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Mondo Jazz

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Messaggi del 22/01/2013

ADDIO AMICO CARO

Post n°2545 pubblicato il 22 Gennaio 2013 da pierrde

FotoBologna, 21 gennaio 2013 - ROBERTO Mastai, pittore, illustratore, libraio, artista del Pratello, se n’è andato all’improvviso. Un malore, l’altro giorno, la corsa inutile all’ospedale. Poi la fine e lo sgomento di tutti quelli che lo conoscevano e che negli anni hanno imparato ad amarlo. Soprattutto la gente del Pratello, la via che lo ha adottato o, forse, che lui ha adottato.
ERA lì che Mastai viveva e lì trascorreva le sue giornate a disegnare. Un po’ al Barazzo, un po’ al caffè de’ Marchi, un po’ al Mutenye o al Vanilia. Non c’è osteria che non abbia almeno un paio di sue opere appese. Disegni realizzati su qualsiasi supporto: tovagliette, vecchi mobili trovati nella spazzatura, cartoni, buste di carta, porta-uova. Volti, gatti, pesci. Tutte opere che amava accompagnare con piccole frasi, riflessioni ironiche, acute e amare al tempo stesso sulla vita, la gente, le donne. Su ogni cosa gli venisse in mente.
NON AMAVA le gallerie d’arte perché, come lui stesso ci spiegò in un’intervista due anni fa, preferiva «appendere i suoi disegni ai muri per strada, perché tutti potessero guardarli o anche prenderli con sé».
«ERA una persona eccezionale — spiega Fabio Bonifacci, sceneggiatore, suo amico da anni —, nel senso etimologico del termine, ossia un’eccezione, fuori dalla norma. Era molto riservato e per nulla interessato al denaro. Pur essendo molto bravo nel suo lavoro di disegnatore, non ha mai pensato di farci su una lira. Gli bastava stare al bar e disegnare. Poi, se qualcuno gli diceva che i suoi disegni erano belli, glieli regalava».
IL SUO LAVORO di illustratore era molto apprezzato dagli editori. Per la Barbés, ad esempio, aveva illustrato una collana di classici della letteratura. «Quella volta che abbiamo organizzato una piccola mostra dei suoi lavori qui — spiega Elisa, del Vanilia & Comics — ci ha lasciato l’intera collezione. Di solito veniva qui nel pomeriggio, si metteva in un angolo e ci chiedeva le tovagliette sporche da disegnare. Le voleva sporche perché da una macchia lui costruiva un mondo».
Per ricordarlo ieri gli amici si sono riuniti al Barazzo. Sul tavolino dove abitualmente disegnava c’era una sua foto con la scritta ‘Ciao Roberto’

Fonte: Mariangela Latella, Il Resto del Carlino

Il ritratto che ne fa la giornalista è bellissimo, corrisponde perfettamente all'uomo, un sognatore creativo e generoso che ha avuto il destino non comune di riuscire a vivere in pieno la sua vita cosi' come se l'era immaginata, apparentemente disordinata e bohemmienne in realtà perfettamente affine al suo spirito libero.

L'ultimo volta che l'ho incontrato era al tavolino appartato di un bar, e stava disegnando. I suoi rientri in paese erano rari, ed io ho subito accettato il suo invito a sedermi a mia volta. E' cosi'in un attimo è volata via un'ora piacevolissima. Il nostro era un legame cresciuto sui banchi di scuola e continuato nel tempo, a dispetto delle distanze e delle diverse scelte che la vita ci ha vicendevolmente messo di fronte.

Anch'io oggi ti dirò "ciao Roberto" e lo farò con lo stesso amore e lo stesso rispetto che trasudano dall'articolo del giornale.

 

 
 
 
 

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