Mondo Jazz
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martedì 9 ottobre 2018 alle 20.30
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JAZZ & WINE OF PEACE
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pianoforte, Fender Rhodes, Giorgio Pacorig
trombone, Filippo Vignato
vibrafono, Pasquale Mirra
batteria, Zeno De Rossi
Registrato il 26 ottobre 2017 a Villa Attems, Lucinico (GO)
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Messaggi del 14/02/2012
Post n°2144 pubblicato il 14 Febbraio 2012 da pierrde
E' di qualche giorno fa la cerimonia di premiazione dei Grammy, i premi con i quali l'industria discografica statunitense celebra se stessa. Lo spazio per il jazz, quattro premi, ha subito una drastica riduzione (in linea credo con le vendite....), mentre il latin jazz è stato addiritura depennato nonostante le vibranti proteste della comunità latino-americana. I risultati omaggiano sicuramente grandi musicisti ma non certo la fantasia di chi li ha premiati. Eccoli:
- Best Improvised Jazz Solo 500 Miles High - Chick Corea (Tratto dall'album: Forever - Corea, Clarke & White) - Best Jazz Vocal Album The Mosaic Project - Terri Lyne Carrington & Various Artists - Best Jazz Instrumental Album Forever - Corea, Clarke & White - Best Large Jazz Ensemble Album The Good Feeling - Christian McBride Big Band Sulla rete poche le prese di posizione da parte dei musicisti, fa eccezione George Colligan sul suo blog Jazztruth con un divertente post dal significativo titolo Why the Grammys are irrilevant, una cronaca senza ....audio della diretta televisiva. Nonostante alcuni commenti constrastanti di lettori, personalmente condivido largamente il pensiero del pianista, espresso con garbo e ironia. Link: http://jazztruth.blogspot.com/2012/02/why-grammys-are-irrelevant-revisited.html#comment-form |
Post n°2143 pubblicato il 14 Febbraio 2012 da pierrde
Interessante intervista a Philip Glass sul Village Voice ad opera di Steven Thrasher. Glass, che è uno dei compositori contemporanei più interessanti, svela il suo rapporto con il jazz e le sue frequentazioni all'interno della musica afro-americana. Ecco il primo assaggio, il resto come sempre lo trovate sul link a fine post:
I wanted to ask you how you view your music in terms of the African American musical tradition? Steven, that's an interesting question. Part of my own personal history has been my participation as a listener in other people's music. I lived in Chicago in the fifties. I went to school there, in Chicago in 1952. I heard Billie Holiday singing at the Cotton Club. I heard Ben Webster, and I was very young. I heard Bud Powell. I couldn't hear Charlie Parker because they wouldn't let me in. I was too small. [Laughs] But when I came to New York, one of the first people that I met was Ornette Coleman. We've known each other for years. Continua su: http://blogs.villagevoice.com/music/2012/02/qa_philip_glass_black_music.php |
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