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La previsione del futuro
Post n°48 pubblicato il 26 Agosto 2008 da Qphenomena
Prevedere il futuro è sempre stato associato ad una arte magica: la capacità di prevedere eventi appare come una azione divina. Il sapere che cosa farò domani è in un certo senso magia... posso prevedere pensando! A me appare che la magia di tale possibilità esistenziale sia dovuta al fatto che la nostra mente ha la capacità di andare indietro nel tempo costantemente ma è impossibilitata a vedere il futuro. Ma può prevedere il futuro grazie all’ausilio del passato. Fare una previsione futura è andare indietro nel tempo ed effettuare un ragionamento. Il meccanismo simmetrico è ben visibile a partire dalla metà temporale. Che è la nostra costante collocazione. Se prevedo che domani alle ore 10 sarò alla fermata dell’autobus effettuo una previsione futura che si verificherà se alle 10 del giorno di domani sarò alla fermata dell’autobus. La magia apparente è una consuetudine pensierosa dell’organo neurale. La possibilità previsionistica è possibile anche nei confronti di altrui esistenza: se penso alla mia amica Carla posso prevedere ciò che farà in futuro perchè sono a conoscenza delle sue abitudini. Conoscendo la sua persona posso prevedere ciò che penserà. Sono gesti abituali a cui il cervello è talmente abituato che neppure vi presta attenzione. Prevedere per se stessi è banalità, il difficile diventa prevedere per qualcun altro. Ma la realtà dimostra che prevedere il futuro è concretezza. Il meccanismo di previsione è il fondamento di esistenza, senza il meccanismo di previsione non potrebbe esistere ciò che invece costantemente si realizza con lo scoccare dell’istante. Che è un istante di metà. Esempio esplicito. Sono al tempo attuale. Tempo zero. Vado indietro nel tempo (con la mente) di una quantità 10 e inverto di 180° portando il punto 10 nel futuro. Io al tempo attuale in cui penso sono a metà, il 10 indietro è andare nel passato e il 10 in avanti (che è il 10 indietro invertito) è andare nel futuro. Ma il 10 futuro è immaginario, non esiste perchè bisogna attendere che passi 10 di tempo per giungere all’istante immaginato (che sarà zero, del tempo di metà). Passano 10 di tempo e arrivo all’istante immaginato, che è zero di metà tempo esistenziale. Vado indietro di 10 e arrivo al punto (che è istante passato) in cui immaginai l’istante di tempo che sto vivendo. Per arrivare all’istante doppiamente passato devo aggiungerne altri 10 per un totale di 20 a partire dall’attuale istante presente. L’istante 20 indietro è l’istante in cui immaginai l’attuale istante presente quando il presente era l’attuale passato a 10 indietro. Ruotando tale punto di 180 arrivo a 20 nel futuro da tale istante presente. Generalizzando il discorso all’infinito risulta che il tempo zero di metà è ciò che permette SIMMETRIA ESISTENZIALE dato che da tale istante presente posso andare (vado) indietro nel tempo di una lunghezza infinita e ottenere un infinito futuro dalla rotazione invertente 180.
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il 31/05/2009 alle 19:16
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