Creato da pierrde il 17/12/2005

Mondo Jazz

Il Jazz da Armstrong a Zorn. Notizie, recensioni, personaggi, immagini, suoni e video.

IL JAZZ SU RADIOTRE

 

martedì 9 ottobre 2018 alle 20.30

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JAZZ & WINE OF PEACE

Pipe Dream

violoncello, voce, Hank Roberts

pianoforte, Fender Rhodes, Giorgio Pacorig

trombone, Filippo Vignato

vibrafono, Pasquale Mirra

batteria, Zeno De Rossi

Registrato il 26 ottobre 2017 a Villa Attems, Lucinico (GO)



 

 

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I PODCAST DELLA RAI

Dall'immenso archivio di Radiotre č possibile scaricare i podcast di alcune trasmissioni particolarmente interessanti per gli appassionati di musica nero-americana. On line le puntate del Dottor Djembč di David Riondino e Stefano Bollani. Da poco č possibile anche scaricare le puntate di Battiti, la trasmissione notturna dedicata al jazz , alle musiche nere e a quelle colte. Il tutto cliccando  qui
 

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Messaggi di Febbraio 2012

SANSCEMO

Post n°2150 pubblicato il 19 Febbraio 2012 da pierrde

«

"Per quando riguarda i big, devo dire che le eliminazioni mi sembrano tutto sommato giuste. Chiara Civello* nonostante l’etichetta di “più grande cantante jazz della sua generazione” (cosa che potrebbe convincermi a dimettermi dal ruolo di critico jazz*), è stata una delle peggiori. Ieri sera ha cantato meglio, ma in un Festival livellato verso l’alto* in definitiva ha meritato di uscire».

Intervista a Marco Mangiarotti su www.ilsussidiario.net

Note: * 

a) Chiara chi ?

b) critico jazz ? a bè, si bè......te vist cusè ?

c) livellato verso l'alto ? Figuriamoci il contrario....

 

 
 
 

METAMORFOSI

Post n°2149 pubblicato il 19 Febbraio 2012 da pierrde

Ecco qua il poster ufficiale della 46° edizione del festival svizzero di Montreux, carico di un glorioso passato e di un discutibile presente.

La prima edizione, nel 1967, vide come poster ufficiale la fotografia di Giuseppe Pino che vedete sotto. Quella di quest'anno è invece di Greg Gorman, che, dice il comunicato ufficiale,  "présente un nu masculin qui évoque une sculpture classique en mouvement".

L'autore aggiunge di suo "L’affiche illustre l’expérience contemplative qu’est l’écoute de la musique".

Ognuno si faccia la propria idea e del manifesto e del festival, di mio aggiungo solo una considerazione: visti i programmi degli ultimi anni di "contemplativo" nella musica c'era ben poco, come del resto naturale in un festival ormai tramutatosi in pop. La metamorfosi è ben documentata dalle due fotografie...

 

 
 
 

SANREMO 2012

Post n°2148 pubblicato il 18 Febbraio 2012 da pierrde

 
 
 

30 ANNI SENZA MONK

Post n°2147 pubblicato il 17 Febbraio 2012 da pierrde

 

“Con Monk bisogna stare all’erta in ogni momento. Sa creare una tensione ritmica tale da costringere i solisti a “pensare”, attaccando una frase dove meno te l’aspetti. Armonicamente è imprevedibile. E soprattutto mi ha insegnato a non avere paura di fare ciò che sento veramente”. (John Coltrane )

Trent'anni fa scompariva uno dei giganti della musica del '900, Thelonious Monk. La sua influenza ancora oggi è enorme, e non si limita ai pianisti.

Al di là delle circa settanta composizioni conosciute, l'eredità di Monk è più o meno evidente nel modo di suonare di tutti i pianisti di oggi: il fraseggio frastagliato e pieno di cluster, la diteggiatura ineducata, le armonie strane e ricercate hanno insegnato molto a tutti i musicisti che si interrogano sul concetto di libertà. Ciò che lascia Monk è soprattutto il virtuosismo ritmico fatto di ritardi, accenti spostati, l'uso magico dei silenzi.

L'ascoltatore è continuamente "sorpreso" dall'evolversi dei suoni che non cadono mai nella staticità e prevedibilità. Monk ha saputo giocare con le note prendendosi gioco di esse: non si limitava ad improvvisare sugli accordi del tema di base ma ne reinventava la struttura armonica facendo appello al suo istinto primitivo generando dissonanze e giochi di note che si rincorrono e si urtano in una esemplare disinvoltura.

Nei suoi ultimi anni di vita Monk si è ritirato nel New Jersey ospite della Baronessa Nica de Koenigswarter (Pannonica), senza mai suonare il pianoforte nonostante ce ne fosse uno nella sua stanza. È scomparso il 17 febbraio 1982

Quest'anno gli omaggi al celebre pianista saranno la costante di moltissimi festival. Propongo la registrazione dell'intero concerto del 15 aprile 1966 a Oslo con lo storico quartetto ( Larry Gales, Ben Riley e Charlie Rouse), un video comparso recentemente su You Tube. 

 
 
 

JAZZ CON TROPPA FANTASIA ?

Post n°2146 pubblicato il 16 Febbraio 2012 da pierrde

E' il titolo di una recensione comparsa sul La Stampa del 14 febbraio ad opera di Roberto Mazzone, e si riferisce ad un concerto di Raphael Gualazzi.

L'autore, che si professa "non esperto di jazz" ( e si capisce....) tra le altre cose scrive:

Non sono un esperto di musica jazz, mi piace ascoltarla, e non goderne pienamente mi ha rammaricato. Ammetto comunque che il mio orecchio non è solitamente avvezzo alle sperimentazioni che, nel caso di Raphael Gualazzi, come di molti altri artisti (da Paolo Conte fino a Mario Biondi) rappresentano un punto di forza.

A parte che sia Conte che Biondi onestamente ammettono che il jazz nella loro musica è tutt'al più un colore, una fonte ispirativa, un felice momento strumentale, ma in realtà fanno ben altro, cioè canzoni,  sono le "sperimentazioni" di cui parla Mazzone che proprio non vedo negli artisti di cui parla, nemmeno usando la "troppa fantasia" del titolo. 

L'errore, almeno nel caso di Gualazzi, credo sia imputabile in toto alla sua casa discografica e all'ufficio marketing: spacciarlo per la "nuova promessa del jazz italiano" non è ne serio ne credibile, ma solo desolante. 

Peccato che molta stampa, anche in apparenza qualificata, e, non so quanto in buona fede, molti direttori artistici di Jazz festival l'abbiano bevuta in pieno, tanto da ignorare musicisti italiani seri, credibili e misconosciuti, in nome di una visibilità maggiore (sigh) sui media, tanto la maggior parte del pubblico si beve qualsiasi cosa.

Nulla di personale ovviamente verso Gualazzi, che mi pare di pasta ben diversa rispetto alla saccenza di un Allevi, ma una minore invasività del suo ufficio stampa credo che gli farebbe solo bene. 

In quanto a Mazzone, stando a Torino, se vuole ascoltare jazz le opportunità non mancano certamente, basterebbe consultare il programma del locale Jazz Club....

Il link: 

http://www3.lastampa.it/digito-news/sezioni/municipio-le-testimonianze/articolo/lstp/442489/

 

 

 

 
 
 

I 68 ANNI DI THREADGILL

Post n°2145 pubblicato il 15 Febbraio 2012 da pierrde

Oggi Henry Threadgill compie 68 anni. Un grande musicista tanto innovativo quanto misconosciuto, uno che non vincerà mai un Grammy, non avendo la sua musica nessun appeal commerciale, ma che che sarà ricordato in futuro come uno degli artisti più creativi della sua epoca.

Tutte le tappe della sua carriera, dagli sfolgoranti inizi con gli Air alle diverse formazioni degli ultimi decenni, da Very Very Circus a Makin' a Move e per finire con Zooid, sono contraddistinte da una scrittura originale , flessibile e ricca di sperimentazione. Purtroppo i risultati commerciali sono sempre stati modesti, tanto da rendere il suo approdo alla Columbia Records una parentesi piuttosto veloce.

Uno splendido ritratto di Threadgill è reperibile sul sito italiano di Allaboutjazz ad opera di Angelo Leonardi:

La vita e la musica di Henry Threadgill

http://italia.allaboutjazz.com/php/article.php?id=2816

http://italia.allaboutjazz.com/php/article.php?id=2817

 
 
 

QUATTRO GRAMMY DI JAZZ

Post n°2144 pubblicato il 14 Febbraio 2012 da pierrde

E' di qualche giorno fa la cerimonia di premiazione dei Grammy, i premi con i quali l'industria discografica statunitense celebra se stessa. 

Lo spazio per il jazz, quattro premi, ha subito una drastica riduzione (in linea credo con le vendite....), mentre il latin jazz è stato addiritura depennato nonostante le vibranti proteste della comunità latino-americana.

I risultati omaggiano sicuramente grandi musicisti ma non certo la fantasia di chi li ha premiati. Eccoli:

 

- Best Improvised Jazz Solo 500 Miles High - Chick Corea (Tratto dall'album: Forever - Corea, Clarke & White)

- Best Jazz Vocal Album The Mosaic Project - Terri Lyne Carrington & Various Artists

- Best Jazz Instrumental Album Forever - Corea, Clarke & White

- Best Large Jazz Ensemble Album The Good Feeling - Christian McBride Big Band

Sulla rete poche le prese di posizione da parte dei musicisti, fa eccezione George Colligan sul suo blog Jazztruth con un divertente post dal significativo titolo Why the Grammys are irrilevant, una cronaca senza ....audio della diretta televisiva. 

Nonostante alcuni commenti constrastanti di lettori, personalmente condivido largamente il pensiero del pianista, espresso con garbo e ironia.

Link: 

http://jazztruth.blogspot.com/2012/02/why-grammys-are-irrelevant-revisited.html#comment-form

 
 
 

GLASS E LA MUSICA AFRO-AMERICANA

Post n°2143 pubblicato il 14 Febbraio 2012 da pierrde

Interessante intervista a Philip Glass sul Village Voice ad opera di Steven Thrasher. Glass, che è uno dei compositori contemporanei più interessanti, svela il suo rapporto con il jazz e le sue frequentazioni all'interno della musica afro-americana.

Ecco il primo assaggio, il resto come sempre lo trovate sul link a fine post:

 

I wanted to ask you how you view your music in terms of the African American musical tradition?

Steven, that's an interesting question. Part of my own personal history has been my participation as a listener in other people's music. I lived in Chicago in the fifties. I went to school there, in Chicago in 1952. I heard Billie Holiday singing at the Cotton Club.

I heard Ben Webster, and I was very young. I heard Bud Powell. I couldn't hear Charlie Parker because they wouldn't let me in. I was too small. [Laughs]

But when I came to New York, one of the first people that I met was Ornette Coleman. We've known each other for years.

Continua su: 

http://blogs.villagevoice.com/music/2012/02/qa_philip_glass_black_music.php

 
 
 

MEMORIES OF WITHNEY

Post n°2142 pubblicato il 13 Febbraio 2012 da pierrde

P

Per quanto la voce di Witney sia straordinaria la sua presenza in questo blog è dovuta sopratutto a questo brano con il quale le voglio rendere omaggio.

Memories è scritta da Robert Wyatt e fa parte di One Down, un album uscito nel 1982. Non bastasse la melodia struggente al sassofono in un paio di brevi assoli devastanti c'è Archie Shepp. 

 
 
 

NECROFILIA

Post n°2141 pubblicato il 13 Febbraio 2012 da pierrde

Dal giorno della sua scomparsa - avvenuta lo scorso 20 gennaio dopo una lunga lotta contro la leucemia, l'epatite C e la demenza senile - le vendite degli album di Etta James hanno fatto registrare un'impennata del 378%: a riferire dell'exploit nelle chart americane del back catalogue della capostipite del soul e dell'r'n'b è stato Billboard, che ha visto balzare "The best of Etta James - 20th century masters: the millennium collection" dal centosessantaduesimo posto nella sua classifica al quarantaseiesimo nel giro di soli sette giorni.

In termini di unità vendute dai negozi, si è passati dalle 6000 copie di settimana scorsa alle oltre 30.000 degli ultimi giorni. Ancora più impressionante è la performance di una delle sue hit più celebri, "Al last", che dal giorno della scomparsa della James ha totalizzato 63.000 download su un totale di 118.000 brani interpretati dall'artista venduti dagli store online. Fonte: www.rockol.it

 
 
 

JUAN CARLOS E LENA

Post n°2140 pubblicato il 11 Febbraio 2012 da pierrde
 

U

Uno sguardo su due fotografi contemporanei, un uomo ed una donna, che stanno documentando le vicende della nostra musica con le loro immagini ed il loro talento.

Juan Carlos Hernandez è sicuramente il più conosciuto dei due, almeno da noi, vive a Ginevra ed è parte svizzero e parte spagnolo, e sicuramente grande innamorato del jazz. 

Le sue foto sono facilmente rintracciabili sui magazine più importanti dedicati alla musica afro-americana ma anche su My Space, Facebook, Linkedin, Twitter, Flickr per non parlare dei servizi per i portali come Allaboutjazz e per finire con i blogs (al plurale) gestiti direttamente dall'autore. Link: 

http://juancarloshernandezjazzphotographer.blogspot.com/

 

 

Lena Adasheva è russa, è giovane ed è ovviamente appassionata di jazz. Molte pubblicazioni, non solo musicali, foto sparse come per il suo collega in tutte le sfaccettature che la rete offre, da Facebook a Allaboutjazz.

Premiata come miglior nuovo fotografo dall'associazione dei giornalisti americani JJA anche Lena ha un sito dove è possibile visualizzare molte delle sue opere.

http://www.lenaadasheva.com/

 
 
 

TROVESI IN RETE

Post n°2139 pubblicato il 10 Febbraio 2012 da pierrde

Gironzolare tra la rete significa trovare frammenti di memoria, qualche volta veramente premianti, spesso capaci di ingolosire.

In questi giorni ho (ri)scoperto una quantità incredibile di blog che postano album: c'è veramente ogni ben di Dio, registrazioni live, vecchi LP fuori catalogo e assolutamente introvabili, nuovissimi compact, talmente nuovi che il negozietto di dischi del mio borgo non ne ha ancora traccia....., capolavori storici, album minori di ottimi musicisti.

Mi viene da sorridere pensando alla chiusura di Megavideo e Megaupload, e alla caccia alle streghe innescata dalle majors. In passato ho affrontato diverse volte l'argomento, dando anche links e segnalando i nomi più interessanti. Non torno pertanto sull'argomento, ma mi riservo in futuro di pubblicare un nuovo elenco aggiornato di blogs (affatto legali) che permettono di scaricare materiale "goloso".

Su You Tube da poco più di un mese è postato questo bel video che riproduce integralmente un concerto dell'ottetto di Gianluigi Trovesi ripreso live al Jazz Ost-West Festival di Norimberga del 1994. Ecco formazione e titoli dei brani:

- From G To G

- Dedalo

- Hercab

- Tango

Gianluigi Trovesi - alto sax, clarinet Pino Minafra - trumpet Rodolfo Migliardi - trombone, tuba Roberto Bonati - double bass Marco Micheli - double bass Marco Remondini - cello Tiziano Tononi - percussion Vittorio Marinoni - drums

 

In qualità di compositore, nel corso degli anni Trovesi ha saputo trovare una sua cifra espressiva ben nota tra gli appassionati, mescolando il jazz in tutte le sue forme a suggestioni della musica folkloristica e popolare italiana, la prima conosciuta inizialmente nell'infanzia, trascorsa nelle valli bergamasche, la seconda appresa e filtrata nel corso della lunga pratica di suonatore da balera, che - a detta dello stesso artista - costituì una parte essenziale del suo apprendistato.

All'inizio degli anni novanta Trovesi fondò anche un suo ottetto, con il quale intraprese un'esplorazione del repertorio popolare dell'intera Europa, che andò ad affiancarsi all'ormai consolidato rapporto con la reinterpretazione del folklore italiano. Il primo album dell'ensemble, "From G To G" mieté allori anche all'esterno del mondo degli appassionati: vinse il referendum Top Jazz come miglior disco e Trovesi come miglior musicista di jazz italiano e l'album venne insignito del riconoscimento di "miglior disco" nel referendum della rivista Musica e Dischi. Nel corso del decennio Trovesi, con il suo ottetto, i suoi album o singolarmente, risultò ancora per tre volte al vertice della classifica Top Jazz.

 

 
 
 

IL BOX DELLA ICP

Post n°2138 pubblicato il 09 Febbraio 2012 da pierrde

Se per magia venissi nominato tesoriere di qualche partito invece che occultare soldi acquistando in proprio appartamenti ecco un piccolo investimento che non mancherei di realizzare: l'intero catalogo della Instant Composers Pool.

Si tratta di un mega-cofanetto numerato che comprende i 50 album editi dall'etichetta olandese più tre dvd che raccolgono materiale inedito, un album fotografico e disegni dipinti da Han Bennink.

Le prime 300 copie saranno messe in vendita a 399 dollari, poi il prezzo diventerà 499 dollari. Comunque un affare, considerando che buona parte del catalogo è di difficile reperibilità e che i nomi documentati nell'arco di ben 45 anni sono tra i più belli della musica improvvisata europea.

Ecco la pagina che pubblicizza il box dal sito della ICP:

 

ICPBOX

Reserve your copy of our entire boxed catalogue!

"Improvisation is like daily life... like crossing a street" - says Han Bennink. The ensemble of the Instant Composers Pool, or ICP, improvises for 45 years now on the highest level. "These guys can swing like madmen and then all of a sudden play the most sensitive ballads" according to trumpetplayer Dave Douglas.This is really an improvisational monster with ten heads! Furthermore co-founders Misha Mengelberg and Han Bennink are the true "Giants of European jazz"! ICP is historical, unique and there is nothing else like it in jazz.

 

The music that is released during all these years has now been collected and is planned to be released as a special edition box. It will contain 50 cd's, 3 dvd's (exact numbers to be confirmed), will include bonus material that has never been released before and a photo-book of the rich ICP-history as shot by Pieter Boersma. 
Every box is numbered and unique because Han Bennink himself will be painting each copy by hand!

  • Special edition;
  • 50 CD's and 3 DVD's (exact numbers to be confirmed);
  • Photobook by Pieter Boersma;
  • Every box has an unique number;
  • Each box is hand painted by Han Bennink himself.

To be able to produce this collectors item, we need at least 300 reservations! The first 300 people who will reserve a copy will, as a thank you for making this possible, receive a considerable discount. The price for the first 300 boxes will be €399, after that it will be priced €499.

Se vi ho convinto, o se siete i tesorieri di un qualsiasi partito, ecco l'indirizzo mail :

http://www.icporchestra.com/icpbox/

 
 
 

LA TEMPESTA PERFETTA

Post n°2137 pubblicato il 08 Febbraio 2012 da pierrde

Non è luogo questo per commentare quanto successo in Italia centro-meridionale nei giorni scorsi: la tempesta di neve ha avuto dimensioni inimmaginabili, ma noi ci abbiamo messo certamente anche del nostro, facendoci trovare al solito impreparati e disorganizzati.

Si viene colti da un mix di ironia e sconforto pensando che pochi centimetri di neve hanno bloccato per giorni scuole e uffici a Roma. Mai sentito niente di simile a Berlino o a Stoccolma, ma evidentemente lassù ci deve essere un clima tropicale.

Tra le tante storie nate dalla bufera di maltempo e lette in questi giorni, una riguarda anche gli appassionatidi jazz. E' una lettera scritta da Italo Leali, direttore artistico di Tuscia in Jazz Festival, eccola:

 

 

Cari amici, vi scrivo per raccontarvi cosa è successo questo fine settimana a Caprarola. Come previsto da mesi si doveva tenere tre giorni di concerti e seminari all’interno delle scuderie del palazzo Farnese di Caprarola. Tutto era pronto, oltre 100 persone come allievi dei seminari, artisti e staff si erano già prenotate per quei giorni. Si annunciava un bellissimo successo per questa prima volta del festival a Caprarola, ma il tempo che ha colpito l’Italia in questi giorni ha frenato ma non fermato l’evento. Ora se si fosse trattato solo dei concerti avremmo sicuramente cancellato l’evento, ma trattandosi dei seminari ci sorgevano altri problemi.

Delle cento persone previste ai seminari venticinque, sono riuscite, dopo avventure memorabili ad arrivare, ed era nostro dovere accoglierle e soccorrerle in quella bufera. Queste persone dovevano, come poi hanno fatto, dormire all’interno delle scuderie del palazzo Farnese. Se avessimo cancellato tutto queste persone di sarebbero trovate di notte sotto la bufera e senza un tetto. Con tutto lo staff, perlomeno quello giunto, abbiamo deciso dunque di procedere ugualmente.

Un ringraziamento particolare va al comune di Caprarola che ci ha garantito il riscaldamento per tre giorni, ho visto assessori caricare a spalla i sacchi con i gusci di nocciole per la caldaia, e all’istituto alberghiero di Caprarola e la sua preside, che sabato sera ha aperto le cucine e mandato i cuochi per farci magiare. Uno dei problemi più gravi è stato proprio quello del cibo. Venerdì e sabato i ristoranti erano ovviamente chiusi, vista la neve e noi eravamo rimasti senza cibo e acqua.

Fortunatamente venerdì prima che chiudesse, sono riuscito ad acquistare in un alimentari sotto le scuderie dell’acqua e del cibo (affettati e pancarrè) per la notte. Molti dei ragazzi che stavano arrivando poi si sono trovati in un’odissea incredibile. Due ragazzi che venivano dalla Puglia sono stati raccolti alle 3 di mattina sotto la bufera con l’auto bloccata da una famiglia di Carbognano che li ha ospitati per 2 giorni (un grazie da tutto il Tuscia in Jazz). Due ragazzi della repubblica ceca sono invece rimasti bloccati a Vignanello per 3 giorni. Un ragazzo inglese ed una ragazza tedesca ci hanno chiamato alle 14 di venerdì disperati da Saxa Rubra dove non c’erano più mezzi per arrivare a Caprarola ne per tornare a Roma.

Fortunatamente uno degli insegnanti che era in coda da ore sul raccordo è riuscito a deviare per Saxa Rubra e dopo un viaggio di 13 ore a portarli a Caprarola. Di molti altri sappiamo che sono rimasti bloccati sulle autostrade italiane o direttamente, i più fortunati, nelle loro case. La neve però non è riuscita a fermare la musica. Le 25 persone chiuse e bloccate per tre giorni nella struttura non si sono fatte intimorire dagli eventi e per tre giorni hanno suonato e fatto lezioni 16 ore al giorno.

A terminare questa tre giorni di jazz e stato il concerto di Gegè Telesforo, che nonostante il tempo è stato con noi a fare lezione e musica, ed il suo quartetto. Con l’amministrazione di Caprarola ci siamo già ripromessi di ripetere l’evento in novembre e regalare alla città questa iniziativa, che il tempo a reso possibile in forma ridotta ma non fermato.

 
 
 

JAZZ ? LO AMO MA FACCIO MUSICA....

Post n°2136 pubblicato il 07 Febbraio 2012 da pierrde

 

 

Mario Biondi a Londra ha dato sei concerti al Ronnie Scott's e la stampa italiana non ha perso l'occasione di segnalare l'evento con numerose interviste.

Un segnale che Biondi, al di là delle facili etichette appioppategli, ha raggiunto una visibilità che al contrario i bravissimi componenti del suo gruppo ( Daniele Scannapieco al sassofono, Beppe di Benedetto al trombone, Giovanni Amato alla tromba, Claudio Filippini al piano, Tommaso Scannapieco al contrabbasso e Lorenzo Tucci alla batteria ) sono ben lontani dal possedere.

Non ho mai amato i crooner, ho "sopportato" i grandi nomi della storia della musica afro-americana, ma la passione e il divertimento che invece mi hanno sempre regalato le grandi voci femminili hanno trovato nei soli Louis Armstrong, il grande capostipite del canto jazz, e in Bobby McFerrin un equivalente maschile.

La poliedricità e l'effervescenza di McFerrin non hanno però mai prodotto album memorabili, e Bobby rimane un grandissimo artista dal vivo dove il suo immenso talento può essere debitamente apprezzato. Ricordo a tale proposito un concerto meraviglioso ai Giardini del Frontone, una edizione di molti anni fa di Umbria Jazz, in cui il nostro si esibiva con il Circlesongs, dodici voci senza strumenti.

Serata memorabile ancora vivida nei miei ricordi, a cui però segui' un album con la stessa formazione decisamente minore in quanto ad emozioni.

Ma, tornando a Biondi, tra le risposte date nelle diverse interviste è notevole l'onestà intellettuale e la sincera passione del cantante catanese. Eccone alcuni estratti:

 "Io sono supportato da jazzisti straordinari, ma non faccio jazz, io faccio musica" (Ansa)

e ancora:

«I jazzisti c’erano una volta, oggi c’è qualcuno che ama il genere. E anch’io apprezzo questo stile. Probabilmente mi è proprio».... «Non so, non amo le omologazioni. Ieri sera qui al Ronnie suonava Mark Murphpy, ottant’anni. Meraviglioso. Lui sì che è il jazz. L’ho ascoltato in fondo alla sala in religioso silenzio». (La Stampa)

 

I link delle interviste:

http://ansamed.ansa.it/ansamed/it/notizie/rubriche/cultura/2012/02/02/visualizza_new.html_

72948978.html

http://www3.lastampa.it/musica/sezioni/news/articolo/lstp/441035/

 

 

 
 
 
 

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