Creato da pierrde il 17/12/2005

Mondo Jazz

Il Jazz da Armstrong a Zorn. Notizie, recensioni, personaggi, immagini, suoni e video.

IL JAZZ SU RADIOTRE

 

martedì 9 ottobre 2018 alle 20.30

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JAZZ & WINE OF PEACE

Pipe Dream

violoncello, voce, Hank Roberts

pianoforte, Fender Rhodes, Giorgio Pacorig

trombone, Filippo Vignato

vibrafono, Pasquale Mirra

batteria, Zeno De Rossi

Registrato il 26 ottobre 2017 a Villa Attems, Lucinico (GO)



 

 

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I PODCAST DELLA RAI

Dall'immenso archivio di Radiotre è possibile scaricare i podcast di alcune trasmissioni particolarmente interessanti per gli appassionati di musica nero-americana. On line le puntate del Dottor Djembè di David Riondino e Stefano Bollani. Da poco è possibile anche scaricare le puntate di Battiti, la trasmissione notturna dedicata al jazz , alle musiche nere e a quelle colte. Il tutto cliccando  qui
 

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Messaggi di Marzo 2012

INTERNET, JAZZIT AWARDS E TOP JAZZ

Post n°2195 pubblicato il 23 Marzo 2012 da pierrde

Cominciano a filtrare i risultati del Jazzit Awards 2011, nel senso che in rete compaiono i primi proclami dei "vincitori" del referendum indetto dal magazine di Luciano Vanni. Sul sito della rivista invece, come scritto su Facebook dallo stesso Vanni, i risultati verranno postati solo a partire dal mese di maggio, in modo da permettere a tutti, abbonati e acquirenti, di leggere ex novo i nomi dei vincitori sulla rivista.

Forse oltre a questa galanteria nei confronti dei lettori c'è anche un pizzico di prudenza e di voglia di diluire le più che probabili polemiche che inevitabilmente si scateneranno.

Francamente l'argomento non è di mio grande interesse: certo, una lettura curiosa ai risultati è di prammatica, ma poi finisce tutto li'. Sappiamo benissimo i limiti di un referendum, che si tratti del Top Jazz piuttosto che del Jazzit Awards o del Readers Pool.

Jazz From Italy facendo il consutivo delle voci del referendum di Jazzit giustamente evidenzia l'assenza totale nel questionario del jazz su internet con tutte le sue diramazioni, oggi praticamente lo strumento principale, il più utilizzato ed il più pratico e fruibile per qualsiasi appassionato.

Luca Conti, neo-direttore di Musica Jazz, commentando il post su Jazz From Italy anticipa la fine, o perlomeno il ridimensionamento, del Top Jazz, sul quale concordo decisamente.

Rimane a mo parere da definire o meglio da riprogrammare lo spazio del web sui magazine (praticamente assente) e l'integrazione tra rivista e sito internet dedicato, per il momento due realtà non comunicanti. 

 

 
 
 

ALERTE A L'EAU

Post n°2194 pubblicato il 22 Marzo 2012 da pierrde

La giornata mondiale dell'acqua (in inglese: World Water Day) è una ricorrenza istituita dalle Nazioni Unite nel 1992, prevista all'interno delle direttive dell'agenda 21, risultato della conferenza di Rio. Cade regolarmente ogni 22 marzo.

Le Nazioni Unite invitano le nazioni membri a dedicare questo giorno a espletare le raccomandazioni raggiunte con l'Assemblea Generale e alla promozione di attività concrete all'interno dei loro Paesi. Con la coordinazione del dipartimento degli affari sociali e economici delle Nazioni Unite, il giorno internazionale dell'acqua 2005 determinò l'inizio di una seconda decade internazionale delle Nazioni Unite dedicata all'azione per l'acqua.

In aggiunta agli stati membri, una serie di organizzazioni non governative hanno utilizzato il giorno internazionale per l'acqua come un momento per sensibilizzare l'attenzione del pubblico sulla critica questione dell'acqua nella nostra era, con occhio di riguardo all'accesso all'acqua dolce e alla sostenibilità degli habitat acquatici.

Ogni tre anni dal 1997, per esempio, il "Consiglio Mondiale sull'Acqua" ha coinvolto migliaia di persone nel World Water Forum durante la settimana in cui cadeva il giorno internazionale dell'acqua. Le agenzie promotrici e le organizzazioni non governative hanno messo in luce il fatto che un miliardo di persone non hanno accesso all'acqua pulita e la struttura patriarcale, dominante in certi Paesi, che determina la priorità nella fruizione dell'acqua disponibile.

Henri Texier è un contrabbassista e compositore francese che per un appassionato non ha bisogno di presentazioni: nel 2006 ha pubblicato l'album Alerte a L'eau, presa di coscienza e tentativo di sensibilizzazione sul problema dell'acqua potabile e del suo accesso nel mondo. 

 

Alerte a l'eau, Label Bleu 2006. Sebastien Texier - clarinette; Francois Corneloup - sax; Guergui Kornazov - trombone; Manu Codjia - guitar; Christophe Marguet - drums; Henryi Texier - contrebasse.

Here it is : the new Texier : suprising and recognizable at the same time. Texier's trademark melodies are again all over the place, something only he could compose, whether the music is slow or fast. The CD starts with the uptempo "Afrique à l'Eau", with a strong horn section contrapuntually supporting the fusion-like guitar of Manuel Codjia, accompanied with afro drumming not unlike Ed Blackwell. The third piece, "Blues d'Eau", is a slow blues, with Sebastien Texier's tenor in a leading role. Every four numbers brings a duo setting.

The first, "Flaque Nuage", with the trombone of Géorgui Kornazov and percussion, slow and bluesy, the second "Flaque Etoile", a free-spirited dialogue between the bass clarinet of François Corneloup and the sax of Sébastien Texier, talking, shouting, dancing against and around each other, yet ending in a suprising unisono, the third "Flaque Soleil", with arpeggio guitar accompanying a beautiful bass solo by Texier, and the fourth "Flaque Lune", starting with the pulsing bass of Texier, supported with the nervous drumming of Christophe Marquet.

This has also become a trademark of Texier's albums : to pay careful attention to the structure of the whole album and to intersperse it with shorter pieces (see "Indian's Week" for instance). The strongest piece of the album is "O Elvin", wonderfully rhythmic with solo space for each of the musicians and with changing themes. And it goes on and on : light-weighted, heavy-hearted, dancing, crying, with carefully crafted compositions, with changing rhythms (reggae, blues, afro, jazzy, rock, waltz, ...) and with strong interplay with shouting solos, singing solos, crashing solos.

 
 
 

A SQUARCIAGOLA

Post n°2193 pubblicato il 21 Marzo 2012 da pierrde

Siamo alle porte di Pasqua e quindi eccovi un video...natalizio. Si tratta di uno dei molti progetti di Giovanni Falzone, forse uno dei meno conosciuti, ma comunque degno di essere menzionato, in attesa di conoscere quel Led Zeppelin Suite che Falzone e la Contemporary Orchestra presenteranno a Monza il 21 aprile per la rassegna Lampi.

Giovanni sabato sera sarà a Cinisello Balsamo in concerto con tutti i musicisti ed i coristi che vedete nel video al Cinema Teatro Pax ed il progetto si chiama A Squarciagola. Certo sabato c'è anche il Festival Jazz di Bergamo, e per Atelier Musicale il quartetto di Alberto Mandarini a Milano, quindi amici milanesi ognuno si regoli in base a gusti e distanze.

 

 
 
 

OPINIONI

Post n°2192 pubblicato il 20 Marzo 2012 da pierrde

Il collega Elfio Nicolosi pubblica sul suo blog Mi Piace Il Jazz le recensioni dei concerti di Tigran Hamasayan e di Dee Alexander, articolo tratto da Il Sole 24 Ore ad opera di uno dei critici storici del jazz italiano, Franco Fayenz, e poi ne fa la comparazione con quanto ho scritto io qui su Mondo Jazz.

Ringrazio Elfio per la stima, e interpreto il confronto come l'espressione di due punti di vista, uno di un critico di professione, e l'altro di un semplice appassionato che di mestiere fa tutt'altro (e il disegno qui sopra è ovviamente auto-ironico).

Normale poi che siano emerse differenze di valutazione, anche se, come ho poi replicato sul blog di Elfio, mi sembrano più numerosi i punti di convergenza rispetto alle divergenze. Tempo fa commentando su questo blog le possibili innovazioni da apportare ai magazine nazionali parlavo proprio di quello che su altre riviste viene fatto abbastanza spesso (Jazz Magazine) o addiritura sempre (Down Beat), e cioè la doppia o anche multipla recensione degli album più importanti del mese con pareri sovente alquanto differenti. 

Forse nella ristretta parrocchia del jazz italico non si è adusi a pratiche simili, ma sarebbe ora di smettere di alimentare tempeste in un bicchiere d'acqua e di allargare lo sguardo e (sopratutto) la tolleranza. In questo il mio parere è perfettamente in linea con quello di Elfio.  

 

http://mipiaceiljazz.blogspot.it/2012/03/big-della-musica-afro-americana-in.html#comment-form

 
 
 

21 MARZO : GIORNATA MONDIALE DELLA POESIA

Post n°2191 pubblicato il 20 Marzo 2012 da pierrde
 

Una poesia di Jorge Luis Borges, I Giusti, recitata e musicata da Rita Marcotulli con l'apporto di Maria Pia De Vito e Arto Tuncboyaciyan mediante il video e un'altra di Langston Hughes riportata nella sua integralità e dedicata alla grande Billie Holiday sono il mio minuscolo omaggio alla giornata mondiale della poesia.

Canzone per Billie Holiday

Cosa può liberare il mio cuore

Del canto

E della tristezza?
Cosa può liberare il mio cuore

Se non il canto

Della tristezza?
Cosa può liberare il mio cuore

Della tristezza

Del canto?

Non parlare del dolore
Con la polvere nei suoi capelli,
O con granelli di polvere nei suoi occhi
Lì soffia un vento occasionale.
Il dolore di cui parlo
E' cosparso dalla disperazione.

Voce di tromba smorzata,
Freddo ottone nell'aria calda.
L'amara televisione offuscata
Dal suono che scintilla--

Dove ?

 

(Langston Hughes) da Selected Poems 

UN GIORNO Diverso

mercoledì 21 marzo

In occasione della Giornata mondiale della poesia, Radio3 accoglierà in tutte le sue trasmissioni voci di poeti. Saranno intellettuali, scrittori, artisti e musicisti stranieri a rappresentare la ricchezza poetica del loro paese proponendo agli ascoltatori la lettura di una poesia in lingua originale. Una piccola babele di sonorità a dimostrazione che il linguaggio della poesia può superare barriere linguistiche e culturali.

Alle 21.00, in diretta dall'Auditorium Parco della Musica di Roma, un concerto celebrativo dell'Orchestra di Piazza Vittorio (ensemble multietnico per eccellenza) in occasione dei dieci anni della sua costituzione, durante il quale i musicisti leggeranno poesie dei loro paesi d'origine.

Ricordiamo: Chiodo fisso (in onda dal lunedì al venerdì alle 10.50) dedica tutto il mese ai poeti; le puntate speciali di Passioni (dal 17 al 25 marzo, sabato e domenica ore 10.50 La poesia come esperienza a cura di Filippo La Porta; e da riascoltare in podcast, il ciclo La vita in versi a cura di Lidia Riviello) e di Memoradio, con la proposta web di preziosi materiali dell'archivio. Come pure preziose sono le voci de La grande radio (sabato 24 marzo alle 18.00), che trasmetterà le interviste a Jorge Luis Borges, a Evgenij Evtusenko e ai premi Nobel Iosif Brodskij e Derek Walcott. Sul sito si possono riascoltare tutte le poesie e tutti i grandi poeti stranieri ospiti di Radio3 in questi anni.

 
 
 

ACQUISTA UNA QUOTA E SOSTIENI EL GALLO ROJO

Post n°2190 pubblicato il 19 Marzo 2012 da pierrde

El Gallo Rojo Records, collettivo di musicisti italiani ed etichetta discografica tra le più attive nel campo del jazz e della musica improvvisata, dal 2005 ad oggi ha prodotto 54 album, alcuni dei quali accolti nel novero delle migliori uscite degli ultimi anni.

Il numero di catalogo 50 è stato lasciato per ora intenzionalmente vacante per dare spazio ad un progetto speciale, che vorremmo realizzare con l'aiuto di tutti quelli che in questi sette anni ci hanno supportato: una raccolta di musiche originali scritte ed eseguite esclusivamente dai 15 membri del collettivo.

Abbiamo bisogno del vostro aiuto per sostenere le spese di registrazione, mixaggio, mastering e stampa, trasporti ed alloggio per 15 persone. Chi acquisterà una quota del progetto riceverà una copia del disco! Grazie a tutti per il vostro sostegno.

El Gallo Rojo Records

A tutt'oggi delle 200 quote sottoscrivibili ce ne sono ancora 146 disponibili. E' possibile aderire fino al 1 di luglio.

http://www.produzionidalbasso.com/pdb_970.html

Inutile dire che l'etichetta ha prodotto nel frattempo molti album tra i più originali registrati nel nostro paese. Per tutti valga il nuovo e doppio album di Franco D'Andrea Traditions and Clusters, ultima uscita dell'etichetta e registrato con  brani di Ellington e Strayhorn ed episodi totalmente improvvisati (prevalentemente sul parametro timbrico-armonico, i clusters del titolo), che si avvicendano e si ripropongono in forme e combinazioni differenti, consentendoci di entrare appieno in quel flusso di coscienza al quale i conoscitori del pianista meranese sono bene avvezzi. D'Andrea si concede lo spazio di un disco doppio per mostrarci tutti i suoi progetti attualmente attivi: Solo, Three (con un ospite d'eccezione, Han Bennink), Quartet e il nuovo Sextet che fonde i due precedenti ensemble ed offre uno sguardo sul futuro della sua paziente e rigorosa ricerca.

 

 
 
 

TIGRAN E DEE: WEEK-END WITH FIRE

Post n°2189 pubblicato il 18 Marzo 2012 da pierrde
 

Un week-end di grandi promesse quello milanese, e se il "fuoco" faceva parte della pubblicistica che introduceva il concerto di Tigran Hamasayan a Monza (Tigran con fuoco), le fiamme si sono viste e sentite invece al Manzoni questa mattina.

Ma andiamo per ordine: ieri sera nel piccolo e stracolmo ( di giovani !!) Teatro Villoresi di Monza concerto in solo di Tigran Hamasayan, terzo appuntamento della rassegna Lampi. Non appena il pianista armeno ha poggiato le mani sulla tastiera mi è istantaneamente scaturito un pensiero ammirato: il tocco era straordinario, nitido e bellissimo,e nonostante la giovane età (24) Tigran sa certamente come narrare una storia.

Apparentato dalle note di presentazione, a mio parere con ben poche ragioni, a Keith Jarrett, il pianista armeno ha invece mostrato una profonda conoscenza dei classici russi del '900 ed una altrettanto evidente influenza della musica popolare della sua terra. Il terzo brano ha introdotto l'uso dell'elettronica e della voce. Con un delay che rimandava ad libitum sia voce che tastiera Tigran ha ammaliato e catturato l'attenzione.

Poi, si è rotto qualcosa. Nella restante mezz'ora di concerto è come se il pianista si fosse incartato e intestardito nella manipolazione del piccolo strumento elettronico, ripetendosi e cancellando quella magia che aveva creato inizialmente. Non è bastato un breve bis acustico per riprendere il controllo della situazione e la serata è finita troppo presto lasciando lo spettatore disorientato dall'ottimo antipasto a cui sono seguiti piatti scontati e poco saporiti.

 

 

Tutt'altra cucina quella della strepitosa cantante di Chicago Dee Alexander, che in mattinata ha presentato al Manzoni di Milano il suo riuscitissimo progetto su Hendrix. Credo di poter dire con assoluta tranquillità che dopo la rilettura di Gil Evans questa di Dee si posizioni come la migliore reinterpretazione delle musiche di Jimi Hendrix.

Il trattamento riservato a brani conosciutissimi (da Manic Depression a Hey Joe, una versione di Angel per sola voce e violoncello, una swingante All Along The Watchtower, una elettrizzante Fire, e via via molte altre) è singolare: come la formula strumentale fa intendere, la musica è ridotta all'osso, scarnificata e depurata da quelli che per Hendrix erano strumenti indispensabili, e cioè distorsori, pedali wah-wah, feedback e volumi altissimi. In una parola, reinventata, partendo da cellule melodiche o riff ostinati il gruppo ripropone l'essenza e la profonda modernità delle composizioni andando diritto all'obiettivo con pulizia e sobrietà .

Gli effetti speciali sono tutti demandati alla voce straordinaria e hors categorie di Dee, sempre sorridente, ironica e giocosa con il pubblico. Come da copione una rilettura che per molti aspetti tradisce l'originale spesso si rivela la più intensa e riuscita. Gli arrangiamenti ricchi di idee e la bravura degli strumentisti hanno ovviamente concorso al successo del concerto. Dell'importanza e della bravura di Tomeka Reid al violoncello già si sapeva,(e quello strumento usato sia ritmicamente che in versione cameristica quanto giova alle musiche di Hendrix !), la vera sorpresa è stato il chitarrista Scott Hesse, dal fraseggio indubitabilmente jazzy e lontanissimo dall'omaggiato, e la souplesse sorniona e rilassata di Junius Paul al contrabbasso unite ai colori e alla elasticità di Ernie Adams alla batteria. 

Il bis richiesto a voce altissima da un pubblico in visibilio è una hit-parade dei motivi più famosi di James Brown, anch'essi filtrati e prosciugati da ogni debordanza strumentale. Si finisce con ragazzine e signori in età da pensione che ballano giocosi sotto il palco mentre Dee intona Sex Machine, e gli spiriti di Jimi e di James se la ridono di gusto aleggiando in teatro.

Uno dei migliori concerti in assoluto degli ultimi tempi. 

 

 
 
 

FRANCO D'ANDREA RICORDA DALLA

Post n°2188 pubblicato il 17 Marzo 2012 da pierrde

"Ci siamo conosciuti nel '61 - ricorda D'Andrea -, erano i primi anni che mi affacciavo nel mondo del jazz anche se a Merano dove sono nato aveva già fatto delle cose; ma in quel periodo a Bologna c'era un'atmosfera particolare dove Lucio già emergeva, pur essendo di due anni più giovane di me, con il clarinetto. Suonava il jazz di quel periodo, ma amava anche cose più sperimentali; infatti quando diventammo amici mi faceva ascoltare dischi di personaggi all'avanguardia come Monk ed Eric Dolphy, era già un artista molto attento a tutto il mondo della musica.

Negli anni avete continuato a collaborare e non solo in campo jazzistico...
A più riprese mi invitò a suonare con lui, sono presente in un paio di suoi album e Lucio volle che io facessi comunque jazz senza snaturarmi. Prima di tutto era un musicista molto forte ed esperto, un personaggio che stava una spanna sopra gli altri per la sua cultura, che non era di tipo erudito ma attent


o a tutto quello che accadeva recepiva e poi trasformava con il suo linguaggio.


Cosa ti colpiva particolarmente in lui?
Oltre alla preparazione, in lui c'erano anche leggerezza e ironia; non era supponente come a volte può capitare con alcuni personaggi del nostro mondo. Mi colpiva anche la sua vocalità: la voce aveva tutti i "colori" possibili ed un senso ritmico pazzesco; faccio fatica nel mondo a trovare un personaggio così. 

 
 
 

BATTITI : UNA NOTTE DI MUSICA DAL VIVO

Post n°2187 pubblicato il 17 Marzo 2012 da pierrde
 

Una notte di musica dal vivo questa sera a mezzanotte a Battiti con il Leaping Fish Trio, gruppo di recente formazione composto da Paolo Botti, Enrico Terragnoli e Zeno De Rossi. Armati di chitarra, viola, batteria, banjo e dobro i tre musicisti si muovono su quella linea di congiunzione che unisce il jazz delle origini e il blues ai linguaggi contemporanei, la tradizione all’avanguardia. Nel corso della serata il trio suonerà alcuni brani tratti da Sankofa, il loro disco d’esordio, tra cui la sonorizzazione dell’esilarante film muto del 1916 The Mystery Of The Leaping Fish.

 
 
 

JAZZIT AWARD 2011: SUSPANCE....PLEASE

Post n°2186 pubblicato il 16 Marzo 2012 da pierrde

Un poster unico, allegato a Jazzit 69 (marzo/aprile 2012) contenente, da una parte, i 100 Greatest Jazz Album 2011 scelti dalla redazione e, dall'altra, il Readers Poll, i giudizi espressi dai lettori (10.453 votanti) in merito a un anno di jazz (musicisti, industria del jazz e produzioni). Entrambe le selezioni hanno riguardato l'ambito nazionale e internazionale. Le due foto sono comparse da qualche ora su Facebook ma, come facilmente verificabile, non consentono la lettura dei dati (se qualche lettore ha mezzi sofisticati per rendere leggibili le foto mi contatti pure).

Forse un eccesso di prudenza della redazione, il caso Top Jazz con le infinite polemiche scatenatesi su Facebook ha evidentemente spaventato Luciano Vanni e i suoi, cosi' tutto è rimandato al ricevimento della rivista. Un pò di suspance...please

 

 
 
 

UN FESTIVAL DA UN MILIONE DI EURO

Post n°2185 pubblicato il 15 Marzo 2012 da pierrde

Difficile capire cosa stia succedendo a Torino: in un periodo difficile e sparagnino l'amministrazione comunale sta organizzando per il ponte tra il 27 aprile ed il 1° maggio un festival jazz dalle dimensioni inaudite.

Seguo le vicende dalla cronaca della Stampa e sono francamente perplesso: a poco più di 40 giorni dall'evento si conosce la cifra stanziata (circa un milione di euro di cui la metà da sponsor privati) ma non il programma anche se si dice che ci saranno 52 concerti, tra piazza Vittorio e dodici locali sul Po, una rassegna cinematografica allestita con il Museo del Cinema, più altri incontri in piazza Castello, Circolo dei Lettori e al Jazz Club di piazzale Valdo Fusi.

L'unico nome che circola è quello di Dionne Warwick e la mia preoccupazione aumenta: per spendere quella cifra non basta invitare Jarrett per un paio di concerti al giorno, ci rientra tranquillamente anche il meglio della piazza musicale newyorkese. Ad aumentare la mia tribolazione ci si mette anche l'assessore alla cultura e organizzatore dell'evento che si chiama Braccialarghe (nomen omen...): quantomeno c'è puzza di bruciato e (magari) di pop star. Spero di essere smentito dai fatti ma per ora le posizioni più ragionevoli, almeno stando alle cronache della Stampa di cui allego i link, sembrano essere quelle espresse dall'opposizione. 

Incredibile ma vero, mi tocca riconoscere che le perplessità della Lega sono ragionevoli. Un Fassino jazzfan non me lo sarei mai immaginato, ma nemmeno un politico leghista in grado di connettere frasi con un senso compiuto e logico. 

 

http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/musica/articolo/lstp/446203/

 

http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/torinosette/hrubrica.asp?ID_blog=133

 
 
 

PAR CONDICIO (E ANCHE UN PO' DI INVIDIA)

Post n°2184 pubblicato il 14 Marzo 2012 da pierrde

Entra nel vivo domani la quindicesima edizione di Dolomiti Sky Jazz. Nel link a piè di pagina il programma completo.

Ovviamente la notizia in sè appartiene alle informazioni sui moltissimi eventi musicali che si svolgono nella nostra penisola, e non si discosta affatto dai tanti festival jazz organizzati in località amene. Se ne parlo è perchè, curiosando in rete, ho scoperto che Visit Trentino ha invitato i responsabili di quattro blog a seguire il festival, dandone cronaca quotidiana in rete tramite Facebook e i rispettivi blog.

La notizia allora dov'è ? Bè, i quattro blog sono tutti a tema turistico... L'unico legame con la musica sarà la prevedibile sviolinata sulle bellezze del Trentino che inevitabilmente (e giustamente) riempirà i commenti dei nostri.

Mi aspetto come minimo dapprima di essere invitato in qualche angolo di paradiso del globo terracqueo e poi ospitato alla prossima Borsa Internazionale del Turismo per decantarne le lodi..... Sono un ottimo violinista !!! 

http://www.fiemmeskijazz.com/

 
 
 

ONE / GIANT STEPS

Post n°2183 pubblicato il 13 Marzo 2012 da pierrde

Remember the "Giant Steps" animation?

"One" is a new musical animation short, design & directed by Michal Levy.

This time to the music of Jason Lindner.

You can view "One" in High Definition streaming at http://www.michallevy.com/

Also, here is a link to the VideoBoard of the film, which is a part of the work process.

http://www.youtube.com/watch?v=vDI4jpDC43o

Animated by studio FatCat http://www.studiofatcat.com/

The composition of One, and much more great music, is available on "the Jason Lindner Big Band: Live at the Jazz Gallery"

 

Watch a clip from Michal Levy's "Giant Steps," a delightful exploration of the abstraction of space, architecture and the city brimming with color and jazz.

 
 
 

FETTE DI SALAME

Post n°2182 pubblicato il 12 Marzo 2012 da pierrde

"Under the guise of “citizen journalism”—a term that covers a multitude of sins—anyone with an MP3 player and an opinion can now get equal footing with professional music journalists." (James Hale)

 

Esce domani il nuovo album di Esperanza Spalding,Radio Music Society, che potete ascoltare integralmente sul sito della radio americana NPR: http://www.npr.org/2012/03/11/147979893/first-listen-esperanza-spalding-radio-music-society?ps=mh_fl

Per onor di cronaca, e per avvalorare la tesi di James Hale, giornalista e critico del Down Beat, dico subito e chiaramente che si tratta di un album pop, patinato e pregevole nei testi e nella costruzione quanto facilmente e immediatamente dimenticabile nella sostanza.

Insomma un prodotto dell'industria e non dell'arte. Ma questo è il mio parere, quello di un "citizien journalist" sempre per parafrasare Hale. Il quale nel suo blog, Jazz Chronicles, riporta l'intervento scritto per l'annuale conferenza della Association of Writers and Writing Programs, in cui appunto detta le giuste regole per scrivere di musica.

Una specie di decalogo stile dieci comandamenti, i più ampiamente condivisibili, da seguire prima di mettere le mani sulla tastiera. Hale pare prendersela con colleghi dalla vocazione dubbia o estemporanea, con un magazine americano (Spin) che ha sostituito le recensioni musicali con giudizi ripresi da Twitter e, presumibilmente, con il proilferare di bloggers che (s)parlano di musica (ehm...).

Difficile non essere d'accordo con lui, ma forse Hale non vede quella che a mio parere è la vera discriminante tra giornalisti e dilettanti: il profitto.

Il blogger scrive per passione, spesso con insufficiente cognizione, con sintassi e lessico improbabili, con fuoco invece che con equilibrio. Ma lo fa disinteressatamente, e se non ha costanza e capacità di presa finisce inevitabilmente per mollare dopo poco.

Il critico musicale non è sempre un professionista inappuntabile: qualche volta antepone l'interesse privato. Quante recensioni taroccate, album e musicisti osannati in maniera sospetta, festival dal programma  demenziale portati in palmo di mano (è difficile sputare nel piatto dove si mangia....), insomma un vero campionario di nefandezze che mi farebbe venire il desiderio di scrivere dei contro-comandamenti da sottoporre a Hale.

Giusto per far capire che l'appassionato anche se è solo un dilettante non sempre ha le fette di salame sugli occhi....

 

http://jazzchronicles.blogspot.com/2012/03/professing-professionalism.html

 
 
 

12 MARZO 1955: LA SCOMPARSA DI PARKER

Post n°2181 pubblicato il 12 Marzo 2012 da pierrde

Reputato uno dei padri fondatori del jazz moderno, Charlie Parker fu uno dei musicisti più innovativi e influenti dell'intera storia del jazz. Dagli anni cinquanta ad oggi, il mondo della musica jazz (e non solo) si è trovato a dover fare i conti con l'influenza dell'opera di Parker. Molti musicisti trascrivevano e copiavano nota per nota i suoi assoli. Legioni di sassofonisti imitarono il suo stile e il suo modo di suonare.

Come importanza, la figura di Parker è paragonabile forse solo a quella di Louis Armstrong: entrambi stabilirono quali erano i canoni definitivi dei loro strumenti per decenni interi, fecero compiere veri e propri balzi in avanti nella comprensione, nell'ideazione e nell'esecuzione musicale, e ben pochi non si lasciarono influenzare dai loro stili. In particolare la figura carismatica di Charlie Parker contribuì enormemente alla fortuna del sassofono contralto, spingendo sempre più appassionati verso questo strumento.

La musica di Parker, considerata un tempo solo l'espressione artistica di una minoranza rivoluzionaria all'interno della comunità afroamericana, continua a essere studiata e ad influenzare la musica americana. (Wikipedia)

« Non riuscivo più a sopportare le armonie stereotipate che allora venivano continuamente impiegate da tutti. Continuavo a pensare che doveva esserci qualche cosa di diverso. A volte riuscivo a sentire qualcosa, ma non ero in grado di suonarlo... Si quella notte improvvisai a lungo su Cherokee. Mentre lo facevo mi accorsi che impiegando come linea melodica gli intervalli più alti degli accordi, mettendovi sotto armonie nuove, abbastanza affini, stavo suonando improvvisamente ciò che per tutto quel tempo avevo sentito dentro di me. Rinacqui a nuova vita. » (Charlie Parker)

 
 
 
 

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