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Mondo Jazz

Il Jazz da Armstrong a Zorn. Notizie, recensioni, personaggi, immagini, suoni e video.

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martedì 9 ottobre 2018 alle 20.30

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JAZZ & WINE OF PEACE

Pipe Dream

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batteria, Zeno De Rossi

Registrato il 26 ottobre 2017 a Villa Attems, Lucinico (GO)



 

 

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Messaggi del 22/01/2009

E' SCOMPARSO DAVID FATHEAD NEWMAN

Post n°1151 pubblicato il 22 Gennaio 2009 da pierrde
 
Tag: NEWS

Una voce facilmente riconoscibile fin dai primi album con Ray Charles e poi, dal 1959 con progetti a proprio nome, si è spenta a 75 anni  per un carcinoma al pancreas. David doveva essere protagonista dell'appuntamento di domenica 25 gennaio al Teatro Manzoni di Milano per la rassegna Aperitivo In Concerto; già da qualche settimana un comunicato parlava delle condizioni di salute in peggioramento e della sostituzione del valente sassofonista con il trombonista Slide Hampton . Purtroppo Newman non ce l'ha fatta e si è spento il 20 gennaio nella sua casa di New York.

Un profilo del musicista sul sito di JazzTimes

 
 
 

SUL PONTE SVENTOLA BANDIERA BIANCA

Post n°1150 pubblicato il 22 Gennaio 2009 da pierrde

 Stiamo parlando dell'industria discografica che, almeno a sentire Ernesto Assante sulla Repubblica del 20 gennaio, dichiara finita la guerra al downloading illegale con una solenne sconfitta:   

"Basta fare guerra a chi scarica la musica su Internet. Mandarli in galera non ci farà guadagnare un solo dollaro in più. L'industria deve dare ai consumatori quello che vogliono, in maniera legittima, assicurandosi che gli artisti, i compositori e le case discografiche siano pagate". 

"Dopo dieci anni di inutili battaglie legali, dopo aver fatto chiudere decine di siti di file sharing illegale e combattuto una infruttuosa guerra ai "pirati", l'industria discografica ha ufficialmente annunciato la fine di un'era e l'inizio di una strategia nuova. Visto che il file sharing non può essere combattuto, visto che la musica gratis è una realtà incontrovertibile, "meglio adattarci a questa realtà", dice ancora Sharkey, "Il 2009 sarà l'anno in cui l'industria della musica smetterà di preoccuparsi e imparerà ad amare la bomba. Il file sharing on line va trasformato in un opportunità, in una fonte di ricavi".
"Se potessimo avere una licenza in grado di far pagare a chi si connette a Internet un solo euro al mese per poter scaricare liberamente la musica, l'industria potrebbe guadagnare 500 milioni di euro al mese, circa 26 miliardi di euro l'anno". Il modello è quello che dai primi anni del '900 è in vigore per le radio, che consentono di ascoltare musica gratis, ma che pagano una licenza per poterlo fare. "Alla fine di tutto quello che conta è la musica", tiene a sottolineare Feargal Sharkey, "e dobbiamo tornare a pensare alla musica prima di tutto".

Meglio tardi che mai, verrebbe da dire, anche se non ho letto una sola riga di autocritica per i prezzi assurdi imposti per decenni, vero boomerang della vicenda. A mio parere le case discografiche hanno poco tempo per sfuggire al disastro completo: questo pare che l'abbiano recepito, ora bisogna vedere se sapranno adeguarsi velocemente e con profitto alle nuove realtà. Intanto, magari, sarebbe il caso di far scendere un poco i prezzi. Non parlo naturalmente delle piccole etichette nate dalla passione di qualche sfegatato jazzofilo: le conosciamo e sappiamo quanto lavoro, dedizione e fatica si cela dietro ad ogni album prodotto. Non a caso il costo di un compact di una piccola etichetta indipendente è del 25-30 % in meno rispetto a quello di una major.  

L'articolo completo su Repubblica

 
 
 
 

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