Mondo Jazz
Il Jazz da Armstrong a Zorn. Notizie, recensioni, personaggi, immagini, suoni e video.
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martedì 9 ottobre 2018 alle 20.30
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violoncello, voce, Hank Roberts
pianoforte, Fender Rhodes, Giorgio Pacorig
trombone, Filippo Vignato
vibrafono, Pasquale Mirra
batteria, Zeno De Rossi
Registrato il 26 ottobre 2017 a Villa Attems, Lucinico (GO)
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Messaggi del 11/05/2014
Post n°3486 pubblicato il 11 Maggio 2014 da pierrde
Moderat, Massive Attack, Pharrel Williams, Ricardo Villalobos, Van Morrison, Archive, Lykke Li, Morcheba, Steve Wonder, Melanie De Blasio, Paloma Faith: sono solo alcuni degli straordinari nomi, attesi tra il 4 e il 19 luglio, al quarantottesimo Montreux Jazz Festival. Elettronica, jazz, blues, pop, trip hop, ambient, indie, per due settimane di spettacolo d’altissimo livello. Programma già on line, prenotazioni aperte e la macchina organizzativa in piena attività, così come la grande campagna di promozione. E proprio a supportare immagine e comunicazione c’è anche un bellissimo concept video, che ruota intorno a un’installazione progettata per il festival: un lavoro che porta la firma di Cauboyz, collettivo francese con base a Nancy, attivo nell’ambito della fotografia, del graphic design e dei video musicali. Per il super evento di Montreux hanno tirato fuori, insieme a due musicisti (Jerry Léonide e Simon Henner) e un ebanista (Livier Baumgartner), un’imponente installazione luminosa in cui luce e suono si corrispondono e si intersecano, inseguendo il ritmo sinestetico di una partitura eseguita dal vivo. Un Wurlitzer 200A del 1972, storico pianoforte elettrico prodotto in America tra gli anni Cinquanta e gli Ottanta, è collegato a sessantaquattro box retro illuminati, su cui sono posizionate delle mascherine con i nomi degli artisti invitati al festival. A ogni tocco di tastiera si accende una luce e la scultura si anima, in uno scintillante light show… Helga Marsala Fonte: http://www.artribune.com/2014/05/un-light-show-firmato-cauboyz-per-il-montreux-jazz-festival/ Facciamo una semplice e schematica valutazione: con alle spalle il budget che ci si immagina, le locations strepitose della cittadina svizzera e la storia a lungo gloriosa del festival che giunge quest'anno alla quarantottesima edizione se ne deduce che : il programma è terrificante almeno quanto i prezzi dei biglietti (fino a 450 franchi svizzeri per Stevie Wonder) Il mio giudizio, personale, senza pretese di verità rivelate ma del tutto constatativo, cambierebbe radicalmente se Montreux togliesse quell'inutile appendice al nome del festival. Jazz è decisamente una parola grossa e superata almeno da quelle parti. http://www.montreuxjazzfestival.com/ |
Post n°3485 pubblicato il 11 Maggio 2014 da pierrde
L'uscita di Play Blue, il nuovo album di Paul Bley, mi ha dato il la al piacere del riascolto dei meravigliosi album del pianista canadese. Oggi è il 78° compleanno di Carla, che a soli 21 anni sposò Paul, e alla quale il pianista dedicò molti brani e un album intero. E' proprio da Homage to Carla che propongo questo Seven, una meravigliosa composizione di Carla suonata in solo da Paul. Nasce ad Oakland in California ma già dall'età di sedici anni si trasferisce a New York, per entrare in contatto con l'ambiente jazz più importante all'epoca. A 21 anni si sposa con il pianista jazz Paul Bley, del quale terrà il nome da sposata, sebbene la coppia abbia in seguito divorziato. Già a partire dal 1960 sue composizioni sono eseguite da diversi jazzisti di fama come George Russell, Jimmy Giuffrè, Art Farmer e lo stesso Paul Bley. Diventa in seguito importante figura del movimento Free jazz degli anni sessanta: collabora con la Liberation Music Orchestra di Charlie Haden e con artisti di diverso stampo come Steve Lacy, Don Cherry, Roswell Rudd, Jack Bruce, Robert Wyatt e con il batterista dei Pink Floyd Nick Mason. Il suo album Escalator over the Hill del 1968, una collaborazione con Paul Haines, è un'Opera jazz-rock informale che vide la partecipazioni di ospiti quali Jack Bruce, Sheila Jordan, Linda Rostandt e Jeanne Lee.[senza fonte] Nel corso degli anni settanta fonda una big band, tuttora attiva, che porta il suo nome e che l'ha vista esibirsi sui palchi di tutto il mondo. Tale big band si rifà all'insegnamento delle orchestre di Gil Evans e dell'ultimo Duke Ellington potendo contare sull'apporto di molti valenti musicisti, provenienti dai più disparati contesti musicali. Da diversi anni suo importante partner musicale e di vita è il bassista elettrico Steve Swallow. Fonte: Wikipedia |
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