Mondo Jazz
Il Jazz da Armstrong a Zorn. Notizie, recensioni, personaggi, immagini, suoni e video.
IL JAZZ SU RADIOTRE
martedì 9 ottobre 2018 alle 20.30
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JAZZ & WINE OF PEACE
Pipe Dream
violoncello, voce, Hank Roberts
pianoforte, Fender Rhodes, Giorgio Pacorig
trombone, Filippo Vignato
vibrafono, Pasquale Mirra
batteria, Zeno De Rossi
Registrato il 26 ottobre 2017 a Villa Attems, Lucinico (GO)
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Messaggi del 28/02/2014
L'atipico trio del batterista Jeff Ballard, per la prima volta a capo di una propria formazione, era atteso martedi 18 febbraio a Brescia, inserito nella rassegna “Jazz In Eden” che ha movimentato con iniziative di livello il piovoso inverno del capoluogo lombardo. Preceduti da un'incisione decisamente azzeccata e della quale TdJ s'é occupata il trio ha chiuso il proprio tour europeo, condotto ad un ritmo talmente serrato da far pensare a possibili quanto inevitabili momenti di stanchezza, con un'esibizione che ha riguardato quasi per intero il succitato album, eseguito pressochè per intero. Leggi la recensione intera di Fabio Chiarini su : |
Post n°3330 pubblicato il 28 Febbraio 2014 da pierrde
Fu un attivo massone, membro della Loggia Montgomery n° 18 di New York. Armstrong era un importante sostenitore finanziario di Martin Luther King Jr. e di altri attivisti per i diritti civili, ma di solito preferiva lavorare silenziosamente dietro le quinte, senza mischiare i suoi ideali politici con il lavoro. Proprio per questo, fecero notizia le poche occasioni in cui rese pubbliche le proprie idee: l'episodio più importante in questo senso fu la violenta critica che Armstrong rivolse al Presidente Eisenhower, in occasione del conflitto tra segregazionisti e anti-segregazionisti che ebbe luogo a Little Rock, Arkansas nel 1957. In quell'occasione Armstrong definì Eisenhower "falso" e "smidollato" a causa della sua inattività; Armstrong cancellò inoltre un tour già pianificato in Unione Sovietica dichiarando che il governo statunitense poteva "andare all'inferno" per il modo in cui stava trattando i neri nel sud degli Stati Uniti, e che lui non avrebbe mai potuto rappresentare all'estero un governo che si trovava in conflitto con la gente di colore Fonte : Wikipedia Armstrong venne spesso criticato e accusato di non prendere apertamente posizione sulla discriminazione razziale, ma un articolo di Ben Schwartz pubblicato ieri sul Newyorker ne rivede il pensiero e traccia un ritratto del grande Louis che ai più è sconosciuto. Rimando la lettura dell'articolo al solito link a piè pagina, riporto un brano significativo e divertente:
One example, of too many, came when Armstrong was arrested by the Memphis Police Department in 1931. His crime? He sat next to his manager’s wife, a white woman, on a bus. Armstrong and his band were thrown in jail as policemen shouted that they needed cotton pickers in the area. Armstrong’s manager got him out in time to play his show the next evening. When he did play, Armstrong dedicated a song to the local constabulary, several of whom were in the room, then cued the band to play “I’ll Be Glad When You’re Dead, You Old Rascal You.” The band stiffened, expecting another night in jail, or worse. Instead, he scatted so artfully that, afterward, the cops on duty actually thanked him. Armstrong most likely never quit smiling that night. His subversive joke was not understood by anyone except the African-Americans in his band. http://www.newyorker.com/online/blogs/books/2014/02/what-louis-armstrong-really-thinks.html |
Post n°3329 pubblicato il 28 Febbraio 2014 da pierrde
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