MySo-Called(un)Life

Trama: Heather Miller, una giovane ragazza che lavora in una tavola calda, riceve una telefonata in cui viene invitata a recarsi nel Texas per riscuotere un'eredità. Non si aspetta, però, che, insieme ad una grande villa coloniale, trovera anche un terribile assassino dal volto mascherato che brandisce una motosega, oltre ad inaspettati segreti sul suo passato…

"Non aprite quella porta 3D" è un film horror di John Luessenhop ("Takers"), con Alexandra Daddario, uscito nel 2013. Dopo il bel remake ('03) di Marcus Nispel e il successivo prequel ('06) di Jonathan Liebesman, ecco un sequel che comincia da dove finiva l'originale ('74) di Tobe Hooper e di cui, sinceramente, non si sentiva tanto il bisogno. Il film si apre proprio con alcuni spezzoni del primo "Texas Chainsaw Massacre", per la gioia dei nostalgici, per poi mostrarci una sparatoria tra i Sawyer e gli abitanti di Newt, che poi incendiano la casa (e i coniugi Miller prendono con loro la piccola Heather). Il resto è il più classico degli slasher in stile anni '80, con un gruppetto di ragazzi macellati dal villain di turno, senza colpi di scena o stravolgimenti dei cliché tipici del genere. Anzi, molte cose ricordano l'originale, come l'ordine delle vittime. Molto brava la Daddario (al suo secondo horror, dopo "Bereavement"), che incarna bene il ruolo della ragazza fragile ma forte (grazie all'istinto di sopravvivenza che si scatena in situazioni simili) allo stesso tempo. Accettabile anche il resto del cast, tra cui Treyz Songz (rapper al suo debutto sul grande schermo) e Tanya Raymonde (la Carla Rinaldi di "Death Valley"). Deludente il reparto gore, invece, con poche scene sanguinose e mostrate sempre col contagocce, senza mai soffermarsi più di qualche secondo sui dettagli. E un po' superficiali alcuni passaggi (in primis il fatto che Heather accetti di buon grado la sua parentela con Leatherface e sembri quasi dimenticare il fatto che, solo qualche ora prima, questi abbia massacrato amici e fidanzato). Ma, nonostante tutto, il film si lascia guardare fino alla fine, senza annoiare. Certo, in uno splatter qualche bella tetta è quasi la regola, mentre qui la Daddario non premia mai la nostra pazienza, se non con una camicetta sbottonata (il tettometro segna 1/10, solo perché, anche vestita, Alexandra sa sempre il fatto suo). Carino. Forse ci sarà pure un sequel. 6.5/10