Mondo Jazz
Il Jazz da Armstrong a Zorn. Notizie, recensioni, personaggi, immagini, suoni e video.
IL JAZZ SU RADIOTRE
martedì 9 ottobre 2018 alle 20.30
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JAZZ & WINE OF PEACE
Pipe Dream
violoncello, voce, Hank Roberts
pianoforte, Fender Rhodes, Giorgio Pacorig
trombone, Filippo Vignato
vibrafono, Pasquale Mirra
batteria, Zeno De Rossi
Registrato il 26 ottobre 2017 a Villa Attems, Lucinico (GO)
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Messaggi del 06/11/2011
Il concerto inaugurale della 27° edizione di Aperitivo in Concerto ha visto protagonisti due personaggi che abitualmente frequentano ambiti musicali molto diversi tra loro. Dave Holland è ben noto a qualsiasi appassionato di jazz: il suo contrabbasso ha vissuto stagioni entusiasmanti dapprima a fianco di grandi leader (Miles Davis, Sam Rivers, Anthony Braxton) e poi nei quintetti ed ottetti a proprio nome che hanno segnato la storia della musica afro-americana negli ultimi 40 anni. Pepe Habichuela è nipote, figlio e padre di grandi musicisti dell'area flamenca di Granada. La scintilla è scoppiata nel 2007 a Siviglia, e l'amicizia che ha immediatamente legato i due si è trasferita dal piano personale a quello musicale. Due anni fa è uscito l'album Hands ed il tour che ora vede impegnato il gruppo è una riproposizione di quelle musiche e di quelle atmosfere. Va detto che Pepe vanta antiche frequentazioni con i musicisti jazz (Don Cherry) e che il flamenco proposto, che è il terreno d'incontro sul quale Holland si innesta con la sua cavata potente e meravigliosamente cantabile, non è quello strettamente ancorato alla tradizione ma invece è molto aperto a contaminazioni rockeggianti e a libere improvvisazioni. Il suono del contrabbasso è sempre quello scuro e caldo che gli appassionati conoscono, ed è un piacere ed un grande divertimento vedere Holland "flamencare" (mi si passi il termine...) con grinta e spirito più andaluso che british. L'altro maestro, Pepe, ha un approccio sbalorditivo alla chitarra che accarezza e maneggia con tecnica e facilità disarmante. Il concerto scivola veloce proponendo il gruppo unito, poi Holland in solo, in quartetto, in duo con Habichuela nel meraviglioso Hands, il pezzo più esaltante della mattinata, e poi ancora in variegate combinazioni che, quando vedono Josemi Cardona protagonista, vira verso atmosfere più fusion. A mio parere questo progetto di Holland non verrà ricordato tra le sue vette artistiche più alte, ma certamente il divertimento e il piacere non sono mancati ad un pubblico caldo che ha riempito il Teatro Manzoni in ogni ordine di posti.
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