Mondo Jazz
Il Jazz da Armstrong a Zorn. Notizie, recensioni, personaggi, immagini, suoni e video.
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martedì 9 ottobre 2018 alle 20.30
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batteria, Zeno De Rossi
Registrato il 26 ottobre 2017 a Villa Attems, Lucinico (GO)
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Messaggi del 03/01/2013
Post n°2517 pubblicato il 03 Gennaio 2013 da pierrde
Leggo spesso interviste a musicisti di ogni nazionalità. Purtroppo raramente si esce dal tema strettamente musicale, tanto che risulta difficile capire se il musicista ha anche una visione personale del mondo reale che vada oltre la crisi economica che gli sottrae opportunità di lavoro. Quando capita, come nella interessante intervista di Margherita D'Andrea a Pasquale Innarella, gli stimoli che produce sono corroboranti per la lettura e anche per la comprensione dell'uomo al di là del suo ruolo nella musica. Eccone un passaggio e il relativo link dove leggere l'intervista completa: La musica può essere tutto ciò che desidera. Un linguaggio di sintesi espressiva dei costumi, cosi' come uno strumento di ricerca tecnica e fisica, oltre il presente. Lei dove sta andando adesso ? Tutta l'arte, e tutto il mondo, deve andare verso una decrescita felice. Quindi non ne faccio solo una questione economica, ma anche artistica e culturale. Faccio un esempio facilissimo. Se in Germania ci sono tre, o forse quattro, Teatri dell'Opera, e in America ce ne sono quattro, perchè l'Italia deve averne dodici ? E' chiaro che un Teatro dell'Opera costa molti soldi, e quindi è chiaro che se il 90 per cento del Pil destinato al Fus, Fondo unico per lo spettacolo, va ai taetri dell'Opera, allora tutto il resto dell'arte non funziona più. Quindi, o nell'arte si taglia con intelligenza, oppure si cade tutti quanti insieme, è inevitabile. Io sono per la chiusura di almeno sette o otto Teatri dell'Opera in Italia. Sono per salvare il Fus, che è già al minimo, e distribuirne meglio le risorse. E sono per una ripartizione che tenga conto di tutte le forma d'arte, ma privilegiando la contaminazione e gli scambi internazionali. Gli insegnamenti di Latouche applicati all'arte, ed una distribuzione delle risorse pubbliche equa ma anche meritoria, quindi. E che mi dice del profilo più strettamente artistico ? Secondo me immaginare il linguaggio artistico oltre il rumore è difficile. Il fatto è che, con gli anni sessanta, il suono ha raggiunto il limite del rumore. E dopo il rumore non c'è più niente, ma anzi tutto è già stato fatto. La cosa più difficile, a questo punto, è cercare di rimettere in discussione quel tutto, ripensandolo in modo costruttivo. http://www.ilciriaco.it/cultura/news/?news=26715 |
Post n°2516 pubblicato il 03 Gennaio 2013 da pierrde
Perché un corso sulla storia del Jazz a Iseo? Perché Iseo dal 1993, anno in cui nacque il festival "Iseo Jazz", è la casa del jazz appunto. Le piazze di Iseo hanno ospitato per 20 edizioni i più grandi esponenti della musica jazz nazionale ed internazionale, nomi come Enrico Intra, Franco Cerri, Stefano Bollani, Paolo Fresu, Enrico Rava e molti altri hanno riempito di note le estati iseane.
Nel mese di gennaio 2013, Universitas Ysei ha organizzato con la collaborazione del musicologo Paolo Tosoni, che da anni fa parte dello staff docente dell'associazione, un corso che offrirà l'occasione per entrare nella storia del jazz e conoscerne le origini, i protagonisti, i vari movimenti e stili.
Il corso si prefigge lo scopo di fornire le chiavi di lettura di un genere musicale considerato di èlite o comunque "difficile", che affonda però le proprie radici semplici e popolari nella tradizione degli schiavi afroamericani nell'America di fine '800. Da canti di lavoro e religiosi a musica da ballo il passo fu breve, insolito e rivoluzionario. Così nacquero le prime orchestre dixieland di New Orleans e le regine del jazz dalla voce calda e inconfondibile come Ella Fitzerald e Billie Holiday. Si andrà alla scoperta dello stretto legame che unisce il jazz al blues e i molti generi e stili che ne derivarono attraverso la vita dei leggendari "duchi"e "re", dei grandi nomi che il jazz ci ha regalato: trombettisti come Louis Armstrong e Miles Davis, sassofonisti come Charlie Parker, straordinari compositori come Glenn Miller , Duke Ellington e moltissimi altri ancora. I sei incontri sull'affascinante percorso della storia del jazz si articolano secondo il seguente piano:
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