Creato da I.am.Gatsby il 11/04/2013

NEW YORK '30

Anni 30

 

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LOTTA

Post n°8 pubblicato il 19 Aprile 2013 da I.am.Gatsby

Come mi sono trovato in manicomio? Piuttosto male. Ma in quale altro posto si poteva vivere in America?

Ezra Weston Loomis Pound

 

La nave si era appoggiata dolcemente alla paratia protetta da respingenti e legno. Ad attenderla una squadra di una decina di persone, appena fu possibile posare la passerella salirono a bordo con funi e catene. Iniziarono ad esaminare il carico, decidendo a quale materiali dare la precedenza. Il lavoro di Albert era concluso, il responsabile della compagnia di Boston avrebbe provveduto allo stoccaggio, subito dopo la nave sarebbe ripartita alla volta del sud per rifornirsi di materie prime. Prima di scendere Albert si era fatto una doccia, rasato, cambiato, aveva indossato una vecchia maglietta e pantaloni sdruciti, scarpe sportive di cuoio scuro, quanto di meglio si poteva trovare, e si era allontanato di corsa dal porto. Mancavano pochi minuti all'una di una notte che lasciava presagire pioggia, si sentiva l'odore di salsedine e d'acqua stantia. Si diresse a Orient Heights, quartiere italiano della città. La sua destinazione era un vecchio magazzino fatto di mattoni rossi, nonostante l'ora il parcheggio era pieno di macchine, persone entravano affrettandosi, dalle ampie finestre dell'edificio le luci illuminavo ampie zone e un gran vociare riempiva l'aria, si mise le mani sulla faccia e s'accovacciò, sembrava pregasse, si raccolse e rimase così alcuni minuti, si asciugò il viso e varcò l'ampio ingresso. L'odore di fumo era acre, odori intensi, poco spazio, una pedana al centro del salone, alcune lampade... appena lo videro le persone al centro gli fecero ampi gesti, quando furono vicini il più grosso dei due che conosceva semplicemente come Arnaldo, un italiano con il viso segnato e il naso storto, mise la sua borsa in un angolo, aveva già tirato fuori i guantoni, quando si riavvicinò ai due glieli fece controllare e l'aiutarono a indossarli, l'italiano si fece vicino e all'orecchio gli sussurrò qualcosa, Albert annuì, di fronte a lui c'era un uomo, più alto di almeno una spanna, guantoni indossati... era già pronto, li avevano annunciati Albert e Tommaso, la gente cominciò ad urlare sempre più forte incitandoli, una campanella diede il via al combattimento, un incontro di boxe su di un tappeto con una semplice corda che delimitava il quadrilatero, lo scambio di colpi fu prima misurato, poi l'intensità crebbe e i due non si risparmiarono, all'ottava e penultima ripresa Albert aveva un'arcata sopracciliare tagliata, mentre il suo avversario perdeva sangue dal naso e aveva accusato un montante alla mascella un paio di riprese prima. Quando furono di nuovo pronti a riprendere si incrociarono i guantoni, si scambiarono un saluto e ripresero a boxare, un diretto di Albert allo stomaco aveva chiuso i giochi e mentre l'avversario era a terra dolorante il giudice che seguiva dall'esterno dichiarò concluso l'incontro. Il vincitore lasciò subito la sala seguito da Arnaldo, si chiusero in un minuscolo spogliatoio, qui ago e filo rimisero insieme le ferite, mentre riscuoteva i suoi 100 dollari il dolore cominciò a farsi sentire. Quando fu solo raccolse le sue cose e uscì da una porticina laterale, una volta all'aperto camminò fino ad un piccolo prato, si sdraiò guardando il cielo, tirava la sutura, con le dita la sentì ruvida sopra l'occhio, quando si rimise in piedi si rese conto che la stanchezza l'aveva quasi del tutto vinto, in quel momento una figura sbucò dal buio, lì per lì abbassò il viso, cercò di voltarsi ed andarsene, ma quando senti il suo nome nell'aria s'arrese, non poteva essere lui...

Foto di I.am.Gatsby

 
 
 
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