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il senso della vita...

Post n°23 pubblicato il 29 Novembre 2013 da morenaindelicata

oggi volevo parlarvi degli "invisibili" degli emarginati..

raccontarvi una storia.

Io vivo in una gran bella città, ma cm tutte le cose belle ha anche le sue spine... siamo circondati dal degrado e dall'indifferenza della gente, ma ci sono le "perle rare" Biagio Conte ne è un es.

Biagio è un missionario laico che ha dato vita alla "missione di speranza e carità" occupandosi di tutte quelle persone indigenti e bisognose che notiamo tutti i giorni ma dei quali non ci occupiamo mai, presi dal nostro egoismo e dai nostri "bisogni" che talvolta riteniamo più necessari..

ma "necessari" rispetto a cosa? a noi? alla nostra vita? al senso che le diamo? biagio ha dato un senso alla sua di vita..

dona alla gente amore... conforto.. calore.. a tutti quelli che ne hanno bisogno.

 Il "bisogno"...

 è questo il vero "bisogno", un tetto dove stare.. un pasto da mangiare.. un abbraccio da ricevere... sono queste le vere "necessità" della vita.. ma noi tante volte ci "dimentichiamo"...

 ma la storia che volevo raccontarvi adesso non è di Biagio. Anche se lui è l'esempio lampante di che cosa sia l'amore..

io stasera volevo parlarvi di Franco.. Franco o'pazzo.. così lo si chiamava..

 tanti anni fa vivevo in un recidence con tante palazzine cc 180 famiglie. il residence era chiuso ovviamente, all'interno grandi spiazzali, posteggi per auto e tanto spazio per poter giocare da bambini.. dentro questo residence viveva Franco un uomo di cc 70 anni.. lunga barba bianca un pò stempiato occhi azzurri viveva dormendo sui muretti che circondavano il residence, in inverno si spostava sotto le tettoie delle palazzine.. se riusciva a trovare un portone aperto la notte.. dormiva dentro, sulle scale.

Franco era un pò matto, così si diceva.. ma in fondo.. chi non lo è?

aveva fatto la guerra.. era ancora convinto di essere nella seconda guerra mondiale.. a volte mi vedeva passare mi tirava per un braccio e mi diceva a bassavoce:

"shhhh arrivano i tedeschi!"

 e ci chinavamo per terra.. dietro le aiuole.. io reggevo il gioco.. ero una bambina.. in fondo mi divertiva questa cosa.. la fantasia ha sempre camminato cn me.. mi piaceva "entrare" nel suo mondo..

La gente voleva bene a Franco. c'è chi gli portava vestiti puliti, andava nei bar e la gente del posto gli dava sempre qualcs da mangiare, era un senzatetto ma lo voleva essere. quindi lo si cercava di aiutare come si poteva.

una volta sempre da bambini.. io e i miei amici, avevamo cc 9-10 anni.. si giocava nello spiazzale cm tutti i pomeriggi.. e nascondendoci tra le aiuole.. trovammo una cassettina. la aprimmo e dentro c'erano tantissime monete più di 70milalire.. una grande somma a quei tempi.. era il nostro tesoro.

 forse ci sfiorò pure il pensiero che quelle monete.. quel "tesoro" fosse di Franco o'pazzo ma eravamo dei bambini.. non capivamo il vero "valore" quale fosse. e ci dividemmo il "bottino"..

tanti anni dopo da ragazzina.. avevo cc 15 anni ripensammo una volta a questa cosa io, e uno dei miei più cari amici di allora.. e decidemmo di rimettere tante quante erano le monete in un altra cassettina.. con scritto dentro "scusa" e la portammo a lui.. che sorrise.

quel sorriso nascondeva la consapevolezza di aver sempre saputo chi gli aveva portato via il denaro...

ma Franco era anche questo.

il paziente vecchio che attende il figliol prodigo.. tanti anni dopo franco invecchiò sempre di più... i dolori della vecchiaia, l'artrosi, la pressione.. la vista.. si fecero sempre più gravi e venne ricoverato spesso in ospedale.. ma quando si riprendeva tornava.. era quello di sempre.. il soldato che difendeva i più deboli.. che si nascondeva dai cattivi.. che narrava storie.. che insegnava.

Poi un giorno..

arrivò lui, Biagio Conte. Si fermò a parlare.. lo portò cn sè. E di Franco non se ne seppe più nulla..

 alcuni dicevano di averlo visto li alla missione, che stava bene.. ma a noi mancava... già.. era lui a mancare a noi...

era cm il paesaggio che guardavi ogni giorno dalla finestra e poi a un certo punto ti mettevano davanti un muro e tu nn potevi vedere più nulla.. ne sentivi la mancanza si...

passarano alcuni mesi.. poi un giorno era novembre..

Franco tornò..

col suo carrello della spesa piena di cose.. c'è chi lo invitò a lavarsi.. chi gli diede abiti puliti.. chi lo invitò a cena.. ma Franco non accettò nulla. era stanco.. diceva di aver ricevuto troppo.. di aver dato troppo poco..

erano le 22.00 di sera cc.. io stavo scendendo da casa per uscire cn gli amici avevo 19 anni. fuori al portone, sul muretto c'era lui che fumava la sua solita sigaretta.. :

"Ciao Franco! tutto bene? sn contenta di rivederti... "

Franco mi sorrise mi guardò e mi disse:"tieni fuma!"e io.. no grz Franco le ho... fumo le mie, dai... facciamo così.. l'accendo e la fumo qui cn te ok? e mi sedetti sul muretto accanto a lui..

"Allora.. cm mai sei tornato? non stavi bene li?"

lui mi guardò... mi sorrise.. ma questa volta i suoi occhi erano diversi.. non erano "matti" erano dolci.. tristi.. "normali".. cm se in quello sprazzo di momento avesse raccolto tutta la sua lucidità.. e mi disse..

"vedi.. io lo so che nn c'è più la guerra.. ma qui.. dentro questo posto.. mi sento cm quando ero nel lager..

non confonderti.. (mi diceva) sono felice .. c'è tanta brava gente e io mi sforzo di aiutarli come posso, stare qui mi aiuta a non dimenticare cosa è accaduto li.

in un muro perimetrale riesco a scorgere la recinzione...

in voi un tempo bambini, rivedevo i piccoli angeli che camminavano in fila..

nella gente che scambia doni.. la divisione di quel poco che si riusciva ad avere e che si spartiva con tutti..

dicono che ho perso il senno. io dico che la ragione l'han persa altre persone! "

Franco è morto cc un mese dopo. Venne ricoverato nuovamente in ospedale. non so o forse non ricordo più di cosa è morto. aveva 94 anni. e una mente altro che insana.. gli "invisibili" vengono chiamati così in una nota trasmissione. ma Franco non era invisibile, Franco aveva lasciato profondi solchi. aveva lasciato il "segno" su questa terra. aveva trovato forse un senso: Legarsi al ricordo di chi ha sofferto, se stesso compreso e, vivere la vita portandoselo dietro sempre: nello sguardo della gente, nei luoghi dove vivi, in tutto ciò che fai. per fare in modo che non accada più.

Mora.

 
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