Mondo Jazz

CONFRONTI

Davanti alle anticipazioni sui programmi dei festival estivi è normale scambiare opinioni tra appassionati. Con il tempo è diventato un tormentone il lamentarsi dei cartelloni e rimpiangere il passato, che nella memoria rimane glorioso a fronte di un presente mediocre  condito con cantanti, rapper, rock star e qualche jazzista famoso, per lo più sempre gli stessi .

Curiosamente molti festival cercano di richiamare il pubblico giovane proponendo stelle del rock, spesso abbondantemente sopra i 70 anni. Possibile che nessuno si sia accorto che oggi il rock è, di fatto,  musica per la terza età ?

Comunque è troppo prevedibile e troppo scontato il lamento fine a se stesso, e allora proviamo ad andare indietro nel tempo, per la precisione di quarant'anni, e vedere chi e cosa si proponeva nel lontano 1975 in un festival americano piuttosto famoso: Monterey. Il video è comparso su You Tube da pochissimi giorni ma è una vera chicca.

Per inciso va detto che erano anni di grande fermento non solo nel politico e nel sociale ma, di riflesso e per concausa, anche nella musica. Il rock ed il soul nelle varie declinazioni stavano conquistando i giovani, Miles esplorava nuovi percorsi elettrici, i Weather Report si imponevano come raccordo ideale tra la complessità del jazz e le istanze del rock.

Chi c'era dunque a Monterey nel 1975 ? Ve lo lascio scoprire da soli e, se ne avete piacere, vi assicuro che si tratta di un'ora di musica imperdibile, sia quando i protagonisti sono dei soul man o dei gruppi di rock jazz sia quando a scendere in campo sono dei giganti.

Il confronto con il presente poi, lo lascio ai gusti di ciascheduno.

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JAZZ, CHE PAURA !!!

Che cos’è oggi il jazz?

«Non si sa neanche bene cosa significhi, dopo 100 anni. Bisognerebbe coniare un nuovo termine per definire la musica che fu di Parker e Armstrong. Ci si porta dietro tutto, anche un certo pop, non vedo più il problema che il jazz spaventi. Se nei ‘70 il free ebbe valenza sociale e politica, oggi ognuno ci può trovare quello che ama. C’è un modo di porsi completamente cambiato. Come diceva Duke Ellington, la musica si divide in buona e cattiva». 

Fonte: http://www.lastampa.it/2014/04/01/blogs/on-the-road/paolo-fresu-anni-di-carriera-e-fedelt-basta-guardare-soltanto-al-passato-8PuUi8rhWwRFYqZQzYRxLM/pagina.html

Brad Mehldau è un musicista classico che suona jazz, ama il rock, ed è pop come Warhol.

(...)il lavoro che fa Mehldau è mentale, è a un altro livello. Non sono solo semplicemente le note suonate, ma l’esplorazione di un grande viaggiatore. Che non smette mai di vestirsi di curiosità, sfruttando, naturalmente, la cultura musicale di cui dispone. La usa per avvicinarsi, per toccarci e farci sentire meno spaventati dall’incognita dell’improvvisazione tipica del jazz.

Fonte:

http://www.vanityfair.it/viaggi-traveller/cinquesensi/musica/13/01/29/le-donne-odiano-il-jazz-di-paolo-re