Creato da pierrde il 17/12/2005

Mondo Jazz

Il Jazz da Armstrong a Zorn. Notizie, recensioni, personaggi, immagini, suoni e video.

IL JAZZ SU RADIOTRE

 

martedì 9 ottobre 2018 alle 20.30

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JAZZ & WINE OF PEACE

Pipe Dream

violoncello, voce, Hank Roberts

pianoforte, Fender Rhodes, Giorgio Pacorig

trombone, Filippo Vignato

vibrafono, Pasquale Mirra

batteria, Zeno De Rossi

Registrato il 26 ottobre 2017 a Villa Attems, Lucinico (GO)



 

 

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JAZZ DAY BY DAY

 

 

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festival cliccando qui

 

I PODCAST DELLA RAI

Dall'immenso archivio di Radiotre č possibile scaricare i podcast di alcune trasmissioni particolarmente interessanti per gli appassionati di musica nero-americana. On line le puntate del Dottor Djembč di David Riondino e Stefano Bollani. Da poco č possibile anche scaricare le puntate di Battiti, la trasmissione notturna dedicata al jazz , alle musiche nere e a quelle colte. Il tutto cliccando  qui
 

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Messaggi di Gennaio 2013

LE ZORNOGRAPHE

Post n°2564 pubblicato il 31 Gennaio 2013 da pierrde

Trois œuvres pour piano déclinent ce qui semble au jour d'aujourd'hui être le volume final de la série Filmworks. Musique d'une installation vidéo au Musée de la Culture Juive de Moscou (interprétée par OMRI MOR, révélation du 21e Festival de Jazz de Tel-Aviv en 2010), Beyond The Infinite, une composition interprétée par ROB BURGER, et ZORN lui même lancé sur quatre variations illustrant un documentaire de MARC LEVIN du nom de Schmatta

Annoncés chez Tzadik :

John Zorn: Lemma [#8095]Zorn’s virtuosic string music is legendary and this CD focuses on his compositions for violin. Two major new works for solo violin—Passagen (based on the legendary B-A-C-H motif) and Ceremonial Magic (which appeared on Rimbaud in a duo realization with drums but here is presented as a virtuoso solo piece); and an enigmatic suite of 12 miniatures for 2 violins entitled Apophthegms. Featuring three incredible young virtuosos: Pauline Kim, David Fulmer and Chris Otto, Lemma is a CD of wildly imaginative string music performed with passion and fiery intensity.

John Zorn: The Mysteries [#8306]A second volume from the fabulous trio of Bill Frisell, Carol Emanuel and Kenny Wollesen who first came together on the Gnostic Preludes from 2012. Universally acclaimed as one of Zorn’s most beautiful and evocative projects, the music here follows in that tradition—a minimalist modal lyricism distinguished by complex rhythmic twists and turns, Zorn’s dramatic ever-shifting sound blocks and of course the brilliant improvisations of guitar wizard Bill Frisell. Gorgeous mystical music uniting Ancient traditions with those of the 21st century, this is a charming collection of Gnostic Odes and Dances to be enjoyed by young and old alike!
 

Le novità annunciate in casa Tzadik sono un felice pretesto per ri-segnalare un blog francese interamente dedicato a John Zorn e alla sua etichetta discografica.

http://john-zorn.blogspot.it/

 
 
 

RICORDI DI BUTCH

Post n°2563 pubblicato il 31 Gennaio 2013 da pierrde

La scomparsa di Butch Morris ha coinvolto musicisti e critici non solo negli States ma anche in Italia. Ecco un bel ricordo scritto da Paolo Fresu sulla sua pagina di Facebook:

Boston, Hilton Hotel, 30 gennaio 2013.
Lawrence “Butch” Morris ci ha lasciato dopo una malattia che se lo è portato via in pochi mesi.
Se n’è andato in un osped...
ale di New York proprio mentre io ero lì per suonare al Blue Note con Omar Sosa.
Era un uomo mite. Un grande filosofo della vita e della musica che, prima attraverso il suono della sua cornetta e poi con le sue mitiche Conduction, ha dato al jazz un’apertura nuova che è stata collettiva e contemporanea.
Venne a Nuoro Jazz per una master che si concluse con un saggio bellissimo nel piccolo villaggio di Lollove e tutti noi ricordiamo ancora la sua dolcezza e il suo sorriso ma anche il suo piglio deciso di direttore e concertatore.
Era nato il mio stesso giorno. Il 10 febbraio avrebbe compiuto 66 anni.
E’ stato un grande musicista e un grande uomo. Il mondo del jazz ha perso una figura fondamentale che ha marcato la storia della musica. Paolo
Anche il portale Allabout Jazz Italia tramite Enrico Bettinello ha pubblicato una intervista comparsa originariamente sul numero di maggio 2008 del mensile BlowUp e realizzata durante il Festival di Bergamo dello stesso anno.
L'intervista è preceduta da un ritratto esaustivo e corredata da bellissime fotografie.
Pubblico l'incipt rimandando il lettore al link a piè pagina.

Una bacchetta che traccia un arabesco nell'aria. Il palmo di una mano teso ed eloquente. Il guizzo delle dita che chiama dal nulla altri suoni a materializzarsi.
Lo sguardo dei musicisti è tutto per lui: da ogni gesto si sprigioneranno nuove possibilità e la musica prenderà nuove direzioni. Perché la "conduction" è alla fine incredibilmente semplice e al tempo stesso terribilmente complicata, perché ci si può passare una vita a comprenderne le dinamiche e poi ad un tratto, come nel gesto magico di un consumato prestigiatore, capire di esserne intimamente parte.
Nel jazz il rapporto tra composizione e immediatezza esecutiva ha sempre costituito uno dei momenti centrali di un linguaggio che non può dimenticare la propria natura orale: dal binomio tema/improvvisazione che ha costituito l'ossatura dell'esperienza del jazz moderno, via via esplorando forme interamente composte o estemporaneamente esperite al momento, è su questo equilibrio instabile che si sono giocate le sorti di alcune delle avventure musicali più straordinarie degli ultimi cent'anni.

All'interno di questa galassia espressiva, la figura di Lawrence 'Butch' Morris riveste un ruolo di straordinaria originalità e centralità, sebbene non sempre celebrata quanto si meriterebbe, forse anche a causa di una non sempre capillare diffusione dei suoi dischi.

 
 
 

APPELLO PER IL JAZZ

Post n°2562 pubblicato il 30 Gennaio 2013 da pierrde

Candidati alle Elezioni Politiche 2013: Appello per il jazz e le altre musiche d'oggi.

 

X il jazz

http://xiljazz.it

La cultura come settore strategico
Varie forze politiche hanno dichiarato di voler includere lo sviluppo del settore cultura fra i punti cardine del governo a venire. È una buona notizia per molti motivi: la cultura incide profondamente sulla qualità della vita delle persone, ma è anche un volano di sviluppo economico notevole in un Paese come l’Italia che ha un imponente capitale, finora sottoutilizzato, sia di patrimonio storico che di talento vivente.
Scopo di questo documento è quello di contribuire a una migliore conoscenza e comprensione di un ambito artistico – il jazz e le musiche che gli sono affini – fra i più trascurati dalle istituzioni culturali, nonostante abbia acquisito in questi anni un ampio bacino di pubblico e una ragguardevole reputazione internazionale, che prefigurano un elevato potenziale di moltiplicazione di ricchezza e di lavoro finora incomprensibilmente poco sfruttato.
Inoltre, proprio per la sua natura “anfibia” di musica d’arte nata però da radici popolari, l’analisi del mondo del jazz può contribuire a chiarire un rapporto fra “pubblico” e “privato” che allo stato attuale è piuttosto confuso, essendo il mercato culturale divenuto una grande “zona grigia”, assai generosa di profitti privati e sempre più povera di ricadute pubbliche.
Queste riflessioni provengono dal mondo del jazz, ma sono evidentemente applicabili ai numerosi altri ambiti di musiche d’arte non accademiche che ne condividono le problematiche.

Continua a leggere e, se concordi, firma qui : https://www.change.org/petitions/candidati-alle-elezioni-politiche-2013-appello-per-il-jazz-e-le-altre-musiche-d-oggi

 
 
 

DIO PERDONA, UMBRIA JAZZ PURE...

Post n°2561 pubblicato il 30 Gennaio 2013 da pierrde

Domenica 7 luglio. Arena santa Giuliana.


Torna ad Umbria Jazz uno dei più grandi pianisti di sempre: Keith Jarrett. Un evento unico per festeggiare i 40 anni di Umbria Jazz e i 30 anni di attività del trio con Gary Peacock al contrabbasso e Jack Dejohnette alla batteria.

A breve tutte le info sulle prevendite.

 
 
 

ROSCOE A ROMA

Post n°2560 pubblicato il 29 Gennaio 2013 da pierrde

Alla fine mi si avvicina un uomo e mi fa: “Lei era al concerto di Roscoe Mitchell? Ma il ritmo, il tempo, la musicalità? Non suona pezzi, ma studi”. Strano, mi ricordo che lo dicevano anche di Coltrane, cinquant’anni fa: “Non puó farci pagare per ascoltarlo mentre studia”.
Quel diavoletto di Roscoe Mitchell riesce a colpire ancora. Ho visto un pubblico smarrito, sconcertato, qualcuno dormiva. Che diavolo era successo?
Prendiamo un’orchestra jazz, mettiamola lì tutta bella schierata: trombe, tromboni, sassofoni, magari clarinetti, il contrabbasso, la batteria con un bel set di percussioni, pure la chitarra elettrica e il pianoforte. Ora, iniziamo a togliere ottoni, pianoforte e chitarra elettrica: via l’armonia e il dialogo fra il solista e il resto dell’orchestra. Poi eliminiamo il contrabbasso e le percussioni: niente ritmo o almeno nulla che lo faccia percepire apertamente. Lasciamo solo il sassofono solista. Peró gli togliamo anche la melodia, niente sequenze cantabili, riconoscibili. Gli restano gli accordi e il suono, quello puro, tutto ciò che riesce a cavare dal suo sax.
Ecco: questo è più o meno quello che accade nel concerto per solo sax di Roscoe Mitchell, il vecchio leone del free jazz, ex Art Ensemble of Chicago. L’avevo lasciato all’incirca una trentina di anni fa, nel suo soffio ancora il fuoco di un free battagliero. L’ho ritrovato ieri sera canuto, naturalmente, con la stessa rigorosa irriducibilità ma più consapevole, controllata. Alterna parti scritte, che sono passi mossi con circospezione, quasi introduzioni tematiche, a lunghe improvvisazioni. Al soprano inanella lunghe note sovracute condite da armonici, suoni che ballano nell’aria per decine di secondi grazie alla respirazione circolare. Al contralto spara lunghissimi muggiti, a volte belati, che ti tengono col fiato sospeso. Un paio di volte getta lì grappoli di note come accordi sgranati in cerca di swing, un Charlie Parker del XXI secolo, per dire. Il ritmo è nascosto lì dentro da qualche parte, ce lo dobbiamo cercare da soli o affidarci alla testa che l’uomo fa ciondolare avanti e indietro come un metronomo. Oppure guardargli quel viso che si gonfia e si sgonfia, gli occhi chiusi o strabuzzati, le sopracciglia che si alzano e si abbassano senza tregua.
Ma è ancora jazz? mi chiedeva l’uomo.
Boh, è importante?
Quel settantenne smagrito, arrivato in completo color tabacco, serio, muto, quasi rigido, ci ha buttato addosso tanta di quella energia musicale che chiedersi cosa fosse è come guardare il proverbiale dito invece della luna.
Grazie Mr. Mitchell.

Fonte: http://lastella.blogautore.repubblica.it/2013/01/29/il-non-jazz-di-roscoe-mitchell/

Ho visto Roscoe Mitchell in concerto decine di volte, in solo, con l'Art Ensemble of Chicago, con altri gruppi a suo nome e non. Possiedo praticamente tutti i dischi e la situazione che descrive Aldo Lastella la conosco bene, da almeno quattro decenni. Può legittimamente non piacere, e anche la domanda iniziale è tutt'altro che nuova, anzi.Ma mi domando a mia volta: prima di andare ad un concerto non sarebbe bene ascoltare qualcosa del musicista in questione ? Si eviterebbero domande fuori posto e serate non corrispondenti ad un improbabile immaginario. Per il resto Lastella esprime bene il suo pensiero riguardo Roscoe Mitchell, che largamente condivido.

 
 
 

BUTCH MORRIS R.I.P.

Post n°2559 pubblicato il 29 Gennaio 2013 da pierrde

We're incredibly saddened to hear about the passing of one of the greatest musicians, arrangers, and composers of our era. Morris never got full recognition for his many achievements, including his ingenious Conduction system. More shortly.

Fonte :http://www.facebook.com/#!/pages/Destination-OUT/114551651940059

 

 
 
 

E ORA WYNTON INCROCIA CROSBY, STILLS AND NASH

Post n°2558 pubblicato il 28 Gennaio 2013 da pierrde

Dopo gli incontri con Willie Nelson, Eric Clapton e Paul Simon ora Wynton Marsalis e la Lincoln Jazz Orchestra annunciano due concerti con il celebre trio Crosby, Stills and Nash.

L'occasione è, come per i precedenti incontri, il Gala Concert ( prezzi da 1500 a 25000 dollari) il 1 maggio mentre il 3 maggio concerto pubblico sempre al Rose Theatre di New York.

Di questo passo per i prossimi anni messi in preallarme gli Abba, i Cugini di Campagna e gli Iron Maiden. 

 
 
 

JARRETT NEWS: CONCERTO A VENEZIA

Post n°2557 pubblicato il 28 Gennaio 2013 da pierrde

Keith Jarrett, piano
Gary Peacock, double-bass
Jack DeJohnette, drums

Recorded July 2009

ECM 2200

 

Nell'anno in corso lo Standards Trio di Jarrett sarà impegnato in un tour mondiale per festeggiare il 30° anniversario di costituzione. Ai concerti già programmati e che  riporto sotto (ripresi dal sito http://www.keithjarrett.it/lang/it/forthcoming-concerts/ ) va aggiunto quello a Venezia al Teatro La Fenice martedi' 16 luglio con prevendite già aperte su Ticketone. Ovviamente prezzi d'affezione, dai 40 ai 140 euro. Il concerto è inserito nella programmazione del Venezia Jazz Festival.

Solo:Trio:

Nel corso del 2013 sono previsti due nuovi album, uno con lo storico trio, ed è quello che riporto sopra in fotografia, ed uno doppio in duo con la violinista Michelle Makarski di cui posto la copertina in basso . In programma le sonate per violino e pianoforte di Johann Sebastian Bach.

Johann Sebastian Bach

Sechs Sonaten für Violine und Klavier

Michelle Makarski: violin
Keith Jarrett: piano

Sonate b_Moll, BWV 1014
Sonate A_Dur, BWV 1015
Sonate E_Dur, BWV 1016
Sonate c_Moll, BWV 1017
Sonate f_Moll, BWV 1018
Sonate G_Dur, BWV 1019

Recorded November 2010

ECM 2230/31 | 2_CD 476 4582

 
 
 

CLAUDIO FILIPPINI TRIO - FACING NORTH (CAM JAZZ) 2013

Post n°2556 pubblicato il 27 Gennaio 2013 da pierrde
 

Claudio Filippini, piano
Palle Danielsson, contrabbasso
Olavi Louhivuori, batteria

Nothing To Lose (D. Black/H. Mancini)
Scorpion Tail (*)
Facing North (*)
Landscape (*)
Sonatina (*)
Embraceable You (I. Gershwin/G. Gershwin)
God Only Knows (T. Asher/B. Wilson)
Chasing Pavements (A. Adkins/E. White)
Soaking and Floating (*)
Modern Times (*)

(*) Claudio Filippini

"L’idea di Facing North mi è stata proposta in un momento particolarmente difficile della mia vita artistica. Mi sembrava di non riuscire più a crescere, avevo l’impressione che tutto quello che scrivevo si ripetesse sempre uguale. L’idea di suonare con due grandi musicisti come Palle e Olavi mi ha dato immediatamente una spinta, ha fatto scattare in me un irrefrenabile desiderio di scrivere e di immaginare. Ecco il perché del titolo. Facing North: rivolto al nord, cercando quel punto che la bussola ci suggerisce quando perdiamo la strada, guardando oltre, puntando in alto." Claudio Filippini

L'incontro del pianista pescarese con l'immaginifico Palle Danielsson e l'esuberante Olavi Louhivuori aveva acceso la mia curiosità fin dall'annunciato progetto. Il test è sicuramente probante per il pianista, suonare con Palle è una specie di esame di ammissione al consesso dei migliori musicisti europei e Claudio si esprime al meglio sia come compositore che come strumentista.

Il primo ascolto rivela una profonda empatia tra il trio, uno stato di grazia che, se prevedibile da parte del suono caldo e lirico del contrabbasso non era proprio scontato trovare nel tocco di un giovane musicista qui al primo incontro discografico probante fuori dai confini nazionali.

Invece tutto l'album è permeato di classe strumentale, maturità espressiva, ricerca armonica (Embraceable You in solo), lirica morbidezza tematica. Il contributo dei Danielsson è rilevante: il suono dello strumento, sia pizzicato che archettato, è inconfondibile avendo tracciato più di trent'anni di storia del jazz  non solo europeo.

Anche il batterista finlandese, ascoltato in passato nei gruppi di Tomasz Stanko, ben contribuisce all'architettura strutturale del trio dove sempre emerge con sicurezza il tocco raffinato del pianista, lucido costruttore di stratificazioni armoniche. Trovare soluzioni e idee nuove nel campo più che dissodato del piano trio è compito arduo anche per i maestri americani, Claudio giustamente ricerca equilibrio e cantabilità, percorrendo sentieri  battuti con gusto e raffinatezza.

Su tutti i brani le mie preferenze vanno allo spendido Facing North, al sempre meraviglioso tema di Henry Mancini, Nothing to Lose dove il contrabbasso prende un solo di perentoria bellezza, e al ritmato Scorpion Tail, aperto ancora da Danielsson e ottimamente punteggiato da Louhivuori.

V A L U T A Z I O N E  :   *   *   *   *

 
 
 

IL GIORNO DELLA MEMORIA

Post n°2555 pubblicato il 27 Gennaio 2013 da pierrde

 
 
 

NOVITA' E.C.M. IN USCITA

Post n°2554 pubblicato il 26 Gennaio 2013 da pierrde

Keith Jarrett
Hymns / Spheres

Keith Jarrett: organ

ECM 1086/87

“Hymns/Spheres”, il celebrato incontro di Keith Jarrett con il Trinity organ dell'abbazia benedettina di Ottobueren del 1976, è finalmente presentato nella sua interezza in questo doppio cd tratto dai nastri originali analogici. "Nessuna sovraincisione ne abbellimento tecnico è stato utilizzato, ascoltiamo solamente il suono dell'organo nella sua purezza". Suono modulato dalla mente, dalle mani e dai piedi di un grande imporovvisatore. In occasione dell'uscita nel 1976, alcuni critici paragonarono questa musica a quella per organo di Ligeti, Messiaen e Reger, ma il tempo ha mostrato che questo lavoro che viene ripresentato oggi è esclusivamente il frutto dell'originalità e della creatività proprie di Jarrett.

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Stephan Micus
Panagia

Stephan Micus: Bavarian zither, dilruba, chitrali sitar, sattar, 14-string guitar, nay, voice

ECM 2308


"Panagia" è il ventesimo album di Stephan Micus per ECM, l'uscita coincide con il suo sessantesimo compleanno. La parola greca Panagia è uno dei nomi della Vergine Maria, madre di Cristo. In questo album Micus propone sei preghiere greco-bizantine alla sua maniera inimitabile, con gli strumenti raccolti durante i suoi viaggi in giro per il mondo. "L'album alterna poesie cantate a brani strumentali, creando una struttura simmetrica, quasi ritualistica. Con Panagia ho focalizzato maggiormente l'attenzione sugli archi", spiega Micus parlando di questo lavoro realizzato nel suo studio di Mallorca dove vive ormai da anni. "Gli strumenti vengono dalla Baviera, dall'India, dal Pakistan e dallo Xinjiang cinese e in più c'è una chitarra con 14 corde di mia invenzione". Micus tiene a sottolineare che il suo intento non è quello di replicare una musica altrui, ma di crearne una nuova ed universale.

 

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Eleni Karaindrou
Concert in Athens

Kim Kashkashian: viola; Jan Garbarek: tenor saxophone; Vangelis Christopoulos: oboe; Eleni Karaindrou: piano; Sergiu Nastasa: violin; Renato Ripo: violoncello; Stella Gadedi: flute; Marie-Cécile Boulard: clarinet; Sonia Pisk: bassoon; Vangelis Skouras: french horn; Socratis Anthis: trumpet; Maria Bildea: harp; Dinos Hadjiiordanou: accordion; Aris Dimitriades: mandolin
Camerata Friends of Music Orchestra, conducted by Alexandros Myrat

ECM New Series 2220

Ciascuna delle composizioni di Eleni Karaindrou, come sostiene la stessa compositrice, sembra essere parte di un mosaico che prende forma definitiva molto lentamente negli anni. La forma complessiva diviene più chiara e meglio dettagliata attraverso ciascun nuovo album. Questo è il ventesimo per ECM, la documentazione di una grande performance che segna il ritorno nella grande Athens Concert Hall dopo "Elegy of Uprroting". Il concerto presenta un eccezionale ensemble di solisti, che hanno portato un imprescindibile contributo alla realizzazione di questo lavoro, e una serie di composizioni scritte o rielaborate per il teatro. Nel nuovo arrangiamento di "Closed Roads" è protagonista il timbro robusto della viola di Kim Kashkashian, in un album che si apre e si conclude con il suono intensamente nostalgico di Jan Garbarek sullo sfondo di un gruppo d'archi e della stessa Karaindrou al pianoforte sulle musiche del Requiem per Willy Loman da "Death of a Salesman".


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In uscita a metà febbraio



Stefano Battaglia Trio
Songways

Stefano Battaglia: piano; Salvatore Maiore: bass; Roberto Dani: drums

ECM 2286

Il trio di Stefano Battaglia continua nella direzione del recente "The river of anythere" con una nuova selezione di canti, inni, danze, tutti scritti da Battaglia ed ispirati dalla descrizione visionaria di luoghi della letteratura e dell'arte - da Alfred Kubin a Jonathan Swift, da Charles Fourier a Italo Calvino. "Songways" trova "un nuovo bilanciamento armonico tra canti modali di un arcaismo pre tonale e danze, canzoni puramente tonali ed inni, lasciando spazio anche a tessiture astratte", racconta Battaglia. "Questo disco documenta fedelmente lo sviluppo naturale della vita del Trio che in questo momento lascia uno spazio d'azione maggiore alla batteria".

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Chris Potter
The Sirens

 

Chris Potter: tenor and soprano saxophones, bass clarinet; Craig Taborn: piano; David Virelles: prepared piano, celeste, harmonium; Larry Grenadier: double bass; Eric Harland: drums

 

ECM 2258

 

"The Sirens" è l'album di esordio di Chris Potter per ECM come leader, un album nel mood e nelle melodie ispirato all'Odissea - permeato da un'atmosfera epica e da un'umanità senza tempo. Potter - presente in molti dischi ECM tra cui quelli di Dave Holland e Steve Swallow e anche in "Lost in a Dream" con Paul Motian e Jason Moran - ha composto una serie di irresistibili canzoni senza parole. I brani del disco sono supportati da una virtuosistica band: a Potter al sassofono tenore, soprano e clarinetto basso si aggiungono Craig Taborn (piano), David Virelles (piano preparato, celeste, harmonium), Larry Grenadier (contrabasso) e Eric Harland (batteria). Potter delinea le sue liriche linee melodiche sopra una sezione ritmica sempre dinamicamente inventiva, con una molteplicità di colori che splendono come stelle nella notte.

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Tomasz Stanko New York Quartet
Wisława

 

Tomasz Stanko: trumpet; David Virelles: piano; Thomas Morgan: double bass; Gerald Cleaver: drums

 

ECM 2304/05

 

Come il suo amato Miles Davis, il trombettista polacco Tomasz Stanko ha un dono speciale per metter su fantastici gruppi, e questo qui, formatosi nella capitale del jazz, va oltre ogni promessa. Thomas Morgan e Gerard Clever sono tra i musicisti più sensibili nell'ambito dell’improvvisazione contemporanea ed il pianista cubano David Virelles, ispirato sia dai ritmi tribali, sia da Thelonious Monk e Andrew Hill, è particolarmente adatto alle ballads di Stanko. Nei pezzi veloci, poi, i musicisti sembrano inoltrarsi in nuovi territori con risultati eccellenti. Il programma di questo doppio album è ispirato anche alla figura di Wisława Symborska, poetessa polacca candidata al Nobel e morta nel 2012. Stanko scrive nel libretto del cd: "Le parole di Wisława Symborska mi hanno fornito idee e intuizioni. Averla incontrata e aver interagito con la sua poesia ha dato impeto a questa musica che vorrei rispettosamente dedicare alla sua memoria".

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Charles Lloyd and Jason Moran
Hagar’s Song

 

Charles Lloyd: alto and tenor saxophones, alto and bass flutes; Jason Moran: piano, tambourine

 

ECM 2311

 

"Hagar's Song", è il nuovo album di Charles Lloyd per ECM, un duo interattivo con Jason Moran, il pianista membro del quartetto di Lloyd dell'ultimo periodo, presente su Rabo de Nube” (2008), “Mirror” (2010) e “Athens Concert” (2012). L'album presenta brani particolarmente cari a Lloyd spaziando da composizioni di Billy Strayhorn (“Pretty Girl” a/k/a “Star-Crossed Lovers”), Duke Ellington (“Mood Indigo”), George Gershwin (“Bess, You Is My Woman Now”) e Earl Hines (“Rosetta”), includendo uno standard strettamente legato a Billie Holiday (“You’ve Changed”), fino ad arrivare alla ballad più famosa di Brian Wilson dei Beach Boys (“God Only Knows”) e ad una canzone di Bob Dylan interpretata dal gruppo the Band (“I Shall Be Released”), suonata in memoria di Levon Helm. Il brano centrale del set, poi, è una suite composta da Lloyd e dedicata alla sua trisavola, la quale, fu prelevata dalla propria casa a 10 anni e venduta ad uno schiavistà nel Tennessee. "Quando ne sono venuto a conoscenza, la sua storia mi ha scosso molto" dice Lloyd. "La suite vuole rappresentare le fasi della sua vita; la perdita della famiglia, la solitudine, i dispiaceri, i sogni e le canzoni per il suo figlio appena nato".

 
 
 

STEFANO ZENNI DIRETTORE DEL TORINO JAZZ FESTIVAL

Post n°2553 pubblicato il 25 Gennaio 2013 da pierrde

Torino Jazz festival, si cambia. Stefano Zenni è il nuovo direttore artistico della 2/a edizione del Torino Jazz Festival che si terrà dal 26 aprile al 1 maggio 2013. Il successo della prima edizione - oltre 100.000 persone per 60 concerti - riporta la rassegna nelle strade e nelle piazze del centro mentre ai Murazzi si terrà 'Fringe'. Zenni, musicologo, saggista, conduttore radiofonico, docente in vari Conservatori e Università, intende portare il TJF a livelli più alti e attirare ancora più pubblico.

Fonte: http://torino.repubblica.it/cronaca/2013/01/25/news/zenni_nuovo_direttore_del

I rumors di cui avevo parlato tempo fa sul blog erano dunque fondati. La scelta è a mio avviso felice. L'inizio non potrà che essere in discesa per Zenni, daltronde qualsiasi appassionato di buon senso avrebbe fatto scelte migliori del suo predecessore, ma dare solidità e spessore ad un festival non è comunque compito facile. Auguri Stefano !

 
 
 

CRITICA EROTICA

Post n°2552 pubblicato il 25 Gennaio 2013 da pierrde

Diana Krall – Glad Rag Roll (Verve)

“Glad rag roll” andrebbe acquistato solamente per la copertina. L’immagine della jazz singer Diana Krall in guepiere e calze di seta innesca il movimento di una considerevole quantità di testosterone. Meriterebbe un posto sul comodino, accanto alla sveglia.

Fonte: http://www.televideo.rai.it/televideo/pub/articolo.jsp?id=14582

 
 
 

OTTIMA MUSICA ?

Post n°2551 pubblicato il 25 Gennaio 2013 da pierrde

Grande anteprima questa sera al Blue Note di Milano per il “Sotto questo sole tour” di Paolo Belli e della sua Big Band che toccherà i club più prestigiosi d'Italia

Paolo, domani sera dal Blue Note di Milano parte una nuova avventura con la Big Band.

«Sono emozionato perché il Blue Note è il tempio del jazz, ma sono anche molto felice perché sono stati loro a chiederci di suonare e ciò vuol dire che proponiamo ottima musica.

Fonte: http://gazzettadimodena.gelocal.it/cronaca/2013/01/24/news/nuovo-tour-1.6407337

P.S. Può darsi che la musica sia ottima ma di certo la programmazione fa pena.....

 
 
 

CHARLIE M

Post n°2550 pubblicato il 24 Gennaio 2013 da pierrde

"Due settimane prima, in un nuvoloso pomeriggio di Gennaio, cinquantasei capodogli attraversarono le acque basse della costa Baja nel Nord-Ovest del Messico, si abbatterono sulla spiaggia come una mostruosa mareg...giata e morirono.
Lo stesso pomeriggio, parecchie centinaia di chilometri a Est, in un piccolo villaggio chiamato Cuernavaca, morì mio marito, Charles Mingus.
Aveva 56 anni.
Il giorno dopo Mingus e i capodogli vennero bruciati...
Sarebbe piaciuta a Mingus questa coincidenza.
Dopo tutto, lui credeva nei presagi, e avrebbe sicuramente ricordato il tuono misterioso esploso nel cielo senza nubi il giorno in cui Charlie Parker morì."

Sue Graham Mingus

Fonte: Blue in Green, Facebook

 
 
 
 

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