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Creato da: TomcatUSA il 15/08/2006
Fatti e situazioni di un Italiano in Cina

 

 
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La Lingua Cinese

Post n°50 pubblicato il 13 Giugno 2007 da TomcatUSA
Foto di TomcatUSA

Prendo spunto da un recente commento per parlare della lingua cinese che come forse qualcuno puo’ immaginare non e’ particolarmente semplice. La difficolta’ principale sta’ nei toni: il mandarino ne ha quattro. Il cantonese parlato nel sud (Canton, Shenzen ed anche HongKong) ne ha adirittura nove e questo spiega perche in quella zona l’inglese e’ parlato abbastanza diffusamente. Se gia con quattro toni I Cinesi tra di loro non si capiscono, con nove toni la comunicazione risulta di fatto impossibile e si deve ricorrere a qualcosa di piu’ semplice, l’inglese appunto.

Il mio problema principale e’ che per me I toni non esistono ovvero non li riconosco assolutamente. Quando mi avventuro in qualche parola cinese financo mia figlia piccola mi corregge: Acqua= Shue – Ma no Daddy… Shue’- e io cosa ho detto… Shue. Ma no, Shue’. A me pare di aver detto la stessa cosa… Ma noooo!!! e segue risata di tutti I componenti della famiglia che mi irridono atteggiandosi a fini dicitori della lingua cinese.

Una delle cose che piu’ mi faceva andare fuori di testa appena arrivato era quando prendevo un Taxi per andare a casa. Il posto dove abito si chiama in Cinese “Di Hao” che credo voglia dire piu’ o meno “Bel Parco”. Entravo nel taxi e succedeva sempre la stessa cosa:

 

-“Nihao” – perche’ io sono educato e per prima cosa si saluta…

-“Nihao” – anche I tassisti salutano ma per contratto…

-“Di Hao” – volendo significare che voglio andare a Di Hao.

-“Nihao” – Ancora saluto del tassista.

-“Nihao” – Perche’ se qualcuno ti saluta si risponde al saluto.

-“Nihao” –Il Tassista insiste nel saluto…

-“Nihao, Nihao… Di Hao???”

-“Nihao… She ma??”

-“Di Hao… Di’ Hao’… Diiii Hao’… Dih Haoooo’” Provando tutti I toni in sequenza random sperando di imbroccare quello giusto.

-“Nihao.”

-“Ascolta, ci siamo salutati venti volte… vorrei andare a casa adesso… Di Hao dimmi come vuoi che te lo dica senza che perdiamo tempo. Diiiii Hao’ Di’ Ha’o.”

-“Nihao… she ma??”

-“Senti io ce la sto mettendo tutta ma bisogna che anche tu faccia la tua parte… in questo momento non mi stai aiutando….”

-“?????”

-“Di Hao, Di’ Hao…. “

-“Nihao, Nihao…. She ma???” Spazientito.

-“Non so cosa dirti… secondo me lo dico bene, ho fatto pratica a casa…. Dimmi tu come vuoi che facciamo… sapessi arrivarci ti ci porterei io a gesti ma sono appena arrivato e al momento a dirla tutta non so’ neanche dove sono…”

 

Fondamentale in questi casi e’ avere un bigliettino con il nome scritto….

 

-“Ok… leggi qui….”

-Dopo attenta esamina del reperto “Ah Di Hao!!!!”

-“Esatto Di Hao…. Esattamente come te lo sto dicendo da venti minuti…”

 

Il taxi e’ uno dei primi problemi che un occidentale incontra in quanto I nomi che tu sai degli alberghi o di posti in genere non corrisponde a quello cinese. Per cui bisogna andare in giro con pile di carta con su scritto tutte le destinazioni possibili. Ma anche in questo caso la vita non e’ semplice visto che chi ti scrive I bigliettini e’ di solito un cinese a cui tu hai spiegato in inglese dove vuoi andare. Basta un piccolo misunderstanding e si possono creare situazioni piuttosto complicate.

Io l’ho imparato a mie spese una delle prime volte che sono venuto qui. Ero a Shanghai e per la prima volta dopo diversi viaggi in Cina, una domenica mattina avevo mezza giornata a disposizione prima di ripartire nel pomeriggio verso ignote mete nel sud della Cina. L’appuntamento con il mio accompagnatore cinese era all’una nella hall del mio albergo. Avendo 4 ore a disposizione decido di andare ad un mercatino che mi era stato segnalato per comprare qualche regalino a moglie e figli. La sera prima un collega cinese mi aveva scritto in cinese il nome del posto da dare al taxista. Prima di lasciare l’hotel, vado alla reception e spiego che voglio andare nel posto scritto sul bigliettino ma ho bisogno del nome in cinese dell’hotel per tornare indietro. Sembra tutto chiaro… grandi sorrisi… no problem… everything is ok… me wentin… uan mei. Siamo sicuri…. Hotel name to come back. No problem, me wentin. Prendo il foglietto che la solerte signorina ha scritto e lo metto nel portafoglio.

Prendo il taxi, mostro il foglietto con scritto il posto dove voglio andare e il taxista parte. Dopo circa mezzora arriviamo a destinazione. Scendo, mi districo tra il nugolo di centinaia di cinesi che vogliono vendermi il vendibile e raggiungo questo mercatino. Cammino per un paio d’ore attorno alla zona poi guardo l’orologio e decido di tornare all’hotel. Fermo un Taxi, entro mostro il foglietto della signorina, anche in questo caso attenta esamina del reperto (I foglietti vengono sempre studiati a lungo non so bene perche’…) si parte. Dopo 5 minuti il taxi si ferma e il Taxista mi indica che siamo arrivati. Io guardo fuori e non vedo il mio albergo. Riprendo il fogliettino e lo mostro di nuovo al taxista… Lui annuisce e mi dice che il posto e’ quello. Io riguardo fuori ma il mio Hotel non c’e’… rimostro il fogliettino spiegando che io voglio andare nel posto scritto sul foglietto che dovrebbe essere un Hotel. Il taxista annuisce nuovamente e mi indica di camminare in una certa direzione e di girare a sinistra dove avrei trovato il posto segnato sul foglietto. Dopo tante rassicurazioni pago, esco e tra me e me faccio due riflessioni.

1)      Il taxista dell’andata era un personaggio inqualificabile visto che ha approfittato del fatto che non conoscevo Shanghai per farmi fare un giro di mezz’ora per arrivare in un posto che in realta’ era a 5 minuti dall’albergo.

2)      Il Taxista del ritorno era uno scansafatiche. Di solito se si chiede di andare in un Hotel e’ buona norma accompagnare il passeggero di fronte all’hotel. Dove si e’ mai visto che il Taxista ti dica di proseguire a piedi??? E se avevo le valigie??

Per cui mentre cammino verso l’angolo indicato dal Taxista mi riprometto di diffidare d’ora in poi dei taxisti di Shanghai, individui spiacevoli e poco raccomandabili.

Nel frattempo raggiungo l’angolo dove devo svoltare… giro e mentre guardo incredulo inizio a sudare freddo. Il posto e’ esattamente lo stesso dove ero arrivato poche ore prima. In quel momento mi rendo conto che la signorina dell’hotel, evidentemente sotto la massiccia influenza di sostanze oppiacee, non aveva assolutamente capito cosa le avevo chiesto e aveva semplicemente ricopiato il nome del mercatino che probabilmente riteneva scritto non in bella calligrafia.

A quel punto mi rendo conto di essere in un bel guaio. Posto sconosciuto, nessuno che parli la tua lingua e soprattutto nessuna possibilita’ di tornare all’Hotel. La cosa positiva era che sarei potuto tornare al mercatino quante volte volevo visto che avevo ben due foglietti con scritto il nome del posto e uno di questo era scritto con una calligrafia veramente eccellente…

Mentre ormai penso a come farmi assumere in una delle bancarelle del mercatino visto che sarei rimasto li per parecchio tempo, riprendo in mano il foglietto della signorina, lo giro e fortunatamente scopro che sotto in piccolo c’e’ il nome dell’hotel in inglese e il numero di telefono. Salvo… Fermo un taxi, monto su mostro il nome dell’albergo in piccolo ma il taxista non lo riconosce essendo il nome inglese. Non mi perdo d’animo, prendo il cellulare e chiamo l’albergo:

-“Pronto, senta potrebbe dire al taxista dove e’ l’albergo???”

-“Do you need a room??” (Ha bisogno di una camera??)

-“No, non ho bisogno di una camera. Ero li ieri sera… avrei bisogno che dicesse l’indirizzo al taxista”.

-“Do you have a reservation number??” (Ha un numero di prenotazione??)

-“ No…. Non c’e’ l’ho il numero di prenotazione perche non mi serve… vorrei solo arrivare all’albergo…”

-“How can I help??” (Come posso aiutarla??)

-“Molto semplice, intanto lei e la sua collega alla reception dovreste moderare l’uso di sostanze psicotrope. Fatto questo, se per cortesia fosse cosi’ gentile da dire all taxista dove e’ l’hotel glie ne sarei veramente riconoscente…”

-“No Problem”.

 

Passo il telefono al taxista e qui accade qualcosa che succede sempre quando due cinesi si parlano dovendo spiegare qualcosa che sembrerebbe di una semplicita’ estrema. In un caso come questo, in qualsiasi lingua del mondo, la comunicazione dovrebbe durare non piu di 10 secondi. L’Hotel e’ XYZ in via KJH. Fine. Quando chiedi ad un cinese di spiegare cose del genere ad un altro cinese la conversazione diventa interminabile. Possono passare anche delle mezz’ore senza che tu possa far niente per interromperle. L’altro giorno ho chiesto al mio assistente di spiegare ad un moldista che il tal pezzo non lo volevo nero ma verde. Richiesta che oltre essere legittima e’ anche abbastanza semplice da spiegare… niente da fare. Discussione fiume in cui tu sei li a guardare cosa succede impotente mentre questi due si urlano addosso come pazzi complimentandosi reciprocamente “Ha da Ha da”. Dopo mezz’ora di orologio, stremati ma felici, sospendono non perche’ abbiano finito ma semplicemente perche’ il cellulare di uno dei due suona interrompendo le ostilita’. Io chiedo:

-“Come e’ andata??”

-“Tutto bene ha detto che lo fara’ verde.”

-“Deve averti detto anche qualcos’altro in mezz’ora…”

-“No, Ha detto che verde va bene”

-“E basta… in mezz’ora di discussione ha detto solo questo…”

-“Si, la cosa era abbastanza semplice…”

-“Minchia… mezz’ora per dire che verde va bene… se chiedevo un commento sulla relativita’ ristretta come facevamo??”

-“Non saprei??”

-“Francamente neanch’io… come puoi aver discusso per mezz’ora per spiegare che questo pezzo invece di nero lo vogliamo verde??”

-“Volevo essere sicuro…”

-“E lo sei??”

-“Credo di si…”

-“Quindi sei possibilista…”

-“Si.”

-“Bene. Vedremo che colore viene fuori…”

 

Ho raccontato questo anedotto perche’anche in questo caso deve esserci qualcosa che non va’ nella lingua cinese. Ieri pomeriggio mi hanno mandato le foto del pezzo in questione che deve essere spedito urgentemente in Spagna per un importante meeting… Il fatto che fosse verde e non nero e’ di vitale importanza. Il cliente finale era ansioso di vedere il risultato del nuovo prodotto in verde. Molta pressione su questo dettaglio anche perche’ I tempi sono stretti. Io ho rassicurato tutti I capoccioni in Spagna… dopo mezz’ora di discussione sul fatto che il pezzo deve essere in verde mi sentivo abbastanza sicuro che non potevano esserci malintesi. Oltretutto si tratta solo di mettere il materiale verde nella macchina che inietta la plastica… e’ tutto molto semplice… poi ne hanno parlato a lungo. Ho anche mandato un campione con il colore… mi hanno detto che e’ tutto sotto controllo. Il ragazzo che ho mandato li a controllare l’ho chiamato venti volte e mi ha detto che e’ tutto ok…. “Me wentin” mi ha detto di non preoccuparmi mi ha detto che era tutto chiaro… che tutto stava procedendo secondo I piani… che il pezzo in verde sarebbe arrivato in Spagna in tempo…. “Me Wentin’ Uan Mey”… tutto bene perfetto….

Ripensavo a tutto questo guardando le foto del pezzo che deve essere mandato in Spagna al piu’ presto in verde che e’ il colore di cui abbiamo discusso per giorni….  E mi domandavo…. Come mai lo hanno fatto in arancione…. 

 
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