Creato da pierrde il 17/12/2005

Mondo Jazz

Il Jazz da Armstrong a Zorn. Notizie, recensioni, personaggi, immagini, suoni e video.

IL JAZZ SU RADIOTRE

 

martedì 9 ottobre 2018 alle 20.30

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JAZZ & WINE OF PEACE

Pipe Dream

violoncello, voce, Hank Roberts

pianoforte, Fender Rhodes, Giorgio Pacorig

trombone, Filippo Vignato

vibrafono, Pasquale Mirra

batteria, Zeno De Rossi

Registrato il 26 ottobre 2017 a Villa Attems, Lucinico (GO)



 

 

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Dall'immenso archivio di Radiotre č possibile scaricare i podcast di alcune trasmissioni particolarmente interessanti per gli appassionati di musica nero-americana. On line le puntate del Dottor Djembč di David Riondino e Stefano Bollani. Da poco č possibile anche scaricare le puntate di Battiti, la trasmissione notturna dedicata al jazz , alle musiche nere e a quelle colte. Il tutto cliccando  qui
 

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Messaggi del 13/11/2011

IL ROCK E' MUSICA PER LA TERZA ETA' ?

Post n°2015 pubblicato il 13 Novembre 2011 da pierrde

Più passa il tempo e meno accendo il televisore: è una buona ricetta contro volgarità e ignoranza, ma ogni tanto la tentazione fa capolino. Stasera a incuriosirmi era la trasmissione di Fazio, Che Tempo Che Fa, con ospiti Lou Reed e i Metallica.

Detto che si tratta di una delle poche trasmissioni televisive vedibili, aggiungo subito che non mi piace: troppa piaggeria, ospiti che si ripetono identici anno dopo anno e solo per ragioni mercantili, presentare nuovi album, libri, film e quant'altro vendibile.

Un presentatore buonista nel senso meno interessante del termine, che ammanta ogni invitato dell'aura del migliore in assoluto nel proprio campo magari contro la realtà più evidente ed oggettiva. Lo spazio della satira affidato alla Littizetto, brava e simpatica quanto ripetitiva e prevedibile.

Nonostante questi limiti pesanti, come dicevo all'inizio, è una delle poche trasmissioni vedibili e questo da il senso della voragine culturale in cui è sprofondato l'intrattenimento televisivo.

Stasera apertura con Lou Reed ed i Metallica. Non è roba per me naturalmente (tra l'altro Reed mi è parso decisamente stonato), ma a parte i gusti personali sono rimasto veramente impressionato dal loro apparire. Per la prima volta nella propria storia il rock, una musica giovane ed energetica per definizione, vanta una generazione di settantenni ancora attivi e forse addiritura ancora tra le migliori proposte ascoltabili.

Parlo dei Dylan, dei Cohen, dei Richards, di gente che è sul palco da 50 e più anni contravvenendo al comandamento che un rocker per diventare leggenda deve morire giovane, oppure più banalmente, che per suonare certe cose bisogna avere l'età giusta.

Mentre nella musica classica e nel jazz è normale vedere vecchi maestri ancora attivi, l'impressione nel vedere il volto rugoso e stanco di Reed e dei suoi compari fa a pugni con lo stereotipo della musica giovane. Che il rock si stia avviando a diventare la musica per la terza età ? Pronto a fare da sottofondo nelle case di riposo e nei circoli dei pensionati ? 

Sconvolgente. 

 

 
 
 

CONOSCI JOHNNY STACCATO ? IL FESTIVAL DI CHIASSO

Post n°2014 pubblicato il 13 Novembre 2011 da pierrde
 
Tag: NEWS

Come detto più volte mi è impossibile parlare di tutte le rassegne ed i festival, mi limito a raccontare o dare notizia dei più vicini a me geograficamente o a quelli di importanza assoluta se programmi e personaggi sono (o non sono) degni di nota.

Eccomi quindi a parlare della quindicesima edizione del festival di Chiasso con prologo a Como e titolo ispirato ad una serie televisiva degli anni 50'. Dopo un paio di edizioni piuttosto "pallide" il programma di quest'anno mi sembra più robusto e decisamente più interessante.

 

Otto concerti di spessore internazionale distribuiti tra l'anteprima al teatro Sociale di Como (domenica 5 febbraio 2012) e le tre serate consecutive (da giovedì 9 a sabato 11 febbraio 2012) allo Spazio Officina. La conferma di una formula ormai consolidata, la predilezione per gli strumenti a fiato e un gemellaggio con il festival italiano di Otranto dietro l'angolo.

"Conosci Johnny Staccato?" l'incipit programmatico dell'edizione numero 15 della rassegna: il riferimento è alla fortunata serie cinematografica della fine degli anni Cinquanta firmata dall'attore, regista, sceneggiatore e produttore cinematografico americano John Cassavetes, peraltro grande cultore di jazz, che negli episodi interpreta un pianista bebop detective per hobby nella downtown newyorkese. Ma alle fumose atmosfere dei jazz club degli anni Cinquanta si adatta perfettamente il programma del Festival elvetico, che anche stavolta si aprirà con l'anteprima comasca al Sociale il 5 febbraio: ne sarà protagonista il sax alto dell'ex enfant prodige siciliano Francesco Cafiso che dividerà il palco con il pianista Paolo Birro, il contrabbassista Marco Micheli e il batterista Francesco Sotgiu.

Scelte molto azzeccate anche per la tre giorni allo Spazio Officina di Chiasso. Giovedì 9 febbraio un grande figlio d'arte, Joshua Redman (sax soprano e tenore), che dal padre Dewey ha preso la personalità, suonerà con il batterista Greg Hutchinson e il contrabbassista Reuben Rogers. Nel secondo set, il tributo "Per caso Aznavour" del Cristina Zavalloni Idea Quartet. Venerdì 10 tre concerti: aprirà il trio del trombonista Glenn Ferris, seguirà il Bailador Quintet del polistrumentista (clarinetto basso,sax alto e soprano) francese Michel Portal, uno dei padri del più audace jazz europeo, in chiusura l'esibizione con sei musicisti della cantante e polistrumentista francese di origine marocchina Hindi Zahra. Sabato 11, il debutto di un progetto creato apposta per il Festival di Chiasso, la Staccato Big Band diretta da Giuseppe Emmanuele (con una forte iniezione di collaudatissimi strumentisti lariani e del Nord Italia: tra questi il trombettista Alberto Mandarini e il sassofonista Tino Tracanna) abbinata alla voce della cantante francese Anne Ducros.

www.chiassocultura.ch.

 
 
 

BOLLANI A LONDRA

Post n°2013 pubblicato il 13 Novembre 2011 da pierrde

Gustoso ritratto quello scritto da Ivan Hewett su Telegraph: l'obiettivo è il nostro Stefano Bollani di cui vengono ripercorse le tappe della carriera tramite una agile intervista che precede l'esibizione del pianista toscano al festival di Londra in solo ed in duo con Martial Solal.

Whenever jazz threatens to become too arty and self-conscious, up pops a naïf to remind us of jazz’s roots in fun and humour and lyrical pathos. Thirty-nine-year-old virtuoso Italian pianist Stefano Bollani is one of them. He was born about as far from jazz’s roots as you could imagine, in Florence, and it was a happy accident that alerted the young boy to this fascinating music from across the sea. He was rummaging among his parent’s record collection and came across a recording of Scott Joplin’s Maple Leaf Rag. “I absolutely loved this record, I played it over and over again. I loved the way the bass jumped around so fast, and I tried to imitate it.” So he was already playing piano by this time? “Oh yes, I started when I was six, and I had a good teacher, but I didn’t like classical music so much. I liked to listen to pop music, and my ambition was to be a big Italian pop star like Adriano Celentano, or a comedian.

Continua a leggere cliccando qui : 

http://www.telegraph.co.uk/culture/music/worldfolkandjazz/8870472/Stefano-Bollani-the-slapstick-virtuoso.html

 
 
 

IL MIGLIOR PREMIER DEGLI ULTIMI 150 ANNI......

Post n°2012 pubblicato il 13 Novembre 2011 da pierrde

 
 
 
 

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