni di euro. Sono i dati del festival del 2010, uno dei più rosei per il bilancio del festival che ha visto la partecipazione di 225.000 persone (+ 2,3%) e la vendita di 66.500 biglietti (+8,46%).

A fronte di contributi statali per 421.000 euro il festival è costato complessivamente 3 milioni 455 mila euro, con contributi e sovvenzioni di privati per 354.000 euro. Facendo i dovuti calcoli ne risulta che il festival si autofinanzia per circa il 72% dei costi, un dato importante ed indice di ottima salute.

Naturalmente bisogna tenere conto di un fattore decisivo per la riuscita del festival, e cioè il lavoro gratuito dei volontari, ottocento, per un costo stimato e risparmiato di 950.000 euro.

Altri dati impressionanti: 17.500 pasti serviti tra volontari, staff, tecnici, accompagnatori e musicisti e 6000 pernottamenti. Alla fine del festival sono rimasti in cassa 100.000 euro, in parte già impegnati per l'edizione 2011 che Guilhaumon promette  più "eco-responsabile", annunciando nuovi spazi per la musica, una nuova residenza per gli artisti,  una migliore accessibilità alla città ed un lunghissimo corollario di iniziative collaterali, dai cd ai dvd registrati durante il festival fino alla costituzione di una nuova Orchestra regionale del Jazz.

Insomma il jazz, pur nello spazio di poche settimane (per il prossimo anno dal 29 luglio-15 agosto 2011) muove significativamente l'economia di una regione senza avere nessuna interferenza artistica da parte di nessuno. Lo dico pensando al nostro più grande festival, dove invece da anni oramai, si è accettata l'idea che il jazz è solo una delle musiche ospitate (e più passa il tempo e meno sembra la più importante....), e questo naturalmente è dovuto alle ingerenze di politica e sponsor.     

 

 
 
 

NATALE IN MUSICA E.....IN BICICLETTA

Post n°1715 pubblicato il 25 Dicembre 2010 da pierrde

Natale in musica ma purtroppo solo televisiva. In questi ultimi anni si è creata la tradizione del concerto natalizio ed i vari canali si sbizzariscono nelle diverse proposte. La notte della vigilia ho provato con tutta la mia buona volontà ad assistere al Concerto di Natale proposto da Rai2: il programma affastellava varie cose, dalla canzonetta senza pretese a nomi che qualche speranza la infondevano.

 A presentare il tutto la querula Mara Venier, vajassa ad honorem, dai toni sovraeccitati e dal commento disarmante per inconsistenza e incompetenza. Mal disposto ho assistito ad un duetto tra Mario Biondi e Gigi D'Alessio, il telecomando era ovviamente pronto a trasportarmi lontano appena la mia insofferenza avesse raggiunto il tormento.

 Ci ho riprovato più tardi trovando un Al Jarreau che mi è parso ancora provato fisicamente dopo il collasso avuto l'estate scorsa. Poi qualche buon nome (Cesaria Evora, Noa) impegnato per troppo poco tempo e a seguire molte canzoncine di dubbio gusto.

Ho rapidamente messo fine alla sfilata di inutilerie e, round mignight, ho provato a vedere su Skyuno la registrazione del concerto di Ludovico Einaudi alla Royal Albert Hall. Per me continuano a rimanere misteriosi i motivi del grande successo di questo musicista. Non discuto sulla preparazione accademica del nostro, mi limito a contatarne la vacuità musicale: due ore di estetismi, melodie dal corto respiro, minimalismo banalizzato, musica senza passione, senza sangue, senza sudore, senza idee che vadano oltre semplicissime linee melodiche.

Forse sono un inguaribile ingenuo, e proprio quelli che per me sono i limiti costituiscono la forza di questa musica: non impegna, non costringe a nessuno sforzo, scivola come acqua sulla mente di ascoltatori distratti e superficiali che evidentemente in tanta pochezza si riconoscono e si beano

Di altra pasta il Concerto di Natale dalla Basilica di San Francesco ad Assisi trasmesso all'ora di pranzo su Rai1: per quanto il repertorio non potesse uscire da un binario tradizionale e scontato gli interpreti erano perlomeno all'altezza. Ho ascoltato un Michael Bolton ispirato ed attorniato da un quartetto femminile di indubbio fascino, poi diverse pagine orchestrali attinte dal repertorio classico (Vivaldi, Grieg) eseguite con gusto e passione.

Per rifarmi definitivamente la bocca ho infine attinto a Classica, il canale Sky che per tutte le festività sarà in chiaro, e che nel pomeriggio ha trasmesso la Carmen di Bizet.

Ho santificato il mio Natale in mattinata grazie alla tregua concessa dal maltempo: consueta uscita solitaria in bicicletta su percorso montano. Cinque chilometri di salita al 8% con l'I-Pod acceso sulle Variazioni Goldberg: una estasi musicale e paesaggistica. Buon Natale a jazzofili e ciclisti.

 
 
 

HAPPY CHRISTMAS !

Post n°1714 pubblicato il 24 Dicembre 2010 da pierrde

Da diversi anni questo è il mio video natalizio preferito e perfetto: un disegno accattivante ed una voce unica ed inconfondibile, quella di Ella Fitzgerald, per i miei auguri di buone feste a tutti.

 
 
 

WHITE CHRISTMAS

Post n°1713 pubblicato il 23 Dicembre 2010 da pierrde

L'uomo che con la propria immagine meglio incarna la storia del jazz dagli albori all'età moderna ed il genio ribelle che negli anni '50 cambiò bruscamente il corso degli avvenimenti: entrambi alle prese con un classico natalizio

 
 
 

SANTA CLAUS IS COMING TO TOWN

Post n°1712 pubblicato il 23 Dicembre 2010 da pierrde

Pochi giorni a Natale, ecco allora che anche Mondo Jazz si cala nella atmosfera giusta e sempre grazie alla musica...

 
 
 

UN BRANCO DI ELEFANTI: IL VIDEO UFFICIALE

Post n°1711 pubblicato il 22 Dicembre 2010 da pierrde
 
Tag: DAL WEB

 


My main thought about the ICP is: How do they do it?The show is always radically different. These are certainly all great improvisers in the most unfettered sense. But perhaps what amazes me most, beyond that, is the way they wander in and out of strictly composed material. With ten people all finding each other at exactly the same moment and abandoning each other at the next.Only one analogy comes to mind: they're like a herd of elephants. Each one doing its own thing, seemingly oblivious to the others. And without any cue they all start running in one direction. Without any signal again they stop. Scientists say there must be cues, but that we humans are just not aware of them.I feel the same way about the ICP. I'd like to know what those invisible signals are and how they work. I've invited the group to the Banff Workshop in Jazz and Creative Music in hopes of getting to the bottom of this. That should be a trip.These musicians can swing like mad when they want to, and can play the most sensitive cafe ballad at the drop of a hat. They also compose their own fantastic repertoire, and play a passel of Misha Mengelberg tunes, many dating back to the fifties. But the crux of what they do, as the name implies, is improvisation. And they do it as well as anyone out there. 
Dave Douglas (2007)

L’ICP (Instant Composer’s Pool) Orchestra compie nel 2007 40 anni: si tratta di musicisti insieme da 40 anni e possiamo immaginare cosa possono aver incontrato nella loro storia; certo hanno avuto sostegno dalle istituzioni olandesi, ma comunque si tratta di una rarità, sia come esperienza umana che musicale, e molto hanno fatto le persone coinvolte, soprattutto Misha Mengelberg e Han Bennink, fondatori, pionieri della musica. Cercando di mostrarsi semplicemente come sono hanno cocreato in questo collettivo una musica avanzata dove il suono si sposta tra il ‘caldo’ di una tromba con la sordina degli anni ‘20 al ‘freddo’ di certe atmosfere di musica contemporanea scritta e il tutto senza volerlo; è quasi tutta ‘alta’ improvvisazione con ‘reperti’ scritti (spesso da Misha, ma anche da altri del gruppo) che arrivano e se ne vanno riorientando la musica, poi qualcuno canta ma non era previsto: è la somma delle esperienze che esce naturalmente dal vissuto di questo pool che ha scelto l’improvvisazione come missione.
Fonte : www.aaa-angelica.com
 
 
 

ZAPPA E CAPTAIN BEEFHEART

Post n°1710 pubblicato il 21 Dicembre 2010 da pierrde

« Non voglio vendere la mia musica. Vorrei regalarla, perché da dove l'ho presa non bisogna pagare per averla. » (Don Van Vliet)

Da pochi giorni è scomparso Captain Beefheart, e oggi Frank Zappa avrebbe compiuto 70 anni; due musicisti legati tra loro da amicizia e comuni progetti e due protagonisti che non possono non essere amati dagli appassionati della mia generazione, e spero anche da quelle successive. Qui un breve ritratto.

 

Captain Beefheart (pseudonimo di Don Van Vliet; Glendale (California), 15 gennaio 1941 – 17 dicembre 2010) è stato un cantante, musicista e pittore statunitense, tra i precursori e maggiori esponenti del rock sperimentale statunitense. La sua esperienza musicale è stata condotta insieme con un folto gruppo di musicisti, che si alternavano nel tempo, conosciuto come Magic Band. Il gruppo cominciò la propria attività a metà degli anni sessanta, per arrivare ai primi ottanta. Van Vliet era principalmente il cantante e armonicista, con una forte attitudine per il rumorismo, ed il free jazz. Le sue composizioni sono caratterizzate da un'originale mistura di tempi dispari delle partiture e di testi surreali. Van Vliet è anche conosciuto per il suo rapporto dittatoriale con gli altri musicisti e per l'enigmatica relazione col suo pubblico.

Van Vliet approdò nella Magic Band nel 1965, divenendone immediatamente il leader. Le loro prime canzoni mischiavano blues e rock (che rimarranno i due generi di riferimento per il gruppo), ma Captain Beefheart & the Magic Band adottarono gradualmente un approccio sempre più sperimentale. Nel 1969 venne pubblicato il loro album più conosciuto ed apprezzato, Trout Mask Replica, che venne prodotto da un amico d'infanzia di Van Vliet, Frank Zappa. Oggi, Trout Mask Replica, viene considerato un disco di rottura ed un capolavoro dalla forte influenza sulle generazioni future.

Dopo la fine della sua carriera musicale, nel 1982, Van Vliet si è presentato raramente in pubblico, preferendo una vita tranquilla nella contea di Northern Humboldt (California), dove si è concentrato sulla sua attività di pittore. Il suo interesse per le arti visuali, in realtà, cominciò durante l'infanzia, quando era considerato una giovane promessa della scultura. Il suo lavoro mostra una certa affinità con l'astrattismo neo-primitivo e con l'espressionismo estetico. Van Vliet soffriva di sclerosi multipla, malattia che ha dovuto fronteggiare negli ultimi anni della sua vita, passati nel sud della California. Alcuni degli ex-musicisti hanno riformato la Magic Band per dei concerti tenutisi tra il 2003 ed il 2006, i cui ricavati sono andati a favore della ricerca sulla malattia di cui l'artista era affetto. Van Vliet si è spento la mattina del 17 dicembre 2010 all'età di 69 anni.

 

 

« Le riviste di musica sono scritte da gente che non sa scrivere, che intervista gente che non sa parlare, per gente che non sa leggere » (Frank Zappa)

Frank Vincent Zappa (Baltimora, 21 dicembre 1940 – Los Angeles, 4 dicembre 1993) è stato un chitarrista, compositore, arrangiatore, direttore d'orchestra, regista, produttore discografico e polistrumentista statunitense. Definire il genere musicale di Zappa è praticamente impossibile, ma si può affermare che fosse coinvolto in ambiti musicali come rock, blues, jazz, fusion e musica classica Zappa fu perennemente in bilico tra il rock, il jazz, il teatro dell'assurdo, la ricerca musicale più avanzata: sotto una scorza di apparente anarchia musicale vi sono evidenti influssi della musica classica tradizionale e contemporanea. Inoltre fu uno dei maggiori compositori di musica fusion di tutti i tempi.

Egli era un musicista autodidatta, affetto da una ossessiva creatività e da una simpatica smania di protagonismo, ma preparatissimo e serissimo. I suoi riferimenti musicali erano Igor Stravinskij, Edgar Varèse, Olivier Messiaen e, prima che fosse di moda la world music, era attratto dal Canto a tenore sardo, dalla musica classica indiana in stile dhrupad, Ravi Shankar, la musica bulgara. Per lui la distinzione tra musica pop e "musica seria" non aveva alcun significato ("All'idea che il compositore crede di aver attinto qualche cosa di artistico corrisponde il fatto che quella musica non offre gran che a chi ascolta. Io ho un altro atteggiamento: anche se la maggior parte della gente non ama quello che faccio, quelli a cui piace si divertono; non la consumano perché è arte, ma perché ci provano gusto" disse in una intervista).

Prima di suonare la chitarra Zappa si cimentò con la batteria, e non a caso i suoi gruppi ebbero sempre batteristi eccellenti. La ritmica delle sue composizioni è sempre stata molto complessa: un esempio è The Black Page brano scritto appositamente per Terry Bozzio, secondo Zappa l'unico in grado di eseguirlo (a causa della sua estrema complessità ritmica o "densità statistica", rappresentate da una "pagina nera" di note). Il successore (non a caso) di Bozzio, Vinnie Colaiuta, eseguì il brano suonandolo a memoria durante l'audizione. Zappa dichiarò che concepiva la musica come "decorazione del tempo", una creazione barocca da costruire con le proprie mani, divertente e libera da schemi prestabiliti, basata sull'atonalità e sul ritmo (poliritmie, tempi dispari, addirittura ritmi irrazionali e casuali).

Rappresentativa di questa visione è la fin troppo citata frase: Information is not knowledge / Knowledge is not wisdom / Wisdom is not truth / Truth is not beauty / Beauty is not love / Love is not music / MUSIC IS THE BEST L'informazione non è conoscenza / La conoscenza non è saggezza / La saggezza non è verità / La verità non è bellezza / La bellezza non è amore / L'amore non è musica / LA MUSICA È IL MEGLIO

in cui Zappa trasforma il senso della poesia Ode su un'urna greca di John Keats integrandola con una poesia di Thomas Stearns Eliot . Per tutta la carriera fu ossessionato dalla difficoltà di esecuzione dei suoi brani, chiedendo sempre il massimo ai suoi musicisti, al punto da definirsi "un tizio che scrive musica che non riesce a fare eseguire"; a metà degli anni ottanta la cosa lo spinse ad utilizzare il Synclavier per eseguire le sue composizioni in modo assolutamente perfetto. Solo a fine carriera si disse abbastanza soddisfatto dell'esperienza con l'Ensemble Modern. La sua eredità più facilmente apprezzabile è la sua infinita sperimentazione strumentale, sia dei suoni che della tecnica chitarristica.

Ma il suo lascito più vero e importante sono le sue composizioni, complesse e raffinate. Uno dei maggiori estimatori di Zappa è stato Pierre Boulez che ha anche diretto alcune sue opere ed ha affermato: "Come musicista era una figura eccezionale perché apparteneva a due mondi: quello della musica pop e quello della musica classica. E non è una posizione comoda". Come prefazione alla sua autobiografia Zappa scrisse: "In genere un'autobiografia è opera di qualcuno che considera la propria vita fonte di incredibile interesse. Io non lo penso della mia ma sono tali e tanti i volumi stupidi che trattano di me, che ho creduto opportuno ci fosse almeno un libro serio sul mio conto."

Fonte : Wikipedia

 
 
 

OTTOLINI DIVENTA CARTOON

Post n°1709 pubblicato il 20 Dicembre 2010 da pierrde
 

Mauro Ottolini & SOUSAPHONIX.."Working Man Blues"

Music By Mauro Ottolini & SOUSAPHONIX

Drawings & Animation by HERMES MANGIALARDO

Scenes drawings by PIERO SCHIRINZI

Face drawings by GIULIO ROSSI

Editing and Post prod by PAOLO PINAGLIA

Product by PLASMEDIA SrL

Song "Deep Henderson " (King Oliver) from "THE SKY ABOVE BRADDOCK" Cam Jazz J 7831-

SOUSAPHONIX

Mauro Ottolini:Trombone,Sousaphone,conductor Fulvio Sigurtà:Tromba Dan Kinzelman:clarinetto,bass clarinetto,tenor sax Daniele D Agaro: Clarinetto,C Melody sax,tenor sax Vincenzo Vasi:voci,Theremin,giocattoli Enrico Terragnoli:Banjo,Chitarra,Podofono Giorgio Pacorig:Piano,elettronica Danilo Gallo-Doublebass Zeno de Rossi;Batteria

SPECIAL GUESTS: Giovanni Falzone:tromba Antonello Salis:Piano,Fisarmonica Piero Bittolo Bon:Reeds

 
 
 

MIKE REED A BATTITI

Post n°1708 pubblicato il 19 Dicembre 2010 da pierrde
 

DOMENICA 19 DICEMBRE 2010

INTERVISTA A MIKE REED

La puntata di domenica 19 dicembre sarà interamente dedicata al batterista Mike Reed, intercettato nel corso di un tour che ha toccato anche Roma e invitato nei nostri studi. Reed, nonostante la giovane età, guida due tra le più interessanti formazioni in circolazione: People, Places & Things, quartetto nato originariamente per presentare la musica di Chicago di un periodo particolare, tra la fine degli anni ’50 e l’inizio dei ’60, e Loose Assembly, quintetto dall’organico atipico - violoncello, vibrafono, contrabbasso e sassofono - di cui verrà presentato in anteprima il nuovo album che si avvale della presenza del sassofonista Roscoe Mitchell.

Nel corso della lunga intervista verranno toccati vari temi, dall’organizzazione di festival e rassegne all’autoproduzione, fino all’AACM, Associazione per lo sviluppo dei musicisti creativi, fondata a Chicago nella metà degli anni ’60, nella quale Reed ricopre il ruolo di vicepresidente.

 
 
 

ROSSLYN JAZZ FESTIVAL 2010: JASON MORAN & THE BANDWAGON

Post n°1707 pubblicato il 18 Dicembre 2010 da pierrde
 

Per A Blog Supreme, rapidamente diventato uno dei più autorevoli siti dedicati al jazz, il migliore album del 2010 è Ten di Jason Moran. Ghiotta opportunità dunque, quella offerta da You Tube che ci propone un intero concerto del nostro registrato la scorsa estate. Buon ascolto.

Jason Moran, trentacinquenne pianista nativo di Houston e inguaribilmente innamorato di Thelonious Monk, ama il rischio, ed è tecnicamente ben attrezzato per affrontarlo. Nell'ultimo album, Ten, che segna un decennio di musica con i Bandwagon, arriva a includere una sequenza armonica di puro gospel e a intitolarla "Gangsterism Over 10 Years". Moran rappresenta in effetti una sorta di simpatico gangster del jazz, azzimato in superficie ma spietato nel temperamento musicale. Di lui si è occupato Gary Giddins su Village Voice: "L'arte del piano jazz pare sovente appesantita dalla sua stessa storia. Eppure, ascoltando Moran, chi è convinto che non sia più possibile un attacco individuale di pianoforte è costretto a ricredersi. È uno che nel proprio tocco assimila otto decenni di evoluzioni, dallo stride al free, rifiutando di riconoscere pregiudizi stilistici". Cuciniere di materie prime di varia fonte, non perde mai lo swing, ovvero l'equilibrio tra struttura formale e anarchia, e vanta una fluidità e una cura del dettaglio ammirate da artisti più anziani e celebrati; per dire, in Black Stars il trio è stato degna dimora di un ospite d'eccezione, Sam Rivers. "Sono un pianista moderno, non un pioniere", ammette con rimarchevole modestia mentre si appassiona di Schumann e di Prokofiev, dei temi vintage di James P. Johnson come "You've Got to be Modernistic", del blues contemporaneo di Same Mother - dove ai Bandwagon si aggiunge il chitarrista Marvin Sewell - e del hip hop di Afrika Bambaataa. "Non mi ritengo un precursore o un'avanguardia. Sono modernistico. Mi piace portare nuove idee a vecchi temi"

Fonte: www.newspettacolo.com

 
 
 

CINQUE ANNI

Post n°1706 pubblicato il 16 Dicembre 2010 da pierrde

17 DICEMBRE 2005 - 17 DICEMBRE 2010
Cinque anni di vita per un blog sono un lasso di tempo piuttosto lungo, considerando anche la quantità di post, una media di 6 alla settimana.
Rispetto agli inizi ho imparato a gestire i tempi, sempre troppo ristretti, e a meglio capire come indirizzare passione e costanza.
Mondo Jazz poco a poco è diventato un piccolo punto di riferimento nel web per gli appassionati italiani, lo vedo dal numero di visite e dai commenti, spesso di persone a loro volta impegnate a vario titolo nella organizzazione di eventi o di magazine dedicati.
Qualche volta mi è capitato di interloquire anche con musicisti, e per me è sempre stato interessante ed appagante.
Spero di poter continuare a lungo questa esperienza, magari modificando poco alla volta l'impostazione: meno news e più recensioni ed una veste grafica sempre rinnovata.
E' un mio obiettivo, ma richiede molto tempo in più, cosa non semplice.
Per ora un grazie a tutti i lettori, sia gli occasionali che gli affezionati.  
 
 
 
 

AUTORI DEL BLOG

                 Andrea Baroni


                 Fabio Chiarini


                 Roberto Dell'Ava


                 Franco Riccardi

 

                 Ernesto Scurati

 

ULTIME VISITE AL BLOG

dav.martinibarbudosarasirchifisiodecamedroberto.gobbi2011corradobulgarifederico_calcagnogirasoli69andronico.massimoClooney1967ossimoramirkosaxdiz69gattogerlandomariailaria1979
 

ULTIMI COMMENTI

Non ti preocupare, capisco benissimo. Vi sto seguendo...
Inviato da: Less.is.more
il 24/08/2019 alle 11:46
 
Molto bello e interessante il nuovo blog.
Inviato da: Less.is.more
il 23/08/2019 alle 21:27
 
La musica di di Monk ne definisce la prepotente...
Inviato da: Piero Terranova
il 13/07/2019 alle 20:06
 
Grazie!
Inviato da: Luciano Linzi
il 19/10/2018 alle 15:44
 
Una notizia che scalda il cuore. Anche perchè è decisamente...
Inviato da: juliensorel2018
il 12/10/2018 alle 15:21
 
 

CONTATTI:

pierrde@hotmail.com
 

FACEBOOK

 
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

AREA PERSONALE

 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963