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Mondo Jazz

Il Jazz da Armstrong a Zorn. Notizie, recensioni, personaggi, immagini, suoni e video.

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martedì 9 ottobre 2018 alle 20.30

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JAZZ & WINE OF PEACE

Pipe Dream

violoncello, voce, Hank Roberts

pianoforte, Fender Rhodes, Giorgio Pacorig

trombone, Filippo Vignato

vibrafono, Pasquale Mirra

batteria, Zeno De Rossi

Registrato il 26 ottobre 2017 a Villa Attems, Lucinico (GO)



 

 

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Messaggi del 20/11/2012

RIP PETE LA ROCA

Post n°2460 pubblicato il 20 Novembre 2012 da pierrde

Si è spento ieri il batterista e compositore Pete La Roca, conosciuto per le sue collaborazioni durante gli anni '60 con Sonny Rollins, John Coltrane, Art Farmer e Paul Bley.

Aveva 74 anni e da lungo tempo combatteva contro un tumore al polmone. Il vero nome di La Roca era in realtà Peter Sims, ma dopo aver suonato a lungo nelle band latine prese il nome con il quale venne poi conosciuto.

Un suo ricordo è comparso nella pagina di Facebook di Dave Liebman:

 

MASTER-APPRENTICE: Before the advent of so many jazz programs in America, the question used to be to a young musician: ”Who did you play with?” The inference was what “master” did you serve under. (Now the question is: ”What school did you attend?”) Those of you familiar with my background know that I most notably put in a few years with Elvin Jones and Miles Davis (and Chick Corea much later). But my first true employer was drummer Pete LaRoca Sims. (The name LaRoca, meaning the Rock, came from his reputation, but his real name was Sims.)

I have written in my biography about my audition with Pete, Steve Swallow and Chick in 1969 playing a few bars of “Softly” before Pete stopped the music and said: ”Let’s rehearse.” I spent the next six months with him mostly doing a gig at a club on 69th Street and Broadway called La Boheme paying five dollars a night-(absolutely true). We ended that cycle playing the Village Vanguard on Thanksgiving weekend in 1969, forty three years ago…my first time there.

 I was substitute teaching in NY schools at the time to make a living residing in my first of many lofts on West 19th Street in Manhattan trying to learn the music. For those six months every bass player and pianist in New York worked with Pete and me. He was my first teacher in all ways. He was a brilliant guy who after being so disenchanted with the music business became a lawyer. Over the next decades, every once in awhile he would put together a group to work a few weekends in NY, but basically Pete went into sunset mode.

He was by far one of the most brilliant minds I ever knew, one of the greatest musicians I ever encountered who for starters would sing the bass line IN KEY and was a drummer like no one else. Coltrane had him before Elvin; he worked with Newk; Miles wanted him to join as did Herbie Hancock when he branched out on his own. Pete was one of a kind … a stubborn, brilliant guy who insisted on perfection. I will never forget the lessons he taught me, which I recite almost daily in my teaching. For me, Pete’s passing is in a sense like the passing of a father or uncle, meaning of all my mentors he was the last to survive.

 Maybe now, I am truly on my own!! -

 Lieb on the road

 
 
 

SKY ARTE: PRIME IMPRESSIONI

Post n°2459 pubblicato il 20 Novembre 2012 da pierrde

Pittura, scultura, musica, letteratura, teatro e design. E molto altro, in realtà: guardando alla contemporaneità ed all’antichità. Cercherà di essere il più ecumenica possibile, la nuovissima emittente Sky Arte HD, che la multinazionale della pay tv sta per lanciare (dal 1 novembre) nell’etere satellitare italiano. Un canale culturale che riempie un grande vuoto lasciato, nel nostro paese, dalla chiusura di Rai Sat Arte e dall’assenza di realtà di grande presa all’estero come la franco-tedesca Arte.
. “La nuova tv si sta impegnando ad acquisire produzioni dall’estero, dalle migliori emittenti europee, ma stiamo cercando allo stesso tempo di produrre in house per avere uno sguardo sull’arte che sia italiano”, ha spiegato Roberto Pisoni, direttore di Sky Arte.
Una delle produzioni di punta della nuova rete sarà dedicata a Michelangelo, una docufiction prodotta anche insieme a Bibi Ballandi (che produrrà per Sky Arte anche “La mostra della settimana”) ed all’Associazione Metamorfosi di Pietro Folena. Come si vociferava già da qualche giorno anche Francesco Bonami avrà il suo programma, si chiamerà come un suo libro (“Potevo farlo anch’io”) e sarà condotto assieme ad Alessandro Cattelan, volto Sky di Xfactor. Il focus del programma lo capite guardando l’irresistibile clip che vi riportiamo qui nei nostri video. Altra chicca è “Fotografi d’Italia”, una serie dedicata a otto grandi fotografi contemporanei: nomi di varia estrazione ma di sicuro interesse come Letizia Battaglia o Umberto Pizzi. Ancora nuove produzioni: “L’arte spiegata ai bambini” e ancora (l’arte visiva ha una forte presenza per lo start del canale) “Street Art Contest”, un vero e proprio talent show open air con, tra i giurati, Gianluca Marziani, Francesca Mezzano e Frankie Hi Nrg.
Tantissimi gli altri protagonisti che transiteranno in queste prime settimane su un nuovo canale che, a stare alle parole del ceo di Sky Italia Andrea Zappia, “nasce per crescere e per restare come presenza fissa nel bouquet televisivo italiano dell’azienda, tanto più che secondo le nostre rilevazioni ben 900.000 tra i nostri abbonati sono molto interessati”: da Annie Leibovitz a Marina Abramovich, da Norman Foster a Julian Schnabel, da Tom Ford a Giovanni Allevi.

 

Ecco, questa era la presentazione del nuovo canale Sky. Dopo una ventina di giorni dall'esordio credo sia possibile tirare un primo parziale bilancio. Inutile dire che le aspettative erano tante, l'asticella dei desideri posizionata molto in alto e, inevitabile, il paragone con il canale franco-tedesco Artè, dietro l'angolo.

Altrettanto inutile dire che un trentennio di immondizia spalmata a tutte le ore dai canali pubblici e privati ha reso la maggioranza del paese insensibile, anzi profondamente aliena, a tutto ciò che a torto o a ragione si può classificare come arte.

Fatte le dovute premesse, e auspicando lunga vita e ottima audience al nuovo canale, non posso che passare all'elenco delle lamentele:

Per ora passa giornalmente un numero limitato di servizi che poi viene replicato praticamente per una settimana. C'è di tutto, e pare non esistere un filtro logico. Ad esempio, vi invito a fare un passo indietro e a leggere l'ultima riga, anzi l'ultimo nome del comunicato che riporto. Un canale che si chiama Arte e propone servizi su  personaggi quantomeno discutibili scade immediatamente.

Nel comparto musicale c'è una tendenza all'ecumenismo che potrà sicuramente portare ascolti (Doors, Simply Red, Allevi, ecc.ecc.) ma una maggiore aderenza alla qualità sarebbe un filtro necessario. Non tutto è arte, molto è prodotto di consumo e la differenza si vede, eccome se si vede....

Spesso l'impressione nel vedere i filmati è che si tratti di documentari che per un motivo o per l'altro faticano a rientrare nei palinsesti dei canali già esistenti, ottimi quindi per essere recuperati in una inedita quanto spesso improbabile chiave culturale.

Per ora l'unico filmato a tema jazzistico è un brevissimo documentario (40 minuti)sull'edizione estiva appena passata di Umbria Jazz. Nemmeno uno spuntino, e l'appetito invece è grande. Speriamo che nel palinsesto vengano effettivamente inseriti quei filmati tratti dai festival jazz per i quali si è letto esistere una trattativa.

Va bene, siamo solo agli inizi, ma i curatori di Sky Arte hanno mai guardato seriamente il quasi omonimo canale franco-tedesco ? Se si ( o anche se no) la differenza è siderale....

 
 
 
 

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                 Andrea Baroni


                 Fabio Chiarini


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                 Ernesto Scurati

 

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