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Messaggi del 13/03/2013

CHARLES LLOYD/JASON MORAN - HAGAR'S SONG (E.C.M.) 2013

Post n°2649 pubblicato il 13 Marzo 2013 da pierrde
 

 
Charles Lloyd
Jason Moran
Hagar’s Song

Charles Lloyd alto and tenor saxophone, alto and bass flute
Jason Moran piano, tambourine

Pretty Girl
Mood Indigo
Bess, You Is My Woman Now
All About Ronnie
Pictogram
You’ve Changed

Hagar Suite
I. Journey Up River
II. Dreams Of White Bluff
III. Alone
IV. Bolivar Blues
V. Hagar’s Lullaby

Rosetta
I Shall Be Released
God Only Knows


Recorded April 2012

“The bottom line is that he is now producing, both live and on recordings, some of the finest playing of his career.”
Los Angeles Times

Dfficile non essere daccordo con il critico del quotidiano losangelino; il 15 di marzo Charles compirà 75 anni e mai come negli ultimi  15 anni la sua stella artistica sembra risplendere.

Al diminuito vigore fisico supplisce con un encomiabile approccio timbrico, ricco di nuances e carico di storia, un intelligente utilizzo del materiale non di sua composizione, vissuto in una dimensione lirica e introspettiva, una evoluzione naturale  connaturata al passare del tempo, ed una sempre felice vena compositiva.

Jason Moran che ne è l'alter ego ha un rapporto quinquennale con il sassofonista, ed è certamente uno dei pianisti di rilievo del momento. Si potrebbe tranquillamente affermare che questo è un duo di giganti: Lloyd del passato, Moran del futuro, entrambi del presente. Indicativo il commento impregnato di ammirazione e rispetto che Lloyd esprime sul pianista:

 “He is deeply rooted in the tradition, with his own branches reaching up toward the sky in new directions. Jason is very sensitive and adept on subtle levels. If I take three right turns instead of a left, he is there beside me without any need for verbal directions.”

Il repertorio affrontato è quanto mai vario, si passa da Billy Strayhorn a Duke Ellington, c'è Earl Hines e non può mancare Gershwin, ma  nemmeno Brian Wilson e Bob Dylan a completare un mosaico di autori che copre più decenni della grande musica americana senza distinzioni di genere. 

Tutti i brani sono accomunati da un approccio meditativo, il sassofono sembra sussurrare messaggi di complicità , mentre Moran è fortemente ancorato ad un substrato blues che sporadicamente emerge passando dal trotto dell'accompagnamento al galoppo dell'improvvisazione.

Il perno centrale dell'album è l'Hagar Suite, una lunga composizione dai tratti bucolici e pensosi dove Lloyd utilizza anche il flauto, tratteggiando un ritratto dolce e maliconico della sua trisavola, Hagar, una bimba figlia di schiavi venduta a soli 10 anni e strappata per sempre alla sua famiglia. La suite è il riflesso di questa storia drammatica, e parla ai sentimenti, raccontando la perdita, il dolore, l'ignoto e la speranza.

Ripiena di scintillante malia è la versione lenta e cantabile di I Shall Be Relesead che ha segnato la storia del gruppo The Band e che è stato uno degli inni di protesta più amati della canzone d'autore americana.

V  A  L  U  T  A  Z  I  O  N  E :  *  *  *  *  

  

 
 
 
 

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