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Mondo Jazz

Il Jazz da Armstrong a Zorn. Notizie, recensioni, personaggi, immagini, suoni e video.

IL JAZZ SU RADIOTRE

 

martedì 9 ottobre 2018 alle 20.30

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JAZZ & WINE OF PEACE

Pipe Dream

violoncello, voce, Hank Roberts

pianoforte, Fender Rhodes, Giorgio Pacorig

trombone, Filippo Vignato

vibrafono, Pasquale Mirra

batteria, Zeno De Rossi

Registrato il 26 ottobre 2017 a Villa Attems, Lucinico (GO)



 

 

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Messaggi del 27/10/2011

UN FILM SULLA E.C.M.: SOUNDS AND SILENCE

Post n°1987 pubblicato il 27 Ottobre 2011 da pierrde
 

Fondata nel 1969 dal produttore Manfred Eicher, la ECM ha pubblicato un migliaio di album abbracciando generi musicali diversi, dal jazz alla musica antica e contemporanea, a musiche di varia provenienza geografica. Dopo aver costruito i primi successi ed essere arrivata alla notorietà in ambito jazz con gli album di musicisti come Keith Jarrett, Paul Bley, Jan Garbarek, Chick Corea, Pat Metheny e l'Art Ensemble of Chicago, l'etichetta bavarese ha infatti cominciato ad includere, nel suo catalogo, alla fine degli anni '70, la composizione cont


La qualità degli album ECM si manifesta a tutti i livelli, dando risalto alle abilità musicali ma senza sottovalutare gli aspetti della produzione, del suono e della grafica. Tutto ciò è stato ampiamente riconosciuto negli anni tramite i molti premi che l'etichetta ha ricevuto.emporanea. Il background di Manfred Eicher, come musicista attivo sia in ambito classico che jazz, gli permette di intendere e interpretare i generi musicali attraverso una visione più ampia, tale da venir accreditato come il produttore adatto a dare, da un lato, "forma" alla musica improvvisata e dall'altro un'idea di flessibilità "improvvisativa" alle registrazioni di musica contemporanea.

I registi svizzeri Norbert Wiedmer e Peter Guyer hanno seguito per cinque anni Manfred Eicher durante le sessioni di registrazioni in tutto il mondo: il documentario che ne è scaturito, "Sounds and Silence", è stato presentato al Festival di Locarno e in altri festival.

(Dal sito www.contaminazioni contemporanee.it)

In un'ora e mezza sfilano musicisti e paesaggi di diverse parti del mondo: solo un piccolo assaggio della incredibile quantità di artisti che incidono per l'etichetta di Eicher.

In particolare ci si sofferma su Arvo Pärt, Eleni Karaindrou, Dino Saluzzi, Anouar Brahem, Gianluigi Trovesi, Marilyn Mazur, Nik Bärtsch, Kim Kashkashian e Jan Garbarek. Tutti i dialoghi sono in lingua originale, mentre i sottotitoli sono in francese.

La prima sensazione che colpisce è la straordinaria qualità audio e video del film: complici le meravigliose musiche di Arvo Part, il primo personaggio ad essere presentato, l'apertura è mozzafiato. 

Ed è bellissimo vedere Part assistere alle prove del coro e dell'orchestra emozionato e partecipe neanche fosse un debuttante: si muove, danza, approva con la testa, ascolta rapito la propria musica a bocca aperta, esattamente come è successo a me la prima volta.

Gustoso e impregnato di umanità semplice e gaia l'improbabile balletto che Eicher e Part si concedono quando il risultato della prova è al culmine.

I dubbi che prima della visione erano prevedibili, un ritratto pomposo e agiografico del produttore, si stemperano abbastanza velocemente: come nei dischi, la preminenza è data alla musica e ai rapporti umani con i musicisti.

Gli album E.C.M., come tutte le idee innovative e di successo, hanno anche i detrattori. Credo però che, al di là di gusti e vedute individuali, sia innegabile il marchio assolutamente personale e l'altissima qualità, sonora, grafica e ovviamente, musicale che Eicher ha apportato alla musica dei nostri decenni indipendentemente dai generi.

Tutti gli altri musicisti che compaiono nel film lasciano una traccia: la simpatia e l'ironia irresistibile del duo Trovesi e Coscia, il pensoso e lirico impatto medio-orientale dell'oud di Brahem, la carica umana fortissima di Dino Saluzzi, le musiche emotivamente coinvolgenti della Karaindrou, la ricerca timbrica della Mazur.

L'ora e mezza vola rapidamente; probabilmente il film dei registi svizzeri coglie solo in parte l'universo E.C.M. e i riferimenti alla mole di album di jazzisti americani ed europei incisi in quarant'anni sono labili, però ne cattura lo spirito e la qualità unica del lavoro. Da vedere.

 

 
 
 

THE NECKS - MINDSET (ReR) 2011

Post n°1986 pubblicato il 27 Ottobre 2011 da pierrde
 

T

Track Listing: Rum Jungle  Daylights

Musicians: Chris Abrahams on piano and Hammond organ, Tony Buck on drums, percussion and electric guitar and Lloyd Swanton on bass guitar and double bass.

Il trio australiano è attivo da 24 anni e Mindset è il loro sedicesimo album, ma la loro notorietà e confinata prevalentemente nei paesi di lingua anglosassone. In Italia non sono molto conosciuti, eppure la loro musica, in perenne metamorfosi tra improvvisazione e minimalismo, è tra le proposte borderline più intriganti e originali che si possano immaginare. Quello che sulla carta si presenta come un classico trio piano-basso-batteria è invece prodigo di sorprese sia timbriche sia di situazioni.

I loro set sono caratterizzati dalla più totale e assoluta improvvisazione: solitamente uno dei musicisti parte proponendo qualche accordo o qualche frase molto semplice, poco a poco gli altri si uniscono contribuendo allo sviluppo del tema con inserti che si stratificano e si intrecciano  dando vita a micro-variazioni, in una ottica che ricorda e riprende gli esperimenti dei minimalisti americani Glass, Riley e Reich.

Il trio mantiene salda una propria precisa identità strumentale, ancorata sia dalla scelta degli strumenti che della libera improvvisazione ad un post jazz con riferimenti non solo alla musica colta ma anche al rock più sperimentale. Si crea una situazione ipnotica, una sorta di trance musicale, un delirio onirico variegato e apparentemente interminabile nella sua circolarità.

Mindset non si sottrae a questo percorso, anzi, ne incarna l'essenza di due decenni di sperimentazione condivisa. Due lunghi brani, l'iniziale Rum Jungle speso tra poliritmie pulsanti, scintille elettroniche e riff ostinati di pianoforte. Daylights è invece una costruzione lenta, un aggiungere mattone su mattone ad un complesso sogno sonoro, dove poco alla volta piccoli segnali elettronici convergono e si fondono in una rutilante colonna sonora.

Affascinante, irresistibile, impossibile non rimetterlo ancora e ancora nel lettore.

V A L U T A Z I O N E :  *  *  *  *

 

 

Da novembre il trio sarà in tournè in Europa. Prima e unica tappa in Italia il 4 novembre, Area Sismica a Forli'.

Per dare una idea a chi non conosce il gruppo ecco un bellissimo concerto ripreso integralmente su You Tube

 

 

Link di riferimento: http://www.thenecks.com/

 
 
 
 

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