Mondo Jazz
Il Jazz da Armstrong a Zorn. Notizie, recensioni, personaggi, immagini, suoni e video.
IL JAZZ SU RADIOTRE
martedì 9 ottobre 2018 alle 20.30
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JAZZ & WINE OF PEACE
Pipe Dream
violoncello, voce, Hank Roberts
pianoforte, Fender Rhodes, Giorgio Pacorig
trombone, Filippo Vignato
vibrafono, Pasquale Mirra
batteria, Zeno De Rossi
Registrato il 26 ottobre 2017 a Villa Attems, Lucinico (GO)
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Messaggi del 16/04/2013
Post n°2740 pubblicato il 16 Aprile 2013 da pierrde
Clamorosa e impressionante condanna ideologica per il 43enne pianista e compositore turco Fazil Say: la 19ª sezione del Tribunale Penale di Istanbul il 15 aprile 2013 lo ha condannato a 10 mesi di carcere con la condizionale per un tweet che ironizzava sull'Islam citando il poeta del dodicesimo secolo Omar Khayyam: i giudici turchi lo hanno riconosciuto colpevole di «insulti ai valori religiosi di una parte della popolazione». Sul suo sito Fazil Say così commenta: «La sentenza del Tribunale mi addolora, per me stesso e per il mio Paese. Sono estremamente indignato per le restrizioni della libertà di pensiero e di espressione in atto in Turchia». Fonte: http://www.giornaledellamusica.it/news/?num=113890 |
Post n°2739 pubblicato il 16 Aprile 2013 da pierrde
Premetto: da anni mi rifiuto di guardare il consueto e desolante teatrino dei politici in tv. Tutte le trasmissioni, nessuna esclusa. Mi annoiano Santoro, Travaglio, Ballarò, la Annunziata e via via tutti gli altri. A dire il vero, a parte l'ego smisurato dei nomi citati, non sono loro a rattristarmi bensi' i loro ospiti e mi meraviglio che ancora milioni di italiani riescano ad appassionarsi a quelle indegne beghe da bottega che non meriterebbero neppure lo spazio in ventesima pagina di qualsiasi quotidiano degno di tal nome. Anche i quotidiani, già che ci siamo, sono diventati una specie di gazzettino parrocchiale in base appunto alle rispettive confessioni religiose. Quasi tutti illeggibili, se non, a volte, nelle pagine culturali. La nascita del sito italico dell'Huffington Post mesi fa era però stata salutata da molti come un interlocutore nuovo e serio da prendere in considerazione. Non mi dilungo, ne mi interessa dibattere sulla collocazione politica della testata web. Posso solo dire che come molti ho provato più volte ad accedere al sito, rimanendone spesso sconcertato per il taglio delle notizie. Ne ho ricavato l'impressione viva di un rotocalco di spetteguless anche se (o, purtroppo) di sinistra. Non che la cosa mi disturbi, semplicemente mi fa navigare in altre acque. Gli articoli sulla musica mi lasciano spesso basito;non riesco a capire se l'intervistatore ci fa o ci è, tanto è dilettantesco nella forma e povero nei contenuti. Qualche esempio ? L'analisi del Koln Concert di Jarrett che ovviamente ha suscitato un mare di polemiche e di commenti o l'intervista "politica" a quel genio di Allevi. Vi sono sfuggite simili capisaldi musicali ? Rimediate subito. Eccovi i link: http://www.huffingtonpost.it/john-b-arnold/tutta-colpa-del-koln-concert_b_3068690.html
http://www.huffingtonpost.it/2013/04/09/intervista-giovanni-allevi_n_3042830.html Insomma, su Huffington ci capito raramente ma sicuro di scoprire perle di saggezza....
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Post n°2738 pubblicato il 16 Aprile 2013 da pierrde
La storia è presto scritta: Fresu invita a suonare i Sex Mob di Bernstein a Berchidda per il suo festival e si innamora di quel suono e di quella atmosfera. Petrella invita Fresu a suonare nella sua Cosmic Band e si diverte da morire. Bernstein conosce Petrella e comincia a dire in giro per il mondo che c’è finalmente in giro un vero e proprio genio che suona il trombone. I tre si incontrano per puro caso a Bolzano dove suonano in tre formazioni diverse in quel festival. Davanti ad una Wienerschnitzel e ad alcune birre nasce l’idea di un qualcosa che può essere “esplosivo” anche senza l’ausilio della ritmica tradizionale. Nasce così l’idea di montare un nuovo progetto “tutti fiati”. I tre accettano con trasporto ma il manager di Fresu non è contento. “Sì, vabbé… ma un bel suono basso chi ve lo da?” Bernstein ci mette poco a rispondere: “Rojas. Who else?” E’ fatta. Una piccola-grande band di fiati con grandi solisti tra poesia, humor, ritmi travolgenti e divertimento. (Fonte: Blue Note) Stasera e domani suoneranno al Blue Note di Milano e sabato al Teatro Sociale di Como. Brass Bang non ha ancora inciso nessun album e anche in rete si trovano poche testimonianze delle esibizioni live. Ripesco pertanto la mia recensione del concerto ad Ambria Jazz di fine luglio 2010 per dare una idea di massima a tutti coloro che andranno al Blue Note in queste sere:
....tutte le aspettative si sono ovviamente concentrate sul quartetto di fiati e le attese sono state ampiamente ripagate da un concerto vibrante, lucido e spettacolare. Inizio fiammeggiante con “Zero”, bellissima composizione di Lester Bowie al quale viene dedicato il concerto dall'intervento di Paolo Fresu. A differenza della Brass Fantasy del trombettista chicagoano però la musica del Brass Bang ha meno forza dirompente e più fonti ispirative rispetto alla sola musica afro-americana. Certamente è forte la matrice colta europea (“Fuga” di Fresu ha un andamento bachiano), ci sono anche riusciti recuperi di musica popolare (“Non Posso Riposare”, antica e dolcissima melodia sarda), ed un uso considerevole delle risorse che offre l'elettronica, senza considerare l'utilizzo disinvolto e coinvolgente della canzone (“Guarda che Luna” proposto come bis e “Moon River”). Ad una formidabile perizia tecnica, debordante nel caso di Marcus Rojas e Gianluca Petrella, ha fatto da contraltare una attenzione particolare all'ascolto reciproco, una finissima cesellatura delle parti ed un complessivo ed ammirevole equilibrio di gruppo. Nessuna voce ha prevaricato le altre, tutte hanno contribuito ad un progetto sapido e intelligente, divertente e divertito. |
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