Mondo Jazz
Il Jazz da Armstrong a Zorn. Notizie, recensioni, personaggi, immagini, suoni e video.
IL JAZZ SU RADIOTRE
martedì 9 ottobre 2018 alle 20.30
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JAZZ & WINE OF PEACE
Pipe Dream
violoncello, voce, Hank Roberts
pianoforte, Fender Rhodes, Giorgio Pacorig
trombone, Filippo Vignato
vibrafono, Pasquale Mirra
batteria, Zeno De Rossi
Registrato il 26 ottobre 2017 a Villa Attems, Lucinico (GO)
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Messaggi del 19/08/2011
La seconda serata del Festival proietta Tremezzo nell'olimpo delle migliori rassegne italiane grazie ad uno strepitoso concerto di Roar at The Door, il quartetto con Mauro Ottolini al trombone e corno, Francesco Bearzatti sax tenore e clarino, Lello Pareti contrabbasso e autore di tutte le composizioni e Walter Paoli alla batteria. L'inizio è affidato al quartetto di Franco D'Auria alle percussioni, Maurizio Aliffi alla chitarra, Marco Bianchi al vibrafono e Marco Ricci al contrabbasso. Un gruppo ben amalgamato che si muove in ambito prevalentemente neo hard-bop riuscendo grazie all' inconsueto impasto timbrico a ricavare una cifra stilistica personale. L'intero set è costituito da composizioni originali che si fanno immediatamente apprezzare per la vivace vena ritmica e l'immediatezza melodica. Una notevole padronanza tecnica completa il quadro di un gustoso quartetto che nelle battute finali ospita un oboista olandese in vacanza sul lago (le ...affinità elettive dei jazzisti) in un brano dalle forti connotazioni etniche grazie all'uso dell'hang drum, uno strumento a percussione dal timbro metallico in parte simile allo steel drum. Ma è festa appena il quartetto di Ottolini e Bearzatti irrompe sulla scena. Perfino la piogga, che aveva iniziato a fare capolino verso la fine del primo set, si ritrae intimidita dal ruggito ( The Roar) del gruppo. Poco più di un'ora tiratissima, con splendide composizioni ora angolari e spigolose ora venate da gustosissimi break all'unisono che mettono in mostra un gruppo eccellente e di sicuro valore internazionale. I due fiati appaiono ispiratissimi, Bearzatti con le sue contorsioni fisiche e sonore è musicista tra i più creativi che si posso no incontrare, Ottolini dal canto suo ormai insidia il primato di miglior trombonista italiano a Gianluca Petrella grazie au una vena creativa fluida e potente. Una assoluta goduria che purtroppo ha potuto gustare un pubblico drasticamente ridotto dalla comparsa della pioggia. Termino con due annotazioni di colore organizzativo: risolto il problema della fontana messa a tacere prima dell'inizio serata. Recepito anche l'allarme sui pericoli dell'eccesso di Zucchero per diabetici e jazzofili. In sua vece una sequenza di successi di Fiorella M'annoia (si scrive cosi?) che rischiava di protrarsi perfino durante il concerto di Roar at the Door (Ottolini ha chiesto ironicamente di mettere almeno la Vanoni....). |
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