Creato da pierrde il 17/12/2005

Mondo Jazz

Il Jazz da Armstrong a Zorn. Notizie, recensioni, personaggi, immagini, suoni e video.

IL JAZZ SU RADIOTRE

 

martedì 9 ottobre 2018 alle 20.30

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JAZZ & WINE OF PEACE

Pipe Dream

violoncello, voce, Hank Roberts

pianoforte, Fender Rhodes, Giorgio Pacorig

trombone, Filippo Vignato

vibrafono, Pasquale Mirra

batteria, Zeno De Rossi

Registrato il 26 ottobre 2017 a Villa Attems, Lucinico (GO)



 

 

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Dall'immenso archivio di Radiotre è possibile scaricare i podcast di alcune trasmissioni particolarmente interessanti per gli appassionati di musica nero-americana. On line le puntate del Dottor Djembè di David Riondino e Stefano Bollani. Da poco è possibile anche scaricare le puntate di Battiti, la trasmissione notturna dedicata al jazz , alle musiche nere e a quelle colte. Il tutto cliccando  qui
 

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Messaggi di Luglio 2011

E' L'ORA DI JAZZFLIRT

Post n°1906 pubblicato il 31 Luglio 2011 da pierrde

Al via la settima edizione di “JazzFlirt Festival”, la rassegna jazz che dall’1 al 17 agosto, articolandosi in quattro appuntamenti, proporrà un cartellone nel quale a grandi nomi del jazz si alternano quelli di giovani ma ben noti musicisti italiani.

L’evento, organizzato dall’Associazione di promozione sociale ”Jazzflirt – Musica & altri Amori”, con il contributo dell’ Assessorato alla Cultura dei Comuni di Minturno, Itri, Formia, di partners commerciali e di sponsor privati, rispetto alla scorso anno compie un ulteriore passo in avanti nel proprio progetto di aggregazione e condivisione nel comprensorio del Sud Pontino. Se lo scorso anno l’aggiunta, alle consuete serate formiane, di un concerto nel comune di Minturno era stata la testa di ponte per l’avvio di un processo a cui l’Associazione tiene molto, quest’anno l’inclusione nel festival di altre due località, Itri e Scauri, conferma la bontà e la fattibilità di un progetto solo qualche anno fa impensabile.

Si comincia lunedì 1 agosto nella nuova area spettacoli del Museo Del Brigantaggio di Itri con il concerto di Eddie Gomez, Salvatore Bonafede e Joe La Barbera, che proporranno il progetto “We love La Faro” con cui i tre musicisti vogliono rendere omaggio a Scott La Faro, strepitoso contrabbassista scomparso, a soli 25 anni per un incidente stradale, nel 1959, e che con il pianista Bill Evans e il batterista Paul Motian aveva formato quello che molti considerano uno dei più grandi gruppi jazz mai esistiti, il “Bill Evans Trio”.

Il 4 agosto appuntamento alla Scogliera di Monte d’oro in Scauri con Silvia Bolognesi Open Combo. La serata, frutto della collaborazione con l’associazione “Quella sporca trentina”, avrà come protagonista la contrabbassista, compositrice e arrangiatrice, vincitrice del “Premio Musica Jazz” come miglior nuovo talento 2010. Per questa occasione Silvia Bolognesi presenterà un nuovo capitolo del progetto “Open Combo” dal titolo ”Large”, con una formazione di giovani musicisti che alla grande tecnica interpretativa uniscono grande capacità di improvvisazione.

Nella splendida cornice del Castello Baronale di Minturno, si terrà invece la terza serata del festival il 6 agosto con l’esibizione di Mauro Ottolini Sousaphonix, un polistrumentista capace di creare brani che esprimono una personalità complessa, frutto di una storia personale che comprende musica classica e operistica, popolare, jazz ed afroamericana. A contorno di questo evento musicale il fotografo Luigi Grieco allestirà, in una apposta sala del Castello Baronale, una mostra fotografica sul “Jazzflirt festival” dell’anno scorso.

L’evento terminerà il 17 agosto nell’ormai consueta location della Corte Comunale di Formia, con il concerto del talento emergente del sassofono contralto, il pontino Paolo Recchia che presenterà il suo nuovo cd “Ari’s Desire” accompagnato da Nicola Angelucci alla batteria e Pietro Ciancaglini al contrabbasso.

Fonte: www.online-news.it

 
 
 

IL DUO ANGELI E DRAKE AD AMBRIA

Post n°1905 pubblicato il 30 Luglio 2011 da pierrde
 

La prima delle quattro serate conclusive è stata caratterizzata da uno splendido set del duo Paolo Angeli alla chitarra sarda modificata e Hamid Drake a batteria e bodhran. Un flusso di libera improvvisazione in cui poco a poco sono affiorate le composite influenze e le diverse radici che caratterizzano questo inusuale e creativo ensemble. Un Drake contenuto nei volumi e molto attento al dialogo ha permesso ad Angeli di estrarre dal suo strumento una varietà impressionante di sonorità e timbri che di volta in volta si sono materializzati sotto forma di violoncello, percussioni, chitarra elettrica e acustica.

In diversi momenti il concerto ha assunto una consistenza ed una creatività impressionanti, dopo che a lungo i due hanno cercato e scavato tra le note e le suggestioni, in un melting pot culturale che assembla colori mediterranei, radici africane, sperimentazione aperta (la radiolina accesa a definire improvvisazione e casualità come fatti creativi) e influenze variegate dal rock alla musica popolare.

Difficile riprodurre su album l'emozione intensa del concerto live, sopratutto quando inaspettatamente Paolo inizia a cantare con voce intensa e penetrante una arcaica melodia sarda acccompagnandosi con l'archetto. Anche Hamid sfoggia una voce nera e calda proponendosi in una tambureggiante ballata con il bodrhan (nel sud del nostro paese lo strumento è chiamato tammorra). 

Dopo tanta luce mantenere lo stesso livello poetico non era impresa facile, e difatti il pur interessante quartetto di Giovanni Falzone non è riuscito nell'impresa. Il trombettista ha una carica trascinante ed un suono pieno e caldo, ma, almeno a mio gusto, il set dedicato a Hendirx è piuttosto pesante ritmicamente e poco innovativo nelle soluzioni, tant'è che le cose migliori sono venute dalle composizioni dello stesso Falzone e da atmosfere e volumi più raccolti.

Nonostante la serata piovigginosa più che buona la risposta del pubblico valtellinese.

 

Una interessante intervista a Drake e Angeli che ne mette in evidenza genuinità e spontaneità e visibile al seguente link: 

http://tg24.infochanneltv.com/index.php?option=com_videoflow&task=play&id=35&Itemid=29

 
 
 

E' SCOMPARSO FRANK FOSTER

Post n°1904 pubblicato il 29 Luglio 2011 da pierrde

Frank Foster, the saxophonist and composer best known for his 1953-64 tenure with the Count Basie Orchestra, died yesterday, July 26, in Chesapeake, Va. The cause of death was kidney failure. Foster, who was honored with an NEA Jazz Master award in 2002, was 82. Born in Cincinnati on Sept. 21, 1928, Foster first played piano and clarinet before switching to alto saxophone and finally tenor and soprano saxes, as well as flute. In 1949, after attending Wilberforce University, where he played in the dance band, Foster moved to Detroit, where he began his professional career with local bands. He served in the Army during the Korean War and joined Basie after his discharge in 1953.

Frank Foster receiving Living Legacy Award at the Kennedy Center. Photo by Valerie Russell. With Basie, Foster contributed song material as well as his instrumental parts. His composition “Shiny Stockings” became a hit for the band and was subsequently recorded by other artists, sometimes with lyrics: The All Music Guide Web site lists 432 recordings of the song, by such artists as Ella Fitzgerald, Oscar Peterson, Dexter Gordon and Milt Jackson. Other Foster songs performed by the Basie group included “Down for the Count,” “Blues Backstage,” “Blues in Hoss Flat” and “Back to the Apple.” His compositions were recorded by Sarah Vaughan, Frank Sinatra and numerous other performers. Foster also wrote arrangements for the Basie orchestra, including the entire 1960 Easin' It album.

Fonte: http://jazztimes.com

 

 

 
 
 

(BAD) NEWS FROM CEGLIE

Post n°1903 pubblicato il 27 Luglio 2011 da pierrde

Ho appreso, leggendo quest’oggi un articolo su La Gazzetta del Mezzogiorno, della volontà da parte dell’Amministrazione Comunale di Ceglie Messapica, di dedicare a Pierpaolo Faggiano, previo parere della famiglia, la prossima edizione del Ceglie Jazz Open Festival (www.cegliejazzopenfestival.com)

Sulla questione non mi sento estraneo, anzi tutt’altro. Con Pierpaolo anima del progetto abbiamo condiviso un percorso, ne ho colto l’intensità ed il suo nucleo teorico fondante. Un festival con una sua identità frutto di ragionamenti che non si esauriva con le esibizioni. Ricordiamo tutti le produzioni originali prodotte e le relative pubblicazioni. 
Ritengo che l’idea dell’Amministrazione Comunale sia, se confermata, una buona cosa. È giusto farlo, ma ad una condizione alla quale non si deve, non si può rinunciare altrimenti si cadrebbe nella strumentalizzazione della peggiore specie. Per omaggiare con onestà Pierpaolo ed il suo lavoro generoso e qualificato sarà imprescindibile rispettare l’ispirazione originaria del Ceglie Jazz Open Festival, ovvero come amava dire lui: “Documentare le avanguardie colte, la ricerca Jazzistica contemporanea, presentare produzioni originali.” 
Ripetere l’errore dello scorso anno, frutto a mio giudizio di faziosità, e mi fermo qui, ovvero tradire l’impostazione del Ceglie Jazz Open Festival targato Pierpaolo Faggiano, facendolo scadere nonostante la qualità di alcuni musicisti coinvolti al pari di altri indistinti e inutili festival Jazzistici come tanti ce ne sono in giro per la Puglia, significherebbe, scusate la franchezza, far incazzare una volta di più il suo eterno Direttore Artistico.
 L’unica persona capace, per sensibilità e per professionalità, di continuare un lavoro nel solco tracciato da Pierpaolo è Pasquale Innarella (http://pasqualeinnarella.it), jazzista romano, esibitosi più volte nel Ceglie Jazz, amico e conoscitore profondo delle visioni musicali di Pierpaolo. Innarella presente ai funerali, si è reso già disponibile qualora intorno a Pierpaolo, per volontà della famiglia, delle persone amiche, delle Istituzioni, dovesse nascere un progetto di una serata, o meglio di una rassegna, a lui dedicata.Bene, uniamo assieme queste volontà.
 Pensare ad altro non avrebbe alcun senso, servirebbe forse a raccogliere qualche giudizio buonista perseverando in un errore. Pierpaolo aveva un sogno: organizzare presso “Lo Jazzo”, luogo in cui lui ritrovava una sorta di magica e unica atmosfera, una maratona jazz, dal tramonto all’alba, che si contaminasse con la poesia, le arti visive, con la natura, in perfetto stile Free.
Amico caro, ci manchi 

Patrizio Suma
Fonte : ahiceglie.splinder.com , 24 giugno 2011 
Il programma del festival è leggibile a questo link: http://www.brundisium.net/notizienew/shownotiziaweb.asp?id=38527
Si potrebbero fare molti commenti, quasi tutti amari. Preferisco che ognuno si faccia la propria opinione leggendo questa lettera e i nomi in programma per il festival. 
Niente da dire sui musicisti, sono professionisti e fanno il loro mestiere. 
Chi però volesse conoscere meglio la storia di Pierpaolo e del Open Jazz Festival può andare a ritroso sia su questo blog che su Jazz From Italy.

 
 
 

2011 DOWN BEAT CRITICS POOL

Post n°1902 pubblicato il 26 Luglio 2011 da pierrde

59th ANNUAL DOWNBEAT CRITICS POLL WINNERS

Hall Of Fame: Abbey Lincoln
Veterans Committee Hall Of Fame: Paul Chambers
Jazz Artist Of The Year: Jason Moran
Jazz Album Of The Year: Jason Moran, 10 (Blue Note)
Historical Release: Duke Ellington, The Complete 1932-1940 Brunswick, Columbia And Master Recordings Of Duke Ellington And His Famous Orchestra (Mosaic)
Blues Album Of The Year: Pinetop Perkins/Willie “Big Eyes” Smith, Joined At The Hip (Telarc)
Beyond Album Of The Year: Lizz Wright, Fellowship (Verve Forecast)
Big Band: Maria Schneider Orchestra
Jazz Group: Joe Lovano Us Five
Soprano Saxophone: Dave Liebman
Alto Saxophone: Rudresh Mahanthappa
Tenor Saxophone: Sonny Rollins
Baritone Saxophone: Gary Smulyan
Trumpet: Dave Douglas
Trombone: Steve Turre
Clarinet: Anat Cohen
Flute: Nicole Mitchell
Drums: Paul Motian
Percussion: Cyro Baptista
Vibes: Bobby Hutcherson
Violin: Regina Carter
Acoustic Bass: Dave Holland
Electric Bass: Christian McBride
Guitar: Bill Frisell
Piano: Jason Moran
Organ: Dr. Lonnie Smith
Electric Keyboard: Craig Taborn
Miscellaneous Instrument: Béla Fleck (banjo)
Male Vocalist: Kurt Elling
Female Vocalist: Cassandra Wilson
Composer: Maria Schneider
Arranger: Maria Schneider
Producer: Michael Cuscuna
Record Label: Sunnyside
Blues Artist/Group: Buddy Guy
Beyond Artist/Group: Carolina Chocolate Drops

RISING STAR WINNERS

Jazz Artist Of The Year: Ambrose Akinmusire
Big Band: John Hollenbeck Large Ensemble
Jazz Group: Vijay Iyer Trio
Soprano Saxophone: Anat Cohen
Alto Saxophone: Jon Irabagon
Tenor Saxophone: JD Allen
Baritone Saxophone: Claire Daly
Trumpet: Ambrose Akinmusire
Trombone: Luis Bonilla
Clarinet: Ben Goldberg
Flute: Nicole Mitchell
Drums: Nasheet Waits
Percussion: Cyro Baptista
Vibes: Jason Adasiewicz
Violin: Christian Howes
Acoustic Bass: John Hébert
Electric Bass: Esperanza Spalding
Guitar: Mary Halvorson
Piano: Craig Taborn
Organ: Craig Taborn
Electric Keyboard: Robert Glasper
Miscellaneous Instrument: Erik Friedlander (Cello)
Male Vocalist: José James
Female Vocalist: Gretchen Parlato
Composer: Darcy James Argue
Arranger: Ted Nash
Producer: Greg Osby


 
 
 

UN BLOG DA CONOSCERE: JAZZFROMITALY

Post n°1901 pubblicato il 25 Luglio 2011 da pierrde
 

Ho sempre ascoltato storie, forse leggende metropolitane, che vogliono l'ambiente del jazz italico composto da persone molto gelose del loro spazio e del loro orticello.

Essendo un outsider, assolutamente estraneo a critici, musicisti, case discografiche e direttori artistici,  mi è venuto invece naturale tra le prime cose da fare in rete, cercare altri bloggers per condividere la comune passione.

Jazzfromitaly è stato uno dei primi e certamente il migliore nel piccolo campo dei blog italiani. Si tratta di un blog ricchissimo musicalmente e con un appeal visivo istantaneo. Ha solo un difetto, che ogni tanto ricordo al suo autore: posta troppo raramente i suoi articoli e ci lascia in lunga ed estenuante attesa.

Non è un riconoscimento dell'ultima ora, già in passato ho parlato di questo meraviglioso blog. Ora colgo l'occasione di una splendida intervista a Francesco Martinelli per invitare tutti coloro che passano da qui a dare una lettura a queste pagine.

Personalmente  mi sono sentito arricchito dalle parole di Martinelli e dalla sua profonda conoscenza della materia. Provate....

http://jazzfromitaly.splinder.com/post/24894875#comment

 
 
 

LA SECONDA GIORNATA DI CLUSONE JAZZ

Post n°1900 pubblicato il 24 Luglio 2011 da pierrde
 

Impegni, distanze e orari mi portano a dover scegliere una sola giornata in Val Seriana: mi attrae molto l'idea di poter vedere dal vivo il quartetto di Boeren e, sopratutto, il quintetto Enten Eller con Javier Girotto.

La giornata inizia nel tardo pomeriggio nella accogliente sala del Mat, Museo Arte Tempo, dove il duo di Giovanni Falzone alla tromba e Paolino Dalla Porta al contrabbasso è sostenuto da un pubblico caldo e partecipe. Non scopro certo io il valore dei due musicisti, quello che rimaneva da vedere era come si sarebbero potuti integrare e a quale repertorio avrebbero attinto. Tutti originals, a parte i due bis dove il ricorso nel primo brano alla musica di Monk ha offerto un terreno di valutazione più consono. Buon concerto e ottima capacità di dialogo; temi di non immediata cantabilità, pur senza mai ricorrere all'astratto, hanno evidenziato tecnica e feeling ed il calore del pubblico ha visibilmente dato benzina al duo.

La serata propone il quartetto di Eric Boeren e la sua rielaborazione di temi del repertorio Atlantic di Ornette Coleman oltre a proprie composizioni pienamente calate nello spirito ornettiano, tanto da rendere difficile cogliere le differenze. Impossibile riprodurre il suono lancinante e abrasivo di Coleman, la scelta di Boeren va in direzione molto diversa: esposizioni dei temi che ne mettono in risalto una attualissima bellezza grazie anche al suono splendido dell'alto affidato a Michael Moore, musicista talmente opposto nel suono e nell'appoccio da Ornette da rendere "altra" la musica. Il duo ritmico Han Bennink, al solo rullante, e Wilbert De Joode al violoncello da una dimensione inaspettatamente swing al contesto nel quale oltre a temi di Ornette (Joy Toy su tutti) compare una inaspettata ma suadente Embraceable You di George Gershwin.  Set originale e ben sviluppato.

Finalmente il quartetto piemontese Enten Eller approda ad un festival di respiro internazionale e il progetto che vede coinvolto l'argentino Girotto merita assolutamente questa vetrina. I brani sono attinti principalmente da Ecuba, lo splendido album uscito lo scorso anno, ma si va a ripercare anche nel vasto repertorio del gruppo (Torquemada, Pragma).

L'inizio è affidato a Denique Caelum con quella atmosfera notturna ed il suono spiazzante della chitarra di Maurizio Brunod, protagonista con la sua sonorità ben poco ortodossa in senso jazzistico e molto aperta a contaminazioni rock. Altro brano topico è Cristiana di Massimo Barbiero, una ballata dolcissima che il suo autore ha più volte elaborato e proposto in contesti completamente differenti. I brani si susseguono mostrando compattezza ed originalità e mettendo in luce le personalità di Alberto Mandarini alla tromba e del formidabile Girotto al baritono e al soprano. Barbiero e Maier sono musicisti poco inclini alla spettacolarità ma di grande sostanza e lucidità. Un gruppo solido ed ispirato ed una proposta musicale che ingloba influenze molto differenti con sapiente creatività. 

 
 
 

GRAN FINALE A CLUSONE

Post n°1899 pubblicato il 22 Luglio 2011 da pierrde

Da stasera il festival di Clusone entra nella tre giorni finale con i protagonisti più attesi. Per chi ha una certa famigliarità con il festival Han Bennink rappresenta qualcosa più di un normale e ottimo musicista.

Le sue partecipazioni alla rassegna sono innumerevoli e, in anni ormai lontani, il trio con Michael Moore e Ernst Reijseger divenne famoso proprio a Clusone e dal festival prese il nome. Han è famoso anche per il suo spirito bizzarro e stravagante. 

Un piccolo esempio è questo set in solo dove si esibisce entro una installazione dell'artista olandese Walter Willems: il kit drum è costituito infatti da....formaggi autentici, naturalmente olandesi, e da forme di plastica in uso per le vetrine dei negozi. Il tutto completato dagli zoccoli di legno usati come percussioni introduttive.

Tornando al festival ecco parte del comunicato di presentazione:

Il gran finale del 31° Clusone Jazz Festival inizia venerdì 22 luglio alle ore 21.30 a Clusone in Piazza dell’Orologio con la produzione originale Sides - a tale of images and sounds del gruppo Stefano Pastor Jazz - Poetry connection, che vede protagonisti Stefano Pastor (violino e voce), Steve Waterman (tromba), George Haslam (sax baritono), Silvia Bolognesi (contrabbasso), Ken Filiano (contrabbasso) ed Erika Dagnino (poesia e voce).

Pastor presenta il progetto come una “connessione naturale tra poesia e musica, due arti con affinità profonda e connaturata, manifestazioni di un’espressione analoga attraverso il suono, il ritmo, la consonanza”.

Sabato 23 luglio alle ore 18.00 si potrà ascoltare presso il MAT-Museo Arte Tempo di Clusone il duo Falzone-Dalla Porta. Dopo aver collaborato insieme a numerosi, interessanti progetti con altri musicisti, Giovanni Falzone (tromba) e Paolino Dalla Porta (contrabbasso) stanno portando avanti, negli ultimi anni, questa proposta in coppia, che non poteva non essere avvincente, venendo da uno dei migliori contrabbassisti del jazz europeo e da un grande e riconosciuto talento della tromba. Entrambi dotati di notevole personalità, riescono ad amalgamarsi e completarsi, pur mantenendo spazi in solo in cui ognuno possa esprimere liberamente la propria sensibilità, le proprie capacità tecniche e, soprattutto, la propria voglia di esplorare, anche rischiosamente, mondi e temi musicali nuovi.

Sempre sabato 23 luglio al Teatro Mons. Tomasini di Clusone si terrà il doppio concerto che vedrà protagonisti dalle ore 21.30 l’Eric Boeren quartet in Play music of Ornette Coleman e, a seguire, Enten Eller guest J. Girotto - Ecuba.

Eric Boeren (cornetta), trombettista e compositore olandese, ha creato l’Eric Boeren quartet - con Michael Moore (alto sax, clarino), Wilbert De Joode (contrabbaso) e Han Bennink (batteria) - facendo riferimento alla musica del primo, fenomenale quartetto di Ornette Coleman dei primi anni '60. Nel corso degli anni il repertorio si è allargato e sono stati aggiunti anche molti brani originali di Boeren, che richiamano lo spirito di Ornette, nel senso della melodia e della libertà, ma mantengono anche un tocco tipicamente olandese. Naturalmente l'approccio del quartetto alle varie composizioni e ai bellissimi temi ornettiani è molto personale e lascia notevole spazio all'improvvisazione di ogni musicista, pur mantenendo una visione collettiva.

Un nome molto suggestivo, Enten Eller, dall'opera forse più profonda di Kierkegaard, per uno dei quartetti più interessanti e stabili, sulla scena da vent'anni, con un'identità sempre più definita dalla costante ricerca su scrittura, interazione e improvvisazione. L’organico si regge in primo luogo su Massimo Barbiero (batteria e percussioni) e Maurizio Brunod (chitarra), fondatori del gruppo. Ci sono poi Alberto Mandarini (tromba e flicorno), apprezzato tra i migliori giovani solisti italiani, e Giovanni Maier (contrabbasso), uno dei contrabbassisti di punta della nuova scena europea. Il gruppo è aperto alla collaborazione di molti musicisti della scena creativa internazionale, tra cui Javier Girotto (sax soprano, flauto), musicista italo-argentino dalle molteplici esperienze, collaborazioni, progetti originali, sempre di alta qualità e notevoli riconoscimenti di critica e di pubblico.

Domenica 24 luglio alle ore 18.00 presso la Casa Museo Fantoni di Rovetta si esibiranno Bebo Ferra (chitarra) e Javier Girotto (sax soprano, baritono, flauti). I due musicisti sono in grande sintonia da alcuni anni, e sono entrambi amanti delle contaminazioni: tra Sardegna, Argentina e Milano, tra jazz, tango, musica popolare e modale, tra meditazione ed energia. Ferra sa scavare e scomporre ogni potenzialità della chitarra, mentre Jirotto alterna soprano, baritono, clarinetto basso e vari flauti dell’ America del sud; entrambi caratterizzati da uno stile riconoscibile e da un'evidente talento e gusto per l'improvvisazione.

Alle ore 21.30 si torna al Teatro Mons. Tomasini con Fabrizio Puglisi (pianoforte), Ernst Glerum (contrabbasso) e Han Bennink (batteria). Il trio proposto è in apparenza tra i più classici del jazz, ma la notevole personalità di ogni musicista contribuisce a farne un gruppo davvero particolare e di forte impatto. Han Bennink, leggendario batterista olandese, Fabrizio Puglisi, tra i più interessanti pianisti della scena europea, Ernst Glerum, brillante contrabbassista olandese con varie esperienze in Italia, sanno amalgamarsi e incastrarsi senza mai reprimere il flusso dell'improvvisazione di ciascuno. Grande senso del ritmo e swing caratterizzano lo sviluppo di intuizioni e temi, in un crescendo di tensione e di varietà armoniche.

A concludere la serata, sempre al Teatro Mons Tomasini, sarà l’atteso Ravi Coltrane Quartet con Ravi Coltrane (sax tenore e alto), Luis Perdomo (pianoforte), Drew Gress (contrabbasso), E.J. Strickland (batteria). Grande privilegio essere figlio di John e Alice Coltrane, ma anche enorme responsabilità, passo dopo passo Ravi ha saputo trovare la propria strada musicale attraverso lo studio del sassofono (tenore e soprano) e del clarinetto.

 

 
 
 

TORNIAMO A PARLARE DI JAZZ

Post n°1898 pubblicato il 21 Luglio 2011 da pierrde

Ricevo una mail da Lorenzo Braidi, un appassionato jazzofilo e anche a volte collaboratore di Mondo Jazz. La riporto perchè mi sembra interessante e perchè in fondo ne condivido la conclusione:

 

Scelgo di scriverti via mail anziché commentare sul blog perché purtroppo il mio daltonismo mi crea delle grandissime difficoltà nell'interpretare i codici di controllo da copiare per inserire il commento...

Comuqe, volevo fare con te questa riflessione: Nei 2 giorni che io ho passato a Perugia ho assistito a 3 concerti "a pagamento":

- Giovanni Guidi + Petrella

- Bearzatti

- Tributo a Miles

Di Bearzatti ne abbiamo già parlato. Di Guidi - penso che conoscerai il suo attuale progetto - si può dire tutto tranne che sia "conservatore" ... Per quanto riguarda il tributo a Miles, è senz'altro vero che ci sia dietro una spinta più economica che artistica, ma è anche vero che si è trattato di un concerto di altissimo livello con musicisti di prima linea che hanno interpretato il repertorio davisiano in maniera tutt'altro che scontata. In sostanza, quello che voglio dire è che ho assistito a 3 concerto degni un festival jazz di alto livello.

...e non parlo della musica ascoltata a contorno... per strada... Su tutti ho ascoltato e "guardato" una walking band toscana (funk off) veramente travolgente...

Faccio tutto questo discorso per arrivare a dire che capisco che nomi come la Minnelli, Santana, Price siano difficilmente giustificabili in quel contesto, ma mi sembra anche sbagliato che si parli solo di loro. Detto in uno slogan, mi piacerebbe che nel blog si parlasse di più del jazz che c'è piuttosto che quello che non c'è...

Per esempio ho apprezzato molto la discussione che si è innescata sul cartellone di certi festival "molto moderni" perché in quel caso si sono viste diverse anime del jazz a confronto. Da qualche mese apprezzo meno i post sul NON JAZZ inserito nei festival jazz... un paio di post su questo argomento possono bastare... credo...

Detto questo, ti rinnovo la mia stima per quello che fai col tuo blog che per me rimane sempre un punto di riferimento e la fonte di molti spunti per trovare nuovi musicisti e nuova musica.

Raccolgo senz'altro l'invito di Lorenzo, torniamo a parlare della musica che ci interessa. 

Per chiudere la parentesi sul maggiore festival nazionale rimando alle conclusioni di Franco Fayenz sul Sole 24 Ore di ieri. Mi sembra una sintesi di interessante lettura anche per chi a Perugia non ci è andato. 

 

http://www.ilsole24ore.com/art/cultura/2011-07-20/conclude-umbria-jazz-2011-182505.shtml?uuid=AaNvUnpD

 
 
 

IN MEMORIA DI PIERPAOLO FAGGIANO

Post n°1897 pubblicato il 21 Luglio 2011 da pierrde

 

Un mese fa si toglieva la vita Pierpaolo, giornalista freelance, collaboratore di Allaboutjazz e anima creatrice dell' Open Jazz Festival di Ceglie.

Non ci conoscevamo personalmente ma solo tramite il web. Quando l'amministrazione comunale di Ceglie lo "scippò" di fatto del festival che con amore, pazienza e passione aveva portato a fama internazionale mi scrisse chiedendomi di divulgare la notizia e di far conoscere a tutti gli appassionati quello che stava succedendo.

Accadde più o meno la solita storia italiana: la nuova amministrazione, di segno politico opposto alla precedente, per ripicca decise che il jazz proposto da Faggiano era "troppo difficile" e quindi di fatto si appropriò di un nome che con il tempo aveva conquistato il suo spazio per trasformarlo in un "jazz facile" e adatto alle masse (sigh !).

Pierpaolo riusci' ad organizzare comunque un'altro festival, tra ristrettezze e contrasti, e lo fece grazie alla solidarietà degli stessi musicisti.

Oggi uno scritto di Sergio Pasquandrea su Facebook mi ha fatto conoscere il destino amaro di Pierpaolo Faggiano.

Lo riporto, insieme al link con il quale Allaboutjazz ha dato la notizia.  

Non avevo mai conosciuto Pierpaolo Faggiano, ma sapevo che avevamo alcune cose in comune. Eravamo quasi coetanei (lui 41 anni, io 36), e tutti e due pugliesi. Io emigrato, lui rimasto lì, a Ceglie Messapica, in provincia di Brindisi, dove aveva fondato e diretto il Ceglie Open Jazz Festival. O meglio, l'aveva diretto finché il Comune aveva deciso di tagliargli i fondi, tenendosi però il marchio, perché Pierpaolo non l'aveva registrato e quindi, pur essendo suo, non gli apparteneva. Ne parlai qui, a suo tempo. (Ah, ed ecco un'altra cosa che avevamo in comune: non riuscire proprio a capire le logiche del mercato; forse, non volerle capire). Poi, ovviamente, c'era l'amore per il jazz. Pierpaolo Faggiano collaborava con AllAboutJazz, era membro della Sidma (la Società Italiana di Musicologia Afroamericana), aveva pubblicato un libro-intervista a Mario Schiano che era anche una storia del nostro free jazz ("Un cielo di Stelle", Manifestolibri 2003). E scriveva anche per la "Gazzetta del Mezzogiorno": pubblicista, vale a dire giornalista di fatto, ma non di stipendio. L'altroieri, martedì 21 giugno, primo giorno d'estate, il fratello di Pierpaolo, tornando a casa, l'ha trovato impiccato ad un albero del giardino. Pare abbia lasciato un biglietto d'addio: una delusione amorosa, ma soprattutto la vergogna di non avere, a 41 anni, un vero lavoro. Sì, lo so, in quella situazione ce ne sono tanti, e non tutti si suicidano. Tanti tirano avanti, nonostante tutto. Non voglio fare retorica. Anzi, credo che davanti alla morte si debba soprattutto tacere. Però non posso fare a meno di pensare a Pierpaolo come a un fratello che non ho mai conosciuto. Oggi, sui giornali, la sua vita è tutta riassunta in due parole: giornalista precario.


http://italia.allaboutjazz.com/php/article.php?id=5658

 

Nel suo profilo scritto per Allaboutjazz, Faggiano mi ha gratificato come uno dei due blog preferiti (l'altro ovviamente non può che essere Jazzfromitaly). Ha scritto anche la classica lista dei 10 album da portare sull'isola deserta. Eccoli:

 

My Desert Island Picks

- Gato Barbieri - The third world

- Charlie Haden - Liberation Music Orchestra

- Cecil Taylor/Roswell Rudd - Mixed

- Gruppo Romano Free Jazz - Ecstatic

- Duke Ellington - 1947-48

- Maurizio Giammarco - Ornithology

- Roberto Gatto - Luna

- Stefano Maltese As Sikilli - Voices in the wind

- Steely Dan - Gaucho

- Gustav Mahler - Il titano

- Il Coltrane "spirituale" - tutto

 

 
 
 

IL TRIO DI JARRETT A MILANO

Post n°1896 pubblicato il 20 Luglio 2011 da pierrde

Dopo il concerto al Teatro S.Carlo di Napoli recensito con toni lusinghieri oggi da Peppe Videtti su Repubblica (e accludo i link di altre recensioni) domani sera il trio del pianista di Allentown conclude il suo mini-tour italiano con un concerto agli Arcimboldi.

Biglietti ancora disponibili ma solo per i posti più costosi, da 40 a 120 in prevendita, e comunque meno cari rispetto a Napoli.

Personalmente ho scelto di astenermi, considerando il costo spopositato e avendo visto il trio innumerevoli volte, l'ultima lo scorso luglio al Lazzaretto di Bergamo.

Sono contrario in linea di principio ai festival gratuiti (attirano pubblico del tutto disinteressato alla musica, vedi il clamoroso esempio di Estival Jazz a Lugano, con conseguente disturbo per chi invece vuole ascoltare), ma credo anche che sia giusto snobbare concerti il cui costo è sproporzionato.

Comunque, per tutti coloro che non potranno essere al Teatro degli Arcimboldi per scelta o per impossibilità, ecco il video del 100° concerto di Jarrett in Giappone, da poco presente su You Tube nella sua versione completa di un'ora e 40 minuti.

LINK:

http://www.ilsole24ore.com/art/cultura/2011-07-19/trio-keith-jarrett-incanta-100732.shtml?uuid=AabgoLpD

http://www.corriere.it/cultura/11_luglio_19/sessa-concerto-jarret_e95a28bc-b21a-11e0-962d-4929506ed0a9.shtml

 

 

 

 
 
 

SPIGOLATURE

Post n°1895 pubblicato il 19 Luglio 2011 da pierrde

 

Come già scritto in un commento la raccolta di florilegi e spigolature non ha nessuna intenzione irridente, solo la ricerca di un sorriso che ogni tanto abbisogna, anche o forse sopratutto parlando di jazz (???). 

 

PSICHEDELIA GOTICA SOTTO LE STELLE

Il jazz è difficile da descrivere razionalmente, è un tipo di musica che può assorbire molte cose e rimanere ancora jazz. E nelle interpretazioni del Lonnie Smith Trio si possono riconoscere tantissime sfumature e influssi musicali, dal sapore swing, blues, soul ma anche con note più rock e che ricordano ritmi africani e sonorità black. Brani caratterizzati da assoli musicali ideali per accompagnare momenti romantici sotto le stelle o perfetti per creare un'accogliente atmosfera da salotto, ma mai scontati. Non mancano infatti interpretazioni più psichedeliche, capaci di evocare alla mente sereni paesaggi naturali ma anche scenari più drammatici e gotici.

(Antonella Gammarota, Barlettalife.it, 17 luglio)

 

ASMATICI 

Basta un passo, un “thank you” e quel suo respirare affannato, ormai famoso in tutto il mondo, quel suo esplodere in incontenibili ed esagerate risate, ed una lacrimuccia scende. E’ un programma jazz quello che la Minnelli propone, una scelta intelligente, per una voce che ancora tiene dopo sessanta anni di carriera

(Camilla Ferrari, Rovigo Oggi, 16 luglio)

 

 

LA MUSICA QUADRA, ICASTICA, COOL E TERSICOREA ....

Gabriele Mirabassi trova in questo nuovo progetto la “quadra” della musica, ovvero quel connubio d’intenti capace di miscelare estetica classica e improvvisazione, in un contenitore dalle pareti vive, in cui gli argentini rivelano le proprie radici, ovvero quel torrente sanguigno della musica amerindia che si riversò un po’ dovunque e fluisce oggi, nella loro musica mischiato a tanti altri componenti, in molte vene del Vecchio e del Nuovo Mondo. Il quartetto ha affascinato l’intero uditorio, proponendo brani quali “Pasarero”, “Coplas al agua”, “Esa tristeza” “Chorinho”, “Hayno del Diablo”, avvolgendoci in un clima riflessivo e peculiarmente nostalgico, introdotto da un registro delicato e seducente, quanto innovativo, carico di suggestioni, perfettamente integrato a melodie dalla sinuosa eleganza e d’una icasticità cool, attraverso un virtuosismo strumentale e “tersicoreo”, da parte di Gabriele Mirabassi, mai narcisisticamente fine a se stesso.

(Olga Chieffi, Positano News, 17 luglio)


C(I)UMBIA (!!!) JAZZ FUSION

Stavolta la cifra pattuita per Prince (si parla di 500.000 €) suscita un po’ di perplessità tra gli amanti stretti del genere jazz, ma, a ben vedere, gli estimatori del “folletto di Minneapolis” non hanno esitato a sganciare la bella somma di 75 € pur di assistere, per una volta, all’esibizione del loro artista preferito.

(Luca Bolli, 2righe.com, 18 luglio)

 

USA MA SOPRATUTTO GETTA

le sue richieste: un camerino tutto sui toni scuri con mobili personalizzati realizzati dall’azienda perugina B-Trade. Nero soprattutto e qualche nota di porpora, il suo colore preferito. Anche la moquette rigorosamente black, sopra alla quale ha trovato posto un salotto composto da poltrone, tavolini e due specchi. Preparata anche una «love seat», una sorta di divano letto sempre in cartone pressato ed ecopelle nera, dove potersi riposare prima (e dopo?) il concerto. Arredi biodegradabili, usa e getta esattamente come richiesto dall’artista.

(Donatella Miliani, La Nazione, Imprevedibile Prince, 16 luglio)


SOBRIETA' ECCESSIVA 

In mezzo c'è lui, inesauribile e generoso come pochi, (arrivando a dire al pubblico "sarò io il vostro Dj") e persino sobrio, non sembri un ossimoro, anche nei completi di luccicanti paillettes color oro; il grande Prince dei tanti vezzi del passato oggi tiene ancora caro quello di suonare su decine di chitarre diverse e di adornarle ancora con i simboli maschile (la freccia, a ricordare il glifo di Marte) e femminile (la croce con sopra il cerchio, come nell'immaginario consueto di Venere), a ricordarci il suo giocare ironico con la sua ambiguità sessuale.

(Riccardo Migliorati, Ilsitodiperugia.it, 16 luglio)


TRIONFI

Prince ha dimostrato di essere non il trionfo del nulla ma un talento reale, tangibile.

(la-cronaca.it, 16 luglio)

 

ALIENI

Prince si è esibito sul palco avvolto da un alone luminoso, che alimenta il suo mistero.

(Elio Grimani, la-cronaca.it, 17 luglio)

 

SE LO DICE LUI....

Nonostante i timori degli organizzatori legati ai contraccolpi della crisi, la manifestazione ha saputo superare se stessa ''grazie ad un programma eccellente'', ha detto Renzo Arbore, presidente dell'associazione Umbria Jazz ed ora cittadino ad honorem di Perugia, durante la consueta conferenza stampa di chiusura.

(asca.it, 18 luglio)

 

LIGA NE HA FATTI 120.000, ALLORA INVITATELO PER IL 2012...

Parlano di 40.000 spettatori paganti, 1,2 mln di euro di incassi, 350 artisti e 260 concerti i numeri di Umbria Jazz 2011. Ed ancora, circa 180 tra giornalisti e fotografi accreditati, con presenze da Stati Uniti, Giappone, Serbia, Gran Bretagna, Francia, Svizzera, Germania e Turchia. Il sito www.umbriajazz.com solo nei giorni della manifestazione ha registrato 127.000 visite, da Italia, Stati Uniti e Regno Unito, con una percentuale di internauti di circa il 67% che hanno ciccato le sezioni multimediali Video Day e Foto con gli highlights dei concerti realizzate da Citta' In Internet, attraverso lo staff eventi WebLive. Attenzione per il canale youtube ufficiale ''umbriajazz11'', dove tra i video piu' visti spicca quello di Santana, 12 luglio.

(asca.it, 18 luglio)


SI, MA IL JAZZ ???

Sting, Cesaria Evora, Trilok Gurtu e Omar Sosa: sono questi i fiori all'occhiello della quarta edizione del Venezia Jazz Festival, manifestazione organizzata da Veneto Jazz che porterà la grande musica nella città lagunare dal 23 al 31 luglio. L'evento clou di tutta la rassegna (ben trenta concerti in tutta la città) sarà lo spettacolo di Sting in piazza San Marco la sera di venerdì 29 luglio (alle 21,30) con l'orchestra Filarmonica della Fenice. Inserito nel «Symphonicity tour» del cantante inglese, il concerto proporrà una sorta di excursus dei grandi capolavori dell'ex bassista dei Police ripensati e riarrangiati per essere eseguiti da un gruppo rock accompagnato da una formazione sinfonica di cinquanta elementi.

(Luigi Sabelli, Il Giornale di Vicenza, 18 luglio)


OROLOGI, CIOCCOLATA, BANCHE E BOTTE

Montreux ha vissuto due notti di violenza, rivolta contro le forze dell'ordine, tra venerdì e sabato e tra sabato e oggi a margine del Jazz Festival. Il bilancio fa stato di numerosi feriti, tra cui uno grave, e danni materiali, indica oggi in un comunicato la polizia cantonale vodese, che è alla ricerca di testimoni. Nel corso delle due notti lo scenario di violenza è stato analogo: gruppi di festivalieri in preda ai fumi dell'alcol - fino a 300 persone, secondo le forze dell'ordine - si sono scontrati con impiegati delle società di sicurezza private e poi con la settantina di agenti di polizia accorsi per sedare i tafferugli. I gendarmi e gli agenti di sicurezza privati sono stati oggetto di lanci di pietre, bottiglie, sedie e tutto quanto era a portata di mano, nonché di insulti.

(Ticinonews.ch, 17 luglio)

 
 
 

UMBRIA JAZZ (1973-2011) APPUNTI DI VIAGGIO CON SWING...

Post n°1894 pubblicato il 18 Luglio 2011 da pierrde
 

Prima puntata ieri sera su Rai5 di uno special in quattro parti a cura di Paolo Massoli e condotto da Gegè Telesforo che traccia una breve storia del festival umbro grazie alle immagini tratte dall'archivio Rai.

A dire il vero gran parte della prima puntata era però dedicata alla edizione appena conclusa, con l'occhio puntato su tre protagonisti: Dee Alexander, Francesco Bearzatti e Caro Emerald.

A differenza di documentari e filmati di natura musicale che però dedicano il maggior spazio alla parola, la trasmissione di Telesforo ha concesso il giusto spazio alla musica, facendo ascoltare integralmente un paio di brani per ogni musicista.

Mi sono cosi' potuto fare una idea, una prima impressione che non è giudizio, sulle due cantanti che mai ho visto dal vivo. E cosi' Dee Alexander mi ha colpito molto positivamente e non solo per la straordinaria voce nera ma sopratutto per l'intelligenza del suo progetto, una rivisitazione delle musiche di Jimi Hendrix con un organico alquanto inusuale: violino, violoncello, contrabbasso e batteria. Da una impostazione cameristica ne fluisce un concentrato di swing e di ritmo gestiti con grande controllo e souplesse.

Completamente opposta l'impressione datami dall'olandese Caro Emerald: un pop simpatico quanto senza pretese, dopo i due brani della trasmissione la noia era già ai livelli di guardia.

Direi che la Emerald è la proposta più stucchevole che ho visto questa estate in televisione, di gran lunga più blasè dei Manhattan Transfer a Estival Jazz, cosi' tecnicamente inappuntabili quanto fautori di un rapido appisolamento anche per insonni.

Nulla di nuovo ma solo conferme nello spazio dedicato a Bearzatti, il quartetto italiano più stimolante degli ultimi anni. La conferma per voce del leader di un prossimo progetto che vedrà Tinissima impegnato in uno studio di registrazione verso la fine d'anno.

In una trasmissione di Telesforo non poteva mancare Arbore, presidente della Fondazione Umbria Jazz, che in un breve excursus ha confermato tutti i miei dubbi sulle sue concezioni per me alquanto vetuste della musica afro-americana.

Aspetto con curiosità le prossime puntate, la domenica sera alle 22,20 su Rai5, sopratutto per vedere i filmati d'epoca con tutti i grandi che sono passati da Perugia. 

 
 
 

50 FRESU: DALLA SPIAGGIA DI DORGALI IL DEVIL QUARTET

Post n°1893 pubblicato il 17 Luglio 2011 da pierrde

‎"...tutto d’un tratto ci siamo trovati su tre barche diverse a suonare e a leggere Michela Murgia con tanto di cavi, luci al Led, pianoforte Fender con amplificatore e monitor. Noi sulle barche e 2500 persone sparse dappertutto. Persone di tutti i ceti e di tutte le età. Bojan era perfettamente a suo agio sul peschereccio dal quale dominava le nostre postazioni..." (Paolo Fresu da http://www.50fresu.it )

Concerto-reading del tutto inusuale quello di ieri sera a Stintino, con Michela Murgia al posto di Stefano Benni ed un testo approntato rapidamente per l'occasione. 

Rispetto alla esibizione in duo della sera precedente, Paolo e Bojan hanno se possibile addiritura suonato meglio, sopratutto il tastierista che al Fender Rhodes mi è parso particolarmente efficace. I testi della Murgia avrebbero comprensibilmente avuto bisogno di più tempo e limature, ma complessivamente la scrittrice sarda ha emanato una luce personale ed un fascino letterario del tutto rispettabili.

Grande serata quella di stasera a Cala Gonone: in scena il Devil Quartet con Bebo Ferra alla chitarra, Paolino Della Porta al contrabbasso e Stefano Bagnoli alla batteria. In diretta streaming sul sito dell'evento.

Per chi non potrà o non riuscirà a collegarsi ecco il video realizzato dal cineasta Frank Cassenti del concerto a Marciac del 2 agosto 2008. Quasi un'ora di esibizione la cui scaletta prevede: - Another Road To Timbuctu - Elogio Del Discanto - Giovedi - Game #7 - My Man's Gone Now

 

 

 

 

 

 
 
 

NEWS FROM PERUGIA

Post n°1892 pubblicato il 17 Luglio 2011 da pierrde

SCOMUNICHE

Venerdì scorso. annunciando l'improvvida apertura del festival 2011 affidata a Emerald Caro, un settimanale ha titolato "Aspettando il Principe, Umbria Jazz ha la sua Regina". Se lassù c'è Qualcuno, chissà che lo perdoni, ma sarà molto difficile.

(Franco Fayenz,Il Sole 24 Ore, 12 luglio)

 

CAPRICCI

I divi del rock, si sa, spesso piantano delle grane agli organizzatori, o pretendono, per contratto, attenzioni particolari con richieste per lo più stravaganti (nel jazz solo il divo Keith Jarrett fa le bizze, tanto che proprio a Perugia aveva qualche anno fa esagerato, venendo bannato ad calenda dalla direzione artistica).

Ma le pop star di quest’anno non sembrano essere bizzose. Per Santana, solo l’aereo privato, quindi niente di speciale.

Liza Minnelli, regina di Broadway, oltre che di Hollywood, si è accontentata di un deumidificatore dell’aria e il divieto assoluto della presenza di bevande alcoliche, non solamente nel camerino, ma in tutta l’area del backstage (l’artista ha di recente terminato, con successo, una cura disintossicante e ha voluto rimanere lontana dalle tentazioni; nel concerto, infatti, fra una interpretazione e l’altra, fra cui Liza With A Z, Cabaret, He’s A Tramp e New York New York, ha dato grandi sorsate da una tazzona contenente una meglio non identificata bevanda analcolica).

Prince ha solo voluto in camerino, corre voce, champagne e un drappeggio in stile “proustiano” (con colore a scelta libera).

Infine B. B King, che si esibirà sabato, si accontenterebbe di salmone selvaggio.

(Aldo Gianolio, L'Unità, 14 luglio)

 

CHISSA' CHI HA RAGIONE

 

All’arena Santa Giuliana si siede al pianoforte una tenera e giovanissima Hiromi Uehara, al suo fianco Antony Jackson e Steve Smith, cioè vale a dire due montagne del jazz. Hiromi comincia, ed è subito amore, potenza, una precisione che ha del divino, una tecnica strepitosa, ma soprattutto una personalità senza confini, incanta letteralmente il pubblico. Sorride Hiromi, salta sullo sgabello quando non ha più spazio dentro si sé per contenere l’emozione. Le dinamiche sono sempre stravolgenti, perfette ed emozionanti. Sotto le bacchette di Steve Smith la batteria diventa un pianoforte e il basso di Anthony Jackson il cuore. Standing ovation del pubblico per questa maestra giapponese di soli trent’anni.

Infine ancora una volta la storia del jazz si impossessa dell’arena con Ahmad Jamal, che dall’alto dei suoi ottantuno anni non si risparmia nemmeno un po’ seduto al pianoforte, in posizione inconsueta, alla destra del pubblico, per dirigere meglio la sua straordinaria band che con il tocco magico delle percussioni impone sulla platea un silenzio rigoroso. Ancora una volta questo indiscusso leader fa centro e sono tutti sotto il palco, per l’ultimo pezzo. Una serata quella di ieri che ha toccato vette inarrivabili, tanto forti e profonde da sembrare sogni.

(Camilla Ferrari, Rovigo Oggi, 11 luglio)

 

E' arrivata dunque anche a Perugia la giovane pianista giapponese Hiromi in trio con Anthony Jackson contrabbasso e Steve Smith batteria, molto discussa da chi l'abbia già ascoltata di recente qua e là in Italia e altrove. Sembra proprio che non ci siano altre possibilità di appello: Hiromi ha una rara abilità mauale che le consente volate velocissime sulla tastiera e facili ovazioni, ma la sua tecnica è inversamente proporzionale al gusto e alla capacità espressiva. Suona soprattutto brani di sua composizione, azzarda la Sonata Patetica di Beethoven, conclude con I Got Rhythm di Gershwin che assicura applausi a chiunque, ma chi se ne intende ribadisce che trattasi di un fenomeno circense in grado di suscitare stupefazione adeguata.

Guarda caso, subito dopo di lei sale sul palcoscenico il suo mèntore più acceso, il pianista Ahmad Jamal con James Cammack contrabbasso, Herlin Riley batteria e Manolo Badrena percussioni. Il clima cambia subito: Jamal è uno dei virtuosi storici del jazz ed è il fondatore, più di mezzo secolo fa, del classico trio jazz formato da pianoforte, contrabbasso e batteria con i tre strumenti intesi come fonti di suoni paritetici (interplay). Le mani di Jamal sono sempre quelle, capaci di tocco splendido e di emotività intensa, ma forse il maestro non è in serata, o forse gli 81 anni compiuti in questi giorni (auguri) cominciano a farsi sentire. Ha proposto brani suoi mai uditi prima (ma non è mancato il notissimo Poinciana) e ha lasciato spazi insoliti ai collaboratori, quasi per rifiatare.

(Franco Fayenz, Il Sole 24 Ore, 12 luglio)


PROVOS

Gli ottoni, sax, tromba e susafon, diventano protagonisti, in un lavoro concepito a capitoli tra fusion, ricerca del suono e jazz. All’uscita i commenti del pubblico sono quasi arrabbiati, ma forse, la provocazione lanciata dai Tinissima ha sortito l’effetto desiderato.

(Camilla Ferrari, Rovigo Oggi, 11 Luglio)


FIRMAMENTO CANORO ?

C’è grande fermento a Perugia: oggi è iniziato il tanto atteso Umbria Jazz Festival 2011, grande kermesse musicale dedicata al jazz e al blues, ma i fan stanno letteralmente con il fiato sospeso in attesa delle stelle del firmamento canoro che ci attendono nei prossimi giorni. 

(Manuela Chimera, Apollodoro.it, 9 luglio)

 

REFUSI 

Tra gli ospiti che figurano nel programma spiccano infatti i nomi di Prince, Liza Minnelli, Herbie Hancock, Wane Shorter e Marcus Miller, senza tralasciare BB King, Eddie Plamieri, Giovanni Hidalgo e Chuco Valdés

(Chiara, Musica10.it, 8 luglio)


PERUGIA NON E' UN PAESE PER VECCHI

A guisa di codicillo, rendo noto che in occasione dei concerti di Santana e di Prince , l'Arena viene totalmente privata delle poltroncine. Gli spettatori pagano euro 51 per Santana e 75 per Prince restando stipati in piedi. I giovani ci sono abituati; i meno giovani – che apprezzano i due musicisti da qualche anno di più – gradiscono assai meno, ma così vogliono i contratti.

(Franco Fayenz, Il Sole 24 Ore, 12 luglio)


POLIPI UMANI

Nel tragitto dai giardini al teatro Pavone, forse all’ombra di qualche palazzo, ma rigorosamente per strada, si sentono 10 chitarre suonare, ma il chitarrista è straordinariamente uno solo, Valter Tessari, rodigino doc, che da anni ormai gira tutti i festival del Belpaese. Sono tanti i turisti che si fermano incuriositi da questo musicista che crea sonorità sempre suggestive e multiple con un solo strumento.

(Camilla Ferrari, Rovigo Oggi, 11 luglio)


3 D

La formula di Umbria Jazz è quella di incrociare, e magari sovrapporre, tre dimensioni musicali e ambientali diverse.

(it.paperblog.com)

 

CONSIGLI PER JAZZOFILI 

Dall’8 al 17 luglio Perugia torna a ospitare il grande jazz internazionale con l’edizione 2011 del festival Umbria Jazz. Non perdete i concerti di B.B King, Liza Minnelli e Carlos Santana!

(it.paperblog.com)

 

ELEGANTEMENTE ANTICO O LIEVEMENTE SOFISTICATO

Ai giardini Carducci, si esibisce, sotto un sol leone, il trio di Henry Butler, leggendario, direttamente da New Orleans, un pianista veramente jazz, legato alla classicità del genere, elegantemente sofisticato, dalla voce rotonda con un accento lievemente antico, insomma un inizio giornata speciale, sempre all’insegna della miglior qualità.

(Camilla Ferrari, Rovigo Oggi, 11 luglio)

 
 
 
 

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