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Registrato il 26 ottobre 2017 a Villa Attems, Lucinico (GO)
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Messaggi del 27/12/2010
Post n°1716 pubblicato il 27 Dicembre 2010 da pierrde
Spesso ho provato a chiedermi quanto muove economicamente e quali sono i costi complessivi di un importante festival. La risposta alle mie domande viene da Marciac e da Jean Louis Guilhaumon, presidente dell'associazione Jazz in Marciac, cittadina dei Pirenei francesi. In una conferenza stampa illustrata sul quotidiano locale La Depeche, Guilhaumon snocciola una quantità di dati impressionante. L'indotto ed il ritorno sulle attività economiche della città è stimato in circa 7 milioni di euro. Sono i dati del festival del 2010, uno dei più rosei per il bilancio del festival che ha visto la partecipazione di 225.000 persone (+ 2,3%) e la vendita di 66.500 biglietti (+8,46%). A fronte di contributi statali per 421.000 euro il festival è costato complessivamente 3 milioni 455 mila euro, con contributi e sovvenzioni di privati per 354.000 euro. Facendo i dovuti calcoli ne risulta che il festival si autofinanzia per circa il 72% dei costi, un dato importante ed indice di ottima salute. Naturalmente bisogna tenere conto di un fattore decisivo per la riuscita del festival, e cioè il lavoro gratuito dei volontari, ottocento, per un costo stimato e risparmiato di 950.000 euro. Altri dati impressionanti: 17.500 pasti serviti tra volontari, staff, tecnici, accompagnatori e musicisti e 6000 pernottamenti. Alla fine del festival sono rimasti in cassa 100.000 euro, in parte già impegnati per l'edizione 2011 che Guilhaumon promette più "eco-responsabile", annunciando nuovi spazi per la musica, una nuova residenza per gli artisti, una migliore accessibilità alla città ed un lunghissimo corollario di iniziative collaterali, dai cd ai dvd registrati durante il festival fino alla costituzione di una nuova Orchestra regionale del Jazz. Insomma il jazz, pur nello spazio di poche settimane (per il prossimo anno dal 29 luglio-15 agosto 2011) muove significativamente l'economia di una regione senza avere nessuna interferenza artistica da parte di nessuno. Lo dico pensando al nostro più grande festival, dove invece da anni oramai, si è accettata l'idea che il jazz è solo una delle musiche ospitate (e più passa il tempo e meno sembra la più importante....), e questo naturalmente è dovuto alle ingerenze di politica e sponsor.
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