Mondo Jazz
Il Jazz da Armstrong a Zorn. Notizie, recensioni, personaggi, immagini, suoni e video.
IL JAZZ SU RADIOTRE
martedì 9 ottobre 2018 alle 20.30
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JAZZ & WINE OF PEACE
Pipe Dream
violoncello, voce, Hank Roberts
pianoforte, Fender Rhodes, Giorgio Pacorig
trombone, Filippo Vignato
vibrafono, Pasquale Mirra
batteria, Zeno De Rossi
Registrato il 26 ottobre 2017 a Villa Attems, Lucinico (GO)
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Messaggi del 20/11/2010
SABATO 20 NOVEMBRE 2010 SECONDA ANTOLOGIA DAL FESTIVAL SIGNAL E SPECIALE SU "BITCHES BREW 40TH ANNIVERSARY" Seconda antologia dedicata al festival sardo Signal svoltosi a Cagliari a cavallo tra settembre e ottobre di quest'anno. Nel corso della notte trasmetteremo ampie porzioni dai live del francese eriKm, geniale manipolatore di suoni concreti, e degli iberici Sonom. A seguire uno special sul cofanetto pubblicato da Sony Columbia per celebrare i quarant'anni di "Bitches Brew", capolavoro della discografia di Miles Davis. Ascolti ed impressioni su un lussuoso oggetto da collezione che contiene inediti, fotografie e varia memorabilia. |
Post n°1675 pubblicato il 20 Novembre 2010 da pierrde
Pluripremiato dalla stampa specializzata di tutto il mondo per il suo lavoro discografico d'esordio, Infernal Machines, Darcy James Argue, compositore e arrangiatore canadese nato a Vancouver nel 1975 e trapiantatosi negli Stati Uniti (dove ha studiato al New England Conservatory di Boston), è uno degli artisti emergenti che più ha fatto, negli ultimi anni, per riportare d'attualità le grandi orchestre jazzistiche, che un tempo, fra gli anni Trenta e Quaranta, formavano il nerbo della musica improvvisata negli Stati Uniti, contrassegnando soprattutto quell'epoca denominata Swing Era. Erano le cosiddette Infernal Machines, infernali macchine da ritmo che scandivano non solo il tempo delle coppie che danzavano nei migliori locali da ballo americani, ma anche l'incontenibile crescita delle industrie statunitensi e l'espansione inarrestabile di un'economia che s'apprestava a scendere in campo con tutto il suo potere nella Seconda Guerra mondiale. A capo di una superba compagine orchestrale come Secret Society, che vanta nelle sue fila solisti di altissimo rango come i trombettisti Seneca Black, Erica von Kleist e Ingrid Jensen o il trombonista Curtis Hasselbring, Argue, sulla scia di Gil Evans, Bob Brookmeyer e Maria Schneider, ha saputo creare un innovativo e vitalissimo linguaggio musicale, un calderone ribollente ma accuratamente dettagliato e strutturato in cui ha riversato e trasformato i materiali della nostra contemporaneità, dal jazz al rock al minimalismo. Ritmi incalzanti e trascinanti, ottoni poderosi e dal volume dilagante, sassofoni che delineano improvvise e affascinanti melodie, chitarre distorte in scampoli di post-rock, assolo di straordinaria complessità ma di languida bellezza: Secret Society riflette con caleidoscopica precisione il convulso evolversi dei sincretismi culturali nella nostra attuale quotidianità. Una steampunk band, la definisce Argue, alludendo a quel filone della narrativa fantastica-fantascientifica che introduce una tecnologia anacronistica all'interno di un'ambientazione storica, spesso l'Ottocento e in particolare la Londra vittoriana dei libri di Conan Doyle e H. G. Wells. Le storie steampunk descrivono un mondo anacronistico -a volte una vera e propria ucronia- in cui armi e strumentazioni vengono azionate dalla forza motrice del vapore (steam in inglese) anziché dall'energia elettrica; dove i computer sono completamente analogici, o enormi apparati magnetici sono in grado di modificare l'orbita lunare. Un modo per descrivere l'atmosfera steampunk è riassunto nello slogan "come sarebbe stato il passato se il futuro fosse accaduto prima". Secret Society delinea il futuro, dunque, con gli anacronistici strumenti delle big band degli anni Trenta e Quaranta: il risultato è di straordinario fascino, proiettando il pubblico in un'altra dimensione musicale, in cui la Storia e le visioni del futuribile si incontrano per dare vita a inusitati scenari sonori di magnifica, incantatoria teatralità. Non stupisce, perciò, che Darcy James Argue sia diventato negli Stati Uniti un artista ammirato anche in ambiti estranei alla musica ed in cui la sua carica espressiva, di onirica intensità, viene paragonata allo stravolgente sguardo indagatore di un William Gibson. Argue e Secret Society, infatti, scandagliano il nostro futuro, illustrano ed esplorano tempi che noi ancora non siamo neanche capaci di immaginare. Uno spettacolo, perciò, letteralmente imperdibile, in cui la tradizione del jazz assume valenze ineffabili ed insospettate. Domenica 21 novembre 2010 ore 11.00 Teatro Manzoni Milano
Darcy James Argue & Secret Society composizioni, direzione Darcy James Argue sassofoni, flauti, clarinetti Erica von Kleist, Rob Wilkerson, Sam Sadigursky, Mark Small, Josh Sinton trombe Seneca Black, Jonathan Powell, Matt Holman, Nadje Noordhuis, Ingrid Jensen tromboni Mike Fahie, Curtis Hasselbring, James Hirschfeld, Jennifer Wharton chitarra Sebastian Noelle tastiere Gordon Webster contrabbasso, basso elettrico Matt Closehy batteria, percussioni Jon Wikan
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