LETTERE AL DIRETTORE (MusicaJazz febbraio 1967)
Creato da pierrde il 17/12/2005
Mondo Jazz
Il Jazz da Armstrong a Zorn. Notizie, recensioni, personaggi, immagini, suoni e video.
IL JAZZ SU RADIOTRE
martedì 9 ottobre 2018 alle 20.30
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JAZZ & WINE OF PEACE
Pipe Dream
violoncello, voce, Hank Roberts
pianoforte, Fender Rhodes, Giorgio Pacorig
trombone, Filippo Vignato
vibrafono, Pasquale Mirra
batteria, Zeno De Rossi
Registrato il 26 ottobre 2017 a Villa Attems, Lucinico (GO)
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JAZZ DAY BY DAY
I PODCAST DELLA RAI
Dall'immenso archivio di Radiotre è possibile scaricare i podcast di alcune trasmissioni particolarmente interessanti per gli appassionati di musica nero-americana. On line le puntate del Dottor Djembè di David Riondino e Stefano Bollani. Da poco è possibile anche scaricare le puntate di Battiti, la trasmissione notturna dedicata al jazz , alle musiche nere e a quelle colte. Il tutto cliccando qui
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Messaggi di Giugno 2013
Post n°2905 pubblicato il 30 Giugno 2013 da pierrde
Ascona (Canton Ticino), 29 giugno 2013 - "Il jazz da sempre fa parte della mia vita. In America ho collaborato con Ron Carter e Gil Evans, incidendo anche un disco. Quando ho avuto la proposta da Dado Moroni e dai suoi musicisti ho detto subito di sì. Io sul palco continuo a divertirmi". Ornella Vanoni, signora indiscussa della canzone italiana, è stata tra i protagonisti di Jazzascona, la rassegna del Canton Ticino che tradizionalmente apre la stagione dei festival jazz estivi in Europa (....) Quali sono le differenze nell'approccio a questo repertorio rispetto alla canzone? E quale rapporto si instaura con chi viene ad ascoltarla? Fonte: http://qn.quotidiano.net/spettacoli/2013/06/29/912089-vanoni-jazzascona-ascona-festival.shtml |
Post n°2904 pubblicato il 30 Giugno 2013 da pierrde
Una interessante rassegna stampa on-line dagli Stati Uniti: *First world problem: the post-modern music snob. |
Post n°2903 pubblicato il 29 Giugno 2013 da pierrde
The music returns to the pastoral Americana that Friell has been mining over the course of the past several years. The music is immaculately played as you would suspect, given musicians of this calibre, but the only problem is that the music never really seems to take flight. “Hawks” is the highlight of the album, where the band wakes up from it’s lazy slumber to add a jolt of well needed power to the proceedings. The rest of the album is quiet and polite, well played but ultimately unmemorable, like a dream that drifts by on a quiet summer day. Recensione dal blog Music and More Condivido pienamente il parere di Tim, l'autore della recensione, e anzi, rincarerei la dose. Bill Frisell è sicuramente un grande musicista, a lungo uno dei miei preferiti, ma da troppo tempo ci propina album di scarso significato, prevalentemente del country-jazz troppo sofisticato per essere fruibile come country e troppo annacquato e prevedibile per essere considerato jazz. Insomma, ne carne ne pesce, un grande talento che si consuma in troppe uscite discografiche tutte dallo stesso sapore piuttosto insipido. Che ne è del formidabile leader dei primi album o del memorabile protagonista del trio con Paul Motian e Joe Lovano ? Possibile che abbia già espresso il meglio, che abbia già consumato il fuoco creativo ? Certo è che di album simil country non ne sento più il bisogno, mi piacerebbe ritrovare la creatività di Rambler, il rush e le idee di Is that you ?, la sperimentazione di Richter 858. Big Sur è solo l'ennesimo album che dopo qualche ascolto finisce nel mucchio.... |
Post n°2902 pubblicato il 29 Giugno 2013 da pierrde
Carissimo Direttore, |
Post n°2901 pubblicato il 29 Giugno 2013 da pierrde
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Post n°2898 pubblicato il 29 Giugno 2013 da pierrde
Quanti sono i festival estivi nel nostro paese ? Molti, considerando che alcuni sono già conclusi e che questo è sicuramente un elenco solo parziale. Ma allora la nostra musica gode di ottima salute ? La risposta non è affatto semplice e per niente scontata.... Se ne fa un gran parlare, pare che il caro, amato jazz sia venuto irrimediabilmente a mancare. Secondo i ben informati, sembrerebbe che ad ucciderlo sia stata una lunga malattia: innumerevoli contaminazioni lo avevano infettato, consumandolo lentamente ma inesorabilmente. A cominciare dal Cool, al Free, il Rock, Fusion, Funk, Latin, persino l'Hip Hop. Ne danno il triste annuncio il Comitato dei medici curanti, i Tradizionalisti che gli sono rimasti accanto fin quando non ha esalato l'ultimo respiro e i Puristi tutti delle Blu Note. È doveroso da parte nostra, però, informare i lettori che circolano sul web alcune fantasiose teorie secondo le quali si tratterebbe di una messa in scena, di un depistaggio, in altre parole di una falsa morte. Del resto, come accade per qualsiasi star che si rispetti la morte porta sempre con sé misteri e incongruenze. Qualche dubbio è venuto anche a noi: secondo le notizie degli ultimi tempi, infatti, il jazz godeva apparentemente di ottima salute. Siamo pertanto intenzionati ad andare a fondo alla questione, cercandolo in lungo e in largo ovunque possa essersi nascosto: nei club, nelle cantine, nei locali, nelle scuole o in qualche sperduto piccolo festival di provincia... Sospettiamo, infatti, che il jazz non sia davvero morto, ma si sia trasformato, evoluto, rinnovato. Questa è la nostra idea e tenteremo dimostrarla, pur non sapendo esattamente dove tutto ciò ci porterà....seguiteci e vedrete o ascolterete
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Post n°2897 pubblicato il 28 Giugno 2013 da pierrde
le esibizioni di Miles Davis, Charles Mingus, Dizzy Gillespie, Gil Evans, Erykah Badu, Keith Jarret, B.B. King, Enrico Rava, Paolo Fresu e tantissimi altri artisti che hanno fatto di Umbria Jazz uno dei più importanti festival al mondo. Grazie a filmati esclusivi e ai racconti di presentatori d'eccezione, puoi goderti 40 anni di emozioni che hanno scritto la storia del jazz. DAL 5 LUGLIO IN EDICOLA CON REPUBBLICA E L'ESPRESSO A €8,90 in più
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Post n°2896 pubblicato il 27 Giugno 2013 da pierrde
Scegli il direttore artistico di un importante festival italiano (nome e cognome o nome del Festival). È seduto di fronte a te, lo puoi guardare negli occhi e fargli - educatamente - una domanda Bittolo Bon: Paolo Fresu, direttore di Time In Jazz, Berchidda: non ho potuto fare a meno, qualche tempo fa, di leggere la sua infuocata missiva all'Unione Sarda (mi pare) nella quale si lamentava di un piccolo (in proporzione) taglio al budget del suo Festival. Con la somma corrispondente all'entità di quel taglio avremmo agevolmente potuto mettere in piedi tra le quattro e le sei rassegne quali quelle che El Gallo Rojo ha faticosamente organizzato negli ultimi anni a Massa Lombarda. Alla luce di questo fatto, non sarebbe il caso di riconsiderare una scala di valori che non può essere più applicabile al periodo di crisi in cui viviamo, e quindi di redistribuire quelle che per me sono enormi risorse in una maniera più equa e consona? Fonte: http://italia.allaboutjazz.com/php/article.php?id=9229 |
Post n°2895 pubblicato il 27 Giugno 2013 da pierrde
“I never experienced any racial barriers in jazz other than from some members of the audience.”—Bill Evans Un articolo lungo ma estremamente interessante è quello di Eugene Holley, scrittore e musicista, comparso ieri su NexMusicBox. Il tema, non nuovo ma sempre di attualità, è l'influenza dei musicisti bianchi rispetto alla musica nera, partendo dalla profonda ammirazione dell'autore, un nero americano, per Bill Evans, pianista bianco. Lo scritto è molto più articolato rispetto all'estrema sintesi che ne ho tracciato, ed è godibile e largamente condivisibile. Ne riporto solo la parte iniziale rimandando al consueto link: In the early ‘80s, I was working in a Washington, D.C. record store when I heard Kind of Blue, Miles Davis’s midtempo, modal masterpiece of an album that for me, and many others, was an initiation into the colors, cadences, and complexities of jazz. Transfixed by the many aural shades of the LP’s blue moods, I made it a point to get every recording the musicians on the album had ever made. But it was the poetic and profound pianism of Bill Evans that haunted me the most. When I listened to Evans’s studio LP Explorations—with drummer Paul Motian and bassist Scott LaFaro—my Evans-induced hypnotic trance deepened; and so did my problem. What was the problem? Bill Evans was white. And I am black Continua qui : http://www.newmusicbox.org/articles/my-bill-evans-problem-jazz-and-race/#.UcsOAo7sHug.facebook |
Post n°2894 pubblicato il 26 Giugno 2013 da pierrde
« Penso che Cecil Taylor [...] facesse col piano lo stesso che Ornette (Coleman) e Don (Cherry) facevano coi loro strumenti. [...] Suonavano un sacco di note tanto per suonarle, per far vedere quanta tecnica avessero. » Miles Davis
MILES DAVIS? Non suona male, per essere un miliardario» CECIL TAYLOR
Amicum secreto admone, palam lauda. (Ammonisci l'amico in segreto e lodalo in pubblico) |
Post n°2893 pubblicato il 26 Giugno 2013 da pierrde
Altri sogni bellissimi cliccando http://www.leggo.it/foto/l_ironia_sul_web_sulla_condanna_di_berlusconi/0-49501.shtml#fotog_top |
Post n°2892 pubblicato il 26 Giugno 2013 da pierrde
La locuzione latina Nomen omen, o al plurale nomina sunt omina tradotta letteralmente, significa il nome è un presagio Fonte: http://www.nomenomen.net/ |
Post n°2891 pubblicato il 26 Giugno 2013 da pierrde
.......O BANCO 'E NAPULE NUN E 'MPEGNA "andare a un concerto di Paul McCartney è come fare una visita al Louvre o agli Uffizi, si va ad ammirare l'arte, la più straordinaria e popolare arte del Novecento e, soprattutto, si va ad ascoltare il concerto che i Beatles non hanno mai fatto. Dovrebbero portarci i ragazzi delle scuole, dovrebbe essere obbligatorio, dovrebbe essere un appuntamento che ogni essere umano, almeno una volta nella vita dovrebbe avere con la Grande Musica Popolare del Novecento." Ernesto Assante "Basta chiacchiere sulla cultura, l'Italia deve svegliarsi, è ora di fare qualcosa." Riccardo Muti, presentando il concerto dell'amicizia di Mirandola
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Post n°2890 pubblicato il 25 Giugno 2013 da pierrde
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Post n°2889 pubblicato il 24 Giugno 2013 da pierrde
- Mi ha sempre affascinato il parallelo che esiste fra un’orchestra jazz e le dinamiche di una squadra. Occorre avere una traccia comune, in cui tutti si possano riconoscere. Occorre saper lasciare spazio al talento individuale, al momento di ispirazione che rende migliore te ma anche quelli che hai di fianco. Occorre considerare le proprie differenze come una ricchezza. Occorre rispettare il proprio tempo e quello degli altri, saper improvvisare vivendo l’improvvisazione non come una difficoltà ma come un momento di straordinaria potenzialità e bellezza creativa. Occorre essere ‘agili’, pronti a cambiare, capaci di passarsi il testimone. Sincronia, forza, energia, ritmo, atteggiamento. Insomma non c’è affatto differenza fra il jazz e il volley! Mauro Berruto Head Coach Italian Men’s Volleyball National Team |
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