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Critica della Ragion Mia
Post n°159 pubblicato il 02 Agosto 2009 da TomcatUSA
Caro lettore, ti premetto che questo post probabilmente sarà un po’ palloso per cui ritieniti avvertito e capirò se a metà smetterai di leggere… il fatto è che mi è stato dato un incipit e io, quando mi viene dato un incipit, lo uso… che al giorno d’oggi un incipit è merce rara per cui è meglio approfittare. L’incipit è il seguente: “Questa società è fatta per approvare indistintamente”. Si riferisce ai commenti benevoli che i lettori solitamente scrivono sotto ai miei post e che probabilmente l’amica Alessandra ritiene un po’ troppo di maniera quando invece sarebbe meglio ogni tanto bacchettarmi per quello che scrivo… In realtà, da quando ho incominciato a scrivere, critiche ne ho ricevute e ne ricevo abbastanza spesso solo che non appaiono tra i commenti non perché io li cancelli ma perché chi critica lo fa di solito via mail, messaggi e in qualche forum di alcuni social network che frequento. Per cui, in questo post, parlerò delle critiche che mi vengono rivolte e anche di coloro che mi criticano che si possono suddividere in due grandi gruppi: quelli che in Cina non ci sono mai stati e quelli che in Cina ci vivono o che comunque ci vengono spesso. La critica più frequente che ricevo da chi in Cina non c’è mai stato è di inventarmi le cose e di creare ad arte situazioni assurde e inverosimili per divertire i lettori e per guadagnarmi la loro benevolenza a scapito della cultura Cinese. A tal proposito mi rendo conto che molte cose che scrivo possano sembrare effettivamente inventate e frutto di fantasia e anch’io, se non le vivessi di persona, farei fatica a credere cosa succede qui. Partendo da questo assunto, ovvero che quello che scrivo me lo invento solo per avere grande successo di pubblico e di critica, si passa poi ad “accusarmi” di cercare di raggiungere i miei biechi obiettivi di successo letterario utilizzando un atteggiamento intenzionalmente ipercritico e assolutamente “Politically Incorrect” nei riguardi della Cina mentre sarebbe auspicabile che mi impegnassi maggiormente a descrivere in maniera più matura, diplomatica e costruttiva le differenze culturali tra l’occidente e la Cina. Io ovviamente accetto questo tipo di critica però mi rendo anche conto che parte da un presupposto non corretto… E se quello che scrivo non fosse inventato?? E se le situazioni, gli atteggiamenti, i modi di pensare con cui mi trovo ad avere a che fare ogni giorno fossero effettivamente reali e di fatto condivisi con la maggior parte degli occidentali che sono qui?? Cosa diventerebbero i miei post?? A me verrebbe da dire che sono fotografie di differenze culturali proprio come mi viene richiesto… raccontate magari con ironia e qualche volta in maniera divertente ma alla fine si tratta di una visione a basso livello di due culture completamente diverse che si incontrano. E quando dico “a basso livello” intendo che ci sono sicuramente delle macro motivazioni socio-culturali, delle importantissime e documentabili ragioni storico-politiche e quant’altro che giustificano il fatto che l’occidente e la Cina siano così diversi tra loro… Quello che io cerco di raccontare sono i risultati tangibili nella vita di tutti giorni di questi macro fenomeni cosa che alla fine è quello che a me interessa di più. Se qualcuno è interessato a capire perché la Cina è così com’è, ci sono montagne di libri scritti da illustri letterati, storici e giornalisti che spiegano nei dettagli l’evoluzione storico-politico-culturale della Cina e a dire il vero alcuni di questi libri li ho anche letti pensando che mi preparassero ad affrontare la Cina. Purtroppo però da subito mi sono reso conto che leggere questi libri, seppure sicuramente interessanti in termini generali, di fatto ti aiutano poco ad affrontare la vita di tutti i giorni qui… cosa che io un giorno ho deciso di raccontare. Se poi qualcuno critica il fatto che le differenze culturali sono una cosa seria e non possono essere in alcuni casi anche divertenti, beh si sbagliano perché come dico spesso a mia moglie quando ci capita qualcosa di strano, “questi post si scrivono da soli” e se possono risultare divertenti lo sono indipendentemente da me che nella vita reale, come possono confermare tutte le mie zie, sono un grigio ingegnere noiosissimo… Parliamo ora delle critiche che ricevo da chi in Cina ci vive magari da più tempo di me, ha studiato lingua e cultura cinese e conosce a menadito tutti i retroscena storico-politici della Cina recente. Chi è in questa fortunata condizione tende a criticarmi seguendo un canovaccio piuttosto standard che si articola in tre parti. La prima parte è imperniata su una reprimenda generale sostenendo che io soffro della sindrome dell’uomo bianco e che mi atteggio ad essere superiore utilizzando nei miei post un tono che va dall’irrispettoso fino a culminare nel disgustoso. Come conseguenza c’è chi si sente estremamente a disagio a leggere quello che scrivo fino a provare addirittura vergogna pensando che qualcuno possa in qualche modo associare me con loro accumunati nella nostra “occidentalità”. A seguire viene criticato anche il mio supposto atteggiamento da missionario che viene qui in Cina ad insegnare come si fanno le cose ai poveri selvaggi che si aggirano per gli uffici con la sveglia al collo. A tal proposito colgo l’occasione per rassicurare tutti in tal senso: io non sono qui a fare il missionario. Non sono venuto qui ad insegnare niente a nessuno. Io sono venuto qui a lavorare per la mia azienda che, come molte altre, ha deciso di investire in Cina. Il problema è che io so lavorare solo in un determinato modo che mi è stato insegnato e che ho sviluppato negli anni precedenti in occidente basato sull’analisi dei dati, la pianificazione delle attività, sulla verifica dei risultati. L’azienda per cui lavoro è occidentale e si aspetta di operare in modo occidentale. Se qualcosa non va il responsabile sono io… gli azionisti chiameranno me… non chiameranno nessun cinese per chiedere spiegazioni sul perché una dato problema è successo. Per cui, siccome a torto o a ragione, io sono il responsabile ultimo di quello che succede qui, e siccome sono talmente ottuso che non so fare altro che lavorare all’occidentale, con buona pace di chi lavora con me bisogna che, per quanto possibile, siano loro ad adeguarsi al mio modo di fare almeno fino a quando qualcuno deciderà di mandarmi via. Se poi da questo contatto con il mio modo di fare qualcuno potrà imparare qualcosa, ben venga. Va da se che la cosa è biunivoca. Nonostante la mia marcata ottusità infatti, qualcosina dai cinesi tendo ad impararla anch’io. E questo porta ad un altro punto di critica ovvero: io, con la mia supponenza di occidentale essere superiore, sono convinto di riuscire in breve tempo a cambiare la Cina che da qui a poco obbedirà pedissequamente ai miei comandi impartiti con fermezza ed autorità. Non nascondo che la cosa mi piacerebbe non poco ma purtroppo sono pienamente cosciente che le cose non andranno così… L’occidentale non vince qui in Cina… al massimo può puntare ad un pareggio fuori casa. Per cui anche in questo caso voglio rassicurare tutti: non sono così sprovveduto da credere di riuscire ad occidentalizzare la Cina… anzi è più probabile che la Cina “cinesizzi” me cosa che mi terrorizza e mi preoccupa non poco. E quello che scrivo credo sia proprio questo… la cinesità che mi accerchia e che cerca di sopraffarmi. Io per ora resisto… ma per quanto?? Non, so… sta di fatto che, come mi fanno notare i miei critici, mentre io sorrido dei cinesi, i Cinesi si sbellicano dalle risate pensando quanto io sia ingenuo ed inconcludente nel mio modo di fare e nelle mie assurde richieste assolutamente irrazionali (per loro). E su questo sono assolutamente d’accordo e non potrebbe essere altrimenti. Immagino che da qualche parte ci sia sicuramente un Blog scritto in cinese dal titolo “Te lo do io il LaoWai” in cui probabilmente lunedì prossimo qualcuno scriverà che il LaoWai pelato che ha in fabbrica e che gira spesso con una ridicolissima polo rosa con il colletto alzato, durante la riunione è andato su tutte le furie perché nel report che settimanalmente viene mandato in Italia nella casella “costo diretto” viene messo il valore del costo diretto più qualcos’altro che nessuno è riuscito a spiegare e che comunque varia settimanalmente a discrezione di chi compila il report… A me questo non fa ridere (anzi) ma probabilmente ai cinesi si.
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