Creato da pierrde il 17/12/2005

Mondo Jazz

Il Jazz da Armstrong a Zorn. Notizie, recensioni, personaggi, immagini, suoni e video.

IL JAZZ SU RADIOTRE

 

martedì 9 ottobre 2018 alle 20.30

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JAZZ & WINE OF PEACE

Pipe Dream

violoncello, voce, Hank Roberts

pianoforte, Fender Rhodes, Giorgio Pacorig

trombone, Filippo Vignato

vibrafono, Pasquale Mirra

batteria, Zeno De Rossi

Registrato il 26 ottobre 2017 a Villa Attems, Lucinico (GO)



 

 

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Dall'immenso archivio di Radiotre č possibile scaricare i podcast di alcune trasmissioni particolarmente interessanti per gli appassionati di musica nero-americana. On line le puntate del Dottor Djembč di David Riondino e Stefano Bollani. Da poco č possibile anche scaricare le puntate di Battiti, la trasmissione notturna dedicata al jazz , alle musiche nere e a quelle colte. Il tutto cliccando  qui
 

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Messaggi di Gennaio 2012

UN'ALTRA STORIA ITALIANA

Post n°2127 pubblicato il 31 Gennaio 2012 da pierrde

Il Brass Group, realtà musicale palermitana, unica fondazione in Italia specializzata in produzione di musica jazz, rischia di dover chiudere i battenti. Il Comune di Palermo, dopo un affidamento durato 14 anni dei locali del complesso monumentale di Santa Maria dello Spasimo , da un giorno all’altro, ha formalizzato lo sfratto: entro il 22 febbraio fuori strumenti musicali e personale in servizio.

 A ciò si aggiunge una non indifferente somma, richiesta per il pagamento degli ultimi quattro anni di attività. «E’ una decisione improvvisa – dichiarano i responsabili della Fondazione – in quanto era già in corso un dialogo tra l’Amministrazione comunale e la Fondazione per la formalizzazione di ciò che di fatto era una realtà, sancita peraltro dalla presenza del logo del Comune in tutte le iniziative concertistiche e didattiche, promosse dal Brass sia dentro che fuori lo Spasimo».

 L’affidamento del complesso dello Spasimo risale a quando, grazie ai fondi comunitari, il Comune aveva erogato il finanziamento al fine di costituire una scuola di musica jazz. Negli anni il Brass Group si è ritagliato un importante ruolo sul palcoscenico musicale internazionale, offrendo alla città di Palermo eventi, manifestazioni e ospiti di prestigio

. Ne abbiamo parlato con Eusebio Dalì, portavoce in Sicilia di Grande Sud. “E’ paradossale che l’amministrazione comunale si faccia questo autogol. Il Brass è un’istituzione di livello internazionale nel settore jazzistico. Tra l’altro, so per certo che negli anni la Fondazione ha continuamente provveduto alla manutenzione dei locali del complesso dello Spasimo – altro gioiello architettonico palermitano.

Quale miglior modo di usufruire dello splendido scorcio dello Spasimo se non rendendolo fruibile al pubblico grazie ai numerosi eventi di cui si è fatto promotore il Brass Group?” I responsabili della Fondazione sono attoniti quanto lo sono i cittadini. Si prospettano manifestazioni di solidarietà da parte della cittadinanza, ma la politica cosa può e dovrebbe fare?

“Vorrei sapere chi, all’interno dell’amministrazione comunale, ha il coraggio di metter punto ad un’esperienza culturale di successo decennale, che negli anni ha anche dato vita a iniziative socialmente interessanti – penso alle lezioni di musica gratuite per i bambini del quartiere della Kalsa. Si dovrebbe interrompere subito qualsiasi procedura di sfratto e rinnovare la concessione degli spazi ai responsabili di una delle iniziative culturali più importanti della città. Palermo non può permettersi di perdere una delle sue migliori creazioni.”

Fonte:

http://www.forzadelsud.it/lo-strano-caso-del-brass-group-palermo-fa-fuori-il-jazz/

 
 
 

KALAPARUSHA

Post n°2126 pubblicato il 30 Gennaio 2012 da pierrde

Ovvero Maurice McIntyre, oggi settantaquattrenne, membro seminale dell'associazione chicagoana AACM, sassofonista e collaboratore di molti nomi celebri della scena jazzistica americana, da Lester Bowie a Malachi Favors, da Roscoe Mitchell a Amina Claudine Meyers.

Credo che il suo nome dica poco alla maggioranza degli appassionati di oggi, ma negli anni '70 grazie a Franco Bolelli e alla rivista Gong godette in Italia di un discreto seguito e di una certa considerazione. Il tempo ha poi provveduto a cancellarne qualsiasi traccia, perlomeno da noi. Ricordo una sua apparizione al Festival Jazz di Lovere, metà anni '70, dove la sua perfomance non fu assolutamente all'altezza della "fama" che gli era stata pre-confezionata adosso per'altro credo all'insaputa del diretto interessato.

Il motivo per cui ne parlo oggi è il film-documentario a lui dedicato dal regista e fotografo Danilo Parra. Ne emerge una storia cruda, in cui le debolezze umane e il degrado fisico dell'artista appaiono evidenti. Immagini che lasciano molto amaro in bocca, ridotto a suonare nella subway di New York, niente affatto mitigate dai commenti che appaiono sul sito del regista, dove l'intervento più emozionante e per niente consolatorio è quello della ex compagna e madre dei suoi figli.

Per coloro che volessero approfondire la figura di Kalaparusha e il film a lui dedicato ecco due link imperdibili:

http://www.aacm-newyork.org/Kalaparusha_Maurice_McIntyre.html

http://lovebryan.com/danilo/2010/01/more-closeness-but-even-closer/

 

 

 
 
 

TO BE FREE OR NOT TO BE FREE

Post n°2125 pubblicato il 29 Gennaio 2012 da pierrde

Momento magico per Enrico Rava; il suo ultimo album Tribe ha avuto accoglienza favorevole da gran parte della critica, i suoi progetti sono perennemente in circolo con serate e concerti, si annuncia la prossima uscita del nuovo album imperniato sulle musiche di Michael Jackson (personalmente la perplessità e' pari alla curiosità....), come direttore artistico ha appena presentato il programma del Bergamo Jazz Festival ( http://www.voceditalia.it/articolo.asp?id=77091&titolo=Bergamo%20Jazz,%20passione%20e%20tradizione ), una edizione con molti concerti sulla carta più che buoni e parecchie attività collaterali interessanti.

Come se non bastasse Ian Patterson gli dedica una lunga e succosa intervista sul sito http://www.allaboutjazz.com/php/article.php?id=41145&pg=2 in cui tra racconti e anticipazioni la lettura si fa estremamente godibile. Tribe è un album che mi ha conquistato immediatamente: non c'è assolutamente nulla di nuovo se non la vena lirica e poetica di Enrico, una manciata di composizioni riprese da diversi album e una brillante intesa con la giovane e formidabile squadra di musicisti, ma tutto questo basta e avanza per rendere l'ascolto impagabile e stimolante. Ho letto anche il libro di memorie Incontri con musicisti straordinari, una sequenza di annedoti e retroscena divertenti e simpatici. Insomma, una "terza età" vissuta alla grande. 

 
 
 

JARRETT ALLA CARNEGIE HALL

Post n°2124 pubblicato il 28 Gennaio 2012 da pierrde

Mercoledi' Keith Jarrett si è esibito in un solo concerto alla Carnegie Hall. Memore della sfortunata esperienza dello scorso anno, concerto interrotto più volte per ...colpi di tosse degli spettatori con immancabile romanzina del nostro, ho atteso con interesse un resoconto della serata, anche perchè il doppio album Rio uscito da pochi mesi mi  ha decisamente conquistato ed è rimasto a lungo nel mio lettore compact .

Nate Chinen sul New York Times fa una recensione gustosissima: ricca di humor ma anche competente e piacevole da leggere. Ecco il link:

http://www.nytimes.com/2012/01/27/arts/music/keith-jarrett-in-a-solo-concert-at-carnegie-hall.html

 
 
 

LA VITA E' IMPROVVISAZIONE, COME IL JAZZ.

Post n°2123 pubblicato il 28 Gennaio 2012 da pierrde

"

"Il jazz è invece un genere nuovo, anche se lo amo da tempo attraverso i miei amici che sono degli interpreti straordinari. Non ho mai provato a “entrarci" prima, poi ho pensato: bisogna sempre buttarsi nelle cose che ti piacciono. La vita non è l'interpretazione di un spartito, ma improvvisazione. Si può combinare il crossover con il classico?

O qualche purista griderà ancora allo scandalo? Lo faccia pure! Ma quale genere musicale può essere considerato puro? Nella storia di qualsiasi genere musicale ci sono sempre state contaminazioni più o meno significative. L'evoluzione è un processo naturale.

Credo sia giusto nella vita e soprattutto dentro di noi coltivare la creatività, cercare qualcosa che sia nuovo, che ci faccia commuovere e sorprendere, e perché no?, magari ripensare e rivalutare. L'apertura mentale è molto più preziosa della perfezione, ovviamente senza voler sminuire quella che un musicista ricerca nello studio quotidiano."

Anna Serova, intervista su L'Arena al link: 

http://www.larena.it/stories/Cultura_e_Spettacoli/327410_la_mia_viola_e_il_jazz_in_fondo_la_vita__improvvisazione/?refresh_ce

 

 

Figura unica nel panorama internazionale, solistico e della musica da camera, la violista Anna Serova ha ricevuto nei ultimi anni dediche da alcuni dei più importanti compositori contemporanei, i quali hanno creato per lei un nuovo genere di composizione, unendo la forma del concerto all' azione scenica di un' opera di teatro. Ricordiamo, per esempio, la straordinaria Cantata drammatica "Fero Dolore" e la Tragedia lirica "Giocasta" di Azio Corghi. In quest' ultima, suonando e recitando sulla scena, Anna Serova impersona il destino.

Dopo aver studiato con Vladimir Stopicev (Alto perfezionamento al Conservatorio di San - Pietroburgo), con Bruno Giuranna (Accademia W. Stauffer di Cremona) e Juri Bashmet (Accademia Chigiana di Siena) ha cominciato una brillante carriera concertistica che l' ha vista protagonista di alcune delle più importanti stagioni concertistiche e festival italiani ed esteri.

Per la rara bellezza del suono e per la sua notevole duttilità artistica, Anna Serova è molto richiesta nella musica da camera - tra i suoi partners vi sono stati Ivry Gitlis, Bruno Giuranna, Salvatore Accardo, Rocco Filippini, Filippo Faes, Toby Hoffmann.

Si è esibita come solista con orchestre come la Moscow State Symphony Orchestra, Siberian Symphony Orchestra, Karelia Symphony Orchestra, Krasnoyarsk Chamber Orchestra, Arkhangelsk State Chamber Orchestra, Orchestra di Padova e del Veneto, Orchestra del Teatro Olimpico.

Varie sue incisioni discografiche hanno entusiasmato la critica e ottenuti premi e riconoscimenti. Nel 2007 il suo ultimo CD "Schumann racconta" registrato con Ensemble Punto It ha ottenuto 5 stelle dalla rivista "MUSICA" che lo ha recensito tra i CD eccezionali del mese.

Nel 2006 il Sindaco di Krasnojarsk ha nominato Anna Serova "AMBASCIATORE CULTURALE DELLA CITTA". Grazie alla sua opera, è stato firmato il Protocollo d'intenti tra Cremona e la Città siberiana, per mezzo del quale si organizzano scambi culturali, commerciali e amministrative tra l vasta regione della Siberia centrale e l' Italia

Fonte: www.ensemblepuntoit.it

 
 
 

LEZIONI DI MUSICA: STEFANO ZENNI

Post n°2122 pubblicato il 27 Gennaio 2012 da pierrde
 

La bella trasmissione di Radiotre del sabato e domenica mattina ha in programma per questo week-end un doppio appuntamento con Stefano Zenni dal titolo La classica incontra il Jazz.

L'appuntamento è per le 9 di sabato e di domenica, ma nessun problema per chi non può o se ne dimentica. Le trasmissioni, come tutte le puntate di Lezioni di Musica, sono ascoltabili in podcast al seguente link:

http://www.radio3.rai.it/dl/radio3/programmi/archivio/ContentSet-4794e477-0b04-4496-8a30-54bf56f830cd.html

 
 
 

IL GIORNO DELLA MEMORIA

Post n°2121 pubblicato il 27 Gennaio 2012 da pierrde
 

ore 00.10 BATTITI ricorda la kristallnacht, la notte dei cristalli, ovvero il 9 novembre 1938, quando ebbe inizio l'Olocausto. A quella terribile notte sono dedicati due brani: Crystal Psalms di Alvin Curran (brano composto per il progetto radiofonico europeo Ars acustica nel 1991) e Kristallnacht di John Zorn. Completa il programma un brano di Jeffrey Schanzer dal disco No more in thrall, scritto in memoria del 50esimo anniversario della liberazione del Campo di Buchenwald.

 
 
 

CIALTRONI

Post n°2120 pubblicato il 26 Gennaio 2012 da pierrde

 

 

 

...

...il nostro Rocker Esoterico non è assolutamente in grado di comprendere tutta l’articolazione della storia del jazz, ma solo le propaggini più iconoclaste, furiose, free appunto, che però oggi sono parte di un passato storicizzato e assimilato, tanto quanto Louis Armstrong. Inveisce contro quello che è il mainstream jazzistico contemporaneo ed è seriamente convinto che una manica di cialtroni come l’Italian Instabile Orchestra, o il noiosissimo Peter Brotzmann, siano più meritevoli di Terence Blanchard. Perchè? I primi fanno casino e stridono, Blanchard post-bop mainstream evoluto e raffinato, dunque sarebbe reazionario.

(Ma la sai quella del rocker che si mette ad ascoltare il jazz?) dal sito: http://freefalljazz.tk

Articolo stimolante quello sul  Freefalljazz dedicato alla "conversione" del rocker , figura immaginaria ma non troppo, verso la musica jazz, anzi, verso una sola delle correnti, quella più sperimentale e tosta, il free. Se molte delle argomentazioni sono ampiamente condivisibili, alcune considerazioni apparentemente secondarie mi sembrano invece del tutto da rigettare.

L'impressione è che il redattore, stigmatizzando le scelte del "rocker esoterico" come lo definisce nell'articolo, reo di non comprendere la musica jazz nella sua completezza storica e nel suo divenire temporale preferendone gli aspetti più contemporanei, cada infine nello stesso errore. Quello cioè di determinare categorie artistiche, i "buoni" e i "cialtroni" come li definisce lo stesso autore. E definire cialtroni i musicisti che compongono l'Italian Instabile Orchestra non è ne simpatico ne indice di competenza, visto che gli stessi rappresentano quanto di meglio ha espresso il panorama nazionale in diversi decenni.

Peter Brotzmann sarebbe poi "noioso" e sia il sassofonista teutonico sia l'orchestra italica sarebbero di gran lunga musicalmente meno appetibili di Terence Blanchard. Mi sembra ben poco corretto come modo di impostare il confronto. Personalmente considero eccellenti tutti e tre i nomi in oggetto, pur nella ovvia diversità di linguaggio espressivo. Blanchard lo ammirai giovanissimo nei Jazz Messangers di Art Blakey e mi sembrò subito un vero portento. Brotzmann lo ricordo nei primi anni del festival di Clusone in un trio energetico e pulsante con Han Bennink e Misha Mengelberg, poi in altre edizioni con Gunter Sommer e altri tedeschi (allora) dell'est. Un vulcano di idee, energia e humor.

Della Italian Instabile Orchestra mi sembra perfino banale prendere le difese: si tratta della migliore orchestra italiana (e non solo) e basta andare ad un loro concerto per rendersi conto della qualità della proposta musicale. Però condivido alcune idee dell'autore di "Ma la sai quella del rocker che si mette ad ascoltare jazz ?": il passaggio repentino dal rock o dal cantautorame nostrano al jazz, vissuto e provocato da una concatenazione di diversi fattori socio-politici agli inizi degli anni '70 ha avuto molti effetti collaterali comici se non disastrosi che Negrodeath mette bene in luce (abbiamo tutti noi vecchi appassionati molti annedoti in proposito....). 

Anch'io ho attraversato quella stagione, e, come il protagonista del post, saturo di ogni corrente del rock ho cercato idee nuove e aria fresca nel jazz. In quello ribollente e magmatico di quegli anni, com'è logico per ogni giovane che vive il proprio tempo. Solo successivamente è partita la spinta a ritroso, sulle tracce dei grandi che hanno fatto la storia.

A differenza del rocker esoterico a me sono piaciuti subito e molto anche i pre-boppers: l'immaginifico Ellington, lo stralunato Lester, il potente Hawkins, l'infelice Lady Day, in un percorso che mi ha portato alle sorgenti dove ancora oggi spesso mi piace tornare.

Ho le mie preferenze e mie idiosincrasie, alcuni "grandi" mi piacciono meno di molti "minori", ma non mi verrebbe mai in mente di delegittimare grandi o piccoli musicisti con termini impropri e offensivi sopratutto senza motivare i giudizi improvvidi, ed in questo dissento con forza da Negrodeath.  

 
 
 

ADDIO THEO

Post n°2119 pubblicato il 25 Gennaio 2012 da pierrde

 

Il regista greco Theo Angelopoulos è morto ieri sera in seguito alle ferite riportate dopo essere stato investito da una moto mentre attraversava la strada ad Atene. Lo annuncia la televisione greca.

Ho sempre amato il cinema di Angelopoulos, cosi' autentico e personale, scevro dalle mode e dal percorso coerentemente cristallino. Immagini come dipinti, una forza espressiva inaudita, spesso sostenuta dalle musiche ugualmente inimitabili della compositrice e pianista Eleni Karaindrou. E' il caso di questo trailer dal film The Weeping Meadow (La sorgente del fiume) con il tema principale del film, un walzer struggente, e potentissime immagini a corredo.

Tutto su Angelopoulos cliccando qui:

http://it.wikipedia.org/wiki/Theo_Angelopoulos

 

 
 
 

BERGAMO JAZZ FESTIVAL: ANTICIPAZIONI

Post n°2118 pubblicato il 24 Gennaio 2012 da pierrde

Sabato conferenza stampa di presentazione del Bergamo Jazz Festival, che giunge alla 34° edizione nel week-end tra il 23 ed il 25 marzo. Ecco alcune anticipazioni tratte da un articolo dell'Eco di Bergamo:

Il cartellone di “Bergamo Jazz 2012”, che verrà presentato sabato 28 alle 10 in una conferenza aperta al pubblico (sala Riccardi del Donizetti), reca la firma di Enrico Rava, il più internazionale dei jazzisti italiani, chiamato a sostituire Paolo Fresu in qualità di Direttore Artistico della longeva kermesse musicale.

Proprio lo stesso trombettista sardo sarà uno degli ospiti principali del festival: Paolo Fresu si esibirà insieme al coro corso A Filetta e al bandoneonista Daniele Di Bonaventura, coinvolti in un progetto che getta un ponte ideale fra jazz e cultura mediterranea. All’insegna dell’incontro fra mondi musicali diversi si preannuncia anche la partecipazione di Buika, cantante spagnola di origini africane che il regista Pedro Almodovar ha fortemente voluto nel suo ultimo film La pelle che abito.

Altro protagonista di rilievo di “Bergamo Jazz 2012” sarà il pianista statunitense Brad Mehldau, figura di spicco del panorama jazzistico odierno. Oltre ai concerti al Donizetti, il festival prevede una rassegna di film dedicata ai legami fra jazz e cinema, incontri didattici, perfomance alla GaMEC e in altri luoghi della città: tutto ciò concorrerà, ancora una volta, a fare di Bergamo una delle capitali europee del jazz.

Info: www.teatrodonizetti.it

 
 
 

ABERCROMBIE E COPLAND IN ITALIA

Post n°2117 pubblicato il 24 Gennaio 2012 da pierrde

Due ottimi musicisti, forse non esattamente nel cono di luce dei riflettori principali, ma certamente tra i più significativi protagonisti della scena attuale. Sono John Abercrombie alla chitarra e Marc Copland al pianoforte, attualmente in tournè in Italia e questa sera in concerto a Roma. 

Raffaele Roselli ha intervistato il chitarrista per conto del Corriere della Sera. Ecco alcune tra le risposte più interessanti:

 

«Ho incontrato Copland la prima volta nel 1970, all' epoca suonava il sax, entrammo nel quartetto di Chico Hamilton e trovammo un appartamento in cui vivere insieme. Così diventammo presto amici, oltre che colleghi. Poi dopo qualche anno lui cambiò strumento... e persino il nome: agli inizi si faceva chiamare Marc Cohen... Poi divenne Copeland, il pianista. Ci piace lo stesso tipo di musica e amiamo suonare in modo non urlato, folle. Da giovani eravamo aggressivi, ma da quando Marc ha iniziato col piano è diventato più melodico»

«Ho molti ricordi dei concerti con Enrico Rava. Ho conosciuto anche lui negli anni ' 70, a New York. Quella band con Jon Christensen e Palle Danielsson fece vari tour in Europa e suonammo anche negli Usa. Enrico era una delle mie persone preferite, uno splendido musicista, molto originale. Quando lo incontrai la prima volta stava provando il free jazz, sperimentava cose folli. Con gli anni e le influenze di Miles Davis, Chet Baker, è diventato più melodico, lirico. Ci siamo sempre capiti bene, mi piace il suo senso dell' humour»

«Bill Evans: la prima volta che lo sentii non mi piacque, era troppo soft, non c' era eccitazione, ma quando l' ho capito mi è presa una sorta di dipendenza da lui, dal modo i cui suonava gli standard soprattutto. Il suo modo di suonarli è diventato il mio».

L'intera intervista cliccando qui: 

 

http://archiviostorico.corriere.it/2012/gennaio/23/Abercrombie_Copland_folli_dialoghi_jazz

_co_10_120123039.shtml

 
 
 

I 25 ANNI DI BANG ON A CAN : UN DOPPIO ALBUM IN DOWNLOADING

Post n°2116 pubblicato il 23 Gennaio 2012 da pierrde
 

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Bang On A Can è un ensemble costituito da tre compositori, Michael Gordon, David Lang e Julia Wolfe. Gravitando nell'area newyorkese il gruppo organizza festival, scrive musica e inizia a registrare e a produrre dischi.  Sono fra i primi a superare limiti e confini imposti dalle culture e a far confluire il jazz, la musica scritta contemporanea, il rock, il folk, il minimalismo, l’improvvisazione, il pop, la techno, le tradizioni etniche all'interno del proprio bagaglio compositivo es espressivo. Internazionalmente riconosciuti per le loro performances iconoclastiche e le loro registrazioni, che sono testimonianza del loro ruolo di esploratori e promotori di una musica contemporanea sfrenata e virtuosa. Bang on a Can All Stars ha commissionato ed eseguito le prime mondiali di numerosi compositori contemporanei come Terry Ryley, Michael Nyman, John Adams e Ornette Coleman. Nel 2005, sono stati eletti “Musical America’s Ensemble of the Year”.

Nel 2012 il collettivo festeggia i 25 anni di attività e lo fa regalando a tutti gli appassionati un doppio album, Big Beautiful Dark and Scaries, che racchiude molte delle loro migliori performance. Fino al 25 gennaio sarà possibile scaricare gratuitamente l'album dal sito del gruppo: http://bangonacan25.org/

Non perdetelo, ne vale la pena !

 
 
 

IL MAGNIFICO REGNO DI CHAMPA

Post n°2115 pubblicato il 22 Gennaio 2012 da pierrde
 

Attendevo questo concerto con la trepidazione e le aspettative di un importante evento, e le mie attese sono state ampiamente ripagate da una prestazione maiuscola, concentrata e ricca di idee e creatività.

Il tentetto ha ammaliato il Teatro Manzoni con una musica speziata, colma di profumi del sud-est asiatico, ricca di ritmi e sovrapposizioni quanto di lirismo e maestria tecnica. Temi dallo sviluppo circolare, caratterizzati da un inizio lento, poche frasi ripetute dalla sontuosa sezione ritmica che piano piano crescono e prendono corpo ripetendosi ieraticamente mentre i fiati ricamano brevi melodie interagendo con la chitarra dal timbro straniante di David Tronzo.

Un concerto vissuto in crescendo, in cui le pregevoli composizioni del leader hanno permesso a tutti i musicisti di mettersi in mostra senza per questo sfoggiare virtuosismi inutili. Decisivo l'atteggiamento di Blake, mai invasivo e assolutamente coinciso e pregnante in ogni suo intervento. Una proposta crossover in cui il jazz è il linguaggio predominante ma il colore è dato da inconfondibili nuances orientali grazie sopratutto al flauto (non c'era Nicole Mitchell, ma la ragazza libanese che l'ha sostutita lo ha fatto in maniera egregia) e alle sonorità inusuali di Tronzo.

Il concerto termina con una lunga e trascinante versione di Mekong in cui grazia e bellezza viaggiano appaiati a invezioni ritmiche scoppiettanti: fantastico il duo tra Hamid Drake e Billy Martin, tutto all'insegna dell'ascolto reciproco e dello scambio di idee. Richiamati a gran voce per un bis, i musicisti potrebbero "esagerare" grazie al clima che nel frattempo si è creato, invece Blake inizia in solitudine un tema lento e sognante al quale si aggiungono via via gli altri. Dopo l'esposizione del tema in chiave orchestrale si procede per sottrazione: ogni musicista suona un breve solo e abbandona il palco. Una strategia di grande effetto ma sopratutto di estrema bellezza, finche' rimane il solo Tony Scherr a scandire il lento tema con il suo basso elettrico. Ovazione finale completamente meritata. Grande concerto.  

 
 
 

BATTITI DI QUESTA NOTTE: FULL BLAST

Post n°2114 pubblicato il 21 Gennaio 2012 da pierrde
 

Una notte tellurica a battiti con i suoni potenti e esplosivi del Full Blast Trio guidato da Peter Brötzmann. Un trio dal suono intenso, a tratti anche violento, capace però anche di sedurre con imprevedibili e suadenti momenti fortemente melodici del sassofonista tedesco, alfiere della musica radicale europea. Full Blast è attivo dal 2006 e nel concerto che proponiamo stasera - che proviene dall'ottima rassegna Musiche Possibili - dimostra al meglio la filosofia sonora di Brötzmann esemplificata in una prassi sonora incantevole.

Radiotre alle ore 0,00

 
 
 

GUERRE SANTE

Post n°2113 pubblicato il 21 Gennaio 2012 da pierrde

L'offensiva dei conservatori americani (repubblicani ma anche democratici) è finita con una ritirata precipitosa.

Le leggi (Sopa e Pipa) che avrebbero messo a repentaglio gran parte del web, blog inclusi, sono state rinviate a data da destinarsi. La battaglia è vinta ma la guerra è ancora lunga. Due le citazioni per riassumere i toni della contesa:

"Il sudore, la fatica, il diritto a fare guadagni e profitti sul proprio lavoro e sui propri investimenti non può essere lasciato in balia di chiunque voglia approfittarsene senza pagare dazio." Mike Nugent, direttore di Creative America

"Chi pretende di soffocare internet oggi non ha capito che questo strumento ha ormai cambiato per sempre il modo in cui l'umanità attinge all'informazione e alla conoscenza." Harvard Univesity

Come sempre la destra americana, insensibile al ridicolo e alla modernità, voleva combattere la pirateria con un bombardamento "intelligente": distruggere qualsiasi informazione sulla rete, dai siti ai blog,  che si avvalesse di video o contenuti d'autore (da You Tube a Wikipedia).

Nessuna differenza, per intenderci, tra il ragazzo che scarica la canzone preferita e l'organizzazione criminale che scarica e stampa film e album da vendere illegalmente. Un problema vecchio che vede soluzioni antiquate destinate sempre alla sconfitta. Non saranno sicuramente i neo-fascisti americani travestiti da fanatici religiosi (con più mogli, scandali e cadaveri di vario tipo nell'armadio) ha fermare quello che è inarrestabile. 

Rimane una sensazione strana al semplice fruitore di film e musica. I problemi sono conosciuti, l'avidità di majors e lobby ha portato il prezzo di cd e dvd oltre il limite del furto provocando la caduta libera delle vendite e la ricerca di soluzioni alternative (P2P e similari). Nessuna risposta seria dalla politica se non tentativi castrati di repressione con il pretesto del (giusto) fallimento dell'industria discografica o dei mancati guadagni (poverini) dei boss di Hollywood. Le soluzioni possono solo essere condivise: abbonamenti a prezzo ragionevole a siti legali per scaricarne i contenuti. Diversamente la battaglia è persa ma solo per politici ottusi e majors avide . Lo confermano osservatori neutrali (vedi intervista dell'ex direttore della SIAE italiana sull'inserto economico di Repubblica di lunedi') e scelte politiche di paesi come la Svizzera che tollera il download per uso personale ( download come le droghe leggere ?). 

 
 
 
 

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