Mondo Jazz
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Registrato il 26 ottobre 2017 a Villa Attems, Lucinico (GO)
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Messaggi del 03/12/2011
Post n°2046 pubblicato il 03 Dicembre 2011 da pierrde
Simpaticamente anche Google ricorda il maestro milanese con il doodle di oggi a lui dedicato. Ovviamente gli omaggi sono iniziati da molto e a lungo continueranno. In campo jazzistico due gli omaggi recenti: il gruppo capeggiato da Gianluca Petrella che però non ho incrociato dal vivo e del quale non è uscita testimonianza discografica per cui non posso esprimere pareri. Poi c'è l'album per Deutsche Grammophone di Richard Galliano, un progetto commercialmente azzeccato con nomi strepitosi, John Surman, Dave Douglas, Boris Kozlov e Clarence Penn. Peccato non aggiunga un oncia a quanto già saputo e non immetta praticamente nulla di personale e di nuovo. Ovviamente suona benissimo, ma è di gran lunga preferibile l'originale.
Rota è stato un grande compositore di colonne sonore, tra le quali quelle dei film Il Padrino, Amarcord di Federico Fellini e Assassinio sul Nilo. Il maestro ha vinto diversi importanti riconoscimenti, come un Golden Globe per la migliore colonna sonora originale, un Oscar alla migliore colonna sonora e un David di Donatello per il miglior musicista. La sua formazione musicale è stata precoce e il suo talento straordinario. Entrato al Conservatorio Giuseppe Verdi (Milano) nel 1923, è stato allievo di Paolo Delachi e Giulio Bas. Nel 1922 compone L'infanzia di S. Giovanni Battista scritto a quasi undici anni ed eseguito nello stesso anno a Milano e l'anno successivo a Turcoing, in Francia; in occasione della esecuzione francese, chiamato alla ribalta dal pubblico entusiasta ne diresse la replica del finale. Nel 1926 Nino Rota scrive Il Principe Porcaro, un'operina per ragazzi ispirata ad una fiaba di Hans Christian Andersen. Tre quarti d'ora di una musica che, considerata l'età del compositore, è giudicata dai critici già matura, senza sbavature, intensa e al tempo stesso ironica. Successivamente Nino Rota studia privatamente con Alfredo Casella a Roma, conseguendo il diploma in composizione musicale al Conservatorio di Santa Cecilia nel 1930. Nel 1930 si reca negli Stati Uniti, e vi rimane due anni, per alcuni corsi di perfezionamento vincendo una borsa di studio a Filadelfia. Torna in patria per laurearsi in lettere all'Università degli studi di Milano con una tesi dedicata al compositore Gioseffo Zarlino. Nel 1933 esegue il suo primo accompagnamento musicale del film Treno popolare di Raffaello Matarazzo. Film veloce e giovanile girato da un cast di ventenni tutto in esterni, con pochi mezzi e con grande realismo e allegria. La sua musica sottolinea con gaia spensieratezza il carattere gioviale e divertente del film. Per l'occasione compose anche una simpatica canzonetta Treno popolare che divenne il leitmotiv centrale del film. Il rapporto di collaborazione e amicizia con R. Matarazzo continuò anche per altri film nel 1942 e 1943. Nel 1937 insegna teoria e solfeggio al Liceo Musicale di Taranto, mentre due anni dopo passa al Conservatorio Niccolò Piccinni di Bari, dove insegna armonia e composizione; di quest'ultimo istituto diventa direttore nel 1950. Dopo aver realizzato l'accompagnamento musicale per il film Zazà di Renato Castellani nel 1944, incontra, successivamente, Federico Fellini impegnato a produrre Lo sceicco bianco. Da allora tra i due artisti si instaura un'amicizia lunga trent'anni e una collaborazione per numerosi film. Nel 1972 compose le musiche del film Il padrino, Due anni dopo, però, riuscì a vincere l'ambito premio con le musiche del film Il padrino - Parte II. Nel 1977 vince il David di Donatello per il miglior musicista per il film Il Casanova di Federico Fellini. Dall'inizio della sua carriera come compositore di colonne sonore però non smette di comporre musica per orchestra, da camera e vocale, oltre a numerose opere liriche (la più celebre delle quali è sicuramente "Il cappello di paglia di Firenze") e permettendosi addirittura qualche incursione nel mondo della televisione (vedi ad esempio le musiche per lo sceneggiato "Il giornalino di Gian Burrasca"). Il compositore muore poco dopo la fine delle registrazioni della sua ultima colonna sonora per Fellini, Prova d'orchestra. Per i funerali di Federico Fellini, Giulietta Masina chiese al trombettista Mauro Maur di suonare l' "Improvviso dell'Angelo" di Nino Rota nella Basilica di S. Maria degli Angeli e dei Martiri a Roma[1]. Pur essendo conosciuto soprattutto per il suo lavoro nel mondo del cinema, Nino Rota ha composto anche per il teatro ed il balletto con notevole riscontro internazionale. A lui è dedicato, a Monopoli, il Conservatorio Nino Rota, in origine nato su iniziativa dello stesso compositore come sezione staccata di quello barese, e oggi sede autonoma. A lui è pure dedicato l'auditorium del Conservatorio Niccolò Piccinni di Bari. Fonte : Wikipedia |
Post n°2045 pubblicato il 03 Dicembre 2011 da pierrde
L'interrogativo non si riferisce ai magazine, discorso molto più complesso e articolato per le differenti impostazioni, storie, cadenze ed approcci, ma più semplicemente ai rispettivi siti web. Parliamo delle due sole riviste nazionali dedicate alla musica jazz, pertanto a quanto di meglio in teoria la critica nazionale possa esprimere e poi riversare in contenuti nei rispettivi spazi internet. Il sito web di Musica Jazz si è fatto a lungo attendere, e nelle promese del direttore Filippo Bianchi si poneva il traguardo di divenire il migliore tra quelli in lingua italiana. Obiettivo a mio parere non centrato, o perlomeno non ancora. Non eccessivamente ricco di contenuti, aggiornato con cadenze piuttosto lente, è sicuramente di gran lunga meno appetibile rispetto al concorrente. Jazzit è nato molto prima ma fino al restyling era un semplice aggregatore di notizie. Molto diverso il nuovo sito web: dinamico e ricco di idee, dal Jazz TG alle video interviste, si presenta con una messe di contenuti notevolmente maggiore ed in continua espansione. Vittoria ai punti, dunque, ma piuttosto netta per Luciano Vanni. Che cosa manca ai due spazi web per essere ancora più interessanti ? Poche aggiunte, ma credo significative. Innanzitutto la possibilità di ascoltare in mp3 qualche brano degli album recensiti, per poi magari arrivare a creare un archivio digitale di concerti o di album che i musicisti vorranno donare. Poi sicuramente manca uno spazio di dialogo con i lettori. Per Jazzit si rimedia su Facebook, ma forse sarebbe interessante creare la possibilità di commentare e intervenire anche sul sito. A entrambi infine, credo darebbe un valore aggiunto ospitare al proprio interno un blog. Spazio per eccellenza per il confronto, lo vedrei gestito non da un singolo ma da più redattori per dare più corde al dibattito e più voci critiche.
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