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Creato da: ilpasquino.controinf il 02/01/2012
giornale di controinformazione

Messaggi di Settembre 2014

 

30 anni fa

Post n°588 pubblicato il 10 Settembre 2014 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Un tuffo all’indietro, un ritorno alla gioventù, almeno per chi scrive, ai primi anni di lavoro quando con 850mila lire al mese potevi anche pensare a sposarti vivendo in una casa in affitto di modeste pretese.

Allora c’era uno statuto dei lavoratori che impediva ai padroni (scusatemi ma io li chiamo ancora così…e attendo chi mi spieghi perché dovrei chiamarli in maniera differente) di licenziarti solo perché facevi attività sindacale o pretendevi il rispetto dei tuoi diritti sacrosanti, che non erano, come si racconta nei salotti dei nullafacenti piddini e della destra di sempre, “rubare” il proprio stipendio. Non è un caso, infatti, che allora la produzione, di cui tanto oggi si parla, andasse molto meglio, che la spesa degli italiani sostenesse l’occupazione e la crescita, e tutto questo non a scapito dei più deboli, dei pensionati, della sanità e della scuola.

Si dirà…si spendeva più di quanto si poteva, e per questo oggi siamo ridotti così. La risposta sta nella realtà odierna e nel significato che ognuno di noi da alla parola democrazia. Se la parola democrazia significa opportunità per tutti e salvaguardia dei diritti dei più deboli, sarebbe bastato, allora, come oggi, diminuire drasticamente le spese inutili, gli sprechi, gli stipendi assurdi dei politici e dei loro lacchè e soprattutto rendere la corruzione e l’evasione fiscale un reato di tale gravità che chi lo commette sia trattato alla stregua dei mafiosi, di chi uccide il paese per il proprio tornaconto…difatti non pare, almeno a chi ha un minimo di coscienza, la differenza che ci sarebbe.

Invece per la casta è stata regola omplementare, con leggi sempre più lacunose, quei delitti che pesavano su tutta la società, per poi scaricare su chi non aveva mai rubato nulla, l'accusa di aver vissuto al di sopra delle sue possibilità...

In questi 30 anni i corrotti ed i corruttori, gli evasori e i mafiosi, in combutta tra di loro, hanno avvelenato l’intero stivale, hanno costruito, con piani regolatori più stupidi di chi li scriveva, dove non si doveva, rendendo il territorio preda di ogni calamità e di ogni disgrazia, hanno inquinato mare ed aria, hanno aumentato a dismisura le proprie ricchezze, rendendo il divario tra ricchi e poveri lo specchio del loro furto del futuro, hanno cancellato, passo dopo passo (o no…signor Renzi?), ogni tutela sociale, la sanità pubblica, la scuola pubblica...ed ora si apprestano all’ultimo colpo di coda, cancellare anche i diritti democratici dei cittadini e quel potere esecutivo, della magistratura, che dovrebbe fungere da controllo ai loro furti che mai si fermano.

30 anni fa saremmo scesi in piazza…ora siamo su twitter a leggere le cazzate di un venditore di pentole usate che sta distruggendo il futuro dei nostri figli…come vorrei che fossimo ancora a 30 anni fa…con lo stesso spirito e la stessa anima di allora.

 
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Tagli e tasse: la svolta di Renzi

Post n°587 pubblicato il 09 Settembre 2014 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Di nuovo ci sono i selfie ed i cinguettii quotidiani del neo-premier per caso ed il sorriso perenne sulla bocca della Boschi, per quanto riguarda il resto si rimane sulle stesse agende, sugli stessi temi e sugli stessi modi di chi ha preceduto “i giovani”, quelli che non vogliono i tecnici dei governi precedenti perché hanno fallito, anche se loro, in pochi mesi, sono riusciti ad avere risultati anche peggiori.

Ma va così, l’Italia è il paese dei parolai, di quelli che riempiono lo spazio di parole vuote e senza senso e proprio per questo piacciono a chi non vuol pensare, a quella parte del paese, quella che va a votare, che siede in qualche Comune, in qualche Provincia, in qualche Regione, che fa da consulente o da lobbista e che a tutto pensa, tranne a quella crescita e a quella redistribuzione del reddito che sono rimaste mere parole, buttate giù in campagna elettorale per fregare quei fessacchiotti che ancora hanno un briciolo di fiducia in questa ciurma di cialtroni.

Siamo andati in vacanza tranquilli, come il selfista ci aveva suggerito, in pochi, e neanche tanto buoni, ed al ritorno, come sempre, ci attendono nuove tasse e nuovi tagli ai servizi essenziali, a cominciare da quella Sanità ormai ridotta un colabrodo, che non riesce più a dare il minimo di assistenza anche ai più bisognosi, che si arrampica e si mantiene solo sul sacrificio di quelli che ci lavorano, in mancanza di risorse fondamentali, a cominciare dalle garze, dalle siringhe, dagli infermieri, dalle capacità di posti letto disponibili. La scuola rimane fatiscente, quella pubblica, si intende, gli edifici a rischio e gli stanziamenti ridicoli, come quei primi piani che appaiono e scompaiono su twitter.

Tassati ancora, da una nuova imposta che, secondo studi recenti, peserà, come sempre, sulle famiglie meno abbienti, e lascerà invariati, o addirittura diminuirà gli importi, per chi se la vede meglio (è la teoria delle redistribuzione del reddito ora cara al PD). Gli italiani si sono affezionati così tanto all’uomo di twitter che il suo consenso sale di percentuali simili all’aumento dei suicidi per povertà e disperazione, dei disoccupati, dei fallimenti delle piccole aziende, delle attività commerciali familiari.

Nella sarabanda di annunci che Renzi ci propina un giorno si e l’altro pure, senza mantenere una promessa manco per sbaglio, continuano a latitare quelli su quella lotta alla corruzione, sugli stipendi dei parlamentari, sui finanziamenti ai partiti, sui vitalizi indegni, sulle spese militari che tutti, ma proprio tutti gli attuali poltronai parlamentari, avevano indicato, solo in campagna elettorale, come necessari, come il segno di un cambiamento radicale della coscienza di chi dovrebbe rappresentare il paese, e continua, imperterrito, a rappresentare il suo portafoglio, i suoi parenti ed i suoi amici.

Tasse e tagli, tagli lineari, senza aver alcun rispetto per quelle famiglie che neanche possono sperare in un prestito dalle banche, che più prendono dallo Stato e dal “genio” della Bce, signor Draghi, e più chiudono i loro portafogli, in una spirale che sembra non aver fine, ma che ha, purtroppo, come uniche vittime i più deboli, quelli nelle file interminabili fuori le mense della Caritas, quelli che rovistano nei bidoni della spazzatura, quelli che non ce la fanno più…

Nei salotti “buoni”, degli intellettuali sinistri, si discute, tra un sms ed un divertente cinguettio, tra un selfie ed un gelato, del 41% alle ultime elezioni, di Davide Bifolco che doveva morire perché non si è fermato all’alt dei carabinieri e della redistribuzione di quelle poltrone che ora toccano ai più giovani…per quel “cambio di pelle” di cui il cialtronaio parlamentare necessita per continuare a rubare

 
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Pistola in pugno

Post n°586 pubblicato il 08 Settembre 2014 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Entra in un’agenzia di scommesse pistola in pugno, costringe gli astanti a riunirsi attorno ad un tavolo, dice un qualcosa che le telecamere non possono rivelarci…e va via.

Non era un camorrista, ma un carabiniere, uno di quelli che dovrebbe far rispettare la legge, che dovrebbe dare l’esempio, che dovrebbe essere minaccia per i delinquenti e non per le persone che si attardano in un locale, qualsiasi sia l’ora.

Pistola alla mano…se inciampava anche lui ci sarebbe scappato un altro morto? Questo è il modo con cui lo Stato interviene nei quartieri degradati del Sud? Questo è il suo modo di mostrarsi?

Ripeto da giorni, inascoltato, dove erano questi militi così coraggiosi quando dal Nord arrivavano Tir pieni di rifiuti tossici? Possibile che voi, così attenti all’ordine ed ai pregiudicati, riconosciuti alle tre di notte su di un motorino che fugge all’alt, in una strada con un illuminazione che ha stento permette di vedere, non siate stati capaci di vederne neanche uno in venti anni, di fermarne neanche uno?...Possibile che quei pochi vostri colleghi che hanno denunciato lo scempio, siano stati rimossi ed abbandonati non solo dallo Stato, ma in primis da voi? Quale sarebbe, scusatemi, il vostro onore, il vostro merito, dove risiederebbe?...Nel fatto che arrestate i capi clan in declino segnalati da quelli che li stanno sostituendo? Nel fatto che prendete pochi soldi (ma ne prendono pochi anche gli operai che muoiono più di voi sul lavoro)?  Nel fatto che quando uccidete vi coprite l’uno con l’altro, come una cosca?

Il carabiniere era giovane, aveva paura, ha il diritto ad avere paura, scrive lo stimatissimo padre don Patriciello…ma avevano paura anche quei ragazzi, quei ragazzi che sanno perfettamente cosa fanno le “forze dell’ordine” quando fermano uno di loro, sanno a cosa potrebbero andare incontro, sanno che la loro vita, per questa gente, non vale nulla.

I ragazzi del Sud, di Napoli, fermati con qualche spinello in tasca spesso, se non sempre, vengono picchiati, costretti a denudarsi, maltrattati, minacciati. Non sono storie inventate, sono storie vissute, reali. Sono il risultato di quel razzismo latente, ed a volte vergognosamente palese, che dà etichette di malvivente a chi vive in un quartiere, a chi fuma uno spinello, a chi cerca, con espedienti poco legali, di non morire di fame…di quella sub-cultura sinistroide che ha assorbito il peggio della destra, ieri dell’ Msi ora dell’alleato di governo Berlusconi, in quella sua cavalcata verso il potere, a scapito di ogni valore, di ogni cultura….di ogni ragione.

Lo ripetono dai loro pulpiti, applauditi come era applaudito Mussolini:  abbiamo vinto, ci hanno votato…quindi abbiamo ragione e facciamo quello che ci pare di questo paese. Bisogna salvare l’Italia, non c’è tempo per pensare ai più deboli, ai dimenticati, a quei ghetti che lo stesso Stato ha creato, a quei poveri a quei disabili…fastidi lungo la strada del successo. “Gott mitt uns”…Davide è morto, Dio non è con loro !

 
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Morire a Napoli

Post n°585 pubblicato il 06 Settembre 2014 da ilpasquino.controinf
 
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E’ più difficile anche morire a Napoli, me ne sto rendendo conto in queste ore che seguono l’assassinio, da parte di un carabiniere, del sedicenne Davide Bifulco.  Non è mai “nu juorno bbuono” da noi…perché anche quando veniamo ammazzati senza motivo abbiamo il coretto dei razzisti di turno, o dei grandi nullafacenti intellettuali di turno, che sull’omicidio di un minorenne, senza precedenti penali , si arrampicano sugli specchi per giustificare lo sparo, per dare mille motivazioni ad una cosa che motivazioni e senso non ha…come hanno fatto sull’avvelenamento della mia terra, sulla morte dei nostri figli per cancro, come ci hanno presi in giro sulle nostre denunce… “è lo stile di vita dei campani” recitavano gli ultimi due ministri della salute italiani…o sull’essere contigui alla camorra, mentre le aziende di quel Nord così “perfetto” contrattavano con i capi delle varie cosche vendendo i loro rifiuti tossici per ucciderci…ma loro per business (quindi accettabile)…noi perché siamo camorristi tutti, anche chi muore senza sapere perché…anche quei figli che abbiamo sepolto nelle nostre terre piangendo ogni giorno per le loro sofferenze….

Ma noi…già noi siamo dei teatranti, noi facciamo solo finta di piangere…e forse anche di morire…e di essere disoccupati…e di suicidarci…noi siamo di quel sud che non piace a chi “ritiene indispensabile la crescita del meridione per la rinascita dell’Italia” mentre si apparenta, prende i voti, da quelle cosche che attraversano lo stivale con i loro carichi di morte, che appestano la nostra aria con i loro roghi tossici, che sfruttano e calpestano la nostra terra, le nostre forze migliori, costrette, ancora oggi, ad emigrare.

Noi siamo quella carne da macello che disturba la vista a chi dice di essere di sinistra, ma che ha fastidio a riconoscerci, come ora prova fastidio per gli immigrati. Una parte di noi, inferiori, del Sud, avvelenati ed anche ignoranti, deve morire di fame…ormai anche la sinistra nostrana l’ha assunto come dogma…le proteste, il vivere in maniera alternativa violando le regole della sopraffazione e dello svilimento di ogni dignità e futuro, non è presa tanto bene, indispone chi pensa al nostro futuro.

C’è bisogno di morire senza far chiasso, di essere sparati solo perché abitanti in un quartiere che loro, i “gran signori” intellettuali e del Nord, ritengono “a rischio”, che immaginano pieni di camorristi girovaganti ed armati sino ai denti, in grado di muovere interi quartieri a loro difesa, senza mai porsi il problema che forse quella gente, quelle mamme, quei ragazzi, non urlano per difendere la camorra…ma contro chi gli toglie tutto, anche l’aria…cioè lo Stato !

Dov’è lo Stato?...si chiede una mamma di quel quartiere Traiano che mi pregio di conoscere personalmente, sia nelle sue strade sia nella variegata rappresentanza della sua popolazione. E’ li ha spararti, le hanno risposto ieri notte, a infangarti, a chiamarti camorrista e delinquente, a dire di tuo figlio quanto mai direbbe per il proprio, ad ucciderlo due volte, tre volte, mille volte…fregandosene del tuo dolore, di quella giovane vita, delle sue speranze, dei suoi sogni…

Morire a Napoli è come morire mille volte…o forse è come non morire mai….perché se un pregio abbiamo noi di questa città è quello che non dimentichiamo mai nulla, né Davide, né Ciro, ma neanche Carlo, neanche Stefano, neanche Giuseppe, neanche Federico…perché sapete qual è la differenza?...noi di Napoli sappiamo cosa significa soffrire e piangere, lottare e morire e soprattutto amare.

 
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Omicidio a Napoli

Post n°584 pubblicato il 05 Settembre 2014 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

17 anni sono troppo pochi per morire, sono troppo pochi per dare un motivo ed una giustificazione a chi ha commesso questo vile ed ignobile gesto, sono troppo pochi anche in una città come Napoli, che vive travolta da una violenza e dai rifiuti cancerogeni che le “forze dell’ordine” non hanno mai fermato.

La “grande colpa” del ragazzo ucciso a Napoli era quella di girare su di un motorino senza patentino e senza assicurazione…a Napoli, dove fare un’assicurazione per un qualsiasi mezzo di locomozione costa più dello stesso motoveicolo, dove i controlli delle varie polizie si concentrano nella caccia ai “senza cintura” e tralasciano, da venti e passa anni, che interi carichi di spazzatura mortale arrivino in Campania, attraversando l’intero stivale, senza essere mai fermati, accade che ad ucciderti non siano solo i colpi di kalashnikov delle camorre, che si sparano per strada tra la gente, ma che siano gli stessi “tutori dell’ordine”, quelli pagati da noi per darci protezione, ad utilizzare le maniere “forti” contro chi scappa per un bollo non pagato, per uno spinello, per una pianta di cannabis.

Forti con i deboli, con quella parte della popolazione che già vive in condizioni di difficoltà, un pugno duro spietato a colpire le piccole colpe di chi è costretto a vivere di espedienti, che cerca, nella crisi, di non mollare, di crearsi spazi di vita, senza ledere la libertà di nesuno e senza nuocere a nessuno, per sopravvivere ad uno Stato che sa solo tassare e punire...e che si è lasciato alle spalle l'obbligo di istruire ed aiutare. 

Interi quartieri di Napoli sono lasciati nell'abbandono totale anche da quel sindaco arancione, Luigi De Magistris, che aveva promesso una svolata proprio per queste realtà e da queste e da queste realtà era stato appoggiato e votato.

Traditi due volte, da uno Stato che ha permesso di avvelenarci e da un’istituzione locale che ha disatteso tutte le promesse fatte in campagna elettorale…ed ora anche inseguiti e sparati da quelle forze dell’ordine che, proprio in questi giorni, chiedono solidarietà per il blocco dei loro stipendi e minacciano uno sciopero che la legge non solo non permette ma che ha l’obbligo di fermare e punire.

Non ci può essere alcuna solidarietà con chi manganella operai e studenti, con chi ferma persone innocenti per strada e li ammazza di botte, con chi nasconde i propri delitti, con chi aiuta i colpevoli ad evitare la giusta punizione, con chi si schiera con i forti e sputa sulla Costituzione sulla quale ha giurato, con chi non si è accorto, in venti anni, dei carichi di rifiuti tossici che avvelenavano la mia e la loro terra, con chi spara ad un ragazzo di 17 anni e poi cerca di far passare il suo gesto omicida per un “fatto accidentale”, con chi tortura, con chi calpesta, con chi ingiuria il ruolo per cui viene pagato dai cittadini.

Una riforma radicale delle forze dell'ordine, a cominciare dai metodi di arruolamento e dai principi di selezione, oltre alla necessaria immediata identificazione dei responsabili di quegli atti che travalicano i limiti della funzione, sono i principi basilari che, chi si occupa della difesa della gente, deve affrontare e risolvere. Tacere, nascondere, sviare, depistare è l'ennesimo tradimento non solo dei cittadini che pagano il loro stipendio, ma dello stesso motivo del loro arruolamento e del loro compito. La parte "buona", estranea ad azioni che hanno più volte violato leggi e diritti delle persone, appare altrettanto responsabile ed altrettanto colpevole, in mancanza di una qualsiasi presa di distanza da chi infanga il ruolo e la divisa che indossa. 

La rivolta del rione Traiano di Napoli, che ha visto le auto della polizia bersagliate da sassi, è la giusta ribellione contro chi del suo mestiere non ha capito lo spirito e protegge, in un silenzio ed in un’omertà simil-mafiosa, i responsabili di un omicidio senza giustificazioni.

 
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