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Mondo Jazz

Il Jazz da Armstrong a Zorn. Notizie, recensioni, personaggi, immagini, suoni e video.

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martedì 9 ottobre 2018 alle 20.30

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JAZZ & WINE OF PEACE

Pipe Dream

violoncello, voce, Hank Roberts

pianoforte, Fender Rhodes, Giorgio Pacorig

trombone, Filippo Vignato

vibrafono, Pasquale Mirra

batteria, Zeno De Rossi

Registrato il 26 ottobre 2017 a Villa Attems, Lucinico (GO)



 

 

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Messaggi del 06/02/2013

BREVE RIFLESSIONE SULLA MUSICA DI LUDOVICO EINAUDI

Post n°2574 pubblicato il 06 Febbraio 2013 da pierrde

Nella pagina degli spettacoli de La Repubblica di oggi spicca un lungo articolo/intervista di Carlo Moretti a Ludovico Einaudi e sulla recente uscita del nuovo album, In A Time Lapse.

Per celebrare l'uscita il pianista torinese ha suonato in straming via You Tube, snobbando i salotti televisivi e presentando cosi' in maniera inconsueta praticamente l'intero album.

Ora, tralasciando il fatto che su You Tube e in diversi altri siti in rete c'è già In A Time Lapse ascoltabile e scaricabile integralmente, la riflessione che vorrei fare verte non tanto sul nuovo lavoro (ascoltato, nessuna significativa differenza rispetto agli altri album)  bensi' sulla proposta musicale del pianista.

Associata alle immagini, come colonna sonora di una pellicola, credo trovi la giusta dimensione. Musica riflessiva, melodica e pienamente compatibile con storie serie o drammatiche come il cinema ha più volte splendidamente documentato, non ultima la colonna sonora di Quasi Amici, uno dei migliori film del 2012.

Presa da sola la musica è invece piuttosto difficile da digerire. Non ha la rigorosità, la complessità e la ricerca timbrica insite nella musica classica. Non possiede minimamente uno spazio destinato all'improvvisazione, non ha ritmo ne swing e nemmeno il giusto linguaggio per essere jazz o rock. E' lenta, prevedibile e melodicamente cantabile come la musica pop ma innegabilmente monotona, tanto che (almeno nel mio caso) mi riesce difficile ascoltare per intero un album pena attacchi di abbiocco da mosca tse-tse.

Eppure, dato il quadro piuttosto sconfortante di partenza. il successo commerciale (e anche di parte della critica) è notevole e duraturo.Addiritura il percorso artistico e le critiche fatte a Einaudi potrebbero assomigliare per certi versi a quelle fatte dai più nei confronti di Giovanni Allevi. Certo la differenza tra le due personalità è eclatante e tutta a vantaggio di Einaudi , ma rimane il mistero della popolarità di proposte musicalmente deboli, per usare un eufemismo, senza sangue ne sudore ne vita, esangui fino a limitarsi ad una eterea linea melodica di sapore canzonettistico.

Ma che ci troverà Fresu in Einaudi per suonarci assieme in molti concerti ? Me lo chiedo da tempo ma non so trovare la risposta.

 

 
 
 

RAVA, FRESU E ENTEN ELLER SUI SITI AMERICANI

Post n°2573 pubblicato il 06 Febbraio 2013 da pierrde

Spesso i musicisti italiani sono oggetto di interesse da parte della critica americana. Nelle ultime settimane sono comparse recensioni di album e di concerti sia su Down Beat che sul portale All About Jazz .

Su Down Beat c'è la recensione dell'album di Enrico Rava, On The Dance Floor ad opera di Bobby Reed. Vista l'autorevolezza della fonte la riporto integralmente.

Lo stesso album è poi recensito anche da John Kelman su AAJ (vedi link a piè pagina), sito dove in un articolo di inizio anno Mark Corroto analizza molti album del 2012 che per vari motivi non hanno avuto il risalto meritato. Tra questi anche E(x)stinzione degli Enten Eller, per me il migliore album italiano dello scorso anno.

Infine e sempre su AAJ per la penna di Dan Bilawsky c'è la recensione delle serate al Blue Note che hanno visto protagonista il trombettista sardo Paolo Fresu in duo con Omar Sosa.

 

http://www.allaboutjazz.com/php/article.php?id=43695

http://www.allaboutjazz.com/php/article.php?id=43759&pg=3

http://www.allaboutjazz.com/php/article.php?id=43846

 

 BY BOBBY REED
Enrico Rava,
Rava On The Dance Floor
(ECM)
One school of thought holds that jazz thrives when it remains staunchly separate from pop music and its common-denominator elements. But another school of thought believes that jazz musicians should embrace pop music and rework its melodies and harmonies. Italian trumpeter Enrico Rava falls into the latter camp with his new album, Rava On The Dance Floor, recorded with the 11-member Parco della Musica Jazz Lab at two concerts in Rome in 2011.

Rava and company tackled 10 numbers associated with the late pop star Michael Jackson, and each tune was arranged by trombonist/tuba player Mauro Ottolini. “Thriller” has been reconfigured to include extended trumpet runs, a hand-percussion break, a searing trombone solo and an explosive segment that ventures into outside territory; plus, the whole song is undergirded by a kick-ass brass section. “History” sounds like what would happen if Rava convened a rock group and a superb college marching band for a celebratory gig.

 The spare arrangement of “I Just Can’t Stop Loving You” (from 1987’s Bad) is a guitar showcase for the gifted Marcello Giannini, and it segues into a rock version of “Smooth Criminal” that’s spiced with jovial trumpet work. Rava shows his poignant side with a version of the Charlie Chaplin song “Smile” (a standard that Jermaine Jackson sang at the July 7, 2009, memorial service for his younger brother Michael). Rava was not a Jackson fan while the singer was alive, but the media coverage in the aftermath of his death caused the trumpeter to explore the superstar’s oeuvre. This album is yet another reminder of the pervasive global reach of Jackson’s music.

 
 
 
 

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