Creato da pierrde il 17/12/2005

Mondo Jazz

Il Jazz da Armstrong a Zorn. Notizie, recensioni, personaggi, immagini, suoni e video.

IL JAZZ SU RADIOTRE

 

martedì 9 ottobre 2018 alle 20.30

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JAZZ & WINE OF PEACE

Pipe Dream

violoncello, voce, Hank Roberts

pianoforte, Fender Rhodes, Giorgio Pacorig

trombone, Filippo Vignato

vibrafono, Pasquale Mirra

batteria, Zeno De Rossi

Registrato il 26 ottobre 2017 a Villa Attems, Lucinico (GO)



 

 

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JAZZ DAY BY DAY

 

 

L'agenda quotidiana di

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I PODCAST DELLA RAI

Dall'immenso archivio di Radiotre č possibile scaricare i podcast di alcune trasmissioni particolarmente interessanti per gli appassionati di musica nero-americana. On line le puntate del Dottor Djembč di David Riondino e Stefano Bollani. Da poco č possibile anche scaricare le puntate di Battiti, la trasmissione notturna dedicata al jazz , alle musiche nere e a quelle colte. Il tutto cliccando  qui
 

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Messaggi di Ottobre 2011

HALLOWEEN 2

Post n°1995 pubblicato il 31 Ottobre 2011 da pierrde

I video postati precedentemente mi hanno spinto a dare un'occhiata nei blog e vedere come la fantasia in termini musicali si è sbizzarrita nella ricorrenza di Halloween.

Ho avuto conferma che non esistono video di jazzisti ispirati alla ricorrenza, se non un'orchestra americana abbigliata in costumi vampireschi.

C'è però questo splendido mini film in chiave horror di due eccellenti pianisti classici, Greg Anderson ed Elisabeth Joy Roe, che rielaborano per pianoforte a quattro mani un brano di Schubert (Der Erlkonig) ispirato ad un racconto di Goethe.

L’Erlking, dal tedesco Erlkönig, “il re dell’ontano” ma anche “il re degli elfi”, è un personaggio della letteratura tedesca che compare in molte ballate e poesie come creatura malvagia che infesta boschi e foreste e conduce i viandanti verso la morte. Il nome è una cattiva traduzione del XVIII secolo della parola originale danese elverkonge, “il re degli elfi”. La più famosa composizione poetica in cui compare è Der Erlkönig, ballata di Goethe, da cui l’adattamento musicale di Franz Schubert con lo stesso titolo.

 

I

Il secondo filmato non è purtroppo quello originale. Si tratta del dolcissimo piano duet tratto dal film di animazione La Sposa Cadavere di Tim Burton, video che è disponibile su You Tube ma non è condivisibile (sotto ho messo il link).

Nella scena in cui Bonejangles canta la storia della sposa cadavere si può notare che il pianista indossa degli occhiali neri. Questo è un palese riferimento a Ray Charles, scomparso l'anno precedente all'uscita del film. (vedi link)

 

http://www.youtube.com/watch?v=nuEOA9GbK6U&feature=related

 

http://www.youtube.com/watch?v=n4Ohj88qy88

 
 
 

HALLOWEEN

Post n°1994 pubblicato il 31 Ottobre 2011 da pierrde

La notte di Halloween è una festa di "importazione" recente dal mondo anglo-sassone. Lungi da me, che alle feste ho smesso di partecipare da molto tempo, il volerla celebrare.

Mi limito a postare due video in tema: il primo è il celeberrimo Skeleton Dance di Walt Disney. Un corto del 1929 in cui il macabro è virato sull'umoristico ed il risultato rimane modernissimo.

Il secondo è invece un video recente con La Danza Macabra di Camille Saint-Saens. A differenza del primo, mentre il disegno è pulito e ammirevole, manca completamente l'ironia ed il divertimento.

 
 
 

GIANLUIGI TROVESI/GIANNI COSCIA - FRERE JACQUES (ROUND ABOUT OFFENBACH) E.C.M. 2011

Post n°1993 pubblicato il 30 Ottobre 2011 da pierrde
 

01. Sognando Hélène / Oui! c'est un rêve 02. Ah! que les hommes sont bêtes / Mon Dieu, mon Dieu 03. Piff, paff, pouff / La Duchessa nei caraibi 04. Tangoffenbach 05. Ah! vivre deux / L'eccentrico inventore 06. Et moi? / No, tu no! 07. La voix 08. Parton le barcarole 09. Beguine del fauno 10. Sei Italiano? / No! ... Je suis Brésilien 11. La Duchessa della Czarda 12. C’est une chanson d’amour 13. Galop ... trotterellando 14. Le jugement de Paris / Ma! Non so! 15. Dedicated to Hélène and Her Little Birds 16. Metamorfosi ... Pour séduire 17. Minuetto / Olympia 18. Ouverture / Un americano a Troia 19. Epilogue

Gianluigi Trovesi: clarinetto piccolo e contralto Gianni Coscia: fisarmonica

Coscia, 80 anni e Trovesi, 67, costituiscono un duo attivo da due decenni che oramai suona con una intesa telepatica, con gusto raffinato ed una speciale originalità timbrica e con un interscambio di ruoli che ha del miracoloso. Ma i due personaggi sono a loro volta prodotti unici di un fine artigianato strumentale unito ad una indispensabile spruzzata di magia musicale.

A me ricordano personaggi delle fiabe: Coscia lo vedo come un Mastro Geppetto che invece che lavorare il legno ha lavorato una vita sui tasti della fisarmonica. In realtà il musicista alessandrino ha fatto l'assicuratore a tempo pieno ed il musicista nel tempo libero: erano tempi duri e la musica non sempre garantiva di mettere insieme il pranzo con la cena.

Trovesi con quei capelli radi e lunghi e quella barba bianca è il Mago Merlino del clarinetto, gli manca solo il cappello a punta. Messi insieme sono di una arguzia ed una ironia micidiali, cosa che chiunque li abbia visti dal vivo conosce benissimo. Sanno essere divertenti sia con le parole tra un brano e l'altro sia sopratutto con la musica.

Nell'ascolto dell'album ovviamente non ci sono intermezzi discorsivi, ma la corrosività è concentrata nella musica: Offenbach è puro pretesto, subito travolto, camuffato, sviato e presto sacrificato alle citazioni, alle boutade e ai personalissimi vaneggiamenti musicali tra i due protagonisti che si rincorrono, si ritrovano e ogni tanto fanno affiorare anche l'operetta, il can can ed il gusto, che oggi appare un pò retrò, del compositore franco-tedesco.

Lo stesso trattamento, a ben pensare, dei tre precedenti album del duo, in cui Carpi e Weill erano travolti ed inglobati da mazurke, marcette e atmosfere da balera "colta". E cosi' dei 19 brani solo tre sono a firma del solo Offenbach, nove sono elaborazioni del duo su materiale del compositore e gli altri sette sono pezzi da operetta a pieno titolo scritti da Mastro Geppetto e Mago Merlino. C'e anche Umberto Eco, che come nei due precedenti album per E.C.M scrive una presentazione. Eccone una breve sintesi:

“Our two friends have their roots in jazz and one’s curiosity is aroused by the challenge they take up with the mode of the can-can before, without our noticing it (or maybe without noticing it themselves) slipping into swing and rhythm ‘n’ blues – certainly not in the search for Offenbach, maybe in search of themselves, or out of the conviction that basically the story of music goes its own way, through evocation and anticipation, as if they were convinced that every composer wrote to anticipate an infinity of music to come: theirs in particular, obviously.”

V A L U T A Z I O N E :  *  *  *  *

 

 

 
 
 

TEMPI MODERNI

Post n°1992 pubblicato il 29 Ottobre 2011 da pierrde

Due cose sono infinite: l'universo e la stupidità umana, ma riguardo l'universo ho ancora dei dubbi. (Albert Einstein)

 

Centri 3 aperti di notte per iPhone 4s:

Ecco l’iniziativa A meno di 24 ore dall'inizio ufficiale delle vendite del nuovo gioiellino marcato Apple i centri 3 faranno la notturna! 3 Italia comunica agli utenti, tramite il canale ufficiale su twitter, che questa sera alle ore 23.45 moltissimi centri 3 in tutta Italia apriranno per una festa con molta "frutta".

Pare che verranno offerti cornetti e cappuccini più una sorpresa… E' molto probabile che allo scoccare della mezzanotte inizieranno le vendite dell'iPhone 4s. (www.news-24h.it)

 
 
 

DOPO 5 ANNI TORNA IL TALOS FESTIVAL A RUVO

Post n°1991 pubblicato il 29 Ottobre 2011 da pierrde
 
Tag: NEWS

Le notizie e i comunicati in ambito jazzistico sono molto numerose giorno per giorno. Credo che il compito di raccoglierle e pubblicarle competa prevalentemente ai portali (Jazzitalia, Allaboutjazz Italia, eccetera), cosi' come penso che invece il compito dei blogs sia quello (quando possibile) di commentarle.

E' con questa impostazione che non troverete articoli e link relativi a tutte le rassegne in corso o in arrivo. Impossibile, per mancanza di tempo e anche perchè un blog è per forza limitato e può al massimo concentrarsi su qualcuno di questa messe di comunicati. Quelli che meritano un commento per i motivi più disparati, come ad esempio il ritorno del Talos Festival a Ruvo di Puglia.

Un festival scomparso da 5 anni e che in passato era divenuto un punto di riferimento importante per il jazz nel sud Italia. Dopo la scomparsa dell' Open Jazz di Ceglie, e purtroppo anche del suo ideatore, Pierpaolo Faggiano, il ritorno di Talos è un segnale importante sopratutto in tempi di vacche magre per la cultura in Puglia.

Ecco parte del testo comparso sulla Gazzetta del Mezzogiorno:

 

Dopo cinque anni è di nuovo Talos. La XVII edizione del Festival di musica jazz ricompare in «originale»: la direzione artistica torna al maestro Pino Minafra. L’obiettivo è rilanciare su scala internazionale l’evento. E con esso la città. La novità è stata inanellata dalla giunta Ottombrini in tre atti. Primo: lo scorso 8 settembre l’amministrazione comunale ha pagato i diritti per la proprietà decennale del marchio «Talos Festival». Secondo: sono stati dichiarati gli indirizzi politico-amministrativi per il rilancio della manifestazione. In una delibera la giunta di centrosinistra scrive di riconoscere il valore della progettualità artistica di Minafra, ideatore e fondatore della manifestazione e di accogliere la proposta che il musicista ha presentato per l’edizione 2012. I rapporti con Minafra saranno regolati da una convenzione, da stipulare dopo che saranno definite le risorse finanziarie disponibili.

Terzo. L’amministrazione ha candidato l’evento a due finanziamenti: uno con la Regione, all’interno del programma triennale in materia di spettacolo, l’altro con la Fondazione Cassa di risparmio di Puglia. Entusiasta l’assessore alle politiche culturali, Pasquale De Palo. Sulla questione della proprietà pubblica del marchio, spiega: «Dev’essere pubblico sia perché il Comune è da sempre il principale finanziatore, ma anche perché con la famiglia Minafra si è chiarito che la possibilità e la capacità di un ente pubblico di finalizzare risorse per un evento è maggiore di quella che avrebbe un singolo cittadino o un ente privato». Nel 2012 dovrebbe essere di 50mila euro il finanziamento comunale.

De Palo anticipa l’impianto dell’edizione 2012: il titolo sarà «Band and more». Un exursus che parte dalla banda tradizionale per arrivare a quella di sperimentazione jazzistica. L’anteprima sarà riservata alle bande locali inserite in istituzioni che fanno formazione e cultura: scuole, associazioni culturali, università. Poi la classica «Tregiorni» di musica jazz: artisti di respiro internazionale si esibiranno sul palco, e terranno seminari e corsi specialistici. L’ultimo giorno sarà dedicato a un convegno su «Jazz e Africa» affidato al professore Salvatore, docente di etnomusicologia all’università di Lecce.

(Rosaria Malcangi)

 
 
 

INCONTRI CON MUSICISTI STRAORDINARI

Post n°1990 pubblicato il 29 Ottobre 2011 da pierrde
 

Dall'Hard bop al Free jazz, da Chet Baker a Miles Davis e Cecil Taylor, la storia degli ultimi cinquant'anni di jazz nelle parole divertite e divertenti di uno dei protagonisti assoluti della musica contemporanea.  

Enrico Rava è uno dei jazzisti italiani più noti a livello internazionale, anche grazie alla sua lunga attività oltreoceano, prima a New York e poi a Buenos Aires, dove ha collaborato assiduamente con musicisti del calibro di Gato Barbieri e Steve Lacy. Il suo The Forest and the Zoo, registrato nel 1966, è considerato uno dei dieci dischi essenziali del Free jazz. Di questa vorticosa attività, fatta di continui incontri con musicisti straordinari, di storie sempre surreali e talvolta amare, di piccole stranezze e grandi talenti, Rava restituisce uno spaccato vivido, con il sorriso e lo sguardo ironico di chi, alla fine, di cose ne ha viste accadere veramente tante.

La ricostruzione della vita notturna di New York nella gloriosa e irripetibile seconda metà degli anni sessanta è piena di pathos, così come il ricordo dell'ascesa di Astor Piazzolla e del Nuovo tango nella Buenos Aires degli anni settanta. E accanto a questi, i primi balbettii della scena jazz italiana, Gato Barbieri minacciato con una pistola alla tempia dal proprietario dell'appartamento nel Village da cui non se ne voleva andare, o un Don Cherry fischiato a Bologna solo perché salito sul palco senza scarpe.

O Carla Bley, bellissima, mentre dirige la Jazz Composer's Orchestra. Dall'Hard bop al Free jazz, da Chet Baker a Miles Davis e Cecil Taylor, gli incontri di Rava con la magia del jazz risplendono di nuova luce al suono di un ritmo sempre incalzante. (Fonte:La Feltrinelli)

 

E proprio a Carla è dedicato un paragrafo gustoso, cosi' come divertente ed annedotico è tutto il libro. Trascrivo il brano dal blog Ruminazioni :

 

In quel periodo Carla Bley e Mike Mantler mi chiamarono per partecipare a un paio di sedute d'incisione per il disco Escalator Over the Hill. Un'opera monumentale, su un libretto di Paul Haines, con musiche di Carla, iniziata nel 1968 e terminata nel '72, con la partecipazione di moltissimi musicisti e cantanti, da Linda Ronstadt a Jack Bruce, da John McLaughlin a Don Cherry.

Nelle sedute a cui partecipai c'erano, tra gli altri, Dewey Redman, Gato [Barbieri], Jimmy Lyons, Roswell Rudd, Charlie Haden e Paul Motian. Le registrazioni si facevano al Public Theatre, nell'East Village, in Lafayette Street. Carla dirigeva l'orchestra. Era difficilissimo concentrarsi sulla musica perché Carla era veramente bellissima a quei tempi.

Aveva più o meno una trentina d'anni, e lunghi capelli biondi. Era alta più di un metro e ottanta e, tanto per renderci la vita difficile, indossava (se così si può dire) una minigonna microscopica che metteva in mostra le sue gambe perfette e lunghissime. Come se non bastasse, aveva una camicetta trasparente, la classica see-through, e non portava reggiseno.

Ogni volta che alzava le braccia per dare l'attacco di un pezzo rimanevamo paralizzati dallo spettacolo. Abbiamo fatto parecchie entrate sbagliate prima di abituarci.

 

 

Enrico Rava, "Incontri con musicisti straordinari", Feltrinelli 2011, pp. 138-139

 

 

 
 
 

VIGNETTA DELLA SETTIMANA

Post n°1989 pubblicato il 28 Ottobre 2011 da pierrde

 
 
 

LA RISCOPERTA DI ROTA: DOPO PETRELLA, GALLIANO

Post n°1988 pubblicato il 28 Ottobre 2011 da pierrde

R

Richard Galliano (leggi Gallianò) è uno di quei francesi che dell’Italia d’origine conservano solo il nome... o almeno così pareva. Perché è appena uscito (e non abbiamo fatto in tempo a sentirlo, in verità) un ’Tribute to Nino’, dove il Nino ovviamente è Rota. Il compositore de ’La strada’ e ’Il padrino’, per citare solo due tra i tanti temi memorabili, scrisse circa 150 colonne sonore, oltre che 23 balletti e 10 opere.

E mo’ Richard si è messo in testa di rifarne qualcuna. Il cd esce per la Deutsche Grammophone, etichetta di musica colta da tempo aperta alle contaminazioni (guardare ad esempio le sinfonie elettronificate di Mattew Herbert, o l’ultimo di Tori Amos, canzoni ispirate a composizioni classiche) e ha una front line da spavento: il sax di John Surman e la tromba di Dave Douglas, entrambi ormai veterani dell’avant-jazz. Richard Galliano ci crede talmente tanto che ha fatto seguire al disco un tour mondiale, cosa non frequente per registrazioni del genere, e ancor più notevole perché in concerto si mantiene la formazione di all-star.

In Italia il primo appuntamento (e unico per il nord, il solo altro sarà a Roma) è per sabato 29 ottobre a Torino, al Conservatorio Giuseppe Verdi: concerto che tra l’altro inaugura la nuova stagione di Linguaggi Jazz, festival ’diffuso’ nel tempo, che da qui a fine anno propone una bella carrellata di grandi nomi e interessanti novità. Grande attesa per l’incontro tra le melodie struggenti di Rota e il fisarmonicista rifondatore del valzer musette, tra i temi sghembi e circensi da un lato e l’attitudine sperimentale dei jazzman. 

Dario De Marco, su www.lindro.it

Domani sera Richard Galliano sarà ospite di Fabio Fazio a Che Tempo Che Fa.

 
 
 

UN FILM SULLA E.C.M.: SOUNDS AND SILENCE

Post n°1987 pubblicato il 27 Ottobre 2011 da pierrde
 

Fondata nel 1969 dal produttore Manfred Eicher, la ECM ha pubblicato un migliaio di album abbracciando generi musicali diversi, dal jazz alla musica antica e contemporanea, a musiche di varia provenienza geografica. Dopo aver costruito i primi successi ed essere arrivata alla notorietà in ambito jazz con gli album di musicisti come Keith Jarrett, Paul Bley, Jan Garbarek, Chick Corea, Pat Metheny e l'Art Ensemble of Chicago, l'etichetta bavarese ha infatti cominciato ad includere, nel suo catalogo, alla fine degli anni '70, la composizione cont


La qualità degli album ECM si manifesta a tutti i livelli, dando risalto alle abilità musicali ma senza sottovalutare gli aspetti della produzione, del suono e della grafica. Tutto ciò è stato ampiamente riconosciuto negli anni tramite i molti premi che l'etichetta ha ricevuto.emporanea. Il background di Manfred Eicher, come musicista attivo sia in ambito classico che jazz, gli permette di intendere e interpretare i generi musicali attraverso una visione più ampia, tale da venir accreditato come il produttore adatto a dare, da un lato, "forma" alla musica improvvisata e dall'altro un'idea di flessibilità "improvvisativa" alle registrazioni di musica contemporanea.

I registi svizzeri Norbert Wiedmer e Peter Guyer hanno seguito per cinque anni Manfred Eicher durante le sessioni di registrazioni in tutto il mondo: il documentario che ne è scaturito, "Sounds and Silence", è stato presentato al Festival di Locarno e in altri festival.

(Dal sito www.contaminazioni contemporanee.it)

In un'ora e mezza sfilano musicisti e paesaggi di diverse parti del mondo: solo un piccolo assaggio della incredibile quantità di artisti che incidono per l'etichetta di Eicher.

In particolare ci si sofferma su Arvo Pärt, Eleni Karaindrou, Dino Saluzzi, Anouar Brahem, Gianluigi Trovesi, Marilyn Mazur, Nik Bärtsch, Kim Kashkashian e Jan Garbarek. Tutti i dialoghi sono in lingua originale, mentre i sottotitoli sono in francese.

La prima sensazione che colpisce è la straordinaria qualità audio e video del film: complici le meravigliose musiche di Arvo Part, il primo personaggio ad essere presentato, l'apertura è mozzafiato. 

Ed è bellissimo vedere Part assistere alle prove del coro e dell'orchestra emozionato e partecipe neanche fosse un debuttante: si muove, danza, approva con la testa, ascolta rapito la propria musica a bocca aperta, esattamente come è successo a me la prima volta.

Gustoso e impregnato di umanità semplice e gaia l'improbabile balletto che Eicher e Part si concedono quando il risultato della prova è al culmine.

I dubbi che prima della visione erano prevedibili, un ritratto pomposo e agiografico del produttore, si stemperano abbastanza velocemente: come nei dischi, la preminenza è data alla musica e ai rapporti umani con i musicisti.

Gli album E.C.M., come tutte le idee innovative e di successo, hanno anche i detrattori. Credo però che, al di là di gusti e vedute individuali, sia innegabile il marchio assolutamente personale e l'altissima qualità, sonora, grafica e ovviamente, musicale che Eicher ha apportato alla musica dei nostri decenni indipendentemente dai generi.

Tutti gli altri musicisti che compaiono nel film lasciano una traccia: la simpatia e l'ironia irresistibile del duo Trovesi e Coscia, il pensoso e lirico impatto medio-orientale dell'oud di Brahem, la carica umana fortissima di Dino Saluzzi, le musiche emotivamente coinvolgenti della Karaindrou, la ricerca timbrica della Mazur.

L'ora e mezza vola rapidamente; probabilmente il film dei registi svizzeri coglie solo in parte l'universo E.C.M. e i riferimenti alla mole di album di jazzisti americani ed europei incisi in quarant'anni sono labili, però ne cattura lo spirito e la qualità unica del lavoro. Da vedere.

 

 
 
 

THE NECKS - MINDSET (ReR) 2011

Post n°1986 pubblicato il 27 Ottobre 2011 da pierrde
 

T

Track Listing: Rum Jungle  Daylights

Musicians: Chris Abrahams on piano and Hammond organ, Tony Buck on drums, percussion and electric guitar and Lloyd Swanton on bass guitar and double bass.

Il trio australiano è attivo da 24 anni e Mindset è il loro sedicesimo album, ma la loro notorietà e confinata prevalentemente nei paesi di lingua anglosassone. In Italia non sono molto conosciuti, eppure la loro musica, in perenne metamorfosi tra improvvisazione e minimalismo, è tra le proposte borderline più intriganti e originali che si possano immaginare. Quello che sulla carta si presenta come un classico trio piano-basso-batteria è invece prodigo di sorprese sia timbriche sia di situazioni.

I loro set sono caratterizzati dalla più totale e assoluta improvvisazione: solitamente uno dei musicisti parte proponendo qualche accordo o qualche frase molto semplice, poco a poco gli altri si uniscono contribuendo allo sviluppo del tema con inserti che si stratificano e si intrecciano  dando vita a micro-variazioni, in una ottica che ricorda e riprende gli esperimenti dei minimalisti americani Glass, Riley e Reich.

Il trio mantiene salda una propria precisa identità strumentale, ancorata sia dalla scelta degli strumenti che della libera improvvisazione ad un post jazz con riferimenti non solo alla musica colta ma anche al rock più sperimentale. Si crea una situazione ipnotica, una sorta di trance musicale, un delirio onirico variegato e apparentemente interminabile nella sua circolarità.

Mindset non si sottrae a questo percorso, anzi, ne incarna l'essenza di due decenni di sperimentazione condivisa. Due lunghi brani, l'iniziale Rum Jungle speso tra poliritmie pulsanti, scintille elettroniche e riff ostinati di pianoforte. Daylights è invece una costruzione lenta, un aggiungere mattone su mattone ad un complesso sogno sonoro, dove poco alla volta piccoli segnali elettronici convergono e si fondono in una rutilante colonna sonora.

Affascinante, irresistibile, impossibile non rimetterlo ancora e ancora nel lettore.

V A L U T A Z I O N E :  *  *  *  *

 

 

Da novembre il trio sarà in tournè in Europa. Prima e unica tappa in Italia il 4 novembre, Area Sismica a Forli'.

Per dare una idea a chi non conosce il gruppo ecco un bellissimo concerto ripreso integralmente su You Tube

 

 

Link di riferimento: http://www.thenecks.com/

 
 
 

....MA NON ERA ITALO-AMERICANO ?

Post n°1985 pubblicato il 26 Ottobre 2011 da pierrde

Eventi | Salisburgo: Festival del Jazz d'Autunno, tra musica e natura

ViaggiNews.com

Il programma del Jazz d'Autunno è molto ricco e prevede circa 20 concerti accompagnati da mostre e film, tra cui una pellicola diretta da Martin Scozzese. Tra i vari artisti che si esibiranno ci sarà Hiromi Uehara, Hugh Masekela, grande jazzista ...

continua su : 

http://www.viagginews.com/2011/10/24/eventi-salisburgo-festival-del-jazz-dautunno-tra-musica-e-natura/

 
 
 

LE NOVITA' D'AUTUNNO DELLA E.C.M.

Post n°1984 pubblicato il 26 Ottobre 2011 da pierrde

 

Enrico Rava Quintet
Tribe

Enrico Rava: trumpet; Gianluca Petrella: trombone; Giovanni Guidi: piano; Gabriele Evangelista: double-bass; Fabrizio Sferra: drums

w/ Giacomo Ancillotto: guitar

ECM 2218


Dal suo ritorno alla ECM nel 2003, Enrico Rava ha inciso una serie di album eccezionali sotto ogni punto di vista, tra cui “Tati”, “The Words and The Days”, “The Third Man” e “New York Days”. In questo suo nuovo album Rava raggiunge il culmine dell’invenzione lirica e questo suo nuovissimo quintetto, con Gianluca Petrella ereditato dalla formazione di "Words", è tra i più convincenti che abbia proposto sino ad oggi. Votato qualche anno fa miglior trombonista dell'anno dai critici della rivista Down Beat, Petrella ha instaurato una relazione speciale con Rava, che ricorda la grande sintonia che Enrico aveva con Roswell Rudd all’alba della New Thing. Abbondano gli scambi rapidissimi e brillanti tra questi due interpreti che adorano ripercorrere l’intera storia del jazz. Enrico ha sempre incoraggiato i giovani musicisti e il pianista Giovanni Guidi (nato nel 1985) rappresenta un’altra vera e propria scoperta. "Quando mi rendo conto che un giovane ha talento, lo inserisco subito in una mia formazione. Non lo faccio per altruismo" Rava insiste "Giovanni Guidi è come Bollani o Petrella: ogni volta mi stupisce." Il contrabbasista Gabriele Evangelista (nato nel 1988) è un altra grande promessa del jazz italiano, suona magnificamente con il batterista Fabrizio Sferra che ha suonato tra gli altri con Chet Baker, Paul Bley e Kenny Wheeler. "Tribe" affianca composizioni nuove a brani composti da Rava nel corso degli ultimi trent'anni. L'album è stato registrato nello studio Arte Suono di Stefano Amerio ad Udine, nell'ottobre del 2010 ed è prodotto da Manfred Eicher.

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Jon Balke / Batagraf
Say and Play 

Jon Balke: tougone, darbouka, hand drums, piano, keyboards, electronics, voice; Helhe Norbakken: sabar, talking drums, djembe, metal percussion; Emilie Stoesen Christensen: vocals; Torgeir Rebolledo Pedersen: poetry reading 

ECM 2245


Batagraf è una sorta di think tank sulle percussioni, una costellazione di musicisti alla ricerca di parametri “altri” della musica ritmica. Traendo ispirazione dalle tecniche e dalle tradizioni della Musica Wolof dell’Africa occidentale, il gruppo esplora inedite tessiture polifoniche. La relazione tra ritmo e linguaggio è sempre stata al centro delle ricerche di Batagraf, gruppo imperniato sulla collaborazione tra Helge Norbakken e Jon Balke. Norbakken ha sviluppato un proprio approccio alle percussioni, ispirandosi alla tradizione dei tamburi africani, ma ha anche percorso altre strade grazie alla collaborazione con innumerevoli artisti. E’ stato uno dei componenti di Balke’s Magnetic North e dei progetti di Siwan ed ha anche inciso per la ECM  insieme a Jon Hassell e a Miki N’Doye. Benché sia noto soprattutto  come pianista e compositore-arrangiatore, Jon Balke è stato anche un attento percussionista sin dagli esordi di Eolén, gruppo di Afro-jazz degli inizi degli anni Ottanta. «Suonare le percussioni equivale a parlare» afferma Balke, e «il linguaggio è una specie di  miracolo in tutte le sue manifestazioni». In  “Say and Play” Batagraf si ispira alla ricca tradizione della musica Wolof, Yoruba, cubana e araba, in particolare alla profonda energia creativa di tali culture.
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Gianluigi Trovesi / Gianni Coscia 
Frère Jacques - Round about Offenbach

Gianluigi Trovesi: clarinets, saxophone; Gianni Coscia: accordion

ECM 2217


L’infaticabile duo italiano, dopo essersi misurato con Kurt Weill (“Round About Weill”) e con il compositore milanese Fiorenzo Carpi (“In cerca di cibo”), rivolge ora la propria attenzione ad un’altra anima gemella, Jacques Offenbach. Il compositore francese di origini tedesche (era nato a Colonia nel 1819) ha scritto alcune delle musiche più gioiose e spumeggianti del XIX secolo, musica colma d’ingegno in grado di essere di volta in volta affascinante e straordinariamente ironica, sempre e comunque di grande raffinatezza. Indifferente al fatto che la propria musica fosse considerata o meno grande arte, privo di timori nei confronti della frivolezza,  Offenbach, autore di spassose parodie di wagner e di altre icone della cultura – non poteva non essere un eroe per Trovesi e Coscia.

Ed a novembre uscirà:

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Keith Jarrett 
Rio

Keith Jarrett: piano

ECM 2198-99


Un’affascinante testimonianza del concerto per solo piano, tenuto da Keith Jarrett a Rio de Janeiro, il 9 aprile 2011.

 

Il pianista trae una vasta gamma di materiali sonori dagli spazi celesti: brani meditativi e pensosi, strutture sonore astratte, brani che quasi vibrano d’energia. Il doppio album raggiunge poi il suo acme con una meravigliosa serie di bis. Quarant’anni fa Keith Jarrett incideva il suo primo disco con la ECM, il piano solo “Facing you”. Da allora ha perfezionato il suo approccio alla musica solistica in molte occasioni, riuscendo sempre a rinnovare il proprio repertorio. Così avviene in quest’ultimo disco, in quest’affascinante registrazione solistica dal Brasile.

 
 
 

INTERVISTA A MASSIMO BARBIERO

Post n°1983 pubblicato il 25 Ottobre 2011 da pierrde

Qual è la tua specialità musicale?

musicista,percussionista (batteria,marimba,vibrafono...) compositore. Opero in ambito del jazz di ricerca, Enten Eller e Odwalla sono le formazioni all’interno delle quali ho concentrato gran parte della mia attenzione, proiezioni di un linguaggio che riunisce fin troppe cose, tutto ciò che amo, dalla musica classica al progressiva, dal jazz al balletto.

 

Come hai scoperto il tuo territorio creativo? Come lo descriveresti?

l'improvvisazione é "libertà", da riconquistare ogni giorno ogni momento. nulla è mai scontato, ed è tutto faticoso, ma è un dono è va difeso ad ogni costo.

Qual è la parte del tuo lavoro che meno ti piace?

trattare con organizzatori, mercantengiare...infatti suono meno di quel che si potrebbe.

Tre canzoni chiave nella tua vita

I mottetti di J.SBach Erika (Art Ensemble of Chicago) The carpet crawl (Genesis)

Cosa si dovrebbe fare per fermare la pirateria?

e' un problema politico, culturale prima che morale. Ma in paese che non sa risolvere questioni ben più gravi....la pirateria,lempals, la siae....diventa aria fritta...

Che tipo di musica detesti?

quella pensata atavolino, da hall di hotel, senza motivazioni. Priva di una propria "necessità".

Come ti vendi? Qual è stata la tua esperienza personale con discografici o agenti?

Ormai, i meccanismi sono definiti, si sa "quanto si vale", qual'è il tuo valore di mercato. Quindi sia un nuovo cd che un concerto "ha un prezzo", io non suono più nei locali, nè mi interessano più di tanto le recensione della stampa non specializzata, quindi non sono ostaggio di tristi situazioni. Certo che per molti è un problema serio, cd autoprodotti da etichette che sfruttano i musicisti, finti giornalisti che non distinguono un accordo da un frullatore, e che scrivono su fanzine x adolescenti (conviti anche di saper "di che" scrivono, più vicini al collezionismo che ad una vera compentenza). Se si decide di essere professionisti si deve fare a meno di quel sottobosco di apprendisti stregoni,giornalisti,musicisti,produttori....individuare quelli seri e confrontarsi con loro. quelli sono quelli che danno un valore al tuo mestiere,che ti aiutano a crescere e a capirti, gli altri chiaramente alimentano oltre al loro fallimento la nostra frustrazione.

Cosa consiglieresti a chi vuole addentrarsi in questo mondo?

Umiltà, studio e rispetto per tutto ciò che ancora non si conosce. e cercare di non strisciare mai ai piedi di nessuno.Evitare di trovarsi a suonare nelle birrerie x pochi euro, e parlare alle due di notte di come complotti cosmici e politici ci hanno impedito di diventare famosi, di come tutti quelli che appaiono ai festival o su i giornali debbano avere comprato favori o che altro….in sintesi evitare un fallimento umano, prima che artistico, se non ci può essere l’arte ci deve essere la dignità dell’uomo e questa va conquistata con il lavoro,l’umiltà l’autocritica anche se dolorosa, e insisto “l’onestà intellettuale” quando si comprende il significato di questo termine .

Alcuni indirizzi web dove possiamo ascoltare, vedere o leggere qualcosa dei tuoi lavori?

www.massimobarbiero.com

www.myspace.com/odwallapercussion

www.myspace.com/481927395

Tutta l'intervista su : 

http://www.whohub.com/odwalla

 

 

 
 
 

JAZZ AND LOVE

Post n°1982 pubblicato il 25 Ottobre 2011 da pierrde
 

 

 

Il jazz e l'amore sono le cose più difficili da descrivere razionalmente.

(Mel Torme)

 

 

 
 
 

CONCERTI STRAORDINARI

Post n°1981 pubblicato il 24 Ottobre 2011 da pierrde
 

 

Il periodo più creativo di Mingus, ricco di composizioni e di sperimentazioni sia discografiche sia in concerto condotte in tutte le direzioni musicali (anche oltre il free), si chiude in modo emblematico con la tournée in Europa dell'aprile 1964, per la quale il musicista ha radunato un sestetto formidabile, anche se forse non perfettamente amalgamato: sezione ritmica composta da Mingus, Richmond e Byard, ai fiati Dolphy, il sassofono tenore Clifford Jordan e il trombettista Johnny Coles.

La band si esibisce ad Amsterdam, Oslo, Stoccolma, Copenhagen, Liegi, in Germania, in Italia (a Bologna e Milano) e a Parigi, in due concerti alla Salle Wagram (sera tra venerdì 17 e sabato 18 aprile) e al Théâtre des Champs-Elysées (mattina di domenica 19 aprile), documentati nel memorabile triplo LP The Great Concert of Charles Mingus.

Nonostante il gruppo suoni in maniera eccelsa, come testimoniano anche i molti bootleg - e i tre rari video registrati a Oslo, Stoccolma e Liegi di quei concerti e delle loro prove -, il tour è condizionato dalle intemperanze e mattane del leader, costellato di incidenti e sinistri presagi che culminano nel ricovero d'urgenza in ospedale di Coles, svenuto sul palco a Parigi la sera di venerdì 17 per una emorragia interna.

Quando la band fa ritorno negli USA, Dolphy non è con loro. Ha infatti deciso di fermarsi in Europa, dove ha formato un suo gruppo con il pianista Misha Mengelberg, il bassista Jacques Schols e il batterista Han Bennink.

Il 28 giugno, Dolphy viene colto da un attacco di iperglicemia diabetica a Berlino, cade in coma e il giorno dopo muore. Una settimana prima aveva compiuto 36 anni.

Per tragica ironia della sorte, uno dei cavalli di battaglia della sua ultima tournèe con Mingus era un brano intitolato So Long Eric (per intero Don't Stay Over There Too Long, Eric): un esplicito invito rivolto dal bassista a Dolphy perché tornasse stabilmente con il suo gruppo quanto prima.

Charles Mingus Sextet: Live in Europe 1964 -

Charles Mingus : bass;

Eric Dolphy: alto sax,flute and bass clarinet;

Jaki Byard:piano;

Johnny Coles:trumpet;

Clifford Jordan:tenor sax;

Dannie Richmond:drums.

So Long Eric

Peggy's Blue Skylight

Meditations On Integration

So Long Eric

Orange Was The Color Of Her Dress,Then Blue Silk

Parkeriana

Take The "A" Train

So Long Eric

Meditations On Integration

 
 
 
 

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