Mondo Jazz
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IL JAZZ SU RADIOTRE
martedì 9 ottobre 2018 alle 20.30
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JAZZ & WINE OF PEACE
Pipe Dream
violoncello, voce, Hank Roberts
pianoforte, Fender Rhodes, Giorgio Pacorig
trombone, Filippo Vignato
vibrafono, Pasquale Mirra
batteria, Zeno De Rossi
Registrato il 26 ottobre 2017 a Villa Attems, Lucinico (GO)
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Messaggi del 26/03/2014
Post n°3386 pubblicato il 26 Marzo 2014 da pierrde
Nate Wooley, trombettista fresco reduce dal Festival di Bergamo, ha inviato ad un centinaio di musicisti un semplice questionario composto da due domande. Ha ricevuto in varie forme 37 risposte ed ha deciso di aprire un sito dove pubblicare gli interventi di ciascun musicista. Lettura tutt'altro che scontata, spesso molto interessante e incisiva. Pubblico le risposte telegrafiche ma significative di Nicole Mitchell e invito gli interessati a leggere il restante materiale su http://soundamerican.org/ Sound American: What one thing HAS to be present (musically, socially, historically, whatever), in your mind, to constitute “jazz”? Nicole Mitchell: That’s difficult to put as “one thing”! I actually cannot answer that question with one thing. Innovation, individuality (soul), community and improvisation combined with a touch of African aesthetics makes a good recipe for jazz. We have such diversity in the 21st century in the ways that jazz can be expressed, but I believe these elements are present in any form of jazz. SA: Thinking in the same broad terms, what one thing CANNOT be present in “jazz”? NM: What cannot be present in jazz is totalitarianism. We have historically had a balance and tension between tradition and innovation, but if there is a totally controlled force in the music, there is no way for it to survive. Foto by Kristi Sutton Ellis |
OGGI A BATTITI Questa notte iniziamo con una doppia uscita targata Editions of Contemporary Music (ECM) che non può che far piacere ai jazzofili: African Piano - un vecchio live di Abdullah Ibrahim che già nel titolo rivendica la peculiarità propria del jazz sudafricano – e One Is The Other, il nuovo disco a nome del batterista Billy Hart realizzato con tre complici di lusso come Mark Turner, Ethan Iverson e Ben Street. Segue un agguato musicologico a cura di Marcello Piras che per presentare la nuova edizione di Jazznostop 2014 ci illustra con acume e originalità un percorso inconsueto nel vasto campo della musica nera. La notte di Battiti si chiude con i ritmi rilassati e reiterati, tra post dub e elettronica, di un gruppetto di musicisti che amano presentarsi sotto mentite spoglie come Boozoo Bajou, Kid606, L.B.Dub Corp.
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