Mondo Jazz
Il Jazz da Armstrong a Zorn. Notizie, recensioni, personaggi, immagini, suoni e video.
IL JAZZ SU RADIOTRE
martedì 9 ottobre 2018 alle 20.30
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JAZZ & WINE OF PEACE
Pipe Dream
violoncello, voce, Hank Roberts
pianoforte, Fender Rhodes, Giorgio Pacorig
trombone, Filippo Vignato
vibrafono, Pasquale Mirra
batteria, Zeno De Rossi
Registrato il 26 ottobre 2017 a Villa Attems, Lucinico (GO)
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Messaggi del 24/07/2014
Post n°3588 pubblicato il 24 Luglio 2014 da pierrde
A Piazza Affari è cambiata musica. Stamattina (23 luglio) è partita la quotazione sul mercato Aim, un listino riservato alle piccole e medie imprese, del jazz club Blue Note di Milano. E per festeggiare, alla Borsa valori stamattina è arrivata una marching band come quelle di New Orleans: trombe, sax e percussioni che hanno ravvivato l’atmosfera prima in piazza poi all’interno del palazzo fino al fatidico suono della campanella che alle 9 ha fatto partire le contrattazioni. E' la prima impresa culturale che viene quotata in Borsa, e in fase di collocamento le sue azioni hanno raccolto circa 1 milione di euro: "Siamo la società più piccola del listino ma anche quella che si fa più sentire", ha commentato il presidente Paolo Colucci, che il 19 marzo 2003 aprì questa filiale italiana del tempio del jazz dopo essersene innamorato in un viaggio a New York e, unico caso al mondo, aver convinto i padroni a cedergli il marchio in licenza. Video e Fonte: L'inizio dell'avventura in borsa è sotto il segno meno, quasi il 4%, ma sicuramente l'idea è interessante. Finanziarsi sul mercato per migliorare e aprire nuove sedi. A proposito di miglioramenti, quella che vedete in foto è la locandina di settembre. Con il massimo rispetto per i musicisti, direi che i margini di miglioramento possibili sono notevoli.... |
Post n°3587 pubblicato il 24 Luglio 2014 da pierrde
Penalizzato dalla pioggia del primo week end, è stato detto, il festival è ripartito di slancio con la fine del maltempo. Musicalmente, di Uj 2014 resta il concerto di Wayne Shorter e Herbie Hancock, la classe di Fiorella Mannoia, la piacevole sorpresa dei Mountain Men, i due “senatori” sempreverdi Franco Cerri e Renato Sellani, il trio Doctor 3, Paolo Fresu. Sull’altro piatto della bilancia, le delusioni di Natalie Cole e Dr. John ed il progetto fallito della “maratona dj”.
Quella che si chiude domenica ha il sapore di un’edizione di Umbria Jazz di transizione tra un 2013 (anno del quarantennale), da ricordare e un 2015 all’insegna del «rinnovamento». La parola l’ha usata domenica mattina nel corso della tradizionale conferenza stampa di chiusura il nuovo direttore amministrativo Luciano Linzi (...) «Questo festival – ha detto Linzi – ha bisogno di rinnovamento nella proposta artistica, nella formula, nella struttura organizzativa, negli sponsor». Non una rivoluzione dalle fondamenta, nessuna demolizione dei pilastri, ad esempio le location, che hanno reso Uj un qualcosa di unico al mondo, ma dei cambi sostanziali sì. Fonte:
Umbria Jazz 2014 è insomma da archiviare come un'edizione di "mezzo", intendendo per "mezzo" un livello medio che forse fa tornare indietro le lancette dell'orologio a qualche anno fa. Di certo non ha toccato gli apici assoluti dell'edizione del quarantennale del 2013 e il record di incassi registrato lo scorso anno con oltre un milione di euro. Ma la vera e per certi aspetti gradita sorpresa è il quasi totale sold out fatto registrare ai concerti al teatro Morlacchi dove in effetti si sono ascoltate alcune delle "cose" più interessanti (Williams, Snarky Puppy, Akinmusire, Scofield, Melissa Aldana, McBride, McLorin Salvant, Hargrove). Il brand Umbria Jazz da questo punto di vista rimane garanzia di assoluta qualità e il pubblico che richiama è sempre più competente. Fonte: http://corrieredellumbria.corr.it/news/umbria-jazz/146410/Umbria-Jazz--ripensamento-in-atto.html Da appassionato accolgo con piacere le parole di Luciano Linzi: sono anni che vado dicendo le stesse cose, sempre che naturalmente per "rinnovamento della proposta artistica" si intenda il ritorno ad una musica senza compromessi commerciali. Da questo punto di vista è curiosa la "sorpresa" per il sold out al Morlacchi: visto che si tratta comunque, nel bene e nel male di un festival jazz, che i concerti di qualità facciano il tutto esaurito è assolutamente normale. L'anormalità è costituita semmai dal tenore delle proposte "altre", spesso di spessore deludente e improbabile nel contesto del festival umbro. |
AUTORI DEL BLOG
Andrea Baroni
Fabio Chiarini
Roberto Dell'Ava
Franco Riccardi
Ernesto Scurati
Inviato da: Less.is.more
il 24/08/2019 alle 11:46
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il 23/08/2019 alle 21:27
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il 13/07/2019 alle 20:06
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il 19/10/2018 alle 15:44
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il 12/10/2018 alle 15:21