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Mondo Jazz

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martedì 9 ottobre 2018 alle 20.30

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JAZZ & WINE OF PEACE

Pipe Dream

violoncello, voce, Hank Roberts

pianoforte, Fender Rhodes, Giorgio Pacorig

trombone, Filippo Vignato

vibrafono, Pasquale Mirra

batteria, Zeno De Rossi

Registrato il 26 ottobre 2017 a Villa Attems, Lucinico (GO)



 

 

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Messaggi del 22/11/2011

UN RICORDO DI PAUL MOTIAN - PARTE SECONDA

Post n°2027 pubblicato il 22 Novembre 2011 da pierrde

I1980vede un Motian ansioso di rinnovamento e intenzionato ad includere una chitarra elettrica nel proprio set: Pat Metheny gli raccomanda un giovane dal brillante avvenire, Bill Frisell che viene immediatamente reclutato insieme a Ed Schuller, Joe Lovano e Billy Drewes. Il nuovo quintetto sviluppa una forma musicale più varia e complessa, ma ben presto Paul si concentra sulla formazione ristretta ai soli Frisell e Lovano che va ad incidere un primo disco su ECM e un secondo per l’etichetta JMT di Stefan Winter ("Monk In Motian").Dei nove dischi incisi per la label tedesca, particolarmente rilevanti sono quelli dal vivo il cui ciclo continua su Winter & Winter: "Sound Of Love" registrato al Village Vanguard offre un esempio dell’eccezionale interplay di questo trio, ormai divenuto classico.

Tuttavia chi dovesse immaginare Paul Motian ormai adagiato sul prestigio della propria carriera, come tipico di altri leaders in età non più verde, sbaglierebbe di grosso: il suo secondo disco per Winter & Winter ("Flight Of The Blue Jay") annuncia la nascita dell’Electric Bebop Band, formazione elettrica ma lontana dal jazz rock e dedita invece ad una rilettura degli standards bop fresca e innovativa.

Contemporaneamente il batterista si impegna anche con il suo trio focalizzando l’attenzione, questa volta su materiale completamente originale, firmando tutti i pezzi tranne tre, opera di altri membri del gruppo, il sassofonista Chris Potter e il bassista Steve Swallow (" Trio 2000 + One"). Rilevante è anche l’esperienza parallela in un altro trio, Tethered Moon con Gary Peacock e il pianista Masabumi Kikuchi che offrono uno dei dischi più raffinati del decennio ("First Meeting"). Peraltro l’attività di questo progetto continua in modo del tutto indipendente e viene ora pubblicato il nuovo disco su Winter & Winter, questa volta dedicato al songbook di Edith Piaf. Fonte: www.cnimusic.it

 
 
 

UN RICORDO DI PAUL MOTIAN

Post n°2026 pubblicato il 22 Novembre 2011 da pierrde

Paul Motian è nato a Philadelphia nel 1931 e cresciuto, dall’età di due anni a Providence, Rhode Island. Il suo primo interesse è la chitarra che viene quindi abbandonata a favore della batteria: all’età di dodici anni prende la prima lezione da un batterista suo vicino di casa. Seguono i primi ingaggi in formazioni locali e successivamente in una big band che fa un tour nella zona, ma già da quel momento gli interessi musicali del giovane Paul si orientano verso il nuovo linguaggio jazzistico, il bebop e i suoi protagonisti: Charlie Parker, Bud Powell, Thelonious Monk e Dizzy Gillespie.

Comunque è presto arruolato in marina per combattere la guerra di Corea fino all’età di ventiquattro anni, dopodichè comincia a suonare professionalmente frequentando la scena dei clubs di New York, palestra ideale per i giovani musicisti che hanno così l’occasione di partecipare a jam sessions con i giganti del jazz. In questo periodo conosce, nel gruppo di Tony Scott, il pianista Bill Evans , ottiene ingaggi con leggendarie "teste pensanti" quali Lennie Tristano e George Russell e ha anche l’opportunità di suonare con solisti già famosi : Sonny Rollins e John Coltrane.

Il prestigioso trio costituito da Bill Evans, Scott LaFaro e Paul Motian (1959-1964) apre una nuova direzione nel jazz: tre musicisti impegnati a ridiscutere i ruoli classici del solista e dell’accompagnatore, capaci di ridefinire il concetto stesso di trio, mettendo miracolosamente d’accordo pubblico e critica: l’influenza esercitata da questa formazione nella storia del jazz è incalcolabile e continua ancora oggi.

 

 

Negli anni seguenti Motian comunque amplia le sue esperienze, lavorando con molti musicisti di diversa estrazione: dal jazz ormai classico di Coleman Hawkins e Oscar Pettiford, alle avanguardie di Pharoah Sanders e Charles Lloyd, fino a esperienze con il jazz blues di Mose Allison e addirittura con il folksinger Arlo Guthrie al festival di Woodstock nel 1969.Di questo periodo è anche uno dei pochi rimpianti del nostro: aver rifiutato l’ingaggio nel celeberrimo ultimo quartetto di John Coltrane, che fu invece accettato, come noto, da Rashied Alì.

Gli anni 60 trovano dunque Paul Motian fra gli innovatori della batteria: insieme a pochi altri colleghi ( Elvin Jones, Tony Williams, Ed Blackwell, Billy Higgins e Roy Haynes ) egli sviluppa lo strumento ben oltre la semplice, per quanto abile, funzione metronomica; Motian diviene il maestro delle sfumature coloristiche, delle dinamiche rarefatte e delle tessiture melodiche.

Alla fine del decennio nasce il sodalizio con Keith Jarrett e Charlie Haden; dopo alcuni anni di attività il trio viene arricchito dall’illustre sassofonista Dewey Redman e con questa formazione il gruppo diventa uno dei più importanti di quel periodo fino allo scioglimento, avvenuto nel 1976. Successivamente Motian continuerà a lavorare con Haden in vari contesti, fra i quali spiccano i primi due dischi del batterista in qualità di leader.

 
 
 

SI E' SPENTO PAUL MOTIAN

Post n°2025 pubblicato il 22 Novembre 2011 da pierrde
 
Tag: NEWS

La notizia è comparsa da poche ore sui jazz forum americani, e per quanto non ancora confermata dai quotidiani newyorkesi è rimbalzata sul sito Destination Out. Si spegne cosi' a ottant'anni uno dei più grandi batteristi della storia della musica jazz.

Da anni Motian non si muoveva più dalla sua città: dopo un delicato intervento al cuore la sua attività discografica e concertistica si era ridotta ai club e alle sale di registrazione di New York.

 

 
 
 
 

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                 Andrea Baroni


                 Fabio Chiarini


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