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Viaggiare

Post n°4 pubblicato il 06 Giugno 2006 da Penne1
 
Foto di Penne1

E' il 13 agosto sono le 6 di mattina, passo a piedi davanti al giornalaio in piazza, mi fermo a comprare Il Centro. "Dove vai con lo zaino ed il sacco a pelo, parti?" mi chiede, "Si" rispondo. Cammino fino al luogo dell'appuntamento, arriva una Fiat Brava, lei scende e dice "Ciao sono K, tu sei l'amico di V, vero?", "Buongiorno, sì, sono R, l'amico di V" le dico. Salgo, passiamo a prendere le altre sue tre amiche e partiamo. Alle 13 siamo al porto di Brindisi, scendo, "Buon proseguimento ragazze", "Buon viaggio R" mi rispondono, baci e via. Il traghetto parte alle 20, fa caldo, il porto è semideserto a parte delle famiglie armene che sonnecchiano su delle stuoie in attesa di un traghetto dal nome impossibile, non parlano inglese, ma riesco a comunicare lo stesso con un simpatico signore baffuto di mezza età, mi trovo un posto all'ombra, mangio qualcosa. Intanto il porto si popola di turisti in partenza, soprattutto campani.

Alle 18 mi imbarco, trovo un posto sul ponte, all'aperto, vicino il parapetto che da sul mare e stendo il sacco a pelo. Si parte, è una notte calda, in mare aperto il cielo stellato offre uno spettacolo stupendo ed inconsueto per chi come me vive in un'area metropolitana costantemente illuminata. Sulla nave, piena di passeggeri accampati un pò ovunque, spicca una allegra comitiva di gay. Ce n'è uno che sembra appena uscito da un gay pride, molto coreografico, capelli lunghi e biondi, sulla quarantina. Lo guardo per un pò e mi scopro ad ammirarlo. E' vero, l'ammiro, una persona apparentemente debole ha più attributi di tanti altri, con dignità e senza ipocrisia onestamente si mostra per quel che è, conquistando così la libertà di poterlo essere sempre in ogni occasione, il che non è per niente poco. Rifletto e penso a tutti quelli che non riescono ad esser onesti con sè stessi e di conseguenza con gli altri, penso a lei. Mi sveglio all'alba, il riflesso del sole sull'acqua e la costa greca fra la foschia.

Alle 11 sbarco a Patrasso, tassisti (abusivi?) mi offrono insistentemente un passaggio per il Pireo, tiro dritto. Alla stazione degli autobus mi imbatto in un gruppo di tre militari italiani in vacanza diretti a Ios, si meravigliano del fatto che capisco subito che sono militari (tre ragazzi coetanei, capelli corti, un salentino, un grossetano ed uno del Lazio ...non è poi così difficile), un birra insieme e saliamo sull'autobus. Che autobus! Mercedes nuovo, pulito, comodo, aria condizionata, molto meglio di quelli della linea Pescara-Roma. Si parte per Atene, qualche sosta in microscopici villaggi di casette bianche, bel panorama fatto di mare, monti, ulivi e casette bianche immerse nel verde, ecco lo stretto di Corinto, il villaggio nei pressi si chiama Ishtmo. Il viaggio scorre piacevolmente, faccio conoscenza con un gruppo diretto a Hios, mi offrono della frutta.

Ecco Atene, saluto tutti e mi dirigo a piazza Omonia, la metropolitana e dopo un pò sono al Pireo. Mai vista una metropolitana così pulita e luminosa, l'unico neo è che le fermate sono scritte solo in greco. Nelle stazioni, in delle teche, si ammirano antiche sculture. Il movimento di persone e di mezzi è caotico, ma il porto non è sporco, anzi Atene non è sporca, tutt'altro, molto meglio di tante nostre città anche famose e soprattutto niente "facce strane" e nessuna pattuglia di polizia in giro. Vedo solo gente indaffarata, ma tranquilla. Ho fame, sono le 17.00, dopo il check in alla Anek, snobbo quei locali con bei tavolini, tende e camerieri e mi fermo in una bettola al porto, nessun turista, solo gente locale, mangio una pita (una specie di cartoccio fatto di pane con all'interno 150 gr di carne magra di maiale, pomodoro, lattuga e zaziky=yoghurt, cetriolo e aglio) squisita e bevo una bottiglia da mezzo litro di Amstel, spesa € 3,50.

Sono le 20, il traghetto non è affollatissimo, non vedo nessun italiano, tanti pendolari che viaggiano soli. Il sacco a pelo è steso sul ponte, all'esterno vicino al parapetto sul mare. L'uscita dal Pireo permette di ammirare in notturna una fascinosa Atene illuminata. In mare aperto il cielo è pieno di stelle e ogni tanto, in mezzo al mare, si scorgono le luci di qualche isoletta. Sono seduto su una cassapanca bianca che custodisce i giubbetti di salvataggio. Il vento è caldo, mi rilasso, è una sensazione unica, sono quasi due giorni che viaggio solo, senza automobile, dormo all'aria aperta, sono solo con i miei pensieri e le mie sensazioni, sento di recuperare il controllo su me stesso e mi piace. Nella vita di tutti i giorni siamo schiavi delle situazioni, andare a lavoro o studiare, ma anche rassettare la casa, fare le compere, cucinarsi, pianificare incassi e pagamenti, metter il gasolio, fermarsi agli stop e con il semaforo rosso, render conto a qualcuno delle proprie azioni e delle proprie scelte. Su questo traghetto mi sento libero, non c'è nulla che possa o debba fare nel mezzo del mare greco. Nelle vicinanze una ragazza legge un libro ed una signora si chiude a dormire nel sacco a pelo. Mi arriva dall'Italia l'sms della mia amica A che mi invita ad andare a ballare a Le Paillote, le rispondo che non farei in tempo. Vago ancora un pò nei miei pensieri, dormono tutti, vado anch'io. Sono le 6, la Lissos entra in porto, sono a Hania. Sulla banchina c'è gente che aspetta clienti, amici, familiari o la persona che ama. Lo sbarco procede tranquillamente.

Il sole comincia ad alzarsi, sbarco e mi seggo su un marciapiede, una ragazza chiama da una cabina telefonica. Nel porto rimangono solo gli addetti. Una BMW stracarica, con tavole e vele da windsurf arriva. Ho la barba lunga, jeans corti al ginocchio, polo blu a righe orizzontali, zaino e sacco a pelo, cammino in mezzo alla piazzetta, mi riconoscono: sono M e V. "Ciaoooo R", baci e abbracci. Comincia la seconda parte della vacanza, la prima parte è stata stupenda ed è appena finita. Sono le 07.35 del 15 agosto, sono a Creta.

 
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