Mondo Jazz
Il Jazz da Armstrong a Zorn. Notizie, recensioni, personaggi, immagini, suoni e video.
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batteria, Zeno De Rossi
Registrato il 26 ottobre 2017 a Villa Attems, Lucinico (GO)
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Messaggi del 22/05/2013
Post n°2827 pubblicato il 22 Maggio 2013 da pierrde
Dopo sessantanove anni questo mese il mensile storico del jazz in Italia fa uscire in edicola il suo 750 ° numero. La copertina con Roy Paci protagonista inevitabilmente ha scatenato bagarre su Facebook tra "conservatori" e "progressisti" (passatemi i termini, datati e poco attinenti) . Quacuno dei commenti più "giusti" (in qualsiasi modo uno la pensi): Certo la copertina con Roy é un azzardo ma in un paese dove i musicisti non fanno altro che imitare mi sembra giusto mettere una schiappa che almeno tenta di fare musica sua !! certo che arrivare a 750 e metter Roy Paci in copertina.. forse era meglio fermarsi a 749 e lasciare un buon ricordo.. a meno che non siate tornati al vecchio nome "musica E jazz".. perchè non sarà mica un grande del jazz, vero, Roy Paci? Nessuna rivista di musica metal però si sognerebbe di mettere in copertina un disco di Peter Bernstein o di Grant Stewart.... |
Vale la pena dare un'occhiata agli archivi di Battiti, la trasmissione di Radiotre che va in onda tutte le sere dalla mezzanotte. Lo scorso week end, ad esempio, i due appuntamenti erano decisamente interessanti: Questa notte la storica sala M di via Asiago diventa un piccolo e raccolto jazz club dove abbiamo invitato uno dei pianisti più interessanti in circolazione. Il genovese Andrea Pozza, forte di una serie di collaborazioni (da Gianni Basso a Enrico Rava, da Steve Grossman a Lee Konitz) maturate nei tanti anni di una carriera iniziata da giovanissimo, viene a trovarci in compagnia di Nicola Angelucci e Aldo Zunino per presentarci dal vivo il suo ultimo album appena uscito per la Abeat Records. Nelle sue stesse parole “A Jellyfish From The Bosphorus” è la “medusa che nuota nei mari musicali in cui navigo”. Prendiamo spunto dalla recente pubblicazione del cofanetto The Complete Emarcy Recordings Of Clifford Brown per ascoltare la musica di un mostro sacro del jazz. Riascolta cliccando http://www.radio3.rai.it/dl/radio3/programmi/PublishingBlock-96d966cc-70e1-4cc4-bac3-358241dd000d.html?refresh_ce |
Post n°2825 pubblicato il 22 Maggio 2013 da pierrde
Per coloro che non avessero avuto modo di vedere questo film, l'occasione irrinunciabile si presenterà domenica sera alle 21,15. Rai5, un canale benemerito, l'unico vero dono portato dal digitale terrestre, ha in programma il film di Redford su Michel Petrucciani. Ma musica e talento non hanno confini né bandiere: ne sa qualcosa il mondo del jazz degli anni ‘70/’80, travolto dalla bravura di un pianista bianco, e per di più europeo, segnato inoltre da un grave handicap che non gli ha tuttavia impedito di divenire una vera e propria leggenda musicale.
Tramite un accurato lavoro di ricerca, recupero e catalogazione dei numerosi documenti filmati che ci rimangono su Petrucciani, e con l’apporto dell’intervento in video di coloro che l’hanno conosciuto, nel bene e nel male, dalla famiglia ai colleghi e collaboratori, Radford ricostruisce il quadro della vita di un uomo la cui storia è così affascinante e a tratti incredibile da farlo sembrare quasi un personaggio di finzione. Eppure è tutto vero: il suo talento incredibile, le sue doti di affabulatore, l’incrollabile tenacia che lo contraddistinse nonché il suo stupefacente successo con le donne.
Mancano, spesso, didascalie esplicative, soprattutto relative ai personaggi intervistati. Radford ha infatti preferito non appesantire la visione coprendo il video di scritte, sovrapponendo eventuali didascalie agli onnipresenti sottotitoli (il film mantiene difatti i dialoghi e gli interventi in lingua originale, perlopiù in inglese e francese). Il tutto per evitare il caos su schermo, ma suscitando, più volte, il caos nella mente degli spettatori, costretti a cercare di capire dal contesto l’identità del momentaneo relatore. Un’ora e mezza di biopic che scorre piacevolmente, cullati dalle magiche e inconfondibili note distintive del jazz, mentre si viene conquistati dalla storia della vita di un 'piccolo', grande artista. Fonte: Marco Lucio Papaleo http://www.everyeye.it/cinema/articoli/michel-petrucciani-body-and-soul_recensione_14200
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Post n°2824 pubblicato il 22 Maggio 2013 da pierrde
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