Mondo Jazz
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martedì 9 ottobre 2018 alle 20.30
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JAZZ & WINE OF PEACE
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pianoforte, Fender Rhodes, Giorgio Pacorig
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vibrafono, Pasquale Mirra
batteria, Zeno De Rossi
Registrato il 26 ottobre 2017 a Villa Attems, Lucinico (GO)
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Messaggi del 29/02/2012
Post n°2165 pubblicato il 29 Febbraio 2012 da pierrde
O Oggi ricorre l'anniversario della nascita di Gioacchino Rossini, avvenuta 220 anni fa a Pesaro il 29 febbraio 1792. Mi sarebbe molto piaciuto celebrarlo con un video tratto dal doppio album dal vivo a Zurigo nel 1986 di Mike Westbrook e della sua band. Purtroppo non esiste niente di simile su You Tube, e credo che il lavoro del pianista e compositore britannico sia conosciuto da pochi, almeno da noi. Ai melomani invece segnalo lo speciale sul compositore in onda fin dalla mattina su Radiotre e che si protrarrà fino a notte fonda. Per ricordare il compositore ecco allora uno dei brani più famosi, utilizzato anche da Stanley Kubrik in Arancia Meccanica. Anche Google ricorda Rossini con un Doodle su misura, eccolo: Gioachino Rossini (all’anagrafe Giovacchino Antonio Rossini) è il personaggio celebrato oggi con un doodle sulla pagina principale del motore di ricerca. Un omaggio, quello pubblicato da Google, a uno dei più importanti e influenti compositori italiani di tutti i tempi, autore di opere come “Il barbiere di Siviglia” e “Guglielmo Tell”. Il particolare logo odierno è stato realizzato per ricordare il 220esimo anniversario della nascita di Rossini, avvenuta il 29 febbraio 1792 a Pesaro, appena tre mesi dopo la scomparsa di Mozart. Nato da genitori musicisti, a soli quattordici anni si iscrive al liceo bolognese, dove scrive “Demetrio e Polibio”, presentato però solo nel 1812. Nel corso della sua carriera diede vita a decine di opere, spaziando tra i generi più disparati, dalle commedie alle tragedie. Oltre a quelle citate in apertura, altre sono “La Cenerentola”, “Semiramide”, “Tancredi”, “La gazza ladra” e “Le Comte Ory”. Gioachino Rossini morì per un tumore il 13 novembre 1868 nella sua villa francese di Passy, vicino a Parigi. Nove anni dopo le sue spoglie vennero portate in Italia e ora riposano presso il Tempio dell’Itale Glorie, nella Basilica di Santa Croce a Firenze. |
Post n°2164 pubblicato il 29 Febbraio 2012 da pierrde
Bill Carrothers entra in scena, si toglie le scarpe (!), siede su una vecchia seggiola ancora imbrattata di vernice, toglie l'orologio e inizia a scaldare le mani mentre rivolge un saluto al pubblico e presenta i suoi magnifici compagni di avventura, il solido e affidabile Drew Gress e lo scoppiettante Bill Stewart alla batteria. Inizia cosi' il concerto al teatro Manzoni di Milano, un'ora e mezza circa di musica intensa, raffinata e godibile sulle note di alcune composizioni di Clifford Brown, lo straordinario e sfortunato trombettista scomparso giovanissimo in un incidente automobilistico. I brani (tra tutti i più famosi, Joy Spring e Daahoud), pur risalenti agli anni '50, sembrano rivestiti di nuova luce e appaiono assolutamente convincenti nel loro alternarsi tra ballate e ritmi zigzaganti. Purtroppo dalla mia postazione il volume di suono del pianoforte non è mai riuscito a raggiungere il giusto livello, sicchè le doti di originalità di Carrothers sono un pò rimaste tra le pieghe di una amplificazione imperfetta. Negli attacchi in solo o nei momenti più contemplativi è apparsa comunque evidente la qualità elevata della stoffa del pianista, caratterizzata da un uso armonizzante della mano sinistra e successivamente da tempi serrati che rimandano ad una influenza nei confronti di Bud Powell. Chi invece non è stato affatto penalizzato dall'amplificazione è lo strepitoso Bill Stewart, una fucina di idee e ritmi, sempre sul tempo e dotato di un timing impressionante. Un meritato successo, ma mi è rimasta la voglia di riascoltare Carrothers in condizioni migliori, magari in solo. Peccato che nei nostri festival estivi vengano premiati più o meno sempre gli stessi nomi da molti anni a questa parte e solo alcuni direttori artistici si sforzino di cercare musicisti meno battuti. Se qualcuno di loro mi legge suggerisco questo pianista: certamente non attirerà le folle che Sting porterà in Umbria, ma in quanto a originalità non c'è assolutamente gara.... |
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