Creato da pierrde il 17/12/2005

Mondo Jazz

Il Jazz da Armstrong a Zorn. Notizie, recensioni, personaggi, immagini, suoni e video.

IL JAZZ SU RADIOTRE

 

martedì 9 ottobre 2018 alle 20.30

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JAZZ & WINE OF PEACE

Pipe Dream

violoncello, voce, Hank Roberts

pianoforte, Fender Rhodes, Giorgio Pacorig

trombone, Filippo Vignato

vibrafono, Pasquale Mirra

batteria, Zeno De Rossi

Registrato il 26 ottobre 2017 a Villa Attems, Lucinico (GO)



 

 

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I PODCAST DELLA RAI

Dall'immenso archivio di Radiotre č possibile scaricare i podcast di alcune trasmissioni particolarmente interessanti per gli appassionati di musica nero-americana. On line le puntate del Dottor Djembč di David Riondino e Stefano Bollani. Da poco č possibile anche scaricare le puntate di Battiti, la trasmissione notturna dedicata al jazz , alle musiche nere e a quelle colte. Il tutto cliccando  qui
 

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Messaggi del 16/01/2013

AUTOREFERENZIALITA'

Post n°2538 pubblicato il 16 Gennaio 2013 da pierrde

Credi che il jazz sia troppo auto-referenziale, credi che abbia poca attenzione per il pubblico?

C’è un briciolo di verità in questo. Alcuni concerti e alcuni generi musicali diventano auto-referenziali. C’è in sostanza un autocompiacimento del musicista perché ha un livello conoscitivo molto profondo dei parametri e delle tecniche musicali. E’ un discorso che mi interessa in tutti i campi del fare artistico: l’arte contemporanea ci fa porre continuamente questo genere di interrogativi. Ci sono molti artisti contemporanei che non riusciamo a comprendere, spesso mancano gli strumenti per codificare quel linguaggio rappresentato. Ad esempio un artista come Mark Rothko può essere di difficile fruizione, soprattutto nel suo periodo dei quadri a tinta unica o a campitura di 2 o 3 colori. Per me hanno una profondità emotiva e una espressività unica.
A volte anche nel jazz, concentrarsi sull’aspetto tecnico, va a discapito di quello musicale. Ho vissuto un’esperienza del genere durante un mio soggiorno a New York, ho ascoltato molti concerti di cui ho apprezzato le caratteristiche tecniche e le capacità professionali anche se mi comunicavano poco. In questa direzione, è abbastanza illuminante la figura di un pianista come Thelonious Monk, concentrato sulla sua musica, spesso riceveva giudizi poco lusinghieri dai critici ma non dai musicisti e dal pubblico. Il suo percorso non era auto-referenziale, lui continuava a chiedersi come poter arrivare al pubblico.

http://www.andymag.com/my-lifemy-music/1845-francesco-diodati.html

 
 
 

I CRITICI JAZZISTI-LENINISTI

Post n°2537 pubblicato il 16 Gennaio 2013 da pierrde

Le qualità di JAZZIT?

Difficile rispondere, anche perché mi sento fortemente coinvolto sul piano personale. Però, se devo rispondere, ti dico la cura editoriale di ogni singola pagina, l'attenzione rivolta alla grafica, alle fotografie e alla lingua italiana; la logica con cui sono concepiti gli spazi editoriali e la linea editoriale, attenta al passato e al presente, aperta a tutte le scene e a tutti i movimenti espressivi contemporanei senza barriere di stili e di geografie. Sicuramente l'autorevolezza, l'assoluta indipendenza dagli inserzionisti e la totale dissociazione dalle più bieche logiche commerciali. E poi viene apprezzato in JAZZIT la mancanza di “militanza critica”, ovvero quello spirito antagonistico presente in molte riviste e ahimè forte in molte penne dei giornalisti e critici di settore.
 Mi spiego meglio. Dentro JAZZIT non si leggono recensioni che “stroncano” o che “esaltano”, diatribe da bar del tipo “il jazz è morto”, “questo non è jazz”, “questo è buono e questo fa schifo”. Il nostro è un lavoro molto delicato perché prestiamo la nostra sensibilità al lettore e questa è una responsabilità a cui dobbiamo rispondere con un profilo etico e professionale altissimo.
Chi scrive per JAZZIT, siamo otto persone in tutto dall'Italia e dall'estero, non è un fan e quando ci si accinge a scrivere un servizio o una recensione evita “commenti a caldo e di pancia”, giudizi sommari e aggettivi superlativi. Rigore, questo ci vuole nel nostro lavoro, ed equilibrio. Sono contro la critica militante, quei critici che hanno imposto, ahimè per anni, una loro visione della musica ai propri lettori, emarginando di fatto molti validi musicisti.
Intervista a Luciano Vanni su http://www.andymag.com/

 
 
 

A QUALCUNO PIACE FREDDO

Post n°2536 pubblicato il 16 Gennaio 2013 da pierrde

in collaborazione con Punkt Festival

 

Arve Henriksen, tromba

Eivind Aarset, chitarra

Jan Bang, Erik Honoré, live electronics

Hamid Drake, batteria

 

“Aperitivo in Concerto” presenta, domenica 20 gennaio 2013, alle ore 11.00, presso il Teatro Manzoni di Milano (via Manzoni, 42), un progetto musicale, affascinante quanto peculiare, ideato in collaborazione con il noto Punkt Festival, diretto in Norvegia da Brian Eno.

La percussività africana e afroamericana di Hamid Drake, uno fra i più grandi e acclamati batteristi sulla scena musicale internazionale, dialoga con la nuova improvvisazione nordica. Un connubio appassionante proprio

per la sua apparente improbabilità: da un lato la piena coscienza della propria eredità africana e della sua evoluzione nell’ambito della cultura afroamericana, dall’altro un’estetica che, per quanto ispirata al jazz, ha intrapreso un cammino che guarda alla tradizione europea, sia colta che popolare, di stampo ovviamente nordico.

Può trovare un terreno comune un incontro fra il patrimonio musicale africano ed afroamericano e il mondo inquieto delle brume e dei fiordi, di Nielsen e Sibelius, di Grieg e Halvorsen, o, in questo caso, dei norvegesi Eivind Aarset (eccellente ed originale chitarrista, a lungo collaboratore di Ketil Bjornstad, Dhafer Youssef e Nils Petter Molvaer), Jan Bang ed Erik Honoré (maestri dell’elettronica, ideatori dell’acclamato Punkt Festival), Arve Henriksen (affascinante trombettista dalle magiche sonorità)? La risposta, nettamente affermativa, la offre proprio questo originalissimo ensemble, fatto di timbri e ritmi inusitati, di melodie dal sapore antico eppure modernissimo che si trasformano in elettronici e percussivi rituali incantatorî.

 
 
 
 

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