Mondo Jazz
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martedì 9 ottobre 2018 alle 20.30
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JAZZ & WINE OF PEACE
Pipe Dream
violoncello, voce, Hank Roberts
pianoforte, Fender Rhodes, Giorgio Pacorig
trombone, Filippo Vignato
vibrafono, Pasquale Mirra
batteria, Zeno De Rossi
Registrato il 26 ottobre 2017 a Villa Attems, Lucinico (GO)
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Messaggi del 06/03/2013
Post n°2631 pubblicato il 06 Marzo 2013 da pierrde
Articolo che tratteggia un ritratto di Mauro Ottolini quello comparso oggi su La Repubblica a firma di Giacomo Pellicciotti. Riporto l'incipt e rimando alla lettura completa tramite il link: ROMA.Non si arresta l’ondata vincente del jazz “made in Italy”, spesso più richiesto all’estero che in patria. Non si esaurisce la vena d’oro inaugurata dai Rava, Fresu, Bollani e Petrella, consacrati da tempo come musicisti internazionali, ma che oggi si arricchisce di una nutrita pattuglia di nuovi nomi che si aggiungono alla lista dei privilegiati. Come i pianisti Giovanni Guidi e Claudio Filippini, il trombettista Fabrizio Bosso o i sassofonisti Francesco Bearzatti e Gabriele Coen. Ma è Mauro Ottolini l’ultimo, vero fenomeno del jazz italiano da esportazione. Quarant’anni, basettoni ottocenteschi, in testa una cascata di riccioli selvaggi, «cicciottello, ma ho sempre avuto donne bellissime», come si descrive lui stesso, questo esuberante veronese di Bussolengo sta collezionando tutti i premi possibili, da “migliore strumentista” a “migliore arrangiatore” e, più di recente, “migliore musicista dell’anno” nel referendum della rivista Musica Jazz. E’ partito come virtuoso del trombone, diplomatosi nel 1993 con il massimo dei voti e subito assunto dall’orchestra sinfonica dell’Arena di Verona. Ma pur rispettando e amando l’opera lirica, Ottolini ha poi scelto il jazz, lasciando un lavoro sicuro per un’avventura più rischiosa ma ammaliante. Le sue eclettiche capacità lo stanno ampiamente premiando, sempre più spesso richiesto dai musicisti più diversi. Da Enrico Rava, che lo ha coinvolto nei suoi progetti dedicati a Michael Jacksone a Lester Bowie, a Vinicio Capossela, dai Negramaro a Malika Ayane o Gianluca Petrella. «Mio padre faceva il meccanico » racconta Ottolini, «ma vinse in premio una fisarmonica. Ho cominciato così, aiutato da un napoletano vicino di casa che mi insegnò i primi rudimenti. A 12 anni già ero affascinato dalle band di Tommy Dorsey e Glenn Miller. Appena diplomato, ho fatto un’audizione per l’orchestra dell’Arena e sono stato preso. Ce l’avevo fatta, mi sono detto, ma non mi piaceva e ho sofferto molto. Non potevo suonare sempre le stesse cose e sono venuto via per respirare energie nuove. Prima sono andato a Los Angeles dove ho trovato musicisti straordinari come Bill Booth. Poi ho studiato con Franco D’Andrea e altri ottimi maestri. Quando il sassofonista Bob Mintzer mi ha proposto di suonare con lui, mi sono licenziato e ho cambiato vita». Continua a leggere: http://www.micciacorta.it/home/naviga-tra-le-categorie/25-libri/11074--le-nuove-stelle-del-jazz-.html
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Post n°2630 pubblicato il 06 Marzo 2013 da pierrde
Un 8 marzo alternativo a ritmo di Jazz? Venite all'Auditorium Torelli a seguire Sheila Jordan, strepitosa cantante americana, "un orecchio musicale da un milione di dollari" frase detta nientepopodimeno che da Charlie Parker. Sarà accompagn...ata al pianoforte da Roberto Cippelli ed al contrabbasso da Attilio Zanchi del quintetto storico di Paolo Fresu, ed alla batteria da un giovane di grande talento, Marco Castiglione. E' un evento "ambriaJazz2013" e CID Circolo Musicale di Sondrio per la Festa della Donna in Jazz!
Due concerti interessanti e molto diversi tra loro caratterizzeranno il fine settimana in provincia di Sondrio. Sheila Jordan con il suo trio italiano, gruppo ascoltato qualche anno fa al festival di Chiasso, e la rinnovata formazione degli Area, di cui è da poco uscito un doppio album con riproposizioni di brani storici e pagine più sperimentali. Sicuramente due buone proposte, che si situano ad angoli molto distanti tra loro. Ho la massima stima di tutti i musicisti che suoneranno a Sondrio e a Morbegno ma non amo ne il rock-jazz ne la formula cantante + trio. Quindi niente concerti e niente recensioni....
Abbiamo il grande piacere di ospitare uno dei gruppi italiani che hanno segnato indelebilmente le vicende musicali degli anni Settanta e la cui influenza è arrivata sino a noi. Gli Area - International Popular Group, o più comunemente Area, sono un gruppo culto della scena musicale italiana attivo dal 1972 nato con l'obiettivo dichiarato del superamento dell'individualismo artistico per creare una "musica totale, di fusione e internazionalità". Per raggiungere questo scopo gli Area hanno creato un'originale miscela di differenti generi musicali, dal rock progressivo più aperto alle influenze del free jazz alla musica elettronica, dalla musica etnica alla sperimentazione, con costanti riferimenti all'impegno politico.
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Post n°2629 pubblicato il 06 Marzo 2013 da pierrde
Due novità importanti per Cam Jazz, due album da ascoltare con attenzione. Sono un estimatore di Giovanni Mirabassi, e, impossibile non esserlo, di Francesco Bearzatti. Credo sia quest'ultimo, dopo aver fatto man bassa negli ultimi anni di riconoscimenti e premi sia in Italia che in Europa, a rischiare di più. Dopo i magnifici Tinissima e Malcom X il sassofonista friulano affronta in un unico progetto i brani di Monk ed i riff del rock. Non so cosa aspettarmi, ho qualche perplessità ma la curiosità è forte, cosi' come la stima per i quattro musicisti del gruppo. |
Post n°2628 pubblicato il 06 Marzo 2013 da pierrde
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