Mondo Jazz
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martedì 9 ottobre 2018 alle 20.30
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batteria, Zeno De Rossi
Registrato il 26 ottobre 2017 a Villa Attems, Lucinico (GO)
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Messaggi del 07/11/2011
Post n°2005 pubblicato il 07 Novembre 2011 da pierrde
Thank you to a friend of LondonJazz, who has told us of the passing away earlier today of one of the irreplaceable figures in British jazz, pianist Gordon Beck. Gordon Beck had been ill for a few years, but even the shortest of glimpses at this discography or biography will either bring back strong memories, or serve either as a lead to or a reminder of the absolutely central role he played in the music, during more than four decades. Fonte : London Jazz Beck ha attraversato quarant'anni di storia del jazz britannico accompagnandosi alle figure più rappresentative della scena londinese. Dei moltissimi album incisi, il mio preferito è del 1992: Credo possano bastare i nomi degli accompagnatori per giustificare la mia scelta. |
Questa sera su Rai5, uno dei pochi canali decenti trovati nel passaggio al digitale terrestre, replica del film di Clint Eastwood The Blues - Piano Blues. All'inizio del XX secolo il pianoforte iniziò a farsi strada nella musica americana diventando uno degli strumenti chiave del blues: si suonava nei saloni, nei villaggi dei tagliatori di legna, nei bordelli, nelle chiese, ai comizi dei bianchi, dal Mississippi alla Louisiana, dall'Alabama al Texas. Prese piede a New Orleans, si diffuse a Chicago, Harlem, Kansas City. Molti pianisti hanno lasciato un segno profondo in questa musica, e quella che Clint Eastwood traccia nel documentario è la loro vicenda. Piano Blues (2003) è uno dei sette episodi firmati da sette grandi registi che compongono The Blues, progetto fortemente voluto da Martin Scorsese, di cui è il produttore esecutivo, e del quale ha diretto Dal Mali al Mississipi nel 2002. Sotto la sua supervisione ogni autore, attraverso il proprio stile e punto di vista, esplora il blues e i leggendari musicisti che ne hanno fatto la storia raccontando, fin dalle sue radici, varie sfumature di un percorso umano e musicale di grande intensità emotiva. La prima parte della pellicola si muove intorno a Ray Charles, il quale, di fronte al piano in uno studio di registrazione, risponde alle domande poste da Clint Eastwood, seduto accanto a lui, relative alla sua vita e al suo iniziale avvicinamento alla musica. A cavallo tra ricordi e passioni innate, mentre la macchina da presa si muove sui volti, e attorno al pianoforte, le parole trovano puntualmente riferimento in rare immagini di repertorio: così, nell'istante in cui i due raccontano di come quasi tutti i pianisti abbiano incominciato con il boogie-woogie o in chiesa con i gospel, ecco comparire le impressionanti performance al piano di Martha Davis o Eugene Rodgers. Ma non vengono tralasciati più tardi neppure grandi artisti blues come Art Tatum, Oscar Peterson, Muddy Waters, Willie Dixon, Otis Spann, e molti altri. Nella seconda parte il documentario omaggia indimenticabili personaggi (fra i quali Dr. Johnn, Professor Longhair, Marcia Ball, Pinetop Perkins), invecchiati nell'aspetto, ma non nel loro enorme talento; i frammenti dal passato e le parole degli intervistati si moltiplicano attraverso continui salti temporali. Tenendo sospesi fra le note, senza far perdere mai il filo. (fonte: www.mymovies.it)
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