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Post n°55 pubblicato il 05 Settembre 2008 da Qphenomena
Scrivere la Legge è scrivere la Legge. Se scrivo 2+2=4 sto scrivendo la Legge; se scrivo 2+2=5 sto scrivendo la Legge; se scrivo "ieri non sono andato al mare," sto scrivendo la Legge. La mia Legge. Certo la mia... di chi se no! Tu scrivi costante la tua Legge. Ognuno scrive la Legge, che è la stessa per tutti. Un errore interpretativo degli scienziati, a mio parere (come al solito, inutile dirlo, se sono io a scrivere è ovvio sia il mio parere), è quello di ritenere di scrivere la Legge in sintesi simbolica, utilizzando delle lettere per indicare grandezze fisiche: scrivere la legge con alfacaratteri è scriverla in modo sintetizzato, ma è la stessa cosa che enunciarla a voce o scriverla su un foglio di carta a parole. E’ sintesi, ma è uguale. Ciò che conta è l’immagine cerebrale, il modo di immaginare la faccenda, che è molto più immediato se avviene tramite lettura disinvolta più che seguendo un metodo di interpretazione di sintesi di concetti in alfacaratteri. La realtà è interna, ciò che conta è il "noi", il nostro immaginario. Sono banalità che dico, perchè sono certezze appurate, ma pare che vengano sottovalutate o non considerate. Un altro errore è il cercare numeri "costanti cosmologiche" che sono vicoli ciechi. Non è affatto vero che ad esempio la velocità della luce sia il valore che si dice che è. Non esiste solo quel numero per rappresentare un concetto infinito, non esiste quel numero "appiccicato" al movimento della luce: sarebbe come dire che mi chiamo come mi chiamo e non posso disporre di nessun altro nome o appellativo.
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Inviato da: Qphenomena
il 31/05/2009 alle 19:16
Inviato da: salombar0
il 31/05/2009 alle 03:32
Inviato da: Qphenomena
il 30/01/2009 alle 06:21
Inviato da: sensibile_amante
il 21/01/2009 alle 13:00
Inviato da: zeamays2
il 19/01/2009 alle 18:02