Mondo Jazz
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martedì 9 ottobre 2018 alle 20.30
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JAZZ & WINE OF PEACE
Pipe Dream
violoncello, voce, Hank Roberts
pianoforte, Fender Rhodes, Giorgio Pacorig
trombone, Filippo Vignato
vibrafono, Pasquale Mirra
batteria, Zeno De Rossi
Registrato il 26 ottobre 2017 a Villa Attems, Lucinico (GO)
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Messaggi del 15/03/2014
Post n°3365 pubblicato il 15 Marzo 2014 da pierrde
Sulla figura di Charles Lloyd molto si potrebbe scrivere, tante sono infatti le vicissitudini umane e musicali che ne hanno contraddistinto l’esistenza. Ma, in estrema sintesi, possiamo dire che Charles conosce notevole fama negli anni ’60 : prima con Chico Hamilton, poi nel sestetto di Cannonball Adderley, e infine grazie ad un proprio quartetto in cui figurano giovanissimi musicisti che poi diventeranno nomi di importanza assoluta, cioè il pianista Keith Jarrett e il batterista Jack De Johnette. Nel frattempo incide con Herbie Hancock, Ron Carter e Tony Williams, segnando una prassi che lo accompagnerà per tutta la vita, vale a dire circondarsi sempre di musicisti di altissimo valore. Fino al 1969 effettua tournee in tutto il mondo, addirittura in Unione Sovietica come primo gruppo americano in assoluto. All’apice della fama, Lloyd però si ritira dalla scena attiva e si dedica soprattutto alla meditazione trascendentale. Dopo circa un decennio si trasferisce in Europa, dove l’incontro con Michel Petrucciani lo riconduce alla vita, spingendolo a riprendere in mano il sassofono e ad allacciare un proficuo rapporto di collaborazione con la prestigiosa etichetta tedesca ECM, per la quale registra ormai da oltre vent’anni. Sassofonista dal timbro personalissimo, Lloyd porta la sua espressività ad un livello spirituale e mistico come nessun altro nella storia del jazz, dopo John Coltrane. Nel suo vocabolario entrano flauti e strumenti insoliti, di chiara estrazione orientale, e il linguaggio si pone come affascinante crocevia tra un jazz libero dalle strutture armoniche tradizionali e il retaggio bop, aperto ben volentieri a semplici melodie tratte dal repertorio folk. A settantasei anni, Charles Lloyd è non solo uno dei pochi grandi jazzisti storici viventi, ma principalmente un poeta che si serve della musica per un messaggio universale di pace e armonia tra tutti i popoli della terra. I suoi concerti sono esperienze di vita unici e memorabili, che Ancona Jazz si onora di presentare al proprio pubblico. Fonte: http://www.anconajazz.com/event/concert_1957/ |
Post n°3364 pubblicato il 15 Marzo 2014 da pierrde
Poliedrico e sperimentatore, Khun ha attraversato tutte le stagioni del jazz contemporaneo, dalla tradizone all'avanguardia. Con il trio rinforzato da Archie Shepp si veleggia tra ritmiche afro, sonorità arabe e improvvisazione. Due vecchi leoni dalle unghie scheggiate da molte battaglie ma ancora in grado, a volte, di graffiare. VALUTAZIONE: * * * (RDA) E’ l’Africa nera quella esplorata in profondità da Kuhn e soci in questo ACT 2014. Il sax di Archie Shepp, screziato e vissuto, celebra “Kulu Se Mama” con un esoterico aplomb ma sono gli inserti vocali di Maijd Bekkas e altri vocalist a connotare il disco in lungo e in largo. Per gli amanti della world music, venuti su a forza di operazioni truffaldine, dovrebbe essere aria fresca. VALUTAZIONE: * * * (FC) Un album diviso esattamente in due parti tra indigeribili pezzi con ritmica e vocalist in salsa afro-cubana e pezzi dal sapore più classico; che pur viaggiando spesso ai confini del free, riesce a tratti ad offrire notevoli momenti lirici. Ottima, ma centellinata, la presenza di Archie Shepp. VALUTAZIONE ** 1/2 (EN)
Oggi il pianista tedesco compie 70 anni, un articolo sulla carriera e la vità di Kuhn compare sul quotidiano Der TagesSpigel: Da Tracce di Jazz la recensione multipla dell'ultimo album Voodoo Sense |
AUTORI DEL BLOG
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