Mondo Jazz
Il Jazz da Armstrong a Zorn. Notizie, recensioni, personaggi, immagini, suoni e video.
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martedì 9 ottobre 2018 alle 20.30
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JAZZ & WINE OF PEACE
Pipe Dream
violoncello, voce, Hank Roberts
pianoforte, Fender Rhodes, Giorgio Pacorig
trombone, Filippo Vignato
vibrafono, Pasquale Mirra
batteria, Zeno De Rossi
Registrato il 26 ottobre 2017 a Villa Attems, Lucinico (GO)
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Messaggi del 07/04/2013
Post n°2713 pubblicato il 07 Aprile 2013 da pierrde
Era una donna molto dolce, molto calda [...] aveva un aspetto da indiana con la pelle vellutata, marrone chiaro [...] Billie era una donna splendida prima che l'alcool e la droga la distruggessero. [...] Ogni volta che mi capitava di incontrarla le chiedevo di cantare "I Loves you, Porgy", perché ogni volta che lei cantava "non lasciare che mi tocchi con le sue mani calde" potevi praticamente sentire quello che sentiva lei. Il modo in cui la cantava era magnifico e triste. Tutti quanti amavano Billie. (Miles Davis) Mi hanno detto che nessuno canta la parola "fame" e la parola "amore" come le canto io. Forse è perché so cosa han voluto dire queste parole per me, e quanto mi sono costate . Forse è perché son così orgogliosa da volere per forza ricordare Baltimora e Welfare Island, l'istituto cattolico e il tribunale di Jefferson Market, lo sceriffo davanti al ritrovo nostro di Harem, e le città sulla costa da un oceano all'altro dove ho preso le mie batoste e le mie fregature, Filadelfia e Alderson, San Francisco e Hollywood; ricordare metro per metro ogni dannato pezzo di tutto questo. Tutte le Cadillac e i visoni di questo mondo, e io ne ho avuti un bel po', non possono ripagarmi e nemmeno farmi dimenticare. Tutto quel che ho imparato in tutti questi posti da tutta questa gente si può riassumere in quelle due parole. Nella vita, per prima cosa devi avere da mangiare e un po' d'amore. (Billy Holiday) http://it.wikipedia.org/wiki/Billie_Holiday |
“Think All, Focus One” (pensa l’insieme, focalizza sul singolo) è il titolo di un disco del 1995 a nome di Muhal Richard Abrams. E’ un titolo che sintetizza bene la stretta dialettica tra collettivo e individuale che ha sempre segnato il percorso creativo del grande pianista e compositore afroamericano. Tra i fondatori della AACM di Chicago, mentore di musicisti come Henry Threadgill, Anthony Braxton e Roscoe Mitchell tra gli altri, Abrams è il personaggio chiave per capire quella musica che a partire dagli anni ’60 ha definito una svolta e ha aperto tante strade per il jazz successivo. E’ alla musica di Muhal Richard Abrams che dedichiamo l’intera puntata di questa notte, pescando qua e là tra gli otto dischi ristampati dalla Cam nel cofanetto “Muhal Richard Abrams. The Complete Remastered Recordings On Black Saint & Soul Note”. |
Post n°2711 pubblicato il 07 Aprile 2013 da pierrde
Il trio polacco di fisarmoniche ha regalato una serata intensa e divertente all'Auditorium S.Antonio di Morbegno. Il gruppo, in vita da 17 anni, ha mostrato coesione e affiatamento oltre ad una capacità trasversale di affrontare più generi musicali, da Chopin alla musica popolare, il tango, la contemporanea e diversi brani originali. I tre sono strutturati organizzativamente come un quartetto d'archi, e sfruttando tutte le potenzialità offerte dallo strumento, se ne dividono i compiti in maniera semplice e proficua. A Pawel Baranek compete prevalentemente il ruolo di sezione ritmica, scansione dei tempi e del ritmo; Marcin Galazyn è il fantasista e la voce di accompagnamento, mentre Janusz Woytarowicz è il leader, il principale compositore e il primo solista. Tecnicamente ineccepibili, fanno intelligentemente uno sfoggio limitato e ancorato ai fini musicali del loro eclettismo strabordante, preferendo prevalentemente la composizione al virtuosismo. E anche quando concedono qualcosa di più facile allo spettacolo e al pubblico meno esigente (Two Cicken from Moscow, Game Over, You Dance), lo fanno con intelligenza e sopratutto limitandone i tempi allo stretto necessario. La serata si apre con In Re Don Giovanni, una magnifica composizione di Michael Nyman che per Motion Trio ha scritto le musiche per un paio di album; un ottimo inizio che mi fa sperare di ascoltare i brani più belli della interessante collaborazione tra il compositore britannico ed il trio polacco che invece vira subiro verso altri lidi. L'energica First Day of Spring precede l'orientaleggiante Islamabad, un tema sinuoso che mette in mostra le infinite possibilità della fisarmonica, qui usata anche come strumento a percussione. Tango è l'ennesima sterzata verso lidi lontani, poi il trio affronta temi originali alternando paesaggi improntati al lirismo più struggente (Little Story ) con impressionanti esibizioni di tecnica e velocità (Carousel). Il culmine della serata lo si raggiunge con il Prelude e-minor Op. 28 n. 4 di Chopin, un tema abbondantemente saccheggiato in ogni ambito musicale ma sempre di rilucente e malinconica bellezza. Seguono brani dalla caratterizzazione folklorica (Balkan Dance, Scotsman ) accolti ogni volta da un tripudio di applausi fino ai due bis finali. Un ottimo gruppo, svincolato da qualsiasi etichettatura e capace di divertire proponendo musiche "altre" rispetto all'asfittico menu propinato dai media italiani. Come si intuiva dalle premesse il concerto del Motion Trio si è rivelato, almeno a mio parere e per i miei gusti musicali, il più stimolante dell'intero cartellone allestito quest'anno da Quadrato Magico
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