MySo-Called(un)Life

Trama: Quattro giovani telereporter americani si avventurano nella remota foresta dell’Amazzonia, per girare un documentario sulle tribù indigene. Alcuni mesi dopo i quattro sembrano scomparsi. Accompagnato da una guida locale, il professor Harold Monroe, antropologo, viene allora incaricato di mettersi sulle tracce dei reporter...

"Cannibal Holocaust" è un film horror di Ruggero Deodato, con Robert Kerman e Luca Barbareschi, uscito nel 1980. E' da molti considerato il miglior film appartenente al filone cannibal, molto in voga negli anni Ottanta, e inizialmente venne spacciato per uno snuff movie (Deodato fece sparire gli attori protagonisti dalle scene per un anno o due, cosa che gli fruttò una denuncia e un processo, perché si pensò li avesse uccisi davvero. Questa tattica fu poi ripresa quasi vent'anni dopo con la promozione di "The Blair Witch Project"). Il film ha ricevuto il divieto ai minori di 18 anni quasi ovunque, mentre in alcuni paesi (come Islanda, Sudafrica e nel sud est asiatico) è stato addirittura bandito. Il film è ricco di scene cruente, sia ai danni di umani (stupri, squartamenti, lapidazioni,... ovviamente finzione scenica) sia ai danni di animali (un topo muschiato sgozzato, una tartaruga fatta a pezzi, un maialino ucciso da Barbareschi con un colpo di fucile, una scimmietta decapitata, un serpente e una tarantola uccisi a bastonate. Questi, purtroppo, uccisi davvero, cosa che ha portato numerose critiche da parte di animalisti e non), e anche di nudi integrali (cosa che, nel cinema moderno, è praticamente un tabù. In più di mille film, penso di aver visto una decina di peni, mentre qui si vede di tutto.) Deodato ha dato molta importanza al realismo e all'improvvisazione, infatti gran parte del film è in presa diretta (anche a causa della pericolosità di alcune scene e dell'ambiente in cui sono girate, come i fiumi realmente infestati da caimani e piranha) e le riprese dei reporter (qui compare l'elemento found footage, che va tanto di moda in questi anni) sono state girate su pellicola 16mm, che poi Deodato ha graffiato per ricreare l'effetto rovinato. Il risultato è un buon film, che -più che gli indios- vuole criticare la violenza dell'uomo bianco (l'idea del film è stata data dal figlio di Deodato, stufo della violenza nei telegiornali in tv) e i mass media, disposti a tutto pur di tenere alta l'audience. Il tettometro segna 6/10, perché -essendo ambientato tra gli indios- il film contiene moltissimi nudi integrali, sia femminili sia maschili sia misti, ma la qualità (delle tette) lascia a desiderare. Era una vita che volevo vederlo, ma alla fine non so dire se mi sia piaciuto o no. Non riesco proprio a guardare i vecchi horror (precedenti al duemila), salvo rari casi, nonostante siano considerati i migliori, però questo sono riuscito a vederlo tutto senza annoiarmi, anche se non è un vero e proprio horror, ma contiene numerose scene splatter e l'espediente found footage/mockumentary che verrà poi ripreso una trentina di anni dopo in modo esagerato. 7/10