Mondo Jazz
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batteria, Zeno De Rossi
Registrato il 26 ottobre 2017 a Villa Attems, Lucinico (GO)
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Messaggi del 09/02/2011
Post n°1765 pubblicato il 09 Febbraio 2011 da pierrde
Umbria Jazz chiederà a tutti gli artisti italiani presenti al festival (Perugia, 8-17 luglio) di eseguire durante il loro concerto una rilettura jazz dell'Inno di Mameli. Secondo i responsabili del festival umbro, la rilettura dell'inno può sottolineare la riscoperta del repertorio nazionale e l'affrancamento dal tradizionale songbook americano. Fonte: Perugia Notizie
Torno sull'argomento perchè la motivazione che leggo su Perugia Notizie è tra il fantascientifico e il surreale. Sono anni che siamo assediati da album, recital e concerti di jazzisti nostrani alle prese con Battisti, De Andrè, Tenco, Endrigo, Paoli ( mancano solo Pupo e Emanuele Filiberto) e via cantautorando. Francamente non se ne può più di tributi spesso abborracciati a musiche che il più delle volte mal si combinano con la metrica e il ritmo della musica afro-americana . Bisognerebbe invece invitare i musicisti italiani a porre un freno a questo genere di omaggio invece che incoraggiarli a proseguire in una direzione prevedibile e stantia e che ha visto la proliferazione di troppi album, molti dei quali di qualità complessiva non memorabile. La proposta poi dell'inno nazionale è di involontaria comicità: nemmeno i francesi con il loro leggendario revanchismo sarebbero riusciti a tanto.
Infine una annotazione: da anni a Perugia il jazz è musica esotica inserita in un programma che privilegia le stelle (??) del pop se non addiritura della canzonetta. Trovare un cosi' piatto conformismo ai primi nomi in anteprima della edizione 2011 (più di 80 Mi Piace su Facebook) è brutto segno: non solo gli sponsor e la politica si sono impadroniti delle scelte di programma, ma il tutto è avvenuto con il plauso e la mancanza di competenza della stragrande maggioranza del pubblico e in parte della critica. Umbria Jazz rimane un festival importante, se mi permetto di criticare è perchè l'ho tanto amato e vederne un riflusso rinunciatario e commerciale mi fa imbestialire. Già che ci siamo ci sarebbe anche da rimarcare che mentre un tempo il festival era foriero di proposte e di innovazione, oggi è simbolo di consevazione. Sfogliare i programmi degli ultimi 15 anni significa trovare una ripetizione dei soliti nomi, molti dei quali sicuramente in programma anche quest'anno. Avanti cosi' e si raggiunge l'ex festival jazz di Montreaux......
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Post n°1764 pubblicato il 09 Febbraio 2011 da pierrde
Andrea Campanella – Hannes Pasqualini Giètz! Con uno scritto di Paolo Fresu Postfazione di Elisabetta Umiliani Tunué, 2010 - Collana «Prospero’s Books» n. 27 cm. 17 x 24; pp. 144; monocromatico; rileg. filo refe Cop. Plast. opaca in quadricomia Euro 12,50
La Spezia sul finire del 1944. La città è sotto i bombardamenti. Nicola Bertini è un giovane ventenne che suona la tromba nella banda Puccini. Sfilano i partigiani e gli americani. La musica passa da “o bella ciao” a “When the saints go marchin’ in “ dei soldati afroamericani. Uno di questi vede Nico che suona e lo fa salire a bordo del loro mezzo, e così viene preso per mettere su un orchestrina che suonerà musica italiana e americana. Nico diventerà un trombettista jazz, anzi “il trombettista” Jazz! Finalmente un fumetto sul jazz italiano! E' una bella storia quella del trombettiere Nicola Bertini, e potrebbe essere la storia di uno dei tanti (giovani e bravissimi) trombettisti italiani. Giètz! è la parabola del jazz italiano di oggi, di quella musica che nasce nella provincia dello stivale grazie ai complessi e alle bande, e che attualmente è una delle proposte più interessanti e creative della nuova musica afroamericana, anche per merito di coloro che, nel dopoguerra, sono stati i padri e i precursori del nuovo jazz italiano». Paolo Fresu «Mio padre (1927-1997) mi raccontò che il 25 aprile del ’45 ad entrare in città per primi furono i partigiani, poi fu la volta delle camionette e dei carriarmati americani. La fanteria americana portava dolci per i bimbi e sigarette per gli adulti. Portavano anche musica. Era incisa su dischi chiamati “V disc” o “Dischi della Vittoria” e si chiamava Jazz. La musica fu il vero collante tra le truppe di occupazione e la gente comune». Andrea Campanella Leggi il book trailer:
Giètz!, il graphic novel di Andrea Campanella e Hannes Pasqualini arriva su Ipad grazie alla collaborazione fra Tunué - editori dell’immaginario ed Enchanced press. La Tunué continua a cogliere le nuove possibilità dell’iPad, questa volta con una versione enhanced di un suo fumetto: un nuovo modo di concepire l’ebook. Trailer, galleria fotografica e l’esclusivo brano inciso dalla band del famoso compositore Piero Umiliani. Con in sottofondo Quintetto Stella, dall’album Umiliani Jazz Family inciso nel 1990 e oggi disponibile su iTunes, le immagini del fumetto scorrono al ritmo della musica che narrano.
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