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Mondo Jazz

Il Jazz da Armstrong a Zorn. Notizie, recensioni, personaggi, immagini, suoni e video.

IL JAZZ SU RADIOTRE

 

martedì 9 ottobre 2018 alle 20.30

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JAZZ & WINE OF PEACE

Pipe Dream

violoncello, voce, Hank Roberts

pianoforte, Fender Rhodes, Giorgio Pacorig

trombone, Filippo Vignato

vibrafono, Pasquale Mirra

batteria, Zeno De Rossi

Registrato il 26 ottobre 2017 a Villa Attems, Lucinico (GO)



 

 

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I PODCAST DELLA RAI

Dall'immenso archivio di Radiotre č possibile scaricare i podcast di alcune trasmissioni particolarmente interessanti per gli appassionati di musica nero-americana. On line le puntate del Dottor Djembč di David Riondino e Stefano Bollani. Da poco č possibile anche scaricare le puntate di Battiti, la trasmissione notturna dedicata al jazz , alle musiche nere e a quelle colte. Il tutto cliccando  qui
 

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Messaggi del 24/05/2013

UN NUOVO FESTIVAL: CONTROCORRENTE A MANDELLO DEL LARIO

Post n°2834 pubblicato il 24 Maggio 2013 da pierrde

ControCorrente Jazz festival
Mandello del Lario

Cineteatro Fabrizio de Andrè - piazza Leonardo da Vinci, ore 20.45
INGRESSO GRATUITO

Un festival, gratis, di grande jazz.
Quattro duetti suddivisi in due serate, con otto dei più importanti musicisti del panorama jazzistico italiano.

Il 7 e 8 giugno a partire dalle 20.45, il Comune di Mandello del Lario (LC) vi dà appuntamento in Piazza Leonardo da Vinci al Cine Teatro "Fabrizio De Andrè" (ingresso gratuito), per inaugurare la prima edizione di ControCorrente con due serate imperdibili di arte, classe e poesia musicale. Dedicate ai tanti estimatori della musica jazz di qualità e a tutti coloro che vogliono continuare a vivere emozioni, a condividere bellezza e divertimento, a rinnovare la nostra cultura e tradizione musicale.

Ogni duetto è un progetto musicale tanto insolito quanto destinato a restare negli annali dell'eccellenza musicale.
Vi aspettiamo.

ven 7 GIUGNO
  • Francesco D'Auria percussioni Beppe Caruso trombone
  • Paolo Fresu tromba Daniele di Bonaventura bandoneon
sab 8 GIUGNO
  • Luciano Biondini fisarmonica Gavino Murgia sassofono
  • Claudio Fasoli sassofono Luca Garlaschelli contrabbasso

 
 
 

L'IMPORTANZA DI ARCHIE

Post n°2833 pubblicato il 24 Maggio 2013 da pierrde

Oggi Archie Shepp compie 76 anni, e se anche la sua parabola artistica più creativa è abbastanza lontana nel tempo, la sua rilevanza nella composita storia del jazz non ha avuto una completa e giusta messa a fuoco.

Lo scorso anno il blog Mi Piace il Jazz traduceva un articolo interessante in questo senso, tratto dal sito New England Public Radio. Lo ripropongo visto il ricco corollario di espisodi che il testo propone:

Lo scorso 24 maggio si è celebrato il 75esimo compleanno di Archie Shepp. Si sono sentite poche fanfare attorno a questa importante celebrazione di questo grande del jazz, di certo niente di paragonabile con le celebrazioni per gli anniversari di Miles Davis e John Coltrane un decennio fa.
Ma dal momento del suo ritiro dalla University of Massachusetts, dove è stato professore del W.E. B. DuBois Department of Afro-American Studies per 35 anni, Shepp passa la maggior parte del suo tempo a Parigi dove risiede, lontano dai riflettori.
Si può essere tentati di riecheggiare il compianto senatore Bentsen, che disse, "Archie Shepp non è nè Miles Davis nè John Coltrane," e in termini di riconoscimento del nome, potrebbe aver ragione.
Ma durante gli anni '60, quando Coltrane stava creando una musica nuova e radicale e Davis era alle prese con la dicotomia tra il suo retaggio e la sfida della New Thing, Shepp ebbe delle sostanziali interazioni con entrambi, anche se una è molto più conosciuta rispetto all'altra.
Il critico Ben Ratliff include l'album di Shepp, Fire Music del 1965 nella NewYork Times Essential Library of Jazz, che comprende un elenco di 100 significative registrazioni, e scrive, "Archie Shepp fu il dono di John Coltrane ad una maggiore consapevolezza dell'America".
Anche se Coltrane poteva sembrare un apolitico, ed era molto reticente a parlare di politica o di razza, anche quanto era duramente pressato dai giornalisti, Martin Williams suggerì che Ascension, il lavoro di Coltrane più riottoso, annunciava quello che stava accadendo ai neri americani alla metà degli anni '60, che avrebbe dovuto essere ascoltato da poliziotti, assistenti sociali e politici.
Shepp fu uno dei partecipanti ad Ascension, e avendo avuto notizie della sconvolgente intensità che ebbe luogo quando Trane e Archie sedettero insieme in diversi momenti prima del 28 giugno 1965, si può solo concludere che il giovane sobillatore fosse una importante influenza sulla crescente direzione radicale che Ascension rappresentò nella musica di Coltrane.
Ma mentre Coltrane era un taciturno, Shepp usava ogni forum a sua disposizione per denunciare il razzismo, non solo nella nazione, ma anche nel mondo della musica. Era la voce più schietta del Black Power in jazz, raccontando a Leroi Jones nel 1965, "Lo scopo del musicista Negro dovrebbe essere quello di liberare l'America esteticamente e socialmente dalla sua disumanità."
E sia con le parole che con la musica, articolò un audace affermazione del primato della cultura nera nella tradizione jazz, in cui inseriva canti gospel e spiritual, blues classico, musica teatrale, marce Sousa, Ellingtonia, bossa nova, drum chants, poesie, polemiche, e un suono del sax tenore che spaziava tra le fattorie ed i salotti.
La carriera di Shepp ebbe una grande spinta quando Coltrane intercedette con la Impulse Records ed incoraggiò Bob Thiele a produrre un suo disco nel 1964. Thiele accettò a condizione che Shepp dedicasse il suo primo album a pezzi composti da Coltrane, e quindi il suo album debutto fu Four For Trane.
Poi Shepp creò alcuni dei lavori più importanti ed originali per la Impulse nel decennio successivo; prima di lui, Coltrane era l'unico avanguardista nel catalogo Impulse (tre titoli di Cecil Taylor furono sepolti sotto il nome di Gil Evans su Into the Hot), ma la controllata ABC Records alla fine si affermò come la principale etichetta per l'avanguardia, producendo sessioni di Pharoah Sanders, Albert Ayler, Roswell Rudd, Marion Brown, Charlie Haden, Alice Coltrane e Sam Rivers.
Oltre al ruolo svolto nel garantire il contratto con la Impulse, Coltrane intendeva presentare Shepp sulla sua registrazione più profondamente personale, A Love Supreme. Shepp apparse sulla first take di Acknowledgment, il movimento di apertura di A Love Supreme, ma poi fu pubblicata la seconda. L'altra versione, che a lungo si è creduto fosse andata perduta, finalmente fu portata alla luce ed inclusa nella ristampa, edizione Deluxe, di A Love Supreme nel 2002.
Mentre Coltrane rispettava Shepp, ed espresse "ammirazione" per lui, apparentemente Miles lo temeva.
Quando i due erano nello stesso cartellone nel corso di un lungo tour europeo nel 1967 prodotto da George Wein, Davis, insistette per suonare il primo set. Secondo il suo biografo Ian Carr, il trombettista disse "di non voler suonare ad un pubblico malato, implicando che si sarebbero sentiti male dopo aver ascoltato Shepp."
Più probabilmente, Miles non voleva suonare dopo una figura carismatica come Shepp, che suonava con un marcato grado di teatralità ed aveva un seguito tutto suo. (Archie studiò drammaturgia e recitazione al Goddard College, apparve nella produzione di The Connection del Living Theater, e scrisse tre commedie che sono state prodotte Off-Broadway, Junebug Graduates Tonight, The Communist e Lady Day: A Musical Tragedy.)
Ma c'era già del sangue cattivo tra Davis e Shepp derivato da un incontro che ebbe luogo un anno prima al Village Vanguard, che si dimostrò essere una specie di spartiacque.
Verso la fine del 1965, durante l'ingaggio di una settimana di Davis al Vanguard durante i festeggiamenti per il Ringraziamento, Shepp, sotto la spinta di Tony Williams, chiese di sedersi con la band.
Ian Carr dice che Miles lo respinse, e scoppiò una accesa discussione che si sentì fin al di fuori dello spogliatoio del Vanguard. Una volta che la questione sembrò risolta, il gruppo tornò al palco. Ma quando Wayne Shorter concluse il suo assolo sullo standard di Davis Four, Shepp uscì dalle ombre per suonare il suo tenore e si sedette con la band.
Davis semplicemente sparì e si non fece più vedere per il resto della serata.
Come Carr scrive: "In quell'occasione il playing di Shepp scatenò nel gruppo di Miles un nuovo livello di vitalità."
E per quanto sgradevole potesse sembrare a Miles, ciò portò ad un ampliamento del suo repertorio. Infatti, anche se il gruppo con Shorter, Williams, Herbie Hancock e Ron Carter aveva già pubblicato delle acclamate registrazioni che presentavano delle loro composizioni, Miles doveva ancora cominciare ad includere tutto il nuovo materiale in concerto. Infatti il repertorio concertistico di Davis non era cambiato molto dal 1960.
Ma non molto tempo dopo l'incursione di Archie, il gruppo iniziò ad agitarsi per incorporare le nuove composizioni in concerto, e come sappiamo dalle registrazioni pubblicate di recente, come Live in Europe: The Bootleg Series, Footprints, Riot, Agitation, Masqualero, e altri originali divennero parte del repertorio.
 
 
 

UNA FOTOGRAFA ITALIANA: ANGELA BARTOLO

Post n°2832 pubblicato il 24 Maggio 2013 da pierrde

Ho conosciuto Renato Sellani una sera al Blue Note, era l'ospite d'onore in una sera dedicata alla canzone d'autore, mi dice che qualche giorno dopo suonerà alla Salumeria della Musica invitandomi ad andare a fotografarlo, ed io accetto di buon grado. Il giorno prima del concerto il suo buon amico Gabriele Romagnuolo mi chiama spiegandomi che per ragioni personali non è in grado di accompagnare Renato, che non guida l'auto, come fa abitualmente. Gabriele mi chiede la cortesia di accompagnare Renato Sellani al sound check assicurandomi che la cosa non avrebbe creato alcun problema al Maestro. Accetto e mi ritrovo in auto con questo grandissimo uomo che, letto il mio disagio prende a raccontare aneddoti della sua carriera musicale;

“...quando suonavo con Romano Mussolini, il figlio del Duce..” Racconta Renato “...il jazz era proibito allora e lui, che era un bravissimo musicista, ogni volta che noi partivamo per l'estero ci chiedeva di portargli dei dischi degli artisti americani, così si faceva contrabbando di musica..”

durante il percorso da viale Monza a via Pasinetti, Renato mi ha raccontato diversi episodi, della sua vita, con precisi riferimenti storici, e una dovizia di particolari che i libri non hanno di sicuro. All'arrivo, entrando alla Salumeria della Musica si ferma un attimo e mi dice:

“...non è sconveniente se ci diamo del tu vero?”

Un meraviglioso uomo, un musicista intenso e straordinario.

Fonte: http://www.friends4arts.com/portale2/index.php/recensioni-e-interviste/interviste/288-f4a-intervista-angela-bartolo

http://www.angelabartolo.it/

 


 

 

 
 
 

OPEN MIND

Post n°2831 pubblicato il 24 Maggio 2013 da pierrde

Jazz is... An open-ended music designed for open minds. — Author Unknown

 

 

 
 
 
 

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