Mondo Jazz
Il Jazz da Armstrong a Zorn. Notizie, recensioni, personaggi, immagini, suoni e video.
IL JAZZ SU RADIOTRE
martedì 9 ottobre 2018 alle 20.30
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JAZZ & WINE OF PEACE
Pipe Dream
violoncello, voce, Hank Roberts
pianoforte, Fender Rhodes, Giorgio Pacorig
trombone, Filippo Vignato
vibrafono, Pasquale Mirra
batteria, Zeno De Rossi
Registrato il 26 ottobre 2017 a Villa Attems, Lucinico (GO)
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Messaggi del 25/04/2014
Post n°3456 pubblicato il 25 Aprile 2014 da pierrde
Non una rassegna per puristi e tantomeno per addetti ai lavori ma un festival aperto a tutti, con una ricchissima offerta di concerti rivolta soprattutto a chi non ha dimestichezza con il jazz". Stefano Zenni, docente e storico musicale, alla sua seconda esperienza come direttore artistico della manifestazione, illustra così la terza edizione del Torino Jazz festival, al via oggi con il concerto di Daniele Sepe C'è un filo conduttore in questa terza edizione della kermesse? "Io lo so che qualche purista avrà da ridire ma noi abbiamo immaginato la rassegna (che con le sue anteprime ha ancora interessato altre zone della città oltre il centro) come un grande viaggio nella contemporaneità del jazz che per definizione è musica di contaminazione da sempre. Abbiamo lavorato su un allargamento per così dire "geografico- stilistico". Ci sono , tenendo conto pure della sezione "Fringe", sempre più compenetrata nel programma principale, artisti di tante nazionalità. E dalla più disparata origine artistica. Dove c'è ritmo, dove ci sono tempi dispari, incroci di culture, fusioni con l'elettronica per me è jazz. E quindi hanno un senso anche le presenze di Elio e Le Storie Tese, Manu Dibango, i Bottari di Enzo Avitabile, il Brasile di caetano Veloso. Fonte: http://torino.repubblica.it/cronaca/2014/04/25/news/zenni_torino_jazz_festival_una _grande_viaggio_tra_i_suoni_contemporanei-84427686/
Curiosa la premessa di Zenni: di fatto, un festival non rivolto agli appassionati di jazz (ce ne eravamo accorti...). La motivazione è sempre la stessa: apriamo a tutti e cioè a chi del jazz non glie ne può fregare di meno. Ottimo programma, a basso costo per giunta.
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Post n°3455 pubblicato il 25 Aprile 2014 da pierrde
E ora tocca La più grande Raoul Follerau
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Post n°3454 pubblicato il 25 Aprile 2014 da pierrde
“La maggior parte della gente ha una certa immagine dei jazzisti neri. Per loro, il musicista nero è capace di suonare con feeling, ma è incapace di pensare. Tutto ciò che è intellettuale non può che appartenere alla cultura occidentale” E poi: “Il razzismo in Europa, è molto interessante, se comparato a quello americano. In America è esplicito: “Noi detestiamo i neri”. In Europa dicono piuttosto: “Potete venire, vi amiamo”. Ma in realtà è la stessa cosa. L’immagine che hanno del nero è sempre caricaturale, è quella del “tap dancer”, di colui che esegue il ritmo battendo i piedi…” ANTHONY BRAXTON Jazz Magazine, Novembre 1972 “da un'intervista concessa a Philippe Carles" |
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